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Obi-Wan Kenobi – La recensione delle ultime puntate

Obi-Wan Kenobi è giunto al termine, e non potevamo di certo esimerci dall’esprimere la nostra opinione sulle ultime puntate!

Obi-Wan Kenobi – ecco le recensioni di Empira degli ultimi episodi

Prima delle nostre recensioni vi lasciamo i link per gli ulteriori approfondimenti di Empira:

Analisi e easter-egg della quinta puntataL’ultima live a tema Series: KenobiL’ultima live reaction di Gheb e Roby!

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER

Marco Puglia

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Nella mia recensione del terzo episodio avevo scritto che speravo in una seconda parte con grandi momenti di cinema e invece questo quarto episodio è uno dei più terribili visti fino a ora.

La prima parte sembra partire con buone intenzioni, l’alternanza delle immagini di Obi-Wan e di Vader nella vasca di bacta sono molto evocative. La mente del maestro Jedi è percorsa da ricordi e da percezioni, ma è anche tormentata e agitata fino al suo improvviso risveglio.

Anche il successivo incontro con Roken è intenso e coinvolgente con la sua iniziale riluttanza nell’esporsi per la piccola Leia e la successiva pianificazione dell’incursione nel centro di comando degli inquisitori, ma qui iniziano i dolori, da quando Obi-Wan Kenobi si introduce nella base imperiale, la mia sospensione dell’incredulità si è completamente persa e non sono più riuscito a credere a nulla di quello che stavo vedendo.

Le situazioni incredibili, ai miei occhi, sono innumerevoli: dal modo in cui Tala riesce ad accedere alla base, al continuo dialogo tra lei e Obi-Wan senza che nessuno si accorga di nulla all’interno di una sala controllo con altre persone, al modo in cui Tala atterrà due stormtrooper (due buffetti e sono fuori gioco), al modo in cui sempre Tala mette ko un imperiale che si era accorto di qualcosa che non va (finalmente), all’interrogatorio di Reva nei confronti di Tala, con una continua confusione di ruoli, al modo in cui decidono di uscire dalla base, con Leia “nascosta” sotto una palandrana passando in mezzo a decine e decine di soldati, fino all’arrivo degli snowspeeder che, curiosamente, riescono a fermarsi a mezz’aria per poi riuscire a fuggire senza che nessuno decida di inseguirli (motivazione che scopriremo successivamente, ma che però i vari ufficiali presenti non potevano sicuramente conoscere).

La mia rabbia per tutta questa massa in scena è tantissima: si conferma una bassa qualità di scrittura, una quasi inesistente attenzione ai dettagli, una serie di soluzioni che non riesco a capire da quale mente di sceneggiatore riescano a venire fuori. È davvero incomprensibile un trattamento del genere per un brand così importante come quello di Star Wars e ancora più assurdo pensando alla differenza rispetto al prodotto The Mandalorian.

Ci sono però alcuni momenti che si salvano e che non rendono l’episodio completamente da buttare, in generale la parte legata a Obi-Wan è credibile, ho apprezzato la sua “riscoperta” della forza e l’intensità della scena quando attraversa il corridoio con i force user immersi in una sostanza che sembra ambra. Anche le sue scene di combattimento sono emozionanti, in particolare quella nella sala dove è detenuta la piccola Leia, con la spada laser che si accende nel buio e il momento in cui riesce a contenere la crepa nel vetro del tunnel. Anche l’arrivo di Darth Vader, deciso a uccidere Reva per la sua incompetenza, ma che risparmia solo dopo aver saputo del tracciatore, è intenso e mi ha fatto sobbalzare sul divano.

Un’ultima nota riguarda proprio Leia e la presunta incongruenza con Episodio IV. Fino a questo quarto capitolo abbiamo immaginato che ancora non si sia resa conto di avere vicino il maestro Obi-Wan Kenobi, lo conosce come Ben e quelle poche volte che qualcuno lo chiama con il suo vero nome possiamo supporre che lei non senta o che sia distratta da altro. Durante l’interrogatorio nella fortezza però à la stessa Reva a nominarlo palesemente, quindi da quel momento è inequivocabile il fatto che lei conosca quel vecchio Jedi che contatterà più avanti negli anni. Ora, tenendo conto di come si comporterà con lui, dovremo capire come gli sceneggiatori giustificheranno la sua completa indifferenza quando lo vede morire per mano di Darth Vader. Gli verrà cancellata la memoria? Subirà un trauma così forte da disconoscerlo? Sarà tutta una finta?

Purtroppo, un pessimo episodio ai miei occhi, che non raggiunge la sufficienza.

Voto finale: 5

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Questo nuovo episodio inizia con una scena del passato, un ricordo, per il pubblico, dei due protagonisti: Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker aka Darth Vader. La scena ci trasmette l’essenza dei due personaggi, ci racconta chi sono, cosa rappresentano e ci lascia intuire quello che diventeranno ed è un ottimo preludio a questa quinta parte che solleva di nuovo il livello emotivo della serie (unica pecca, il mancato ringiovanimento di Anakin).

Poi si passa all’azione e che azione! Vader e la Terza Sorella raggiungono Obi-Wan e i ribelli su Jabiim con l’obiettivo di stanare il Jedi e catturarlo. L’assedio, portato avanti da Reva, ci conduce a due momenti molto importanti.

Da un lato la rivelazione dell’inquisitrice che ci racconta il suo passato, il suo odio verso Darth Vader per aver ucciso la sua famiglia, la sua voglia di vendetta, ma anche il disprezzo per i Jedi, e per lo stesso Obi-Wan, per non averli saputi proteggere, per non esserci stati nel momento del bisogno. Un momento intenso che ci trasmette il caos nella mente di Reva che la rende letteralmente una mina vagante, disposta a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Ora diventano comprensibili anche i precedenti comportamenti di questo personaggio, estremamente instabile.

L’altro momento è il sacrificio di Tala e del suo droide, una dedizione alla causa ribelle e una fiducia in Obi-Wan che mi hanno emozionato e pur non avendoceli fatti conoscere pienamente, in quelle poche immagini sono riuscito a empatizzare con loro a tal punto da essermi commosso.

L’azione però non si ferma, non abbiamo tempo di fermarci e l’irruzione di Vader sulla scena è potente e devastante. Colmo di rabbia trattiene una nave in partenza, la costringe ad atterrare e la squarcia con estrema facilità. Ma la sua impulsività lo acceca e si lascia sfuggire il vero trasporto dei ribelli, rimasto nascosto dietro il primo.

Vediamo finalmente Darth Vader nel pieno delle sue facoltà di signore dei Sith, feroce e inarrestabile, anche quando si scontra con Reva che cerca di portare a termine la sua vendetta. Vader quasi gioca con lei, evidentemente non all’altezza e si esibisce quasi in una danza, prima senza la spada laser e poi usando la stessa della Terza Sorella. Un balletto che porta inevitabilmente alla sconfitta di Reva e alla beffa finale, il Grande Inquisitore è ancora vivo e la nomina di Grande Inquisitrice non era altro che un piano architettato dal signore dei Sith.

Inaspettatamente Vader decide di non ucciderla e dopo averla trafitta con la sua spada laser la lascia sola a terra. Una scelta secondo me curiosa considerando tutto il contesto, ma spiegabile solo con un arco narrativo che deve ancora completarsi.

Un episodio sicuramente molto avvincente ed emozionante, che mi ha lasciato stupito se confrontato con il precedente. Pur continuando a esserci errori di scrittura e una certa superficialità in alcune scelte, assistiamo finalmente a una decisa svolta nella qualità della serie.

Voto finale: 7.5

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Arriviamo quindi all’ultima parte che ci consente, non solo di analizzarla singolarmente, ma anche di trarre un bilancio di tutta la serie.

Abbiamo di fronte un episodio diviso sostanzialmente in due parti con una chiosa finale. Due parti che si bilanciano e che esprimono tutto il potenziale di questo progetto. Sicuramente il migliore di tutti i sei episodi, anche se rimane l’amaro in bocca per una questione rimasta irrisolta.

Annunciato dallo scontro preliminare avvenuto durante il terzo episodio, qui vediamo il vero duello tra Obi-Wan Kenobi e Darth Vader, quel rematch di cui si parlava da tempo e che ha mantenuto tutte le aspettative.

Non mi voglio soffermare sul modo in cui arrivano a trovarsi uno di fronte all’altro, possiamo trovarci dei piccoli difetti di sceneggiatura (quella poca attenzione al dettaglio di cui ho parlato più volte), ma sono insignificanti di fronte all’intensità del duello stesso, a una messa in scene e a una scrittura, qui davvero di prim’ordine, che lascia a bocca aperta.

Ogni azione è studiata, coerente con i personaggi e ci racconta precisamente quello che stanno provando. I movimenti di camera sono coreografati perfettamente per renderci partecipi di quello che sta succedendo. I dialoghi sono studiati al millimetro e lo stesso uso del sonoro amplifica le emozioni che la scena ci trasmette.

Il punto più alto è stato il momento in cui Obi-Wan spezza il casco di Darth Vader lasciando vedere una parte del viso di Anakin. Le due voci si alternano e si sovrappongono, Vader è in ginocchio e guardando il suo vecchio maestro con un sorriso compiaciuto lo assolve dall’uccisione di Anakin, affermando che è lui il responsabile della sua morte e che lui è ciò che rimane dell’allievo di un tempo. Obi-Wan in quel momento è distrutto, i suoi occhi gonfi di lacrime sono rassegnati e ci trasmettono pietà per un uomo che si è completamente perso.

Kenobi decide però di lasciarlo vivere, perché nonostante tutto è convinto che ci sia ancora Anakin da qualche parte, perché dimostra di essere tutto quello che un Jedi deve essere, perché non cederà mai al lato oscuro come aveva fatto in precedenza lo stesso Anakin uccidendo il conte Dooku, perché sono fratelli (anche se non di sangue) e tutto quello che può fare è piangere per lui e andarsene. Ecco il pianto di Obi-Wan è un momento davvero molto potente che mi ha fatto emozionare e in questo momento non può che tornare alla mente la frase pronunciata nel flashback: “Lo scopo di un Jedi è difendere la vita, non toglierla”.

Dall’altra parte della galassia troviamo invece Reva che raggiunge Tatooine alla ricerca di quel bambino che rappresenta, per estensione, un nuovo obiettivo per compiere la sua vendetta. Vader le ha tolto la sua famiglia e lei è decisa a uccidere la famiglia di Anakin.

A cercare di contrapporsi ci sono lo zio Owen e la moglie Beru, che dimostrano di non farsi impaurire e tengono testa all’inquisitrice, per la verità non nel pieno delle proprie forze, con una certa dose di coraggio e organizzazione.

Ma la svolta per il personaggio di Reva arriva quando riesce a raggiungere il piccolo Luke, quando è sul punto di trafiggerlo, ma è in quel momento che le tornano alla mente i ricordi del tempio e dell’Ordine 66, si rende conto di essere diventata come chi voleva distruggere e trova la forza di fermarsi.

Molto importante è anche il dialogo tra la Terza Sorella e Obi-Wan Kenobi, al contrario di quello che successe ad Anakin, Reva si redime e Obi-Wan le dice che non ha deluso la sua famiglia per non averla vendicata, ma che mostrando pietà l’ha onorata. L’azione di gettare la spada da inquisitore la rende libera e le dà la possibilità di scegliere il suo distino.

L’episodio si chiude con due scene che raccordano i personaggi con gli anni che seguono e in particolare con Episodio IV: su Mustafar l’imperatore convince Darth Vader di lasciare perdere Obi-Wan Kenobi perché lo rende debole e di concentrarsi solo su di lui, mentre su Alderaan la piccola Leia incontra il maestro Jedi che le dice quanto assomigli a entrambi i suoi genitori oltre a raccomandarle di stare attenta e tenere nascosta la loro conoscenza.

Ecco, questa è l’unica critica che mi sento di fare a questo episodio e che estendo un po’ a tutta la serie. Mi ero chiesto come avrebbero fatto gli sceneggiatori a giustificare, non tanto il messaggio formale lasciato Da Leia su R2-D2, ma la completa indifferenza rispetto alla morte di Obi-Wan Kenobi e la risposta è che non l’hanno assolutamente spiegata. Il comportamento di Leia quando vede Darth Vader porre fine alla vita del vecchio Ben, non è assolutamente coerente con il rapporto che si è venuto a creare durante questa serie, un rapporto che è quasi quello tra padre e figlia.

Ultimo cameo che mi ha strappato un sorriso compiaciuto è quello di Qui-Gon Jinn, un’apparizione nella forma di fantasma della forza che in qualche modo chiude anche il cerchio su Obi-Wan Kenobi: ora è pronto a proseguire la sua vita, libero dalla gabbia in cui si era chiuso dieci anni prima e che non aveva più senso di continuare a esistere.

Il mio giudizio sulla serie, alla fine dei conti, è buono. È riuscita a portare in scena una storia avvincente con momenti molto emozionanti e un plauso particolare va agli attori che secondo me hanno fatto la differenza.

Primo su tutti Ewen McGregor che ci ha creduto fin dall’inizio, ha fortemente voluto questo personaggio e l’ha portato sullo schermo in maniera magistrale. È sempre stato nella parte, credibile e coinvolgente.

Non è da meno la piccola Vivien Lyra Blair, un casting praticamente perfetto, una interpretazione di altissimo livello nonostante la tenera età e un personaggio che in ogni momento mi ha ricordato la Leia della trilogia originale. Al netto forse di qualche esagerazione, si percepiva il personaggio che sarebbe diventato.

Anche Moses Ingram, interprete della Terza Sorella, che non mi aveva convinto durante i primi episodi, ha sempre più preso le redini in un personaggio confuso e tormentato fino a renderlo di grande spessore e caratterizzarlo al punto giusto.

Non possiamo dimenticare Hayden Christensen che, pur vedendosi poco in viso, è riuscito a restituirci un Vader nel pieno del suo vigore e della sua rabbia. Assolutamente fantastica la sua interpretazione dietro la maschera spezzata con un sorriso inquietante che mi ha trasmesso allo stesso tempo paura e pietà.

Rimane il rammarico per una scrittura che risulta troppo spesso superficiale e poco attenta ai dettagli. L’ho ripetuto più volte, ma credo che sarebbe bastata poco per rendere credibili alcune delle scelte di sceneggiatura e la domanda sul perché rimarrà probabilmente senza risposta.

Forse la scelta di Disney/Lucasfilm per le serie tv legate al mondo di Star Wars è quella di raccontare delle favole, con momenti di grande emozione uniti da una trama senza troppe pretese perché quello che conta alla fine è proprio questo: emozionarsi.

Voto finale: 8

Fabio Pupin

Sapere se Obi-Wan abbia passato gli anni tra Ep.3 e 4 con secchiello e paletta o tra mirabolanti avventure non era tra le domande più impellenti del fandom. Era invece un’occasione per tutti gli altri, da Disney agli attori/produttori, di sfruttare un personaggio amatissimo in un momento di transizione per Star Wars, che si muove su una piattaforma streaming che si regge su pochissimi prodotti di punta, in un contesto in cui la saga non è ancora pronta per tornare nei cinema a piena potenza e, in generale, in un momento di riorganizzazione del franchise.

Su queste premesse è stata scritta una serie che difficilmente diventerà una pietra miliare. Resta uno dei tanti tappabuchi di cui è disseminata la galassia. Sicuramente uno dei meno necessari, proprio perché si limita a tracciare il percorso tra due tappe già note, complicato per di più da una lore estremamente limitante.

Il cammino su questo percorso lungo sei episodi (per ora, poi chissà) ogni tanto inciampa. Ma ci regala anche tanto Star Wars e riesce, in modi spesso sorprendentemente semplici ed efficaci, a chiudere il cerchio. L’evoluzione di Anakin in Darth. Il conflitto con il suo vecchio maestro. La percezione di Obi-Wan nei confronti di Anakin e il suo tragitto fino a quello che sarà il vecchio Ben. L’arco narrativo, per quanto marginale e ancora aperto, di Reva, che rende ancora più tragica la scelta di Anakin. La nuova consapevolezza degli obblighi di Obi-Wan nei confronti di Luke. La pace nel cuore, la sua nuova confidenza nella Forza (hello there anche a te, Maestro Qui-Gon). Il tanto atteso “rematch del secolo” (espressione abominevole di cui è colpevole tanto Lucasfilm quanto i fan). La caratterizzazione dei personaggi e le prove attoriali, che, se vivessimo in un fandom più sano, ci dividerebbe tra Ben e Leia, tra Ewan e Vivien. Nel frattempo il fandom, evidentemente provvisto di più fegati, ne impiegherà almeno uno per i rimpianti. Si vede che è un modo come un altro per sopravvivere, anche se a me non sembra il più godibile.

Fino a che tra qualche tempo, come sempre succede con Star Wars, quando avremo fatto pace con le frustrazioni e le aspettative disattese, uguali a sé stesse da sempre, e, da qualche anno, con la frenesia schizofrenica dei social, ci rimarrà una percezione diversa di questa serie – o almeno, lo spero per voi -. Non sparirà nessuna delle sue debolezze ed è inutile farne un elenco perché, a seconda della bolla entro cui vi muovete, include qualunque aspetto della serie, nessuno escluso. Alcune forse resteranno delle improponibili cazzate. Altre diventeranno a loro modo parte del divertimento, con la dovuta leggerezza che Star Wars ha sempre richiesto.

E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come midichlorian nella pioggia

Manuel Bettuzzi

Queste ultime tre puntate mi hanno dimostrato quello che temevo e sospettavo dall’inizio: il grande problema di questa serie sono i fan.

Ultime tre puntate non sicuramente prive di difetti ma che sono talmente cariche di figate ed emozioni che la famosa “bilancia”, pende spropositatamente verso il “wow”.

Un Obi Wan Kenobi incredibile, il rapporto con Leia si dimostra una delle cose migliori mai accadute a Star Wars; la piccola Leia non solo è un piccolo capolavoro di scrittura e involuzione di un personaggio, è un valore aggiunto al personaggio stesso. E’ incredibile come l’attrice sia riuscita a trasmettere così bene le vibes che emanava il personaggio originale, rafforzando le motivazioni che la porteranno a diventare il personaggio che conosciamo a amiamo.

Manco a nominarlo, MVP indiscusso di questa serie: Darth Vader. Incredibile, mai, neanche nei miei sogni più bagnati avrei immaginato di vedere un Vader così. Emozionante, terrificante, terribile e sofferente. Scene da far saltare sulla sedia per il tanto fan service e altre invece da far piangere chiunque.

Nota speciale credo vada al finale che porta con se non solo – a mio parere ovviamente – il miglior duello di tutta la saga di Star Wars, ma anche uno dei punti più alti di tutta la saga. La scena con l’elmo rotto è un vero e proprio tripudio di Guerre Stellari. Regia, fotografia, dialoghi, recitazione… c’è davvero tutto e, forse, anche di più.

Per quanto io sia parte di quel fandom che vuole nuove storie,  con altri personaggi, “lontano” dal periodo classico di Episodio 3/4/5/6, sono veramente grato di questa serie, che mi ha fatto emozionare e mi ha regalato il miglior Vader che potessi anche solo lontanamente immaginare.

Come dicevo all’inizio, ci sono anche diverse cose che non funzionano, o almeno non lo fanno al 100%, ma credo che possiate trovarle in giro siccome con questa serie, chiunque si è sentito in dovere e diritto di sentirsi sceneggiatore e regista. Non ne parlerò, oggi voglio solo lodare questi 6 episodio che mi hanno fatto emozionare tanto, sotto tantissimi aspetti.

Viste le tante lamentele in giro per il Web, credo che prima di affrontare altri prodotti targati Star Wars dobbiamo farci una domanda: quanta voglia abbiamo di emozionarci e di farci trasportare da queste storie?

Voto complessivo: 7

Davide Triglia

Gli ultimi 3 episodi della serie evento su Obi-Wan Kenobi coronano un prodotto degno di nota nell’universo di Star Wars. Questa serie è riuscita a rendere reali i sogni di molti fan, me compreso, rispettando a pieno le aspettative. Andando per ordine, la 4° la possiamo considerare come la puntata più debole tra le ultime tre, d’altronde Disney ormai ci ha abituato a queste evenienze nelle sue serie. Tuttavia, le ultime due recuperano come un treno in corsa tutto ciò che era sparito nella 4°, sia dal punto di vista visivo e narrativo. La quinta se pur si svolga esclusivamente in un solo luogo, la base ribelle, ci fa vivere 40 minuti di pura emozione e suspence come non avevamo mai provato.

Viene messa in risalto “l’epicità” di Darth Vader e di quanto il suo personaggio incuta timore e paura al suo respiro. È senza pietà, in questa puntata ci viene data la prova che di Anakin ormai non è rimasto più nulla, teoria che ci verrà confermata dallo stesso Signore dei Sith nel capitolo finale. Il momento che più ho amato della 5° è sicuramente la prova di forza di Vader quanto con il “solo” uso della forza blocca la nave ribelle impendendole di scappare, palese citazione a Starkiller, e successivamente una volta caduto nel tranello di Obi-Wan, punisce Reva per il suo tradimento senza neanche fare troppa fatica, anzi…

Un altro aspetto della quinta puntata è sicuramente il flashback con Obi e Anakin, un fantastico tuffo negli anni 2000 che ci fa sperare di vederne di più delle guerre dei cloni live action. E denota il fantastico rapporto tra Ewan e Hayden, la chimica tra i due attori è qualcosa di pazzesco, come dopo tutti questi anni si siano ritrovati insieme sul set a rifare gli stessi ruoli di anni fa, facendo sembrare che non sia passato neanche un giorno da episodio 2.

Arriviamo infine al capitolo conclusivo di questo fantastico viaggio, Vader vuole a tutti i costi la testa di Kenobi. Obi-Wan però dimostra nel “rematch del secolo” che è ancora lui il maestro e impartisce una nuova lezione ad Anakin che non dimenticherà facilmente. Infine, giungiamo al momento clou della serie quando Kenobi riesce a danneggiare Vader mostrando le sue “due facce”. Il momento in cui lui confessa la morte di Anakin, sancisce un colpo al cuore a Ben e a tutti i fan della saga. In quanto, il maestro oltre a capire di aver perduto per sempre il suo padawan, comprende di aver perso anche un fratello prima di tutto.

La leggerezza con la quale Lord Vader fornisce questa informazione fa capire quanto veramente egli sia ormai corrotto e folle a tal punto dal voler ferire Kenobi dall’interno. Deluso e affranto da questa conclusione, il Jedi prova pietà per il suo ex allievo lasciandolo un’altra volta in fin di vita, “aggiudicandosi” un’altra vittoria in aggiunta a quello di Episodio 3. Infine, possiamo confermare al 100% che questa puntata si merita il titolo del “Rematch of the Century” che le era stato attribuito. Nel complesso la serie è il sogno che ogni fan, si è sempre immaginato, è un tuffo nella galassia lontanta lontana, trasmette delle vibes ottime addirittura superiori a quelle del capolavoro di “The Mandalorian” siamo tornati a pieno nell’universo di Guerre Stellari ed è la sensazione migliore che si possa provare. Star Wars è bellissimo e non c’è nulla da fare.

Claudio Rossetti

Dopo tanta attesa siamo giunti al termine anche della serie dedicata al Maestro Kenobi.

Prima di dirvi il mio pensiero su questa serie vorrei fare una premessa, credo che Lucasfilm dovrebbe iniziare a lasciare in pace i vecchi amici di noi fan, non che questa serie non l’abbia apprezzata, anzi l’ho adorata. Però credo e spero che si fermi ad una sola stagione poiché un continuo sarebbe a mio avviso, troppo. Senza contare che secondo me quando hanno osato col nuovo come con Rogue One o The Mandalorian hanno decisamente fatto centro.

Fatta questa premessa vi dirò che comunque ho adorato la serie, c’è stato un buon livello di fanservice, ed ho apprezzato tantissimo l’atmosfera prequel che si respirava. Ho avvertito il passaggio dalla trilogia prequel a quella classica, cosa che, forse ora che ho visto questa serie, mi era mancato in Episodio III.

La quarta e la quinta puntata hanno fatto un po’ da trampolino alla puntata finale della serie: una bomba! Finalmente abbiamo assistito al tanto atteso rematch tra Obi-Wan ed il suo ormai vecchio padawan, Anakin Skywalker, ora Darth Vader. Ed è qui che abbiamo ricevuto uno dei migliori duelli di spada laser di tutta la Saga.

Ho seguito l’intero episodio con il magone e non vi nascondo con qualche lacrima agli occhi da quanto mi ero immedesimato e avvolto nella situazione di smarrimento di Obi-Wan.

Fin dalla prima puntata mi sono sentito travolgere dal dolore, dallo smarrimento e dal senso di fallimento che il maestro Kenobi ha in tutta la serie. Ed ho adorato quando finalmente prende coscienza della situazione e torna in sé per affrontare ancora una volta il suo ex amico e compagno di avventure Anakin Skywalker, ormai diventato in tutto e per tutto Darth Vader.

Tutto il duello è stato un godimento per gli occhi e per i fan, in questo pianeta praticamente tutto buio dove soltanto le luci delle due spade laser spiccavano. Da una parte la lama blu del maestro Kenobi e dall’altra la lama del Signore Oscuro dei Sith. Il bene e il male ancora una volta si scontrano, ma stavolta non per decretare un vincitore; la sensazione che si ha fin dall’inizio del rematch è che Kenobi lotti per cercare di far tornare in sé Anakin, un po’ come aveva tentato di fare su Mustafar l’ultima volta.

L’epilogo è semplicemente perfetto, l’ultimo dialogo tra i due è commovente, ancora ho in testa le strazianti parole di Obi-Wan: “Allora il mio amico è morto davvero”. A livello emotivo questa puntata è stata forse la più forte vista fino ad ora.

Vader poi immenso, nell’ultima puntata in particolar modo.

La sua rabbia e la sua sofferenza sprigionavano da quella maschera, tanto da trasmetterle perfettamente allo scorgere di ciò che era rimasto del povero Skywalker, emozioni tanto forti da non farlo vacillare mai.

La sua risposta poi all’affermazione di Kenobi è un altro di quei momenti semplicemente indimenticabili, che ancora mi riecheggia nella mente a distanza di giorni: “Non sono il tuo fallimento Obi-Wan, non sei tu che hai ucciso Anakin Skywalker, ma io.”

Senza dubbio un’ultima puntata che va nell’olimpo delle puntata più belle viste fino ad ora nelle serie live action dedicate all’universo Star Wars, insieme alla puntata finale della seconda stagione di Mando e alla sesta puntata di The Book of Boba Fett.

In conclusione quello che mi sento dire è che sicuramente era una delle serie che aspettavo di più, non perché fosse necessaria, ma perché ero davvero curioso in che modo Kenobi avesse affrontato tutta la tragedia e come avrebbe reagito vedendo il suo vecchio padawan ormai ridotto a una macchina.

Non vi ho parlato né della regia né di altri aspetti tecnici semplicemente perché non essendo un esperto del settore non sono cose che influenzano il mio giudizio, mi lascio guidare dall’emozioni e da quello che provo durante la visione del prodotto che ho davanti.

Per citare un famoso film, credo che Obi-Wan Kenobi sia la serie di cui non avevamo bisogno ma che senza dubbio ci meritavamo.

Mi sento di dare comunque un voto alto a Obi-Wan Kenobi anche se ci sono state delle cose che mi hanno fatto storcere un po’ il naso ma come avrete capito quest’ultima puntata per me è stata davvero fortissima.

Voto finale 9/10.

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