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Queen’s Peril di E. K. Johnston – Recensione del secondo romanzo su Padmé

Emily Kate Johnston debutta come scrittrice di libri di Star Wars nel 2016 con il suo romanzo Ahsoka, che narra alcune vicende accadute alla Togruta durante il periodo tra la fine delle Guerre dei Cloni e l’inizio della Ribellione. Il suo secondo romanzo, Queen’s Shadow, è stato pubblicato, invece, a marzo 2019 ed è solo il primo di una serie di libri dedicati a Padmé.
Oggi, però, vi vogliamo parlare nello specifico di Queen’s Peril, il suo terzo romanzo, la cui prima edizione risale a giugno 2020. L’idea prese forma nella mente dell’autrice nel lontano 1999, ma è solo nell’ultimo anno che ha deciso di metterla per iscritto.

Ad oggi, di questi tre libri, solo Ahsoka è stato pubblicato in Italia, mentre gli altri sono ancora inediti. È stata inoltre annunciata l’uscita di un terzo romanzo dedicato a Padmé, Queen’s Hope, la cui pubblicazione è prevista a novembre 2021.

«The girl in the white dress had her mother’s brain and her father’s heart, and a spark that was entirely of her own. Brilliance and direction and compassion as bright as the stars. But now she was alone, and no one could help her. Whatever happened next, however it was recorded and remembered, she was entirely on her own.»

Aiutare il prossimo è uno dei grandi obiettivi di Padmé Naberrie che, fin dalla più tenera età, entra in contatto con realtà diverse dalla sua, rimanendone impressionata. È il desiderio di far qualcosa di buono per gli altri che la fa interessare alla politica e la spinge a candidarsi come regina di Naboo. Le elezioni terminano a suo favore e Padmé diventa ufficialmente Amidala. Ha solo quattordici anni, ma le sue idee sono ben chiare: è necessario stringere delle amicizie con i pianeti vicini e creare nuovi alleati.

Vi siete mai chiesti quali vicende abbiano preceduto gli eventi narrati in Episodio I? Chi è la ragazza che prende le veci di Padmé, camuffandosi da Regina pur di proteggerla? E qual è, invece, il ruolo delle altre ancelle? È Padmé a proporre a Quarsh Panaka di cercare più di un’ancella, così da confondere le persone quando qualcun’altra prende il suo posto. Il capitano svolge il compito con minuzia, trovando cinque ragazze dalle caratteristiche più varie. È così che facciamo la conoscenza di Rabene, Eirtama, Suyan, Sashah… e Tsabin. Quest’ultima assomiglia fortemente a Padmé e viene scelta non solo perché è una brava musicista, ma soprattuto per calarsi nel ruolo di Amidala quando necessario.

Most importantly she bears a striking resemblance to you. If she was your handmaiden, and if she was interested, she could train as a bodyguard and would be closer to you than anyone else.

Piccola curiosità: nel libro Leia Principessa di Alderaan di Claudia Gray, la regina di Naboo spiega a Leia quali ruoli avessero avuto le ancelle in passato e le dice che queste dovevano sottoporsi a prove fisiche e mentali difficilissime per ricoprire appunto tali ruoli. È bello pensare che sia stata proprio Padmé a rivoluzionare il sistema.

Padmé e le sue ancelle

Grazie a questo romanzo, quindi, le ancelle di Padmé assumono spessore, acquisendo un carattere e delle peculiarità che le distinguono dalle semplici comparse che vediamo in Episodio I. In particolare, è Tsabin (che in seguito cambia il nome in Sabé) a spiccare, divenendo quasi la protagonista del libro insieme alla sua regina. Fantastica è anche la sua amicizia con Padmé, perennemente in bilico tra l’affetto e il dovere. A una prima lettura, alcune situazioni proprio tra Padmé e Sabé potrebbero far storcere il naso: ad esempio, quando Padmé prova una forte gelosia nei confronti dell’ancella o quando quest’ultima propone a lei e alle altre ragazze di andare a vedere un concerto, a discapito della sicurezza della regina. È doveroso ricordare che si tratta pur sempre di ragazzine di quattordici anni, ma… avevamo davvero bisogno di leggere una storia simile nell’universo di Star Wars?

La conclusione a cui sono giunta è che questo romanzo può essere godibile se letto senza pregiudizi e senza la pretesa di leggere una grande storia come quella, ad esempio, del Grand’Ammiraglio Thrawn di Timothy Zahn. La stessa Emily Kate Johnston, nei ringraziamenti, scherza sul fatto che, dopo la pubblicazione del suo libro, sarebbe comparsa su Wookiepedia una pagina sulle mestruazioni… e così è stato, infatti.

I wouldn’t defending you with a blaster. I’d be defending you with my identity.

Un’altra nota a sfavore di questo libro è la caratterizzazione di Quarsh Panaka, talmente pieno di paranoie da installare persino un rilevatore di sangue nella stanza di Padmé (e vi lascio immaginare a quale conseguenza porta questa decisione!) Ho apprezzato, invece, che sia stato rivelato qualcosa di più sul suo conto e sia stato approfondito il suo rapporto con Palpatine (a tal proposito, vi rimando nuovamente alla lettura di Leia Principessa di Alderaan).

Per concludere, Queen’s Peril non è certo uno dei migliori libri di Star Wars scritti finora, ma offre comunque spunti interessanti, collegandosi bene con Episodio I e approfondendone ulteriormente la trama.

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