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The Book of Boba Fett: Capitolo 5 ‘Il ritorno del Mandaloriano’ – Analisi e easter egg dell’episodio

Il 26 gennaio è uscito il Capitolo 5 di The Book of Boba Fett, intitolato ‘Il ritorno del Mandaloriano‘. Nell’articolo vi proponiamo la nostra analisi della puntata e gli easter egg al suo interno.

The Book of Boba Fett – Analisi e easter egg del quinto episodio

Il quinto episodio di The Book of Boba Fett è stato diretto da Bryce Dallas Howard e scritto, come i precedenti, da Jon Favreau. Vediamo insieme gli easter egg all’interno della puntata.

Ritorno in grande stile

Già il titolo è una citazione alla saga, precisamente ad Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi. La puntata si apre in quello che sembra essere un mattatoio, gestito da alcuni Klatooniani (la stessa specie di una delle 3 famiglie a capo di Tatooine). Ma per la prima volta in questa serie non ci troviamo sul famoso pianeta desertico, ma in un luogo sconosciuto che ci verrà rivelato più avanti. E aspettate, il cacciatore di taglie dietro le tende non è Boba Fett, ma il nostro amato Din Djarin.

Il Mandaloriano infatti, dopo aver teaserato la sua presenza nella scorsa puntata grazie al tema che risuonava negli ultimi secondi, torna per la prima volta dagli eventi del finale della seconda stagione di The Mandalorian. Qui lo vediamo in tutta la sua eleganza, con l’armatura e il casco mandaloriano, e anche la lancia in Beskar donatagli da Ahsoka Tano nel Capitolo 13 ‘La Jedi’ nella seconda stagione.

Din Djarin è ovviamente in quel mattatoio per cercare e riscuotere una taglia. Dopo aver perlustrato il luogo, arriva di fronte a colui che sembra gestire il tutto, e il Mandaloriano gli chiede se sappia dove si trovi Kaba Baiz. Ovviamente è una domanda di facciata, poiché Din sa benissimo che Kaba Baiz è proprio quello di fronte a lui, nonostante quest’ultimo neghi ogni evidenza. Nasce un combattimento, non prima che Mando abbia minacciato la taglia con la sua iconica frase “Posso consegnarti vivo, o posso consegnarti morto“.

Din Djarin, grazie alle sue abilità ma anche grazie alla Darksaber (che ricordiamo aveva vinto in combattimento da Moff Gideon nel Capitolo 16 ‘Il Salvataggio’ di The Mandalorian stagione 2), riesce ad avere la meglio sui Klatooniani, anche se a causa della sua poca esperienza con la darksaber, si ferisce da solo alla gamba, facendolo zoppicare. Din riesce ad uccidere anche Kaba Baiz e a prendersi la sua testa.

Nella scena successiva ci viene mostrato dove si trovi il Mandaloriano: nel mondo di Glavis, realizzato su una struttura artificiale a semi-anello (una citazione sia al film di Kubrick 2001: Odissea nello Spazio sia ai due videogiochi Halo e Mass Effect).

Din entra in uno dei turboascensori visti anche in Episodio II – L’Attacco dei Cloni (al cui interno incontra un individuo della razza dei Caskadag) e si reca da un Ishi Tib (la stessa specie di Waks Trode visto in Episodio III) per ottenere la sua ricompensa e le informazioni che gli erano state promesse in cambio della taglia.

L’Ishi Tib prende tempo e cerca di convincere Din Djarin a sedersi con loro, ma quest’ultimo vuole solo sapere come raggiungere gli strati inferiori della città. Dopo alcuni tentennamenti, l’Ishi Tib gli rivela di recarsi al Vicolo Kolzoc.

I Mandaloriani e la Darksaber

Il Mandaloriano si dilegua e si reca nel luogo indicato, e usando il suo scanner ultravioletto scopre che alcune pareti sono state marchiate con il logo del Mythosauro, il simbolo dei Mandaloriani. Seguendo le tracce, Din riesce a trovare, con grande sorpresa, l’armaiola già vista su Nevarro nella prima stagione di The Mandalorian. Ad accompagnarla c’è Paz Vizsla (con l’armatura e già visto anche lui nella prima stagione e che viene doppiato da Jon Favreau), il quale dichiara che ora sono rimasti solo in 3.

L’armaiola chiede a Din cos’abbia causato la ferita e lui risponde porgendo la Darksaber. Una volta impugnata, l’armaiola si prende gioco dell’Impero notando come sia durato meno di 30 anni mentre il credo e la popolazione mandaloriana resistono da 10mila anni, e ripete la regola secondo la quale per poter usare la Darksaber bisogna vincerla in duello (altrimenti si scatenerebbe una maledizione sul loro pianeta) andando a rispondere al dubbio di molti su Bo-Katan in Rebels: in quel caso la spada le era stata consegnata senza vincerla in duello e lei non era mai stata ufficialmente riconosciuta dal popolo mandaloriano.

Din Djarin fa notare come l’elsa della Darksaber sia di una qualità pregiatissima, e l’armaiola spiega che la spada è stata realizzata 1000 anni prima da Tarre Vizsla, il quale era sia Mandaloriano che Jedi e la cui storia era stata parzialmente raccontata nella serie animata Rebels. L’armaiola gli chiede come l’ha ottenuta e lui risponde che l’ha vinta in duello contro Moff Gideon, il quale ora è sotto custodia della Nuova Repubblica. L’armaiola e Paz Vizsla vorrebbero vendicarsi su Moff Gideon per aver sterminato la loro popolazione, mentre Din Djarin crede che debba subire un processo e pagare con la giustizia per i suoi crimini.

L’armaiola chiede anche a Din Djarin come abbia ottenuto la lancia in beskar, e quest’ultimo risponde dicendo che gli è stata regalata da una Jedi che ha incontrato sul suo cammino. L’armaiola afferma che la lancia in beskar può danneggiare altro beskar e potrebbe quindi mettere a rischio l’incolumità di altri Mandaloriani. Din Djarin concorda quindi di fondere la lancia e forgiare qualcosa per Grogu, e il Mandaloriano afferma che vuole rivedere il nostro amato Baby Yoda.

Durante il processo di forgiatura, il Mandaloriano chiede all’armaiola se conosca Bo-Katan, e quest’ultima racconta che l’esponente della famiglia Kryze voleva governare Mandalore basandosi solo sul lignaggio di sangue e sul possesso della darksaber ma appunto, come accennato prima, in quel caso le era stata solo consegnata e non vinta in duello. L’armaiola prosegue spiegando che Bo-Katan era nata in una famiglia importante ma che col tempo ha perso la Via, e che il suo regno è finito in tragedia (confermando la maledizione della Darksaber) poiché l’Impero invase Mandalore in quella che viene definita la Notte delle Mille Lacrime (o Grande Purga Mandaloriana).

Durante il racconto, gli eventi ci vengono mostrati in un flashback e possiamo vedere alcuni caccia bombardieri TIE/sa sorvolare Sundari, la capitale di Mandalore, per bombardarla. Ci viene poi mostrata la devastazione del pianeta in una scena che ricorda molto da vicino il film Terminator, e in questo frame possiamo vedere alcuni droidi imperiali di serie KX (lo stesso tipo di K-2SO visto in Rogue One) e droidi sonda di classe Viper.

L’armaiola accusa appunto Bo-Katan di aver perso la via e di aver attirato la maledizione sul popolo Mandaloriano, e afferma che solo coloro che hanno continuato a seguire la Via sono riusciti a scampare alla maledizione. Alla fine del racconto, vediamo che parte della lancia in beskar è stata convertita in una sorta di catena ad anelli, probabilmente un’armatura.

In seguito, il Mandaloriano si allena con la Darksaber contro l’armaiola, ma i suoi movimenti sono troppo lenti dovuti al fatto che Din sente la pesantezza dell’arma, e lei afferma che ciò avviene perché sta combattendo contro la lama invece di assecondarla. In seguito interviene Paz Vizsla, il quale ricorda che la lama oscura è stata costruita dalla Casata Vizsla, e sfida Mando a duello per vincerla. Entrambi posano a terra i loro jet pack ed incomincia un duello anche abbastanza feroce tra i due Mandaloriani.

Paz Vizsla sembra avere la meglio ma all’ultimo viene sopraffatto e bloccato da Din Djarin. L’armaiola interrompe il duello e chiede ad entrambi se si siano mai tolti l’elmo o se gli è mai stato tolto da altri: Paz Vizsla afferma di no mentre Din Djarin conferma che si è tolto l’elmo. L’armaiola afferma quindi che Din non è più un Mandaloriano, e quest’ultimo chiede come possa espiare le proprie colpe ed essere riammesso nel credo: la risposta è nelle Acque Viventi sotto le miniere di Mandalore, che purtroppo sono state distrutte.

Ritorno a Tatooine e la nuova nave del Mandaloriano

Il Mandaloriano si dilegua e si imbarca in una nave passeggeri per Tatooine (non prima di aver consegnato tutte le sue armi, darksaber inclusa, ad un droide di servizio di serie RX). Durante il viaggio vediamo un Din pensieroso osservare il pacchetto contenente la probabile armatura per Grogu (il pacchetto ha un nodo che gli conferisce una forma simile a quella della testa della razza di Grogu e Yoda). I suoi pensieri vengono interrotti da un bambino della specie dei Rodiani (la stessa di Greedo).

Arrivato a Mos Eisley su Tatooine, il Mandaloriano si reca all’hangar di Peli Motto (la stessa che abbiamo visto nei Capitoli 5 e 9 di The Mandalorian, e anche brevissimamente in un flashback del Capitolo 3 di The Book of Boba Fett), la quale è alle prese con un Ratto Womp che sta aggredendo il suo droide di serie BD. Il droide è della stessa tipologia di BD-1 visto nel videogioco Jedi: Fallen Order (che accompagnava il protagonista Cal Kestis).

Peli Motto è accompagnata anche da tre droidi di serie DUM, da un droide di serie WED-15 e dall’astro meccanico R5-D4 (lo stesso che si rompeva in Episodio IV – Una Nuova Speranza e che avevamo ritrovato nel Capitolo 9 ‘Lo Sceriffo’ di The Mandalorian che conteneva al suo interno la mappa di Tatooie). Il Ratto Womp aggredisce anche la stessi Peli Motto prima di essere ucciso dal Mandaloriano.

Din Djarin afferma di aver ricevuto il suo messaggio che gli comunicava di aver trovato una nave sostitutiva per la Razor Crest (la quale era stata distrutta nel Capitolo 14 ‘La Tragedia’ di The Mandalorian). Peli Motto gli mostra quindi un caccia stellare N-1 di Naboo (comparso in Episodio I – La Minaccia Fantasma e pilotato anche da Anakin), anche se in pessime condizioni e con molte riparazioni da eseguire.

Il Mandaloriano è inizialmente scettico poiché si aspettava una nave più grossa, ma Peli Motto afferma di aver fatto fatica a trovare alcune parti risalenti all’epoca della Repubblica, e gli dice che modificherà il caccia in modo da renderlo più veloce di un Fathier (le creature simili a cavalli che abbiamo visto in Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi, intrappolate su Canto Bight). Inoltre, Peli Motto aggiunge che essendo un tipo di nave molto vecchia, non è presente in alcun registro e che può saltare nell’iperspazio senza usare alcun docking ring (gli stessi utilizzati dalla Repubblica durante le Guerre dei Clonie visti sia in Episodio II che Episodio III).

Parte quindi una sequenza che potremmo definire un Pimp My Ride in salsa Star Wars, con il Mandaloriano che si mette quindi all’opera per riparare la nave, aiutato dal droide BD (il quale proietta degli ologrammi per guidare Mando nelle riparazioni proprio come accadeva nel videogioco Fallen Order), e Peli Motto sopraggiunge portando un assimilatore di potenza turbonico venturi, ottenuto dai Jawa. Il pezzo verrà poi applicato sulla parte anteriore della nave per conferirgli maggiore velocità. Peli Motto presenta quindi due Jawa al Mandaloriano, il quale gli da una lista di pezzi per la nave da recuperare.

Anche in questo frangente vediamo un Din Djarin scettico, ma Peli Motto lo rassicura dicendogli che sa quello che sta facendo perché si è frequentata con un Jawa, e li definisce pelosi (riferimento alla primissima sceneggiatura di Episodio IV in cui i Jawa erano creature pelose, caratteristica andata poi ai Wookiee).

I due si rimettono all’opera riparando la nave e conferendole un deciso upgrade, e utilizzano un droide di serie MPH per dare potenza alla N-1. In seguito i Jawa si presentano con un booster di combustione a densità criogenica, una sorta di lungo tubo di metallo che se vi è famigliare è perché è lo stesso pezzo utilizzato da Han Solo nella scena del compattatore dei rifiuti sulla Morte Nera in Episodio IV – Una Nuova Speranza.

Il Mandaloriano chiede ai Jawa dove abbiano trovato il pezzo e loro rispondono che l’hanno rubato ai Pyke, che come sappiamo ora usano anche Tatooine per il loro commercio di spezie e che hanno preso il comando del pianeta.

Una volta completata la nave (che viene metallizzata togliendole il suo classico colore giallo), il Mandaloriano procede per un volo di test prima sopra Mos Eisley e poi nel Canyon Beggar, lo stesso che costitutiva parte del circuito per le corse degli sgusci visto in Episodio I – La Minaccia Fantasma (si vede anche la staccionata distrutta da Anakin). Din è impressionato dalle performance della N-1 e definisce l’esperienza “Wizard”, stessa espressione utilizzata da Kitster, l’amico del giovane Anakin, in Episodio I.

Din Djarin vola anche nello spazio per testare al massimo le performance della nave. Nel farlo passa accanto alla nave trasporto passeggeri dove rivede il Rodiano di prima, e in seguito viene fermato da una pattuglia della Nuova Repubblica composta da due piloti di X-Wing: uno è il Capitano Carson Teva (già comparso in The Mandalorian ed interpretato da Paul Sun-Hyung Lee), mentre il secondo è il Tenente Reed (interpretato da Max Lloyd Jones, che era anche uno dei due stuntman di Luke Skywalker nel finale di stagione di The Mandalorian).

Il Mandaloriano sembra riuscire a passarla liscia quando Carson Teva lo riconosce dalla voce e comincia a fargli ulteriori domande. Messo alle strette, Din Djarin aziona la sua nuova N-1 alla massima velocità e si dilegua, tornando all’hangar di Peli Motto.

La meccanica a quel punto gli dice che si è presentata “una vecchia amica” ma di averla mandata via. I tentativi di Peli Motto sono stati vani poiché vediamo avvicinarsi Fennec Shand, intrufolatasi nell’hangar nonostante fosse stato sigillato. Fennec consegna alcuni crediti a Din e gli chiede se ha bisogno di un lavoro, spiegando che lei e Boba Fett hanno bisogno di aiuto. La puntata si conclude con il Mandaloriano che le restituisce i crediti, accettando il lavoro ma non prima di voler passare a salutare un “caro piccolo amico” (palese riferimento a Grogu).

Di seguito potete recuperare l’ultima puntata della nostra rubrica Series in cui discutiamo sulla serie del momento:

Invece se volete recuperare le recensioni e le analisi degli episodi precedenti di The Book of Boba Fett vi riportiamo i link qui di seguito:

Recensione Capitolo 1 — Analisi Capitolo 1

Recensione Capitolo 2 — Analisi Capitolo 2

Recensione Capitolo 3 — Analisi Capitolo 3

Recensione Capitolo 4Analisi Capitolo 4

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