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The Mandalorian 2 Chapter 15: The Believer – Tutti i riferimenti e gli easter egg della puntata

Ritorna la nostra approfondita disamina settimanale degli episodi di questa seconda stagione di The Mandalorian. Oggi tocca al 15° capitolo.
Ricordatevi che ci serve sempre il vostro aiuto! Per cui, se trovate curiosità o easter egg che ci sono sfuggite, non esitate a segnalarcele e provvederemo ad aggiornare costantemente questo approfondimento.

The Mandalorian 2 Chapter 15: The Believer

Puntata piena di referenze cinematografiche tra cui spicca il vecchissimo classico italo/francese del 1953, Vite Vendute (Wage of Fear), che per molti è considerato come uno dei film con più tensione della storia del cinema.

Partiamo subito dai Karthon Chop Fields, l’immensa discarica a cielo aperto in cui i detenuti lavorano per scontare la loro pena. Sappiamo che tra questi detenuti c’è anche Migs Mayfeld, catturato per mano del Mandaloriano durante gli eventi del capitolo 6.

In primo piano vediamo una nave carceraria identica alla Bothan-5, potrebbe essere anche la stessa ma non lo sappiamo e non serve al fine della storia.

Nello sfondo vediamo un’altra versione di una gru camminatrice (OI-CT) lavorare in questa immensa discarica che sono i Karthon Chop Fields. Sta sollevando un relitto di un Tie Fighter.
Ne abbiamo vista una seconda versione nel capitolo 12 in grado di tirare fuori la malandata Razor Crest dalla baia di Trask, ma la prima versione, la OI-CT è apparsa per la prima volta su Corellia, nei cantieri navali imperiali visti nel film Solo, a Star Wars Story.

Relitti di Tie Fighter arrugginiti in ogni dove. Cockipit e ali sparse ovunque.

Ecco di nuovo un prop a noi carissimo, uno dei due diversi motori da Pod Racer che girano spesso tra i prodotti live action della saga. Vi ricordate? Ne avevamo parlato della disamina sul capitolo 10 dove trovavamo questo stesso motore anche nel film Rogue One. Eccolo di nuovo piazzato in mezzo ai rottami.

Sulla destra invece troviamo un Haask, un alieno apparso per la prima volta ne Il risveglio della Forza e poi ritrovato in forma di detenuto nella lista vista nel finale de capitolo scorso.
So cosa vi state chiedendo, se per caso fosse lo stesso detenuto della foto ma purtroppo la risposta è no, non è lui. Sart Juloss è detenuto nel pianeta prigione di Selnesh.

Ritroviamo uno dei droidi guardia che abbiamo incontrato sulla Bothan-5 nel capitolo 6. Non è lucido e pulito come quelli che lavorano lontani dalle intemperie ma è sporco, rovinato e apparentemente di colore scuro. Capeggia sempre sul petto del droide, in arancione, il logo della Nuova Repubblica.

Il detenuto 34667 lo si riconosce anche dai numeri stampati sulla tuta. In questo caso i numeri sono leggibili in quanto sono scritti in High Galactic (i caratteri latini in pratica, perfettamente leggibili dal pubblico).

L’High Galactic era un sistema di scrittura che si usava durante le Guerre dei Cloni e la Guerra Civile Galattica.

Torniamo ai Karthon Chop Fields spulciando tra i rottami ed ecco apparire una testa di AT-ST in bella evidenza a partire da sx sullo sfondo.

Alle spalle di Migs vediamo quello che sembra un relitto di U-Wing, il modello di nave che usa Cassian Andor nel film Rogue One.

Con nostra grande sorpresa vediamo Boba Fett con la sua armatura completamente ripristinata e riverniciata. L’effetto è di grande impatto e questo costume si conferma essere sempre tra i più belli di tutta la saga.

Bobe Fett – Capitolo 15

Boba Fett – Capitolo 14

Boba Fett – Il ritorno dello Jedi

Per la prima volta vediamo il meccanismo a giroscopio della Slave I che permette all’equipaggio di rimanere sempre in posizione nonostante la nave ruoti il suo asse per il volo di 90°.

Questo sistema lo abbiamo sempre visto nei giocattoli e nei set LEGO ma mai in un prodotto video.

Morak è un pianeta inedito, aggiungetelo alla lista insieme a Nevarro, Arvala-7, Sorgan, Maldo Kreis, la Luna Marittima di Trask, Karthon Chop (se è un pianeta…) e Corvus… Ne dimentichiamo qualcuno?

Scopriamo che nella raffineria segreta Imperiale lavorano il Rhydonium, un carburante altamente volatile ed esplosivo.

Il Rhydonium era utilizzato come carburante per astronavi durante la battaglia di Jakku.
Le navi schiantate sulla superficie del pianeta desertico hanno rilasciato rhydonium e altri combustibili, rendendo le sabbie pericolose da pulire. Non per questo gli scavengers si sono tirati indietro, il prezioso carburante rendeva parecchio.

Ancora due diversi elmi vengono indossati dal Mandaloriano nella stessa puntata.

Meyfel da istruzioni su come passare indisturbati all’interno della raffineria imperiale e spiega che le basi rimaste dell’Impero sono dirette da ex membri del ISB (Imperial Security Bureau).

L’ Imperial Security Bureau, noto anche come l’Ufficio di Sicurezza Imperiale, era un’agenzia di polizia e di intelligence dell’Impero Galattico incaricata della sicurezza interna garantendo e controllando la lealtà dei cittadini dell’Impero. Si trattava di una delle tante organizzazioni controllata dalla grande Commissione per la Preservazione del Nuovo Ordine.

Boba Fett con la sua armatura sistemata e ridipinta, Jetpack compreso e ricaricato del missile, ma soprattutto, eccolo di nuovo con il suo letale blaster, o meglio, con una versione aggiornata e più nuova del suo vecchio e iconico blaster EE-3.
Che si chiamerà EE-4? EE-5?

Cara Dune non può partecipare all’incursione a causa di eventuali scansioni facciali all’interno della base imperiale, essendo uno sceriffo della Repubblica potrebbe essere identificata, stessa cosa per Fennec Shand perché è ricercata dall’ISB, rimane solo Boba Fett tra i papabili incursori, il Mando è escluso a causa del suo credo che gli impedisce di mostrare il viso.
Purtroppo però, nemmeno Fett non può andare:

Potrebbero riconoscere la mia faccia.

Boba è un clone di Jango, così come tutti i cloni della Repubblica e la sua faccia è probabilmente la più riconoscibile di tutta la Galassia.

Ci viene presentato un veicolo inedito in questo capitolo, ma ci riporta subito alla mente un’altra serie di veicoli denominata Juggernaut. Non facciamo in tempo a pensarlo che ce lo conferma lo stesso Autiere Imperiale.
La caratteristica principale di questi veicoli e che sono su ruote e che ne hanno sempre 10, 5 per parte.

Ne abbiamo visti diversi e di diverse dimensioni, alcune di queste versioni vengono chiamate Turbo Tank.
La sua prima apparizione avviene ne La Vendetta dei Sith in una velocissima scena su Kashyyyk ed è il mastodontico HAVw A6 Juggernaut.

Ne ritroviamo un altro modello in Rogue One ma è leggermente più piccolo, diverso e aggiornato, è il modello successivo all’A6, il HCVw A9 turbo tank.

Ecco un altro gradito ritorno tra le fila imperiali, anche se con una colorazione differente, ecco di nuovo i bellissimi Tank Trooper visti in Rogue One, gli Autieri imperiali al comando di un Juggernaut da trasporto.

Quando un’inquadratura indugia su un dettaglio apparentemente irrilevante significa che un motivo c’è, vedi il dispositivo di comunicazione presente nell’abitacolo del Juggernaut che è dello stesso modello e forma del dispositivo usato da Han Solo all’interno del blocco di detenzione della Morte Nera.

Conversazione noiosa comunque.

Un altro classico è l’infiltrarsi sotto mentite spoglie degli eroi di Star Wars.
Lo vediamo in The Clone Wars, in Rebels, ne Gli Ultimi Jedi e adesso anche in The Mandalorian, ma non possiamo non pensare a Luke e Han con indosso le armature da assaltatori imperiali in Una Nuova Speranza.

Mayfeld con la sua parlantina ci racconta e ci spiega diversi concetti che ci aiutano, ancora una volta nella seria, ad allontanarci moralmente dalla Nuova Repubblica.
Mentre passano attraverso un villaggio il Mando si fissa a guardare un ragazzino che li osserva passare.

Impero, Nuova Repubblica, è la stessa cosa per loro, invasori della loro terra in ogni caso.

Continua il discorso, come se volesse far ravvedere il Mando sul suo credo che di fatto è inutile, in quanto le persone sono sempre tutti uguali.

Se sei nato su Mandalore credi in una cosa, se sei nato su Alderaan, credi a un’altra cosa, ma indovina?
Nessuno dei due esiste più.

Non è del tutto vera questa affermazione, anche se è chiaro cosa vuole intendere Mayfeld. Alderaan è stato realmente spazzato via dalla prima Morte Nera ma Mandalore, stando a quello che dice lo stesso Mando su Trask a Bo-Katan, esiste ancora ma sembra misteriosamente maledetto.

E’ un pianeta maledetto, da là non torna vivo nessuno.

Come per il capitolo 13 che aveva come massimo ispiratore il film di samurai giapponese Yojimbo anche il capitolo 15 ha il suo, ed è un film Italo/Francese del 1953, Wage of Fear, da noi conosciuto come Vite Vendute.

Il titolo in questione, oltre ad essere uno dei film preferiti di Jon Favreau, produttore e autore della serie, si ritiene sia uno dei film con il più alto tasso di tensione della storia del cinema e il tutto con una sinossi semplice ma efficace.

In un decrepito villaggio sudamericano, quattro uomini vengono assunti per trasportare un carico urgente di nitroglicerina senza però avere l’attrezzatura per garantir loro un viaggio sicuro.

Direi che non ci sono dubbi sulla loro eventuale connessione e sul “colore” di questo episodio che ci porta inequivocabilmente in quel territorio in cui prospera Quentin Tarantino.
Una curiosità che supporta questa tesi riguarda anche la similitudine, che incontreremo più avanti, con Bastardi senza Gloria (Il titolo originale è “The Inglorious BastErds”) che nasce come una sorta di remake di un film italiano del 1978 dal nome praticamente identico, The Inglorious BastArds, il titolo italiano è Quel Maledetto Treno Blindato e la sinossi è questa:

Nel 1944 in Francia, un gruppo di prigionieri militari americani fuggiti verso la Svizzera si offrirono come volontari per rubare una testata missilistica nazista V2 da un treno blindato in corsa.

Come dicevamo il Rhydonium è un carburante molto volatile e pericoloso e per questo ha bisogno di essere maneggiato con estrema cura.
Lo abbiamo già visto più volte in altri prodotti Star Wars, ma la sua prima apparizione risale alla serie TV The Clone Wars (S5 EP12).

Capitolo 15

The Clone Wars

Rebels

Ci scommettiamo i peli dei polpacci che i contenitori rossi di Rhydonium altro non sono che gli oggetti di scena riutilizzati e ridipinti dopo il film Solo, a Star Wars story. Sono infatti identici ai contenitori di stoccaggio del Coassio grezzo che il giovane Han Solo con la sua compagnia ruba su Kessel subito prima della leggendaria “Rotta di Kessel in meno di 12 Parsec”.

Coassio grezzo – SOLO, a Star Wars story

Scopriamo che i Pirati altro non sono che una nuova e inedita razza della Galassia di Star Wars, probabilmente autoctona del pianeta Morak, ma le sue peculiarità ci risultano subito familiari, e infatti sono della stessa razza di Vorg Aslum, uno dei detenuti che abbiamo visto nella lista dello Sheriffo Cara Dune su Nevarro.

L’attacco al treno è un must dei film western e dei film d’azione in generale. Possiamo supporre di averlo visto decine e decine di volte in più film, SOLO compreso, per cui è sempre difficile individuarne una sorta di fonte precisa e ispiratrice ma qui ci sono due momenti che non ci portano ad un assalto al treno ma da una cisterna ai danni dei letali “Buzzard” nel film Mad Max: Fury Road.

Witness me!!!

Il Mando si protegge dai colpi dei pirati istintivamente come se la sua armatura da assaltatore rubata fosse in Beskar, ma no, purtroppo non lo è e la vediamo frantumarsi letteralmente sotto le bordate ricevute dal suo assalitore.

Ritroviamo anche l’iconico Detonatore Termico che usa la Principessa Leia travestita dal cacciatore di taglie Boush per ricattare Jabba e liberare poi Han Solo dalle mani dello Hutt ne Il Ritorno dello Jedi.

Il design di questi dettagli ci porta all’interno delle navi e delle strutture imperiali sparse per la galassia che con quelle forme trapezoidali sono ormai inconfondibili per chiunque.
Bellissimo questo dettaglio arrugginito che racconta sempre meglio questo “Remnant Empire” che cerca di risorgere dalle ceneri in un nuovo potente ordine.

Quando il Mando, stremato e dolorante si rialza a pugni chiusi per affrontare un’ultima orda di Pirati dotati di detonatori da cui probabilmente non ne uscirà vivo, ci ha ricordato l’esile Steve Rogers (Captain America il primlo vendicatore) che si rialza dopo averle prese ripetutamente dal bullo.
Stesso senso e stessa determinazione, per non contare la stessa posizione dei pugni, più o meno.

Il culmine del capitolo 15, quando Migs e il Mando vengono salvati in extremis dai due Caccia Tie Imperiali da quelli che ci vengono descritti come dei pirati, quando in realtà non sappiamo quanto lo siano.
In quel momento veniamo spinti dall’esaltazione per la “vittoria” dei due, l’urlo liberatorio di Meyfeld ci ricorda i diversi urli simili già visti e sparsi per tutta la saga, capitoli precedenti compresi ma quello di cui non ci accorgiamo e che in questo momento e in quello dopo, noi, il pubblico, stiamo inconsapevolmente patteggiando per il malvagio impero Galattico. Ce lo fa notare la musica che incalza una sorta di vittoria e ce lo dicono gli stessi personaggi.

Mai stato così felice di vedere assaltatori.

Altro piccolo errore.
Il Mando dopo la colluttazione con i “Pirati” torna al proprio posto ma qualcosa mentre guardiamo non torna. Nella prima immagine non ha la spallina giustamente distrutta durante lo scontro precedente, poi cambia inquadratura ed ecco che la spallina torna al suo posto, per poi sparire di nuovo quando il Mando si siede.

NO spallina…

SI spallina…

NO spallina.

Dopo i diversi caschi del Mando e le spalline fantasma, notiamo un altro errore, anche se probabilmente non se ne saranno accorti in molti.
L’Heavy Blaster che usa Cara nella prima stagione e che ritroviamo magicamente tra le sue mani quando stanno per rubare il Juggernaut dentro il tunnel, è dotato di quei due ingombranti caricatori a tamburo all’altezza dell’impugnatura, mentre quello nuovo che vediamo, sia prima che dopo quel momento, non ha ne i caricatori e ne la tipica impugnatura, anzi, è totalmente differente.
In effetti il suo vecchio Heavy Blaster non sembra affatto realizzato per essere un fucile di precisione da cecchino, ma è da considerarsi più un mitragliatore a spalla in stile Gatling per capirci, mentre quello nuovo sembra molto più adatto all’utilizzo dalla lunga distanza.

Nelle immagini sotto vediamo i diversi momenti mostrati in ordine cronologico.

Cara Dune e il suo nuovo Blaster Rifle prima di assaltare il Juggernaut nel tunnel.

Cara Dune con il suo vecchio Heavy Blaster subito dopo aver preso possesso del Juggernaut.

Cara Dune subito dopo il salvataggio dei due da parte dei Caccia Tie imperiali. Si vede molto bene il suo nuovo Blaster Rifle.

Dopo i Death Trooper nella scorso finale di stagione e dopo gli odierni e rivisti nella colorazione Autieri Imperiali o Tank Trooper, ecco apparire nella serie anche i bellissimi Shore Trooper, direttamente dal reparto costumi di Rogue One.
L’ultima volta li abbiamo visti in azione durante la Battaglia terrestre di Scarif.

Di nuovo vediamo usare un “cilidro gerarchico” che però, in questo capitolo, viene chiamato “penna dati”.

Con nostra grande sorpresa e in modo molto naturale e spontaneo Din si toglie l’elmo da Tank Trooper e ci mostra finalmente il vero volto del mandaloriano, per la seconda volta in tutte e le due stagioni.
A quanto pare Din Djarin non è registrato negli archivi Imperiali ma questo lo sapevamo già.
Il volto è logicamente quello di Pedro Pascal.

Vediamo una mappa molto stilizzata della Galassia di Star Wars che corrisponde alla perfezione a quella vista sulla Razor Crest nel capitolo scorso, quando il Mando si stava avvicinando a Tython.
Da quello che possiamo notare, Tython (in arancione nell’immagine in basso) è posizionato nel nucleo interno, mentre l’incrociatore leggero di Moff Gideon sembra trovarsi più o meno nel “Mid Rim”.
Sembra che nella zona indicata (foto in alto) ci sia una rappresentazione stilizzata di quello che potrebbe essere una sorta di labirinto (in blu). Mentre nella foto in basso (Capitolo 14) appare parte di quella stessa area senza il reticolato blu ma colorata di viola.
Potrebbe essere una zona interdetta? Potrebbe essere il famoso Labirinto di Rishi nominato da Dex ne L’Attacco dei Cloni?
Sottolineiamo anche che, se la nostra analisi dello scorso capitolo sulla mappa fosse giusta non dovrebbe trovarsi in quella zona ma più in alto e a dx, nell’Orlo Esterno, forse.

Abbiamo tradotto anche i vari simboli in Aurebesh e questo è quello che possiamo leggere nella mappa:

In alto a dx sono quelle che dovrebbero corrispondere a delle coordinate: 4586 448 581 – Sec 87 (Settore 87 immaginiamo)
In basso a sx invece troviamo la scritta LIGHTSPEED CRUISER che credo identifichi o il nome o la classe del vascello.

L’uffciale Hess si avvicina a Din per alcune domande e abbiamo modo di vederlo bene anche noi. l’imperiale Valin Hess è interpretato da Richard Colin Brake, il leggendario Night King di Game of Thrones, o meglio, il primo interprete dello spietato Night King, il Re degli estranei e Joe Chill, l’assassino di Thomas e Martha Wayne, i genitori del giovanissimo Bruce Wayne nel film Batman begins.

Tutti gli assaltatori imperiali hanno un numero ID, una designazione che nella finzione è principalmente preceduta da TK con l’aggiunta di un numero composto da tre o quattro cifre, a seconda dell’importanza del grado.

Gli ufficiali Imperiali vengono identificati con tre lettere prima e due o tre numeri successivi.

LRC-10ISB-23

Mentre gli assaltatori Imperiali con due lettere iniziali e tre, o quattro numeri successivi.

TK-421MB-223LS-005TK-7634

Per i cloni della Repubblica sono più o meno simili ma con delle varianti in più.

CC-2224CC-10/994CT-327CT-2142CT-01/425CT-014/783CT-00-2010CT-0000/1010RC-1138

Anche per il Primo Ordine si continua con questo tipo di designazioni.

FN-2187FN-1824FN-2199TZ-1719

Queste designazioni vengono usate anche dal gruppo di costuming ufficiale 501st Legion.
Gli ID (Identification Number) vengono assegnati una volta verificata e approvata la qualità del costume realizzato.
In questo caso il “prefisso” di due lettere, rappresenta la tipologia del costume, mentre i numeri sono scelti da una lista di codici in sequenza dal legionario stesso durante fase di approvazione.

TK – costume da StormtrooperSL – costume da Sith LordDZ – costume da Denizens (Jawas, Tusken…)etc etc etc…

L’ID è univoco ed una volta assegnato non si può ne cambiare, ne perdere, rimane per sempre di proprietà del legionario, anche dopo la sua morte, esiste infatti la HALL OF ETERNAL LEGIONNAIRES che raccoglie le schede di tutti i membri scomparsi.

Nella speranza di ingannare l’ufficiale Migs inventa una perdita di pressurizzazione nella nave su Taanab per motivare la distrazione di un Din Djarin spaesato.

La prima volta che sentiamo nominare Taanab è dal Generale Lando Calrissian durante il briefing prima dell’attacco alla Seconda Morte Nera ne Il Ritorno dello Jedi.

Piccolo dettaglio, per ora considerato un errore di trascrizione è la differenza tra i due nomi sentiti in questi due prodotti.

The Mandalorian – Taanab (2 AA dopo la T)Il Ritorno dello Jedi – Tanaab (1 A dopo la T)

Taanab è un pianeta dell’Orlo Interno da cui partivano carichi e provviste per i mondi poveri di risorse, il tutto attraverso gli Stardock amministrati dalla Compagnia locale Banthal. I porti di Banthal hanno subito diverse incursioni dai parte dei pirati Norulac, devastando Taanab, rubando cibo e attaccando le navi attraccate in orbita. L’ Impero Galattico non era interessato a difendere un piccolo e insignificante mondo agricolo ma ne sfruttava i porti per i propri traffici, ed è per questo che i pirati stavano attenti a non saccheggiare le scorte destinate all’Impero.

Easter egg molto particolare che riguarda i Rapporti TPS citati da Mayfeld.
La citazione arriva dal film del 1999 di Mike Judge da noi uscito come “Impiegati… male!”
Office Space è il nome originale ed è una commedia cult per gli americani.

I rapporti di TPS sono i “test procedure specification” e sono temutissimi dal personaggio principale Peter Gibbons.
Dall’uscita del film in poi, “i rapporti TPS” sono diventati un modo di dire ben preciso per descrivere quei compiti inutili da fare in un qualsiasi lavoro nel mondo reale.

Altro piacevolissimo ritorno per i più appassionati dei costumi imperiali, ecco gli Imperial Gunner con uno dei loro cannoni in dotazione, non sono grossi e potenti come quelli della Morte Nera ma incutono comunque paura, anche se, non avranno tempo per usarli.

Gli Imperial Gunner in azione nel film Star Wars: Una Nuova Speranza.

Din e Mayfeld si siedono con l’Ufficiale Hess per bere qualcosa, brindando al loro successo. La sensazione che questo momento, con la tensione che si porta dietro, sia ispirato dalla scena del pub del film Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino è molto forte.
Abbiamo i due sotto mentite spoglie e l’ufficiale nemico di turno che però, non sembra essere così scaltro come il Maggiore Hellstrom.

Bastardi Senza Gloria di Quentin Tarantino.

Mayfeld stuzzica l’ufficiale Valin Hess sull’Operazione Cenere, o Cynder in inglese.

L’Operazione Cenere è stata lanciata dall’Impero Galattico, solo poche settimane dopo la Battaglia di Endor. L’operazione faceva parte della “Contingency”, un piano ideato dall’imperatore Palpatine per garantire che l’Impero e i suoi nemici non gli sopravvivessero dopo la sua morte.
Tecnicamente consisteva in una serie di satelliti posizionati nell’orbita di alcuni con la funzione di scatenare potenti e devastanti perturbazioni climatiche. Tempeste elettriche e altri eventi meteorologici estremi capaci di devastare interi pianeti.

I due prodotti in cui sentiamo parlare dell’Operazione Cenere per la prima volta sono: il fumetto “L’Impero a Pezzi” e il videogioco “Star Wars: Battlefront II”.
Per un maggiore approfondimento vi consigliamo il nostro articolo in uscita.

Una delle Sentinelle del defunto Imperatore Palpatine, in una delle scene cinematiche del video gioco Star Wars: Battlefront II.

I satelliti imperiali in azione dopo l’inizio dell’Operazione Cenere. Sempre da Battlefront II.

Mayfeld era di stanza a Burnin Konn dove ha visto cadere migliaia di assaltatori imperiali per mano delle decisione di Valin Hess.
Non si sa nulla di quegli accadimenti e ci fa ben sperare in un eventuale prodotto futuro con Mayfeld come protagonista.
Ci è piaciuto moltissimo e ne vorremmo di più.

Burnin Konn era un pianeta nel settore di Anoat che fungeva da colonia mineraria per il Chromium e altri minerali.
La superficie era quasi del tutto inabitabile, con la popolazione del pianeta contenuta in aree come lo spazioporto di Konn-Nevos, il mercato Longstar e la cantina di Carbon Score. Il Governatore Imperiale Ubrik Adelhard ha costretto i cittadini di Burnin Konn a comprare beni di prima necessità dai boss criminali locali.
Tre mesi dopo la Battaglia di Endor, Burnin Konn era uno dei mondi presi di mira dai resti dell’Impero durante l’ Operazione: Cenere.

La prima apparizione avviene nel video gioco per dispositivi mobile Star Wars: Uprising del 2015.

Burnin Konn visto in versione Legends.

Valin Hess spiega cosa secondo lui vogliono le persone e parla di “Ordine”.
Stiamo andato temporalmente verso la nascita di quello che è il Primo Ordine, per cui è lecito pensare che questa sia una delle motivazioni principale per cui si è scelto quel nome.
Ordine 66, Primo Ordine e Ordine Finale, tutto torna.

Migs non ci sta, deve togliersi quel grande senso di colpa e una volta imbracciato il fucile a cicli di Boba Fett spara al Rhydonium stoccato sui due Juggernaut parcheggiati all’interno della raffineria facendo esplodere tutta la base.

Il colpo è preciso e dimostra quello che ci diceva Ranzar Malk nella prima stagione.

Il nostro Mayfeld è il sicario più letale che io abbia mai visto.

Nel sottotitolo non scrivono Sicario ma “Cecchino”, che sembra essere molto più azzeccato in questo caso.

Il fucile a cicli è quello che abbiamo già visto alla fine del Capitolo 9 a spalla di Boba Fett, ed è una delle armi preferite dal popolo Tusken.
Lo abbiamo visto usare più volte dai Sabbipodi, anche durante la gara dei Pod Racer su Tatooine ai danni del piccolo Anakin Skywalker.

Finalmente il momento che tutti i fan della famiglia Fett e della Slave I stavano aspettando dal 2002, da L’Attacco dei Cloni. Finalmente torna l’amatissima Bomba Sismica, l’arma più iconica e originale della Trilogia Prequel che con il suo anomalo e fisicamente irreale boato a scoppio ritardato è entrata nei cuori di tutti i fan della saga.

Piccola nota per un errore che analizzeremo più nel dettaglio. In Episodio II Jango Fett lancia la bomba utilizzando il terzo tasto dall’alto del lato sx della console, mentre Boba la rilascia utilizzando un altro testo, in alto e sul lato dx della console.
Probabilmente è a causa dell’aggiornamento da windows 97…

Uno dei tanti marchi della saga sono le transizioni, le dissolvenze tra una scena e l’altra.
Anche nel mando assistiamo ad una quelle dissolvenze classiche, forse la più riconoscibile, quella a cerchio, la stessa che vediamo usare alla fine del primo Star Wars: Una Nuova Speranza.

C’è un messaggio olografico in arrivo per Moff Gideon, arriva dal Mandaloriano.
Quello che dice al Moff ci suona familiare ed è effettivamente così.
Sempre nel finale e sempre nella penultima puntata di stagione, la prima, è Gideon a pronunciare la stessa identica frase, ma al plurale.

Capitolo 7 – Modd Gideon

Voi avete qualcosa che voglio.
Forse pensate di avere un’idea di quello che avete in mano, ma vi sbagliate.
E’ più importante per me di quanto voi pensiate.

Capitolo 15 – Din Djarin (fa strano sentire il Mando rivolgersi a Gideon con il LEI)

Lei ha qualcosa che voglio.
Forse pensa di avere un’idea di quello che ha in mano, ma si sbaglia.
E’ più importante per me di quanto lei pensi.

E anche per questo quindicesimo capitolo abbiamo finito! L’appuntamento è a venerdì prossimo con il gran finale di questa fantastica stagione!

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