Panini non la smette di portare in Italia prodotti sempre più interessanti (e di questo non potremo mai smettere di ringraziarla) e, dopo Eredità volume II, iniziano una nuova serie, L’Alba degli Jedi. Anche questo volume (il primo di tre) mi incuriosiva molto per motivi analoghi a Eredità: mentre nella serie con protagonista Ania Solo ci si avventurava nel futuro della saga (135 anni ABY), qui ci avventuriamo nel remoto passato: la serie è difatti ambientata più di 25000 anni prima della battaglia di Yavin.
L’inizio del racconto dell’alba degli Jedi, 25000 anni prima di Una Nuova Speranza, prima delle spade laser, dei viaggi iperspaziali e prima che gli Jedi viaggiassero per tutta la galassia, quando la connessione con la Forza era nuova. Sul pianeta Tython un gruppo di scienziati, filosofi e guerrieri lotta per mantenere l’equilibrio in quel misterioso potere conosciuto come la Forza. Ma uno straniero connesso con la Forza sta per arrivare e tutto sta per cambiare. Non voglio tanto dilungarmi sulla trama, anzi credo che non lo farò completamente e vi lascerò con la semplice sinossi: in moltissimi sono curiosi su questo prodotto e non voglio rovinare loro la lettura con degli spoiler. Quello che posso un po’ approfondire è appunto l’ambientazione e l’approccio di lettura, oltre ai miei personali pro e contro.
Non credo, personalmete, che quando George Lucas scrisse la frase: “Per oltre mille generazioni i Cavalieri Jedi sono stati i guardiani di pace e di giustizia nella Vecchia Repubblica” avesse in mente quello che viene narrato in queste pagine: mai ci si era spinti nell’Universo Espanso così indietro. Le prime pagine del volume sono dunque tutte dedicate ad una lunga narrazione sulla scoperta della Forza e la fondazione dei Je’daii, discepoli votati al mantenimento dell’equilibrio tra Lato Chiaro e Lato Oscuro. Le pagine seguono un ritmo epico e carico di tensione, che mi ha ricordato, per i metodi di narrazione, quello del Silmarillion di Tolkien. L’adunanza dei sensibili alla Forza sul pianeta Tython eleva i Je’daii a creature mitologiche come i titani greci, come ben fa notare Marco Ricopensa nella preziosa introduzione a questo volume.
Il secondo aspetto principale della Galassia di 25000 anni BBY è l’Impero Infinito dei Rakata, dove signori assoluti chiamati Predor difendevano con il sangue e il tradimento il potere acquisito; attratti da mondi in cui la Forza scorreva potente, prima di attaccarli con il loro esercito li facevano identificare ai loro Mastini della Forza.
Questa serie non è, probabilmente, una serie per qualche “casual fan” o per il “fan medio” (non c’è alcuna offesa, solo non voglio procurarvi delle delusioni): traspare molto poco il fatto che questo sia un fumetto di Star Wars; ciò non toglie al fatto che il fumetto sia molto bello e complesso, ma forse questa sua eccessiva distanza temporale può disorientare e, forse, deludere.
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