Ecco la nostra recensione per il ventitreesimo capitolo della serie The Mandalorian, The Spies.
The Mandalorian 3 Chapter 23: The Spies, ecco la recensione dei redattori Empira
ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!
Marco Puglia
In questo penultimo capitolo della terza stagione di The Mandalorian, abbiamo un deciso cambio di passo, con tante carte che vengono messe sul piatto per prepararci al grande finale e ancora non è tutto chiaro, si vanno a posizionare una serie di importanti tasselli.
Partiamo dal titolo di questo episodio, “Le spie”. Una di queste è chiaro si tratti di Elia Kane, già ufficiale dell’impero e ora parte del programma amnistia, che contattata proprio Moff Gideon per informarlo della missione fallita dai pirati. Ma il titolo presuppone che ci siano più doppiogiochisti e gli altri sono più difficili da individuare. Le ipotesi sono molte ma forse due sono quelle più probabili: Axe Woves, leader dei mercenari mandaloriani, oppure l’armaiola che, in maniera del tutto inaspettata, decide di abbandonare la ricerca della forgia per riportare i feriti sulla nave che stazione nell’orbita di Mandalore.
Ma il termine usato presuppone che potrebbero essercene anche più di due, quindi la questione rimane aperta assolutamente aperta.
Proseguendo nell’analisi, grazie alla riunione tra Moff Gideon con gli altri signori della guerra, veniamo a conoscenza del fatto che si tratta di ex-imperiali dislocati in vari sistemi, che hanno l’obiettivo di riportare in vita l’impero e sono guidati segretamente dal grande ammiraglio Thrawn, figura che già da tempo aspettavamo venisse palesata.
L’incontro a cui assistiamo è anche utile per capire che non corre buon sangue tra Gideon e Thrawn, in particolare il Moff ironizza sul fatto che non si sia fatto ancora vedere e dichiara essere lui a voler diventare l’erede dell’impero.
È molto interessante notare che tra i signori della guerra c’è anche il padre di Armitage Hux, che abbiamo conosciuto nella trilogia sequel, e che proprio dalle sue labbra arriva una conferma sul progetto Negromante in cui è stato coinvolto il dottor Pershing. Quale sarà il vero obiettivo di questi studi? Snoke? Oppure il ritorno di Palpatine?
Per quanto riguarda i mandaloriani, vediamo l’arrivo dei mercenari su Nevarro e l’incontro con il gruppo dell’armaiola. La tensione è sicuramente alta, ma l’obiettivo comune di riprendere possesso del loro pianeta natale dovrebbe servire come punto di incontro. Sarà sufficiente?
Le scaramucce però sono inevitabili e infatti è proprio sul Mandalore che Paz Visla e Axe Woves approfittano di un diverbio per scontrarsi a viso aperto. Nessuno dei due sembra cedere e anche Bo-Katan non ha intenzione di intervenire. Sarà Grogu a porre fine a quella insensata dimostrazione di muscoli: il piccolo trovatello, all’interno di un IG-11 ripristinato, si mette in mezzo ai due, dimostrando grande sensibilità, ma anche grande determinazione.
Ed è sempre sul pianeta che i nostri due gruppi incontrano, con grande sorpresa, i sopravvissuti della grande purga, un manipolo di mandaloriani rimasti fedeli a Bo-Katan che sono riusciti a scampare alle bombe imperiali e solcano la superficie con un’astronave-veliero, con la speranza di un ritorno del loro leader.
Bo-Katan si dimostra ancora una volta essere un personaggio con un grande carisma, in grado di ottenere rispetto nonostante gli errori del passato che racconta con sincerità. Questo suo comportamento porta Din Djarin a rivolgersi a lei con dedizione, giurando di seguirla fino alla fine. Ammetto che è stato davvero un momento molto emozionante.
L’avvicinamento alla Grande Forgia ci porta verso la conclusione dell’episodio, con un finale ricco di azione e vari colpi di scena.
I mandaloriani vengono attaccati da una squadra di nuovi troopers, con armature in beskar che li proteggono dai colpi di blaster. Lo scontro è duro e ci sono caduti da entrambe le parti, ma i nostri riescono a mettere in fuga i nemici fino a raggiungere una struttura imperiale dove abbiamo il secondo colpo di scena.
Una trappola ben congegnata, forse ad opera della spia non ancora rivelata, separa Din Djarin dai proprio compagni, causandone la cattura poco prima dell’arrivo di Moff Gideon con una nuova armatura che somiglia molto a quella dei mandaloriani. In particolare l’elmo presenta delle piccole corna e la domanda sorge spontanea: qual’è il significato dietro questo design? C’è un legame con l’armaiola? Oppure il riferimento è ad altri personaggi della lore di Star Wars?
Din Djarin viene portato via come prigioniero e l’obiettivo di Gideon è quello di spazzare via tutti i mandaloriani, ma l’eroico Paz Visla tiene occupati tutti i troopers, consentendo ai suoi compagni di fuggire da quel luogo di morte.
Paz è una furia. Prima con il suo gatling-blaster, poi a mani nude, riesce ad avere la meglio sulle truppe di Gideon, ma non è sufficiente, perché tre guardie pretoriane lo affrontano fino a quando cade a terra privo di vita.
Il sacrificio di Paz Visla è intenso e devastante, uno dei personaggi più iconici della serie, che ci ha accompagnato fin dalla prima stagione e che è stato fondamentale nella storia dei mandaloriani.
A questo punto ci aspetta solamente l’ultimo capitolo. Come detto all’inizio, le carte sul piatto sono tante e tutto può succedere. Quale sarà il destino di Din Djarin? Moff Gideon tornerà in possesso della spada oscura per guidare Mandalore? Qualcuno arriverà in aiuto dei mandaloriani? Chi è l’altra spia al soldo dell’impero? Vedremo Thrawn? La nuova repubblica verrà coinvolta? Che ruolo avrà Grogu? Ci aspetta qualche altro colpo di scena? Si scatenerà il mitosauro?
Tante, forse troppe domande per un solo episodio, ma noi abbiamo fiducia nella coppia Favreau/Filoni e rimaniamo seduti sul nostro divano, in trepidante attesa.
Rebecca Micol Sergi
Le ultime due puntate di The Mandalorian 3 sono state molto diverse tra loro, eppure hanno incarnato perfettamente lo spirito di Star Wars.
Se da un lato abbiamo assistito a una classica puntata di The Clone Wars che rincarna in sé il valore assoluto di lealtà, qui ci troviamo di fronte a una sintesi perfetta di comicità, fedeltà, tradimento, drammaticità, speranza… la vera essenza di Star Wars imbottigliata in 53 minuti.
Sarà la visione anticipata alla Celebration, su grande schermo e con altre migliaia di persone, che farà il suo effetto, ma questa puntata è pura cinematografia, tra campi larghi e fondali ambiziosi per una serie (dobbiamo solo che essere grati al The Volume!)
Ciò che sto apprezzando di più è sicuramente l’ampio spazio lasciato a Bo-Katan e agli mandaloriani per svilupparsi come personaggi e scombinare tutti i preconcetti del pubblico – come nel caso di Paz Viszla e di uno, forse L’epilogo più eroico a cui abbiamo mai assistito. Così come lo sviluppo di Din, da mercenario a lealista senza indugi.
Il famoso climax di cui hanno parlato Favreau e Filoni durante la Celebration sta per essere raggiunto: chi è realmente l’Armaiola? Bo-Katan riuscirà a riunire i Mandaloriani? La Nuova Repubblica interverrà? Ma soprattutto, cosa ne sarà di Din e Grogu? Non ci resta che aspettare pochi altri giorni per scoprirlo!
Fabio Pupin
Il Capitolo 23 alza il tiro fin dall’intro. Uno scorcio di Blade Runner, un droide imperiale in un vicolo buio e l’ologramma di Moff Gideon a colloquio con la sua spia su Coruscant. Non gli è difficile capire che, se Bo-Katan sta raccogliendo sotto di sé le tribù di Mandaloriani, presto rivendicheranno il loro pianeta. Ma Gideon è a un incontro ancora più importante: il Consiglio Ombra, ciò che rimane dell’Impero. C’è Hux – padre – c’è Paelleon, ci sono gli ultimi signori della guerra, impegnati a completare il Progetto Necromante – e chi sarà mai…- e tutti in attesa del ritorno dell’araldo dell’Impero: il Grande Ammiraglio Thrawn [applausi]. Gideon, come tutti e più di tutti, ha anche i suoi piani personali, che prevedono tra l’altro un restock di TIE Interceptor e guardie pretoriane, e sembra sfidare l’idea stessa del ritorno in gran segreto di Thrawn. Poveretto, mi era simpatico. L’episodio però non finisce qui, siamo solo ai titoli.
La flotta dei corsari Mandaloriani, ora di nuovo guidati da Bo-Katan, giunge a Nevarro – l’insegna del Quantoèficosauro sul light cruiser vale da sola lo spettacolo – . C’è tensione tra le tribù, ma l’Armaiola placa gli animi. Il piano di Bo-Katan è semplice: per riprendersi Mandalore la flotta si posizionerà in orbita, mentre un gruppo selezionato atterrerà sulla superficie, troverà la Forgia e lì stabilirà un perimetro prima di far sbarcare tutti. Servirà l’aiuto di tutti, da entrambe le tribù.
Nel mentre c’è tempo per un siparietto divertente: IG-12, la Grogubuster che tanto si vociferava, è pronta. C’è chi a Grogu dice no, ma qui ci sta anche un si, si, si, si, si.
Risolto l’ugrade della culla di Grogu, il team di esplorazione, una volta giunto su Mandalore, incrocia il suo percorso con una zattera di naufraghi un gruppo di Mandaloriani, sopravvissuti alla Purga, che vaga per le distese vetrose del pianeta e che sa come arrivare alla Forgia. Sulla zattera, tra rivelazioni e scontri, i Mandaloriani cominciano ad aprire gli occhi sul loro passato e sul loro futuro. Il viaggio verso la Forgia viene interrotto dall’attacco di un kaijū che chiameremo Gratuitosauro ma tanto eravamo già vicini all’ingresso dei tunnel che portano nel sottosuolo.
Qui, i nostri esploratori si imbattono nei loro veri avversari: soldati imperiali in armature di beskar. Lo scontro porta i nostri nei corridoi di una vasta base imperiale, dove il gruppo viene intrappolato. Gideon fa il suo ingresso con la sua nuova armatura [applausi], deciso a completare la Grande Purga. Cattura Din Djarin, ordina alla sua flotta di intercettare quella mandaloriana e mette alle strette il team di esplorazione. È il momento di mostrare cosa può fare un Mandaloriano quando gli tocca la parte del cinghiale ferito: Paz Vizsla, rimasto a coprire la ritirata, fonde il blaster a furia di seccare imperiali e finisce i sopravvisuti a manate in faccia [applausi]. Affronta anche le tre guardie pretoriane con la stessa epicità, ma il finale è amaramente scontato.
Con un ultimo sguardo al corpo accasciato di Vizsla si chiude un episodio intenso e riuscito. Si sorvola con molta più facilità su quel minimo di sbavature che sempre ci sono. Le carte sembrano essere tutte in tavola e non sono poche. Ognuna si porta dietro innumerevoli domande e la sensazione è che non a tutte troveremo risposta nell’ultimo episodio. Ma è una bella sensazione, perché il Mandoverse sembra sempre più pronto ad allargare i suoi confini.
Davide Triglia
La penultima puntata è indubbiamente una delle migliori viste finora di tutta la serie.
40 minuti di piena azione, lo stile sembra quasi cinematografico sin dalla scena di apertura su Navarro fino al sacrificio finale di Paz Visla. Il ritorno di Moff Gideon non è stata una particolare sorpresa poiché era ormai già da qualche puntata che si vociferava un suo ritorno, tuttavia il modo in cui lo fa rende il tutto molto più epico, cogliendo in trappola il gruppo di mandaloriani e uccidendo un membro così importante come Paz.
Finalmente scopriamo qualcosa di più sulla trama principale e il destino di Bo-Katan diventa sempre più chiaro. Ciò che spero di vedere nella prossima puntata è sicuramente la rivincita dei mandaloriani nei confronti di Moff Gideon e del suo nuovo “esercito” e inoltre capire anche il ruolo di Grogu in tutto questo, se si tratta solamente di una guerra tra gideon e i mandaloriani oppure se anche lui come nelle altre stagioni avrà un ruolo chiave che finora non si è visto.
Come in questa puntata mi aspetto un ritmo più che calzante e accelerato degno di un finale di stagione come per le prime due stagioni di Mando.
Manuel Bettuzzi
Sì. No. Sì. No. No. No. No.
Che puntata superba. Un meraviglia visiva, di narrazione e di emozioni. Questa stagione di Mando non smette di regalarci perle, sempre in forma diversa e questa volta ha deciso di farlo in tutti i modi possibili.
L’episodio parte in maniera chiara: qui non si scherza un cazzo. Blade Runner come se non ci fosse un domani e una Coruscant bellissima con un sacco di The Clone Wars vibes. Io ero già contento così, ma era solo l’inizio del viaggio che è stato puntata.
Concilio del fan serv… Ombra da panico e paura tra ex imperiali. Graditi ritorni, ammiccamenti ovunque e una strada spianata per le figate che verranno nei prossimi mesi.
Prosegue con l’arrivo su Nevarro della flotta mandaloriana. Scena da cinema, punto. Non c’è altro modo per descrivere l’epicità del loro arrivo. L’emblema del Mythosauro sotto la corvetta imperiale parla da se, cari imperiali adesso sono uccelli per diabetici.
Dopo le scene di tensione tra i clan mandaloriani viene tutto stemperato MAGISTRALMENTE da IG-12 e Grogu. Credo di aver riso così tanto poche volte con Star Wars, questo essere fuori dal coro in una puntata così serie è geniale. Geniale anche perché è limitato ad uno spazio molto ristretto, gestito molto intelligentemente e in seguito poi viene dato anche un senso maggiore a questa nuova suite di Grogu.
Si va su Mandalore con la flotta Mandaloriana, story-telling allucinante, tensione anche qua incredibile e con la tensione continuano anche le smargiassate: I MAD MAX MANDALORIANI. Ma stiamo scherziamo? Un veliero mandaloriano che naviga su un mare di vetro con tanto di pirati mandaloriani? WOW.
Tutto figo, ma esageriamo dai, mettiamoci anche un MEGA ANCHILOSAURO DRAGO DI 70 METRI CHE SPACCA TUTTO DAI. Lucasfilm tutto bene? Siete sempre voi, sì?
Arriviamo alla parte incredibile: dentro alle miniere di Morialore incontriamo il nuovo esercito di Gideon, imperiali super primo ordine ma con armature mandaloriane. Anche qua ragazzi io vorrei abbracciare chi ha pensato questa roba. Vengono presi letteralmente a schiaffi in faccia dai nostri amici Mando, con un Din Djarin impazzito che corre a prendere a testate la gente lungo i corridoi mentre gli vuotano addosso un’armeria. A lui non frega niente, è talmente tuonato che non si rende conto che lui e i suoi sono finiti nella trappola del buon Gideon.
Ecco, parliamo di lui. Gianca, eri già un super figo… ti pare il caso di esagerare così? ARMATURA MANDALORIANA NERA LUCIDA CON ELMO ALLA DARTH MAUL? Ormai incredulo per via di quello che stavo vedendo, provo a svegliarmi dal sogno, ma non ci riesco è realtà. Gideon cattura Mando che gli nel dubbio gli vuota un lanciafiamme sulle truppe, ma niente. Lo catturano. Già qua PARANOIA DURA… ma il peggio deve ancora venire… Gideon li frega tutti, tutti tranne Paz. Perché lui decide di portarsi con se all’incirca 300 soldati prima di fare la miglior uscita di scena della storia degli SBORONI.
Chiude la porta con un pungo, fa scappare il suo popolo e via: fonde letteralmente una gatgling blaster addosso gli imperiali, ne ammazza a flotte. Fusa l’arma, non contento, inizia a picchiarli con tutto quello che trova: armi, casse, pugni, placcate. Gente che vola ovunque. Non si vedeva un macello imperiale simile dall’esplosione delle due Morti Nere.
Per impedire che Paz chiuda la stagione da solo a pugni in bocca devono intervenire le Pretorian. Si perché ci sono anche loro in questa puntata. Stupende e letali manco a dirlo, in 3 contro 1 rischiano comunque di prendere una coltellata da Paz, ma riescono ad abbattere il nostro eroe. Lacrime, stupore, hype, urla.
Insomma, io non so bene cosa ho visto in questa puntata, ma è stata una delle robe più fighe che siano mai comparse con la scritta Star Wars sopra. Non so cosa aspettarmi dal finale, ma se il livello è questo… sono già felice ancor prima di vederlo.
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