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[Recensione] The Mandalorian 2 – Chapter 10: The Passenger

Ecco la nostra recensione per il decimo capitolo della serie The Mandalorian, The Passenger.

The Mandalorian 2 Chapter 10: The Passenger, ecco la recensione dei redattori Empira

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!

Manuel Bettuzzi

Riesco a sentire le grida dei “filleristi” da qui! 

A parte le battute devo ammettere che i toni sono decisamente calati rispetti al capitolo precedente. Come era facilmente prevedibile d’altronde. Voglio sottolineare la parola TONI, che non significa qualità; la qualità della serie rimane altissima, questa puntata riconferma la grandissima passione dietro questa serie con altre citazioni, momenti di tensione, tenerezza e, perché no, anche momenti decisamente grotteschi. 

Puntata di transizione, che apre la strada al nostro eroe per incontrare finalmente altri Mandaloriani nella speranza che possano guidarlo nella sua ricerca del pianeta natale di The Child. Ho dovuto rivedere l’episodio due volte per apprezzarlo a pieno, al prima visioni mi aveva lasciato deluso, non lo nascondo. Ancora una volta le nostre aspettative si confermano le peggior nemiche di questi film. Con la seconda visione ho cambiato completamente la mia idea dell’episodio, che è molto bello e ben strutturato con caratterizzazioni dei personaggi uniche e nessun dettaglio lasciato al caso. Ho amato  la scelta di mettere ancora  dei “super mostri” e quell’inseguimento con gli X-Wing è… veramente mozzafiato. Vera grande pecca e grande assenza di questo capitolo è la colonna sonora, che non si fa sentire e non è ne incisiva ne parte del climax generale come nello scorso capitolo. 

Forse la peggior – se possiamo definirla così – puntata di tutte fino ad ora, ma che mi lascia molto fiducioso per il futuro che sembra avere grosse sorprese per noi. This is the way.

Gianluca Checcarini

Il secondo episodio lascia da parte l’epicità kolossal e i canoni notoriamente Western del primo episodio e si colloca su un registro più classico ad una serie TV standard.

A differenza del primo, che ha punti molto molto alti, ma anche, a mio avviso, passaggi leggermente più lenti e noiosi questo secondo episodio o decimo capitolo mantiene un livello più costante per tutta la durata della puntata, senza toccare quei picchi meravigliosi della prima. Peyton Reed, già regista dei due Ant-Man per i Marvel Studios, fa un buon lavoro e l’episodio risulta molto intrattenente da inizio a fine.

Mando parte da Tatooine ancora una volta alla ricerca di una pista per i Mandaloriani e si trova a dover scortare un alieno in un pianeta dove pare ci siano indizi sui suoi Fratelli. In questo episodio, un po’ come nel sesto capitolo, veniamo a conoscenza di nuovi meccanismi burocratici della Nuova Repubblica, davvero interessante conoscere queste cose nuove. Mando si trova inseguito da 2 X-Wing e finisce in un pianeta dove rimane senza nave e deve scontrarsi contro un nido di ragni alieni con un design davvero accattivante. In definitiva un episodio di transito per la trama dell’intera stagione, credo che gli spunti arriveranno tutti nel prossimo capitolo.

Se devo trovare una nota negativa questa volta la trovo nella colonna sonora, molto anonima e compassata. Appuntamento quindi al prossimo capitolo che ci porterà finalmente nel cuore della stagione!

Daniele Mazzoli

Episodio 10, sottotitolo: questo non è un episodio per filler hater! 

Se avete fretta, se vi piacciono le storie sparate in faccia con la fionda (e spessissimo sbagliano mira), se siete accaniti sostenitori del “voglio sapere tutto e subito”, mi dispiace per voi ma The Mandalorian non è la serie tv che fa per voi. 

Questo episodio, oltre a durare qualche minuto in meno, abbassa non poco “i toni” rispetto al precedente e riporta il tutto in una dimensione più consona a quello che mi aspetto io da questa serie tv.

Sto avendo le stesse sensazioni che ho avuto durante tutta la prima stagione. E’ come se chi ha scritto gli episodi mi dicesse:”nessuna fretta, stai tranquillo che, con calma, ti raccontiamo tutto. Devi solo fidarti di noi e seguire la nostra rotta.”.

Sto giro, inoltre, ci viene anche ricordato che un gruppo esiste ancora e ci viene ricordato in un modo, secondo me, molto sensato, con i giusti tempi e coerente. 

Qualche citazione a film “storici” c’è anche in questo episodio, molte meno rispetto all’episodio precedente ma a me una in particolare è arrivata dritta al cuore. 

Un altro tassello, forse due…anzi, facciamo tre (paracit.), sono stati messi nel mosaico della seconda stagione, pronti per essere incastrati con tutti gli altri quando sarà il momento.

This is the way, magari un po’ tortuosa ma il Credo non è una leggenda per bambini e bisogna seguirlo.

Alessandra Bosello

Tenerezza e comicità vanno a braccetto in questo secondo episodio che definirei autoconclusivo. Peyton Reed non si risparmia a offrirci momenti di dolcezza tra Din Djarin e il Bambino (vogliamo parlare di quando, ad esempio, vanno a dormire insieme come padre e figlio?) e non è raro che qualche scena strappi un sorriso (Baby Yoda, lo sterminatore di razze in via d’estinzione, passerà alla storia della serie, me lo sento). 

Nonostante la trama principale non faccia alcun progresso, ci ritroviamo di fronte a un episodio piacevole da guardare e che porta l’attenzione su alcuni dettagli della prima stagione. Eravate convinti di vedere Boba Fett in azione? Io sono sicura che i registi abbiano in mente qualcosa di più articolato per lui. 

La prima scena si apre con Din Djarin, ancora su Tatooine, che si dirige alla cantina di Mos Eisley – sfido chiunque a non emozionarsi nel rivederla! Qui, incontra nuovamente Peli Motto e questa gli riferisce di avere un contatto che potrebbe aiutarlo a rintracciare dei Mandaloriani. Qual è il costo per l’informazione? Stranamente, il soggetto in questione non chiede nulla… a parte un passaggio verso la luna di Trask, nel sistema di Kol Iben. Din Djarin sulle prime si stizzisce perché Peli gli chiede di non usare l’iperguida, ma poi fa la sua comparsa il famoso contatto: un esemplare femmina di una specie aliena simile a una rana (in inglese, questo personaggio viene chiamato ‘Frog Lady’ e Mando le dice di non parlare il Frog). La creatura sta trasportando delle uova e deve farle fecondare su Trask entro l’equinozio, così da evitare l’estinzione della sua specie.  

Din Djarin si lascia convincere, nella speranza di trovare i Mandaloriani. È così che parte verso una nuova missione, ma viaggiare subluce comporta alcune difficoltà. La Razor Crest, infatti, viene intercettata da due Ala-X della Nuova Repubblica alla ricerca di lealisti imperiali. Questi pongono a Mando una domanda scomoda, ossia se è mai stato nei pressi della nave prigione Bothan-Cinque. Din Djarin capisce subito di dover seminarli e fa rotta verso il pianeta più vicino. I problemi, tuttavia, non sono finiti, perché la Crest atterra su un terreno instabile e sprofonda.   

Il finale, poi, metterebbe i brividi a qualsiasi aracnofobico. Come si fa a scappare da un’orda di ragni che pare infinita?  

Se non si fosse capito, anche se è puramente di transizione, ho adorato questo episodio. Credo che riuscirei a rivederlo più di una volta senza annoiarmi, proprio per via della sua leggerezza. 

Rebecca Micol Sergi

Come ogni venerdì, rieccoci al nostro consueto appuntamento con The Mandalorian. Il Passeggero è diretta da un regista esterno rispetto al duo Favreau-Filoni: stiamo parlando di Peyton Reed, che ha diretto i due film Marvel dedicati ad Ant-Man.

Dopo un inizio al cardiopalma, la puntata sembra decisamente rallentare nei toni, ma andiamo per ordine. Partiamo subito con una scazzottata breve ma intensa, dove la vita del Bambino pare esser messa in pericolo; l’impressione che quei banditi mi hanno dato è che molto probabilmente sapevano chi attaccare e di cosa impossessarsi. Dopotutto, avevano piazzato una trappola nel bel mezzo del nulla – quindi sapevano che Mando sarebbe passato di lì – e uno di loro ha immediatamente dato l’ordine di prendere il Bambino. Che fossero affiliati a Boba Fett?

Quello che possiamo dire per certo, tuttavia, è che la puntata – e le prossime – sono ambientate su settori e pianeti nuovi, con buona pace dei rumor che volevano Ilum e Mon Cala come pianeti presenti nel trailer.

La qualità nella produzione rimane altissima, così come i continui riferimenti, stavolta alle Art di Ralph McQuarrie o a Star Wars Rebels. Inoltre, il tono della puntata è decisamente più tranquillo rispetto a Lo Sceriffo, anche qui con buona pace di chi avesse aspettative altissime a riguardo. Ma ci sono comunque dei grossi elefanti nella stanza di cui discutere. Innanzitutto, la lunghezza della puntata: 41 minuti di filler mentre nella scorsa stagione non si ponevano problemi a presentarci inseguimenti e battaglie epiche in meno di mezz’ora. Dov’è finita la fluidità nel minutaggio, tanto apprezzata lo scorso anno?

L’ultimo problema riguarda il contenuto della puntata stessa, che può essere certamente filler in termini di progressione della trama, ma quantomeno regalare emozioni: invece qui, al posto di mostrare un po’ di Nuova Repubblica e un bell’inseguimento stile guardia e ladri, ci sono dei… ragni. Sconsiglio la visione agli aracnofobici.

Cerchiamo di vedere comunque il bicchiere mezzo pieno: per come è stato impostato il viaggio, nella prossima puntata potremmo vedere effettivamente altre scene presenti nel trailer, forse addirittura Sasha Banks! Alla prossima settimana!

Roby Rani

Capitolo 10, The Mandalorian. Alla seconda visione è andata moooolto meglio e me lo sono goduto il triplo. Alla prima invece è stato come aver tirato un freno a mano all’entusiasmo del notevole Capitolo 9. 

O forse quell’entusiasmo è un travestimento subdolo per le maledette aspettative personali basate sul nostro desiderio di asticelle sempre altissime? 

Si perché purtroppo di quello si tratta, anche se ci sono alcune cose che, subito, mi sono sembrate eccessivamente tirate via. 

In un secondo momento invece quelle cose le ho riviste e capite meglio ma forse sono troppo criptiche. Mi ci è voluto forse un pelo di impegno e ragione maggiore per poter comprendere ciò che ci stavano raccontando. 

La narrazione non ha intenzione di cambiare e per i detrattori di ste cacchio di puntate filler sarà un piatto succulentissimo da sgranocchiare in faccia a chi invece, se lo gode così, tipo me. Il Mando non ha intenzione di cambiare schema per ora. Storie, su storie, su storie adatte a raccontare tutto quel bellissimo ecosistema che è la Galassia di Star Wars ed è inequivocabilmente bellissimo e soddisfacente. 

Stavolta ci si rivolge ad altre fonti, altrettanto importanti come lo Squalo e Sergio Leone, forse non nella stessa quantità ma in modo altrettanto chiaro e apprezzabile. 

Menzione speciale per un enorme e immenso regalo a Ralph McQuarrie e la sua arte immortale. Sono sempre più convinto che l’intenzione di tenerci li col culo in attesa dei vari WOW! sia una chiara tattica della produzione, in questo capitolo e fin troppo palese, ma sapete cosa? Come fa a non andarmi bene così? 

Mi spiace solo che i Fillerboys saranno costretti a “sopportare” fino alla fine per aver la loro benedetta risoluzione della trama orizzontale… O molleranno prima? 

Alessandro Pagani

Siamo arrivati al secondo episodio di questa stagione, come prevedibile ci troviamo davanti a un capitolo Filler che però, come già successo nella prima serie, riesce comunque a tenerci incollati allo schermo dal primo minuto all’ultimo.

Il nostro Mandaloriano continua la sua ricerca e gli viene chiesto di traportare un personaggio particolare che insieme a Baby Yoda ci concede molti momenti comici ormai tipici della serie.

Ritroviamo i caccia Ala X con un grande Dave Filoni alla guida che ci fa pensare che il suo ruolo, in futuro, possa non essere solo un cameo.

Infine, nella parte centrale del capitolo vediamo un bellissimo omaggio alla saga di Alien, tra uova ragni e mostri giganti, il nostro mandaloriano dovrà farsi largo per riuscire a sopravvivere e salvare i suoi Passeggeri.

Come detto è un episodio riempitivo, nulla a che vedere con il primo step di settimana scorsa, tuttavia piacevole da vedere. Detto questo siamo convinti che nel prossimo capitolo vi sia qualche nuovo colpo di scena e che la storia riprenda la sua rotta principale.

Marco Puglia

Skreek… ebbene sì, questo capitolo è stato un po’ come una frenata rispetto a quello precedente, ma questo non significa che sia stato un brutto episodio.
Si parte ritrovando il mandaloriano così come lo avevamo lasciato, ma le speranze di vedere un confronto con Boba Fett per ora vengono messe in stand-by in quanto le vicende narrate si spostano lontano da Tatooine.
Anche questa volta troviamo dei bellissimi riferimenti all’universo di Star Wars, con citazioni di elementi già visti nei film e in altri media, fino a utilizzare, ancora una volta, una delle creazioni del leggendario Ralph McQuarrie che, prima di lasciarci, ha realizzato bozzetti per quasi tutti gli aspetti della saga: astronavi, creature, costumi e anche interi personaggi.
Personalmente apprezzo molto queste iniziative, omaggiare un artista del suo calibro significa amare tutto questo mondo e anche l’idea di inserire un personaggio vicino al mondo del costuming (Paul Sun-Hyung Lee, uno dei due piloti dei caccia X-Wing – ndr) è un chiaro segnale che in qualche modo anche il fandom viene tenuto in considerazione (Lee è un attore molto apprezzato e anche un membro della 501st Legion).
Altro momento che mi ha colpito molto, forse uno dei migliori della puntata, è l’inseguimento tra una coppia di X-Wing e la Razor Crest, dimostrando come il mandaloriano sappia pilotare molto bene la propria nave, un po’ alla maniera di Han Solo con il suo Millennium Falcon.
Per il resto la storia scorre su binari molto semplici, un episodio autoconclusivo che però dovrebbe rappresentare l’introduzione a uno svolgimento della trama che spero ci riporti al fulcro della storia di The Mandalorian.
Ci sono alcuni aspetti che però mi hanno lasciato un po’ perplesso e che forse hanno evidenziato una scrittura leggermente meno attenta rispetto a quanto visto in The Marshall, parlo del motivo che permette al mandaloriano di proseguire la sua ricerca (guarda caso c’era proprio un passeggero a conoscenza di informazioni utili), all’apparente curiosa ritrosia nell’ammettere la presenza di questo ospite della Razor ai due X-Wing e l’aver pronunciato il classico saluto ribelle (che la forza sia con voi) quando, in teoria, lui non dovrebbe sapere nulla dei Jedi e della forza (anche se in questo caso potrebbe essere spiegato con l’aver sentito questa frase senza però conoscerne il vero significato).
L’episodio non dice molto altro, oltre all’incontro/scontro con una specie di ragni che ricordano molto gli xenomorfi di Alien, nel modo di deporre le uova e al ritorno dei piloti ribelli che risolvano la situazione, ma non concedono nessun aiuto supplementare al mandaloriano, ricordandogli invece di comportarsi bene per evitare guai peggiori.
Vorrei però soffermarmi su un aspetto che all’inizio mi ha un po’ disturbato, ma che a mente fredda ho capito avere perfettamente senso: the child che mangia le uova di Lady Frog. Il piccolo si comporta proprio come un bambino, un po’ egoista e che non ragiona su quello che sta facendo. È guidato dall’istinto e non si rende conto delle conseguenze causate dalle sue azioni. Ha fame e mangia tutto quello che è commestibile e lo dimostra di nuovo aprendo una delle uova di ragno e ingoiandone il contenuto senza preoccuparsi della loro natura. A prima vista potrebbe sembrare un gesto cattivo, crudele e disgustoso, ma considerando il contesto, si tratta di un comportamento comprensibile e coerente con la scrittura del personaggio.

Francesca Tulli

Un Mandaloriano, una signora rana, e un bambino verde, si trovano in un “bar”. Sembra l’inizio di una barzelletta ed è invece la premessa del Capitolo 10 di The Mandalorian intitolato “Il passeggero” diretto da Peyton Reed (Ant-Man). Peli Motto (Amy Sedaris) affida a Din Dajrin un carico importante. Nelle sue mani mette il destino di una intera specie: la signora rana, deve raggiungere il marito, in gran segreto per far si che le uova che ha deposto possano salvare la sua razza. Al centro della vicenda un vorace adorabile “bambino” di nostra conoscenza, il piccolo “Yoda” ragiona solo con lo stomaco, e vuole a tutti i costi divorare il carico succulento. A complicare le cose un fermo da parte di due piloti di X-Wing che costringono il Mandaloriano a fare un atterraggio disastroso su un pianeta glaciale popolata da ragni nodosi (o Krykna). Un omaggio a quella che è la tradizione del fantasy (uno su tutti “lo Hobbit”) della fantascienza classica (Alien) e al genere “Avventura” nella concezione più “Lucasiana” del termine per quanto la scena fobica non possa (fortunatamente) rievocare l’orrore degli insetti “biscotto” di Indiana Jones e “Il Tempio Maldetto”. Un quadro di McQuarrie che prende vita, una musica magica che avremmo potuto sentire nel Dark Crystal di Jim Henson (quella che accompagna il pupazzino tra le uova bianche) tutto genera nella fantasia degli appassionati di lunga data eco di lontane reminiscenze. È senza ombra di dubbio l’episodio più slegato dal contesto (filler diremo oggi) un respiro tra un grande ritorno e (si spera) un altro, tuttavia non deve essere sottovalutato. Altra particolarità è l’unico ad esclusione del cliffhanger di fine stagione scorsa a lasciare una storia a metà, senza essere autoconclusivo e senza generare rabbia per una chiusura troppo netta. Troppo “puro” per gli occhi di quelli non abituati a tutto questo, deludente per chi voleva vedere subito una scazzottata tra il protagonista e Boba Fett ma semplicemente perfetto nella sua ingenuità. 

Grabriel Gheb Valenti

Godo. Sarò cattivo ma godo veramente pensando a tutti coloro che hanno definito il primo meraviglioso episodio Filler, e questo come lo definite? A me è piaciuto, e me lo sono gustato, ma ammetto che una volta terminato un terribile pensiero mi è balenato in testa…Ma procediamo con ordine!

Ci troviamo di fronte ad un capitolo palesemente di transizione, che pian piano ci accompagna verso lo sviluppo della trama, ricollegandosi peraltro con l’episodio a parer mio più debole della prima stagione, il capitolo 6 ambientato nella nave prigione. Ho apprezzato tantissimo il fatto di voler riprendere la storia da Tatooine con cacciatori di taglie che servono a dare un senso di pericolo costante ai protagonisti, ma già il fatto che la storia prosegue –ancora una volta- grazie alla meccanica che “conosce un tipo”, mi ha fatto leggermente storcere il naso.

L’episodio e quello che ne seguirà probabilmente, saranno frutto di quella che io reputo una mossa azzardata di Mando. Lui, a fronte di un paio di ribelli curiosi ed intenti a fare domande, scappa e decide (nonostante loro non abbiano aperto il fuoco) di mettere a rischio la sua vita e dei passeggeri, iniziando questa deriva pericolosa che li porta a rischiare la vita ad abbandonare il pianeta con una Razor a pezzi. Ma attenzione, non è mia intenzione lamentarsi della trama, ma mi reputo abbastanza obiettivo da reputare sciocco far vedere prima Mando utile per “dialogare” civili ed indigeni, e poi non riuscire a tener testa a due piloti, dopo che li ha pure imboccati con “Che la Forza sia con voi”. Non mi torna qualcosa…

Alla fine dell’episodio, poi ho capito da dove proveniva questo senso di deja vu continuo, non erano gli schizzi di Ralph McQuarrie, e tantomeno Alien o Harry Potter. Ho notato che qui di fondo c’è una totale ed inquietante similitudine alla prima stagione: primo episodio con presentazione di un nuovo alleato, nemico potente, alleanza e colpone di scena finale; Secondo episodio seguito diretto del primo, missione che cerca di proseguire ma scatta l’imprevisto, Mando in difficoltà, animale da abbattere, uova da salvare, Mando che se la cava solo grazie all’aiuto di qualcuno. E se forse in Disney hanno voluto ricreare il successo della prima stagione con una versione copia carbone della stessa? Non ci resta che aspettare pochi giorni e scoprire se ho torto, come spero…

Quasi dimenticavo, ancora una volta Ludwig Goransson l’ho apprezzato tantissimo con la colonna sonora, tanto nelle fasi finali dell’episodio (quando la Razor cerca di decollare) quanto all’inizio che, con tantissima umiltà, decide di mettersi da parte e farci gustare un inseguimento con soli rumori dei veicoli… pura magia!

Federico Bracchi

Il secondo episodio di The Mandalorian riparte, sostanzialmente, dalle stesse premesse – ma con obbiettivi ovviamente diversi – che hanno avviato il percorso che hanno condiviso Obi-Wan, Luke, Han e Chewbacca. Tra tanti easter-egg e bei momenti, dobbiamo tuttavia credere che questo episodio voglia essere una sorta di primo atto che vada ad introdurre la reale trama dei prossimi episodi, come avvenuto proprio con Una Nuova Speranza. Infatti, in relazione alla storia e ai personaggi, è la prima volta che non apprendiamo qualcosa di nuovo o che ne porti avanti l’evoluzione. E’ inoltre anche la prima volta che assistiamo ad un marcato scostamento, anche se non per l’intero episodio, dallo stile western che aveva fin qui animato la serie. Una scelta che non ho particolarmente apprezzato e che spero non venga ripetuta, o che, se riproposta, venga fatta con uno scopo più preciso e definito di quanto non sia stato fatto con questo capitolo 10.

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