Adina Verethra Elisabeth Toci è la protagonista del nostro speciale odierno sul talento italiano nell’Arte Cosplay. Il suo nome “d’arte”, Alia Atreides, prende spunto dal romanzo Dune di Frank Herbert: Alia è la secondogenita di casa Atreides, sorella di Paul Muhad’dib Atreides, un personaggio che sarà estremamente importante per il destino del pianeta desertico Arrakis. Proprio Dune è stato uno dei primi libri che è riuscita a leggere durante il secondo anno di università, trovato totalmente per caso da un’amica. Non è semplice spiegare perché Adina abbia scelto proprio quel personaggio senza inciampare in spoiler rovinosi riguardo il secondo film, può solo dire che quel personaggio ha destato particolarmente la sua simpatia, un po’ come quasi tutti i personaggi potentissimi, ma un po’ sfigati negli aspetti sociali della vita proprio per destino e per quel potere che detengono.
Alia Atreides si affaccia timidamente al mondo del cosplay come semplice spettatrice, quando la sorella maggiore inizia a portarla al Lucca Comics. Era un mondo nuovo e fantastico racchiuso in pochi tendoni ed animato da appassionati che, chi meglio e chi peggio, interpretavano il proprio personaggio preferito. Praticamente un sogno ad occhi aperti. Così si è avvicinata a quel mondo che le ricordava così tanto quando da bambina giocava a “facciamo finta che io sono lei” ed interpretava un personaggio amato.
Adina è sempre stata molto legata al mondo Fantasy e quando ha deciso di buttarsi per la prima volta in un cosplay doveva essere sicuramente qualcosa che non impegnava troppo, qualcosa che potesse personalizzare un minimo per non dover chiedere troppe cose. Allora con una divisa formata da cose che aveva in casa: maglioncino nero, camicia bianca, gonna a pieghe e calzettoni e con l’appoggio costante della Santa Sarta e Sorella Angelica, il primo cosplay da lei pazientemente realizzato è stato un mantello della Casata Serpeverde. Qualche modifica sulle maniche, perché a lei non piacevano quelle larghe identiche in tutte le divise, così come il cappuccio più lungo e con la punta, ed ecco che il cosplay ha preso vita nella sua prima forma. Fortuna vuole che la sorella assecondasse ed assecondi tutt’ora queste idee, a volte folli. Ricorda ancora l’emozione nel portare per la prima volta quel mantello insieme alla sua migliore amica che vestiva invece la Casata Corvonero. Le bacchette non erano nemmeno quelle di un personaggio in particolare, ma bensì quella di Harry Potter che veniva data con la prima uscita de “La Scacchiera dei Maghi” in Edicola. Niente di Movie Accurate, solo divertimento. In ordine di realizzazione: Casata Serpeverde,Nana Osaki (Nana) Haruhara Haruko (FLCL), Bellatrix Lestrange, Harley Quinn Classic,Jedi Generico, Ahsoka Tano (Fulcrum), Arwen (Lotr), Original Sith.
Parlando di alcuni di questi:
Nana Osaki era un insieme di vestiti e oggetti che un po’ aveva già ed un po’ ha acquistati in giro, ricercati nei mercati e alle fiere. Non era un cosplay “accurate” ma la capacità di trovare elementi di riconoscimento del soggetto hanno reso il tutto realizzabile. Secondo lei la cosa più bella è stata realizzare la sera prima la maglia nera rotta con scritto “BLAST” in rosso, perché lo ha fatto con un’amica prendendo una sua maglia, tagliandola e riassemblandola con qualche spilla da balia. Ricorda questi momenti con molto affetto. Il resto delle cose le ha trovate al Mercato di Montecatini Terme o a Firenze (come la parrucca che non sapeva proprio dove andare a cercare, prima dell’avvento dei social). L’unica cosa che era veramente attinente al personaggio era l’anello di Vivienne Westwood comprato direttamente in fiera. Anche in questo caso il cosplay non era perfetto, ma il divertimento nell’indossarlo e realizzarlo sono stati unici.
Bellatrix Lestrange: potremmo definirlo il primo vero Cosplay fatto nel 2011 guardando con tanta, ma tanta pazienza Harry Potter. La ricerca dei tessuti è stata la parte più importante, perché dovevano trovare qualcosa di abbastanza leggero che potesse dare un effetto consumato sul fondo, ma per le maniche serviva qualcosa di elasticizzato e da ricamare. E’ stato il primo cosplay al quale ha collaborato attivamente decorando con filo argentato le maniche e la parte sottostante del vestito..il resto è stato tutto opera delle sapienti mani della Sarta (sempre la sorella ovviamente). Altra cosa impegnativa è stata il trovare la bacchetta originale, perché quell’anno non si trovava praticamente più dopo il boom dei Mangiamorte. L’anno successivo questo coslpay è stato unpgradato, cambiando il bustino da finta pelle a pelle..non racconta cosa è successo per cucire quei pezzi in modo irregolare (silenzio stampa).
Harley Quinn Classic: Un dream cosplay divenuto realtà ed ancora una volta la sorella ha colto la sfida di cucire una tutina in lycra divisa in quattro parti. Non ha ben chiaro perché tante ragazze vogliano interpretare questo personaggio, perché lo ritiene malinconico e infranto a tratti. Per lei Harleen è l’immagine di una donna di successo che si perde miseramente in un amore folle, dal quale riesce a riprendersi con le proprie forze riscrivendo la sua storia. Questa parte del personaggio le rimane particolarmente a cuore. Dopo che la sorella si è rifiutata di cucire il cappellino con i sonagli, si è ritrovata ad optare per la soluzione “parrucca bionda” che le ha in realtà risolto molti problemi. E’ stato divertente imparare a fare i pon pon del colletto ed i manicotti mentre la sorella cuciva il vestito interrogandosi su come cucire un rombo elasticizzato sul tessuto elasticizzato, col terrore si strappasse. Il colletto è stato realizzato dalla mamma, coinvolta come sempre in questi progetti, mentre gli stivali li ha semplicemente tinti con un acrilico rosso (crepato più e più volte e ritinto più e più volte) . La parte più bella di questo cosplay è stata il poterlo personalizzare un po’ a proprio piacere, avere la libertà di scegliere una parrucca bionda e un certo tipo di stivali, ma anche di creare un martello decorato come piace a lei e non come riportato da vari fumetti e serie animate. Probabilmente l’unico non fatto in Foam ma composto da un manico in legno, un tubo di metallo e due coperchi in plastica, il tutto ricoperto da carta adesiva nera e rossa. Ha portato con orgoglio per due anni quel cosplay, quando nelle sale esordiva Suicide Squad e nelle fiere esplodeva la moda di Harley in pantaloncini corti. La sua era una versione Vintage della quale va tutt’ora molto fiera.
Ahsoka Tano: Altro dream cosplay che è riuscita a realizzare e portare in fiera la prima volta nel 2018 insieme al gruppo di Empisa Star Wars Fanclub. Progetto ambizioso per la quale ha richiesto la partecipazione di tutta la famiglia ed ha commissionato la sua prima armatura in Foam. Non è stato semplice da realizzare e nemmeno da ordinare perché si sa..le misure non tornano mai come vorremmo. La forma dell’Headpiece, o più comunemente chiamati Lekku, è stata disegnata dal padre su due fogli di carta e riportati sul gommapiuma. La sorella ha impiegato tutta la sua pazienza per cucirla ed incollarla con il mastice. Ricorda ancora i momenti di “terrore e sgomento” dove ha pensato di dirle di lasciar perdere, perché come progetto era veramente troppo incasinato, ma quando una delle due perdeva la speranza arrivava l’altra a sollevarla. Per rivestirla l’occhio di Mamma ha dato la svolta che serviva: “abbiamo bisogno di una stoffa molto morbida e facile da cucire” , così fra lacrime e disperazione il primo Testone prendeva vita. Tutto un giorno per disegnare le linee e dipingerlo ed a questo ci ha pensato personalmente e non è stata proprio un’impresa semplice. Le è servita una buona dose di pazienza, perseveranza ed una mano ferma che non credeva di avere per fare le linee diritte. Vestito e cinturone sono stati un altro lavoro di squadra con la Sorella.
Forse al momento è il progetto del quale va più fiera e sul quale ha apportato diversi upgrade: l’armatura in stampa 3d, un nuovo headpiece e stivali di pelle su misura. E’ un cosplay molto impegnativo, ma non solo per la realizzazione, anche perché ogni volta per prepararsi impiega minimo sulle 3 ore di tempo per trucco e montaggio.
Arwen: Principalmente è nata come cosplay da sfruttare nelle fiere estive, quando gli altri cosplay sono troppo soffocanti per essere indossati. E’ forse il cosplay realizzato più velocemente dalla sorella fino ad ora. Una volta trovate le stoffe e pensato a come realizzarlo per far si che le stoffe sovrapposte si muovessero ad ogni passo è stato un batter d’occhio.
Original Sith: Si tratta del cosplay che viene sfruttato per fare combattimento coreografico con spada laser. Non potendo utilizzare Ahsoka per evidenti problemi di mobilità, ha chiesto alla sorella una gonna molto leggera e versatile da poter utilizzare con leggings o senza. Il resto sono un corpetto in pvc nero e stivali New Rock che già aveva. Tutte cose abbastanza comode per permetterle di muoversi agilmente ed i personificare una seguace del lato oscuro della Forza.
Adina tiene particolarmente al Cosplay di Ahsoka Tano ed a quello di Harley Quinn. Nel primo caso per il carattere del personaggio nel quale si riflette particolarmente. La sua intraprendenza, l’attaccamento ad ideali giusti ed il coraggio di prestare aiuto agli amici in difficoltà sono le doti alle quali ognuno dovrebbe ispirarsi. L’ha conosciuta grazie al film Star Wars Cargo of Doom ed è stato amore a prima vista. La maggior parte delle persone l’ha detestata alla sua prima apparizione, lei invece l’ha trovata subito interessante. Finalmente un personaggio femminile nella quale avrebbe potuto rivedersi.
“In my life, whan you find people who need your help, you help them, no matter what”
Questa è una delle citazioni cult di Ahsoka, ma ad Adina la scintilla creativa scaturisce anche da un’altra, iconica, frase, anche se non del personaggio:
“…sei come i Jedi dovrebbero essere”
Questa frase riassume il comportamento della giovane cosplayer: essere una persona che si preoccupa per i propri amici, cerca sempre di fare del suo meglio e di mettere tutta se stessa per gli altri, a qualsiasi costo.
Il costume di Ahsoka, nella sua prima versione, è stato creato grazie alla partecipazione di tutta la sua famiglia:
“… è’ stato favoloso lavorare alternativamente con tutti i membri della famiglia e vederli tutti felici di creare qualcosa di quel genere, anche babbo Fabrizio che non va particolarmente matto per queste cose in generale, ma adora creare. Adesso che il cosplay è stato upgradato il suo legame forse è cresciuto ulteriormente, perché la ricerca di persone in grado di realizzare i progetti non è certo come realizzarli di proprio pugno, ma comunque è un impegno non indifferente. Lo stesso impegno che mette ogni volta che inizia le massacranti ore di trucco, finendo solo quanto realmente soddisfatta del risultato finale”.
Harley Quinn ha una parte di forza diversa alla quale è particolarmente legata, ma non per i motivi classici che spingono solitamente le ragazze a fare questo cosplay. Harleen è un personaggio complesso dalla storia dolorosa che cerca di ritagliarsi un suo pezzo di paradiso nella vita di tutti i giorni. L’ha conosciuta grazie alla serie animata Batman degli anni ’90 nella sua versione “Classica” con tutina bicolore e cappellino e subito ha rapito la sua attenzione per l’intraprendenza con la quale riusciva a risolvere qualsiasi problema, anche quelli del folle ed amato Joker. Oltre alla sua intraprendenza che la porta anche a catturare Batman e Robin, l’elemento che sente più vicino forse è la sua capacità di rialzarsi dopo una caduta e reinventarsi per trovare la sua strada, non senza difficoltà. E’ un personaggio estremamente umano che evidenzia in modo eccessivo le debolezze della nostra natura, forse per questo si diverte in particolar modo ad interpretarlo quando ne indossa il cosplay, perché si libera totalmente da giudizi e stereotipi che la società cerca di affibbiarti ogni giorno. Il Cosplay di Harley Quinn rappresenta per lei la libertà di agire istintivamente e la capacità di superare gli ostacoli andando avanti, dolorosamente e con difficoltà, ma sempre avanti.
Adina non ha mai provato realmente a cucire qualcosa con le proprie mani, avendo una sorella particolarmente dotata si è sempre affidata alla sua abilità, affiancandola in cose semplici come: infilzare la stoffa prima di cucirla, dipingere su tessuto o ricamare. Anche trovare le giuste materie prime e chi può realizzare al meglio un progetto non è cosa semplice, specialmente adesso che il mercato del Cosplay è particolarmente saturo fra siti che vendono abiti già pronti e sarti/e che spuntano come funghi. Ammira molto le persone che riescono a lavorare determinati materiali, impegnandosi per rendere al meglio ed è proprio a queste persone che solitamente si rivolge per upgrade sull’armatura o particolari oggetti in foam/gommapiuma o stampa 3d. Quindi ammira molto chi ha la dote della manualità e riesce a metterla in pratica con dedizione, ma non condanna assolutamente chi commissiona un cosplay, casomai contattando più persone per arrivare al risultato desiderato. Ha adorato contribuire alla nascita di alcuni suoi cosplay materialmente, ma lì dove si sono fermate le sue doti come sarta o crafter, si sono acutizzate quelle come ricercatrice di materie prime e persone valide per realizzarlo.
Secondo la talentuosa cosplayer, a volte si guarda ai grandi fruitori di questa arte “che si crea e si indossa” come a dei veri e propri modelli, ma a parer suo il Cosplay dovrebbe mantenere una buona parte ludica di base. Il Cosplay è più di indossare un vestito, un’armatura e altri oggetti, è interpretare il personaggio mentre lo si indossa, è sentirsi lo stesso personaggio per divertirsi a pieno. All’inizio non aveva dei veri e propri modelli d’ispirazione quindi, ma si limitava ad avvicinarsi sempre più al personaggio (come nel caso di Harley Quinn) attraverso la personalizzazione degli oggetti e l’interpretazione del personaggio. Per Ahsoka Tano ha avuto un grandissimo supporto morale da parte di Eleonora Scanu che le ha dato più consigli su come scegliere i colori giusti e l’ha supportata nei momenti bui nei quali pensava di mollare. Non la ringrazierà mai abbastanza. Un’altra fonte di ispirazione è sicuramente Rei Kennex che, ai suoi occhi, è Fulcrum, ovvero la versione attualmente fatta. Da lei ha preso ispirazione per il modo in cui ha adattato il trucco al suo viso per renderlo più veritiero ed anche le dimensioni dell’armatura che le cade perfettamente addosso.
In particolare, ad Adina, piacciono i Cosplay Original, alcuni nascono proprio dalla pura fantasia delle persone che cercano di dare una loro interpretazione ad un personaggio o vogliono impersonificare una stagione. Ha visto molti Original favolosi rappresentanti di stagioni dell’anno o di simboli di fiere (come la festa dell’Unicorno), ma anche Original riferiti a un genere ben specifico nel quale il cosplayer mette tutto il loro impegno per realizzare qualcosa di totalmente unico. Gli original sono un modo perfetto per far emergere la creatività delle persone curando il personaggio dalla nascita allo sviluppo, come fosse una loro creatura. Allora si corre alla ricerca di pezzi sartoriali adatti in base all’argomento che si vuole trattare, gli oggetti e ornamenti per il corpo e il trucco più adatto, così da avere un Cosplay unico. Così come ha fatto lei per l’Original Sith, curando molto il lato del carattere del personaggio ed il trucco.
Senza guardare gli ultimi anni che sono stati profondamente segnati dalla pandemia, Adina ha partecipato a qualche evento fra cui: Lucca Comics&Games, Guerre Stellari Gathering, Festa dell’Unicorno, Cartoomics (edizioni passate), Romics, Novegro, Alecomics… Quelle che preferisce in assoluto sono Lucca Comics&Games e Guerre Stellari Gathering a Movieland ed il perché è presto spiegato: partecipa sempre con Empisa Star Wars Fanclub, un gruppo molto affiatato di persone che condividono una passione forte. Partecipare a Lucca Comics&Games ha un doppio risvolto: uno positivo e uno negativo, come due lati della stessa medaglia. Essere parte integrante dell’intrattenimento di una fiera così grande ed importante e divertirsi insieme ai propri amici per giorni è veramente qualcosa di unico. Crea dei ricordi che porti dentro di te a lungo. Oltre a questo, poi, ha la possibilità di rivedere persone, cosplayer e non, che vede praticamente solo in fiera e quindi una volta o due l’anno e passare del tempo con loro. Ma passiamo agli aspetti negativi: la pioggia. Fortunatamente questo anno la fiera ha dedicato Villa Bottini all’area Cosplay dando così la possibilità ai Cosplayer di non rimanere sotto l’acqua. Praticamente per i soliti motivi adora Guerre Stellari Gathering a Movieland, perché ha la possibilità di condividere due giornate intere con amici e persone che vede praticamente due volte all’anno. In entrambi i casi l’elemento essenziale è il divertimento che non si esaurisce quando la Fiera chiude, ma quando finisce del tutto. Colazioni insieme, Pranzi veloci e cene di gruppo, per non parlare dei dopo cena per i più intrepidi, sono parte fondamentale di qualsiasi fiera fra tutte le sopra citate.
La prima volta che sua sorella l’ha portata al suo primo Lucca Comics & Games si svolgeva in 3 tendoni con area ruolo vivo all’aperto ed i cosplayer si dividevano in 2 categorie principali: quelli che si impegnavano realmente nella realizzazione di un progetto e quelli che, anche se è brutto da dire, cercavano solo il modo di entrare senza pagare il biglietto d’ingresso. Di anni ne sono passati tanti ed il Cosplay ha preso una forma sempre più perfetta per rispecchiare al meglio i personaggi da interpretare. Ha giocato veramente tanto la mentalità più aperta delle persone a questo mondo ricco di colori. La disponibilità di materiali, di stoffe, di professionisti che hanno fatto del Cosplay anche un lavoro come sarti e artigiani. C’è stata una grandissima evoluzione del mondo del Cosplay e del modo di concepirlo, vede tantissimi cosplay fatti veramente bene che ormai l’unica differenza è quasi unicamente la persona che lo indossa e la sua attinenza col personaggio. Ci sono molte più possibilità di fare cosplay di prima, di perfezionarlo e upgradarlo e questo è totalmente positivo.
Basandosi sulle sue esperienze dirette, per Alia Atreides si può parlare oggi, in Italia, di “Industria” legata ai Cosplay; Adina ritiene che il Cosplay ormai sia diventata una fetta molto importante del Mercato che ha portato Sarti a specializzarsi o persone ad imparare l’arte del cucito e del crafting per produrre autonomamente armature ed oggetti più vari per il Cosplay o farli a pagamento per terzi. Quindi non è semplicemente un movimento che ha preso una parte della vita di tutti i giorni fra lavoro e tempo libero, ma una vera e propria corrente che ha invaso e investito la maggior parte dei settori. E’ favoloso pensare a cosa possa portare una passione, qualcosa che nasce come un semplice hobby e poi si sviluppa in qualcosa di più completo e ampio. Quindi si, pensa sia un modo per testimoniare affetto ed attaccamento verso un personaggio, per esprimere la propria creatività e capacità di interpretare lo stesso, ma è anche divenuto, come detto sopra, una parte importante del Mercato e come tale è normale che vi sia anche una parte di guadagno. Con questo ritiene normale che artigiani, sarti ed anche gli stessi cosplayer vengano pagati per le loro doti, siano queste cucire, craftare o prendere parte ad un evento come performer o figurante. Vede anche bravissimi cosplayer venire contattati per far da figuranti ad eventi pubblici o privati, alle prime dei film di riferimento ecc.. ed anche questa è una nota positiva del cambiamento di come questo mondo viene visto.
Deve essere sincera, trovare il modo di far collimare tutti gli aspetti della propria vita non è mai stato un grosso problema per Adina. Non ha mai nascosto il suo interesse per il mondo Fantasy/Fantascientifico/Comics e via dicendo, quindi non ha mai avuto difficoltà a farle connettere, in fondo sono tutti pezzi della sua vita. Insomma, a dirla tutta, è sempre stata la classica Nerd che parlava poco in classe e questa passione le ha veramente dato modo di aprirsi al mondo, a tal proposito non ha mai avuto problemi a collegare il tutto. Adesso che il Cosplay è diventato un fenomeno molto più, passandole il termine, commerciale, non si fa più tanto caso se nell’immagine WA una persona ha la faccia colorata ed un copricapo in testa (come nel suo caso.). Il suo metodo per far connettere tutto è sempre stato la sincerità. Quando lavorava in Hotel alla Reception e doveva chiedere dei giorni per andare al Lucca Comics & Games o ad un’altra fiera, il titolare rispondeva sempre “per andare a trulleggiare?” da leggere in chiave ironica dal toscano, dove trulleggiare significa anche divertirsi in modo leggero. Specialmente la sfera sociale si è ampliata tantissimo da quando fa cosplay perché le ha permesso di conoscere tante persone con gli stessi suoi interessi con le quali confrontarsi per condividere sia momenti speciali che informazioni per migliorare il suo cosplay. Insomma crede che la vita sia un grande insieme di tutte queste cose e che vadano accettate e gestite rispetto ai tempi che si hanno a disposizione, cercando sempre di dare rilievo ed importanza a cosa ci piace di più fare.
Fortunatamente, forse solo una volta si è sentita dire un commento avvilente sulla sua creatività, ma non offensivo: “hai solo quello?”. Adina era molto emozionata e si stava presentando ad un gruppo di cosplayer uno più bello dell’altro, ma a quanto pare il suo tipo di cosplay era già stato fatto e quindi ecco quella domanda. Abbastanza avvilente, considerando che era la prima volta che provava ad approcciarsi ad un gruppo Cosplay organizzato e l’ha scoraggiata non poco. Questo però non le ha impedito di continuare ad indossarlo o di impegnarsi in un nuovo ed entusiasmante progetto con un nuovo gruppo. La maggior parte delle volte però si tratta di stress che ci aiuto-infliggiamo. Di critiche non ne ha mai sentite molte rivolte verso di sé, ma probabilmente anche perché non ci ha mai fatto troppo caso in questo campo. E’ di per se una persona molto autocritica quindi sapendo già dove il suo cosplay dovrà essere migliorato, col giusto tempo, ascolta solo la voce delle persone di cui considera valido il giudizio. Ha però sentito più e più volte persone sparare ad altezza uomo su cosplay giudicati di scarso livello o non adatti al Cosplayer che lo stava indossando. A parer suo ci siamo molto allontanati dalla base più importante del Cosplay, ovvero quella di divertirsi. Adina ha colto questo uso molto comune che la società ha preso di svalutare gli altri ed il loro lavoro, anche se questo è costato sacrifici ignoti e non lo condivide minimamente. Sembra che nella società odierna si sia persa di vista la giusta via di mezzo ed il rispetto del prossimo, allora tutti si permettono di esprimere giudizi senza curarsi di ferire una persona ed il suo impegno nel creare un cosplay.
Secondo lei i social network e lo streaming hanno avuto un impatto enorme nella diffusione del cosplay. Adina pensa a come sarebbe riuscita a costruire il suo primo headpiece se non fosse stato per il tutorial di JediManda o a capire come coprirsi le sopracciglia in modo decente senza i vari video caricati su Youtube o canali IG. On-line è possibile trovare qualsiasi cosa: dal cos play già pronto, ai tutorial per farsene uno su misura. Quindi chi si vuol far conoscere come fornitore ha molte più possibilità di trovare clienti e farsene di affezionati e viceversa chi ha bisogno di un supporto o di acquistare pezzi di cos play fatti su misura o già pronti, ha una vasta scelta. Ma questa è solo la diffusione del cos play in senso materiale, l’idea del cosplay a parer suo ,si è diffusa maggiormente nella società odierna da quando ha attirato anche l’attenzione dei media, facendone un vero e proprio movimento. Anche grazie a questo, secondo lei, molte persone si sono avvicinate a questo mondo completo e complesso, trovando in esso la realizzazione di una passione che non credevano di avere.
Da qualche anno Adina ha iniziato a fare Combattimento coreografico con spada laser col gruppo di Empisa. E’ un modo divertente per conciliare le arti marziali, nel suo caso il Karate che ha ripreso a praticare dopo diversi anni (sottolinea DIVERSI) alle tecniche di combattimento con spada utilizzate in Star Wars dai principali protagonisti. Si allena una volta a settimana col gruppo coreografie, cercando ispirazione in modelli come Michelle Smith per imparare nuovi spin o direttamente nei combattimenti dei film o attraverso video su youtube e tiktok.
Gdr on line by chat: adora tutto quello che riguarda il descrivere le azioni di un preciso personaggio, crearne un background e svilupparlo facendo intrecciare la sua storia a quella di altri personaggi.
D&d: praticamente per cosa ha detto poco fa, ma in questo caso c’è da aggiungere la possibilità di giocare intorno a un tavolo con amici e condividere con loro momenti in totale spensieratezza. Al momento la sua pupilla è un Mezzorco Paladino di Atena della quale è molto fiera.
Infine, Adina vorrebbe condividere alcuni aneddoti divertenti:
Ciò che le succede quasi sempre quando un non-cosplayer la aggiunge su wa:
“ma quella arancione sul profilo sei te?”
oppure, mettendo le mani avanti intavola il discorso con un “sono quella arancione, non ti spaventare”
A chi non è mai capitato di sentire la domanda “vai al Comics..ma ti travesti?” o ancora “ma ci vai vestita?” e la sua risposta rituale era sempre “no, vado in Cosplay” e “Nuda per adesso non ci sono mai andata”.
Lo strano caso di Bastila Shan: Aveva il suo Jedi generico “da battaglia” ed un’acconciatura totalmente a random formata da una piccola crocchia e due ciuffi lunghi lasciati cadere ai lati del viso. Cammina tranquilla quando si avvicina un ragazzo sorridente dicendole “BASTILA!” prendendosi come risposta un “ è?” ed ancora “Bastila Shan!” ma ahimè a quel tempo non aveva tutta questa conoscenza di Star Wars, dunque non sapeva minimamente chi fosse o che potesse somigliarle realmente anche senza volerlo. Se ci ripensa adesso è stato veramente un bel complimento.
Per una persona che si affaccia a questo mondo adesso Adina suggerirebbe in primo luogo di ricordare il perché vuole farlo. Se il motivo che lo/la spinge a intraprendere quest’avventura è una passione o qualcosa che potrebbe divenire tale, allora qualsiasi cosa venga a seguito ne varrà la pena. Ci saranno ritardi nella consegna del Cosplay, momenti in cui non riuscirete ad andare avanti con un pezzo da craftare o con un trucco particolarmente difficile, ma se tenete bene a mente perché lo state facendo allora tutto andrà bene..non subito, ma andrà bene. Secondo lei il Cosplay è divertimento, è condivisione, va preso seriamente per la sua realizzazione perché dietro a tutti i progetti ci sono persone che si impegnano, ma va goduto come un bambino riesce a godersi un gioco nuovo. Spera di essere stata esaustiva, perché i paragoni non sono decisamente il suo forte..
“… quindi divertitevi, continua a dire, osate e immergetevi in questo fantastico mondo se è ciò che volete, sicuramente non ne rimarrete delusi”.
Per approfondire il talento di Adina vi invitiamo a visitare i suoi profili ufficiali su Instagram e Facebook.
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