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[Recensione] The Mandalorian 2 – Chapter 11: The Heiress

Ecco la nostra recensione per l’unicesimo capitolo della serie The Mandalorian, The Heiress.

The Mandalorian 2 Chapter 11: The Heiress, ecco la recensione dei redattori Empira

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!

Roby Rani

Puntata pur-troppo corta… Fine dei problemi di questo 11° capitolo.Ora partiamo da quello che funzione, TUTTOH!!!Non credevo di vedere la puntata perfetta su tutti i fronti escluso uno e invece SBAAAM! Come cazzo riescono a stupirmi ancora? COME?Non capisco! La prima cosa che mi ha lasciato interdetto, o meglio, la prima cosa che mi ha convinto del fatto che questa sia l’unica via per riportare Star Wars dove merita è la fotografia.Si si, è sempre più o meno la stessa in tutte le puntate ma, in un momento preciso in cui sono sulla Razor Crest mi si è palesata all’istante un emozione che non provavo da tempo. Una magia che, si vero, sto ritrovando con gioia, ma che con quella luce e con quella “grana” è tornata in modo prepotente. Ecco cosa sta succedendo dopo gli avvenimenti della Trilogia Classica! Stesso mood, stesse luci e stessa fortissima sensazione. Star Wars è tornato al suo massimo!La puntata inizia e va dritta come un fuso verso il finale e con una classe, una regia è un livello di effetti speciali che non riesco a comprendere per una serie TV.I rumor sulla diminuzione del budget per la stagione 2 possono aver senso solo per il discorso del “volume”, che con questa stagione avevano già pronto. Sul serio, non me lo spiego in altro modo.Sto seguendo anche Star Trek Discovery, ma al confronto è molto sotto la credibilità visiva che Mando trasmette. Per difendere ST è giusto dire che sono convinto sia anche una scelta stilistica voluta, come lo è sempre stato ma è giusto per farvi capire l’abisso tra i due VFX.La puntata mi ha commosso, divertito, esaltato a livelli siderali e mi ha lasciato senza parole per la qualità di quello che vedevo e soprattutto ha ingranato quella marcia che i “Filler Boys” cercavano (credo), ovvero una puntata sempre coerente con quello stile narrativo da quest su quest ma portando avanti in modo netto e interessante la trama orizzontale della missione di Din Djarin.Voglio dedicare un momento al discorso Lady Frog e Baby Yoda vorace che in questa puntata viene spiegato e raccontato con una grande umanità e un grande senso logico e da sensibilone quale sono mi ha decisamente commosso.Altro gol a porta vuota riguarda il continuo e massivo uso di costumi prostetici, di puppet e di animatronic che invece di diminuire aumenta. Pazzesco.Anche qui hanno compreso che anche quello era pesantemente Star Wars.AH, dimenticavo, l’effetto WOW più grosso è stato scoprire che il regista della puntata è Bryce Dallas Howard… Dimenticatevi il capitolo 4 se non vi è piaciuto, perché qui ha veramente superato ogni più rosea aspettativa.Quanto amo Star Wars!

Gabriel Gheb Valenti

Frak, ci siamo! l’arco narrativo che ha condotto Mando a Trask si è concluso nel migliore dei modi! Una puntata che trasuda GIRLPOWER da tutti i pori, e fa piacere così: Una regista donna, così grandiosa da omaggiare il padre nella scena dell’ingresso nell’atmosfera visto in Apollo 13, e tanto folle da citare, in una puntata senza mostri, anche Jurassic Park con l’iconica scena di quando danno da mangiare ai raptor nel primo film. Grandissima Bryce Dallas Howard! 

Che Sasha banks, la nota wrestler dai capelli colorati, fosse una dei mandaloriani di Bo Katan era nella mente di moltissimi fan – tra cui il sottoscritto- , anche se in molti credevano potesse essere Sabine Wren a causa del suo eccentrico modo di colorarsi i capelli sono loro.

Da grandissimo fan di Battlestar Galactica, non nego di aver urlato come una fangirl quando ho visto Katee Sackhoff interpretare non solo un ruolo in una serie sci-fi che amo, ma essere un perfetto anello di congiunzione tra Clone Wars – Rebels e The Mandalorian, interpretando il personaggio che fino ad ora ha solamente doppiato. Secondo me Katee è perfetta per questo ruolo, un personaggio che nel tempo si è indurito molto e che adesso vuole riottenere quello che le spetta di diritto. Brava Katee!

Piccola pensione d’onore poi per Janina Gavankar. Ebbene sì, sapere che Janina è tornata a mettere un piedino nel mondo di Star Wars dopo esser stata Iden Verso in Battlefront II mi rincuora, certo non è facendo il burattinaio del meccanico Mon calamari la vediamo attivamente nell’episodio, però noi fan ce lo facciamo andar bene.

Ed infine lei, il vero COLLANTE di tutti i franchise usciti, colei che nel 2008 è entrata a gamba tesa nel fandom ottenendo pochi consensi dai fan, mentre ora  il solo sentire pronunciare il suo nome ha creato un tremito nella Forza, “Come se milioni di voci gridassero fomentate “ (semicit.). Sto ovviamente parlando di Ahsoka Tano, che dovremmo veder interpretata  da Rosario Dawson. Ora, abbiamo qualche settimana – due secondo me – prima di vedere il personaggio in azione e non ci resta che domandarci per tutti questi giorni: come tratterà al sua creazione Dave Filoni? Una Jedi (cittadina) sconsolata eremita alla Luke Skywalker in Episodio VII come ha fatto JJ, oppure Lucas prima di lui con Obi Wan e Yoda? Oppure ancora una volta la perenne apprendista si dimostrerà superiore a coloro che l’hanno screditata e delusa? Ma quanto è bello quando una puntata di poco più di 30 min ti lascia così tante emozioni, dubbi e felicità??? 

Gianluca Checcarini

Undicesimo capitolo. Se lo avessi visto senza aver visto gli altri episodi probabilmente starei qui a scrivere di un capolavoro. Dopo il precedente capitolo però l’unico commento che mi viene in mente è che si tratta “””solo””” di un bellissimo episodio. Dico questo perché, personalmente, tutto ciò che ci viene mostrato era l’unica cosa logicamente possibile da vedere dopo il precedente capitolo, più transitorio. Sarei rimasto deluso non fosse stata esattamente così questa puntata.

Bryce Dallas Howard alla regia, già regista del capitolo 4 della prima stagione che ho personalmente amato, sta facendo vedere al pubblico che non è brava solo davanti alla camera da presa ma anzi, sa dire la sua anche dal lato opposto della stessa.

Finalmente Mando incontra i suoi fratelli e finalmente noi spettatori vediamo lei, Bo-Katan Kryze in persona…IN LIVE ACTION! La sua entrata in scena tutta rock ‘n roll insieme a due mandaloriani è qualcosa di spettacolare ed elettrizzante allo stesso tempo.

Capiamo in maniera definitiva il perché Mando tenga sempre il suo casco e i mandaloriani visti nelle serie animate, ed ora anche qui, invece lo tolgono e mettono quando meglio voglio. Adoro queste parti di episodio che fanno luce alla lore stessa del Canone!

Bo-Katan guida Mando verso gli Jedi o meglio LA Jedi Ahsoka Tano indicandogli il pianeta in cui poterla trovare. Nelle prossime puntate quindi non ci resta che aspettarci un suo ingresso in scena, spettacolare come tutte le volte che l’abbiamo vista in The Clone Wars e Rebels.

Bellissime le musiche, tornate al livello della prima puntata. Non dimentichiamoci pure che ancora dobbiamo incontrare Cara Dune e Greef Karga. Insomma, di carne al fuoco ce n’è e siamo pronti a gustarcela tutta!

Manuel Bettuzzi

Inizio ad avere difficoltà nell’esprimere un’opinione lucida su queste puntate di The Mandalorian. Avevo aspettative IMMENSE sono puntualmente sorpassate dalla bellezza delle puntate. 

Dopo una puntata con toni più leggeri The Mandalorian colpisce più forte di prima con un episodio letteralmente mozzafiato. Azione, musiche, climax, ambiente, sentimenti, regia, fotografia, storia… fatico anche sforzandomi a trovare un difetto e se proprio devo dico la lunghezza, perché fosse per me potrebbero farle durare 5 ore puntate come questa. 

Una Bo Katan INCREDIBILE, meravigliosamente resa in live action ha portato con la sua comparsa un’aria completamente nuova alla serie che inizia a delinearsi in tutta la sua maestosità. Ora non ci resta che attendere l’arrivo di Ahsoka Tano e che Bo Katan vada a ripredendere la Dark Saber sfidando l’impero. Credo di non esagerare dicendo che potremmo assistere allo scontro in assoluto più epico dell’intera saga se una battaglia del genere prendesse vita: Mandalorani, i nostri eroi e Ahsoka contro l’Impero. Well, mark me down as scared and horny. 

Rebecca Micol Sergi

Di questa nuova stagione di The Mandalorian credo di star amando quasi di più i titoli delle puntate in sé. I fan che per anni hanno pazientemente atteso la loro rivincita in tempo investito in libri e serie TV – mentre per molti gli unici prodotti Star Wars da considerare sono i film – hanno finalmente ottenuto la loro rivincita.

The Heiress – declinato al femminile, in inglese – incuriosisce il pubblico nuovo e chi non ha mai visto le serie animate, e solleva cori da stadio da Berlino 2006 per chi ha già capito tutto. La formula, la stessa del primo episodio della stagione, risulta nuovamente vincente: 36 minuti ricchi di azione e lore per rinfrescare la memoria o spiegare lo stato corrente dei Mandaloriani sparsi per la Galassia. Ciò che risulta quasi ironico di questa puntata è il Mandaloriano a confronto dei Nite Owls, più goffo e grezzo nei combattimenti rispetto a un team perfettamente coordinato.

Bryce Dallas Howard ottiene finalmente il suo posto al sole, con una regia impeccabile e un tributo al padre in Apollo 13, dopo aver diretto Il Rifugio nella prima stagione da tanti giudicata filler e fine a sé stessa. Adesso me la immagino di fronte al suo laptop, attendendo un’esplosione di lodi su Twitter.

Francesca Tulli

Dopo un atterraggio di fortuna con la sua nave sgangherata (a seguito  dell’ultima avventura, la Razor Crest ha visto giorni migliori) alla ricerca di “stregoni” Jedi e Mandaloriani, il duo di protagonisti, porta a compimento la missione. Lady Rana può finalmente riabbracciare il marito. Nel Capitolo 11: “L’erede” diretto da Bryce Dallas Howard sono concentrate nella misera durata (36 minuti!) alcune risposte alle domande più pressanti degli appassionati. L’erede della Spada Oscura attende nell’ombra. Soccorre Din Djarin su una nave di “pirati” Quarren, ostili e infidi di natura fin nel midollo. Fiera e determinata come l’avevamo lasciata in Star Wars Rebels  (Heroes of Mandalore episodi 1 e 2 della quarta stagione) Bo-Katan affiancata da due Madaloriani (Koska Reeves, il “famoso” personaggio misterioso interpretato da Sasha Banks e Axe Woves) mette in chiaro le differenze sulle regole che riguardano l’indossare l’elmo per i Mandaloriani e sposta tutta la sua attenzione (e la nostra) verso due strade: inseguire gli ex-Imperiali di Moff Gideon per riprendersi ciò che le appartiene e mettere sulla strada giusta il nostro protagonista, rivelandogli l’ubicazione dove si nasconde “l’ultima Jedi” Ahsoka Tano. Un tocco di tenerezza in salsa Alien, condisce il tutto, quando si tratta di “Baby Yoda” del suo vorace appetito e della sua dolcezza con le altre creature, chiudendo una storia (quella dei coniugi Rana) per continuarne un’altra. Un episodio grandioso, specialmente per il grande ritorno di Katee Sackhoff che è passata dal doppiare il suo personaggio (Bo-Katan di cui sopra) ad interpretarlo, live-action. Un grande volto nella storia della fantascienza (fu Kara “Starbuck” in Battlestar Galactica) che arricchisce questa nuova costellazione di eroi. Questa meraviglia ha solo un enorme problema di fondo: è l’unico episodio che prevede una serie di presupposti di cui si può sapere solo avendo visto le serie animate di The Clone Wars e Rebels. Apprezzabile certo anche da chi non le ha mai sentite nominare, tuttavia meno evocativa. Questo presuppone che siamo nell’era di internet, chiunque può approfondire il background di una serie televisiva, per cui, l’omaggio ai fan è stato oltremodo gradito in tutto il mondo.

Alessandra Bosello

Se l’episodio precedente aveva abbassato le nostre aspettative sulla nuova stagione di The Mandalorian, Bryce Dallas Howard ci stupisce con un Capitolo 11 ricco di colpi di scena e di quel buon fanservice che piace tanto a noi spettatori. Avendo visto entrambe le serie animate di The Clone Wars e Rebels, non posso negare di aver tremato dall’emozione e di aver urlato di fronte a certe rivelazioni.

All’inizio di questo episodio, vediamo la Razor Crest ridotta a un rottame, mentre si appresta ad atterrare sulla luna di Trask. Dopo una prima scena che scioglie il cuore, in cui Lady Frog si ricongiunge con il marito, la coppia scorta Din Djarin in una locanda, dove presumibilmente dovrebbe riuscire a reperire qualche informazione sui Mandaloriani. Prima di arrivare lì, però, il focus viene spostato sulla famosa donna incappucciata che ha fatto tanto discutere noi fan. Mando si accorge della sua presenza, ma poco dopo questa scompare. Di chi si tratta?

La nostra domanda trova risposta qualche scena più avanti. Nella locanda, infatti, Din Djarin viene avvicinato da un Quarren che gli dice di poterlo portare dai suoi simili a un costo stracciato. Mando si lascia convincere, per poi scoprire di essere stato tratto in inganno. È qui che avviene il primo colpo di scena, perché a salvarlo giungono proprio dei Mandaloriani a cui capo c’è Bo-Katan, la tostissima sorella della duchessa Satine. Non voglio dilungarmi troppo sull’interpretazione di Katee Sackhoff, ma devo dire che è stata fantastica nel suo ruolo. La donna incappucciata, invece, è una Mandaloriana che probabilmente faceva parte delle Nite Owls.

Bo-Katan dice a Din Djarin di conoscere un Jedi, ma gli propone un accordo: può scortarlo da lui, in cambio di un aiuto in una missione. Pare, infatti, che ci sia un mercantile Gozanti carico di armi mandaloriane in partenza da Trask. Il piano di Bo-Katan è di impossessarsene per riconquistare il loro pianeta e mettere un nuovo sovrano sul trono. Inoltre, la donna vuole recuperare qualcosa che l’Impero le ha sottratto: la Spada Oscura, la leggendaria arma simbolo del comando su Mandalore.

Che dire, se non che questo, a mio parere, è il miglior episodio che abbiamo visto finora della seconda stagione? Non voglio sbilanciarmi troppo, perché deve ancora apparire Ahsoka – che è pure uno dei miei personaggi preferiti – ma non è mancato davvero nulla.

Federico Bracchi

Come scritto nella recensione che avete letto una settimana fa, il secondo capitolo – per me uno dei meno brillanti della serie – sarebbe potuto essere più apprezzabile se non fosse stato fine a sé stesso ma se avesse posto le basi della storia che ci vuole essere raccontata. Fortunatamente, così è stato. Il terzo episodio porta infatti avanti la trama, con l’introduzione di nuovi/vecchi (gioco di parole voluto) personaggi ben noti ai fan delle serie animate. Un’introduzione che ha anche il fine di mettere in gioco il Mandaloriano e le convinzioni su cui lo abbiamo visto ben saldo fino a questo momento: come i droidi non si sono rivelati tutti malvagi sul suo percorso, allo stesso modo la “Via” e il suo scopo potrebbero essere decisamente diversi da ciò che pensava. Un elemento dell’episodio che potrebbe essere quindi un primo indizio della probabile evoluzione del personaggio. Assolutamente meritevole di menzione la prova alla regia di Bryce Dallas Howard. La figlia di Ron fa emergere con questo episodio il talento che si era visto solo in qualche sprazzo dell’episodio da lei diretto nella prima stagione. Menzione speciale per l’omaggio alla pellicola Apollo 13, realizzata proprio da suo padre: bravissima.

Alessandro Pagani

Dopo un decimo capitolo di transizione siamo tornati nella storia principale e questo episodio di soli 37 minuti ci regale una grande dose di sorprese.

Vedere Bo Katan in live action fa il suo effetto, orgogliosa Mandaloriana sempre pronta a combattere l’impero e riprendersi il suo pianeta, si scontra con il nostro eroe ma riescono entrambi a trovare un equilibrio.

Avere la conferma che baby Yoda dovrà essere affidato ad Ashoka Tano invece  ci fa fremere di curiosità su che aspetto avrà e quante puntate dovremo aspettare (speriamo poche).

Torna ad echeggiare la Dark Saber e la sua importanza per la guida del popolo Mandaloriano da troppo tempo diviso per la galassia.

Tutti questi eventi importanti sono i protagonisti di questo capitolo diretto magistralmente da Bryce Dallas Howard che si riscatta alla grande dal precedente episodio da lei girato nella scorsa stagione.

Collante dell’episodio, come sempre, sono le scene di baby Yoda e i continui easter egg; si abbiamo capito che quest’anno piacciono le citazioni di Alien! 

L’unico problema rimane quello presente in ogni episodio di questa serie tv: dover aspettare 7 giorni per veder proseguire la storia.

Daniele Mazzoli

La parola chiave in questo episodio, per me, è STUPORE.
Stupore per il livello enormemente alto di ogni episodio. 
Ormai non dovrei stupirmi più e invece, ci riescono ogni singola volta. 

Questa volta mi sono reso conto come non mai che le musiche possono essere perfette e fare una parte enorme.
Poche volte ho avuto la sensazione di perfezione come questa volta. Leone/Morricone, Zemekis/Silvestri, Peter Jackson/Shore, Lucas/Williams e pochi, pochissimi altri. 
La musica e gli effetti sonori, in questo capitolo in particolare, mi hanno tirato dentro di forza e mi hanno fatto sentire parte integrante della storia (scena della nave peschereccio sopra tutte!).

Tutto il resto, ormai, è “normale” amministrazione che di “normale” ha ben poco.
E’ da tanto che si parla di alzare l’asticella e, in questo caso, temo che l’asticella stia diventando talmente alta che sarà molto complicato mantenere questi standard ma hanno dimostrato che lo possono fare e noi stiamo diventando davvero molto esigenti. 

Ma torniamo al capitolo 11.

Colpi di scena “telefonati” ma di assoluto pregio. 
Finalmente si cominciano a vedere figure importanti che tutti aspettavamo di vedere e che si andranno ad incastrare in una storia che comincia, piano piano, a delinearsi. 
Tante sono le supposizioni, tante sono le speranze e, adesso come adesso, sembra proprio che le speranze non saranno disattese.Purtroppo pare tramontare definitivamente l’ipotesi di un Bambino rigurgitante un essere Rana misto ragno. Peccato, l’idea mi stuzzicava non poco. 

Una teoria si sta sviluppando in me. Che il Bambino venga “usato” per, finalmente, dare un nome alla razza di Yoda? 
Quale scopo più nobile che, finalmente, mettere la parola fine a questa mancanza? 

Ultima considerazione: il regista questa volta è una figlia d’arte, e che arte! Vi sfido a trovare gli omaggi della figlia al padre! 

Marco Puglia

Finalmente ci siamo!!! Mi chiedevo quando la trama principale avrebbe preso le redini di questa serie e con questo terzo episodio c’è stato sicuramente uno scossone e un inizio di quello che potrebbe essere un arco narrativo orientato alle risposte che ci portiamo dietro dalla prima stagione… e non solo.

Dopo un inizio che chiude la quest iniziata la settimana scorsa, il nostro mandaloriano incontra un personaggio che credo potrà essere fondamentale per la storia: Bo-Katan. Si tratta di un personaggio che gli appassionati delle serie animate The Clone Wars e Rebels conoscono molto bene e che è legato fortemente sai ai mandaloriani, sia alla Dark Saber vista nelle mani di Moff Gideon alla fine della prima stagione.

Nonostante il suo arrivo non fosse del tutto inaspettato (i rumors si susseguivano da tempo) vederla atterrare sulla chiatta, insieme ad altri due mandaloriani, per salvare Din Djarin è stato molto emozionante. Sentire dalle sue parole lo spirito fiero e guerriero della sua stirpe ha caricato il mio hype e lo ha accompagnato per tutto il resto dell’episodio, caratterizzato da molta azione.

In realtà la durata totale della puntata, circa 30 minuti, non ci ho mostrato molto (probabilmente l’unico difetto di questo episodio), ma forse ha dato una chiave di lettura diversa della serie, ipotizzando una trama di cui il bambino potrebbe essere solo una parte.

Il racconto di Bo-Katan, l’interrogatorio dell’ufficiale imperiale e le parole dello stesso Gideon ci ricollegano alla storia dei mandaloriani, al loro credo, alla loro voglia di tornare ai fasti di un tempo e al fatto che per raggiungere l’obiettivo, tutto è permesso.

La missione del nostro mando di riportare il bambino ai suoi simili viene messa quasi in secondo piano anche se la rivelazione finale potrebbe di nuovo fare incrociare le sorti del piccolo con quelle del pianeta Mandalore, grazie all’intervento dei Jedi o almeno di una dei due apparentemente rimasti in vita: Ahsoka Tano.

Una menzione particolare sento di doverla fare riguardo al casting per Bo-Katan che secondo me è stato molto azzeccato. Eravamo ormai certi della sua interpretazione da parte di Katee Sackhoff, ma vederla sullo schermo mi ha davvero stupito perché la somiglianza con la sua controparte animata è davvero incredibile.

In definitiva quindi un ottimo episodio che ha soddisfatto le mie aspettative di vedere la trama orizzontale prendere una forma più concreta. Ora non vedo l’ora di seguirne lo sviluppo e l’idea di avere i mandaloriani sempre più al centro di questa storia aumenta ancora più le mie aspettative, d’altra parte la serie si chiama The Mandalorian, giusto?

In attesa del prossimo capitolo vi ricordiamo che se amate Star Wars, potete venire a parlarne insieme a noi e tanti altri appassionati sul nostro canale Telegram e il nostro gruppo Facebook! Inoltre vi ricordiamo che potete trovare Empira su FacebookInstagramTwitterTwitch e YouTube.

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