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Ahsoka: 5 nomination agli Emmy Awards 2024

La serie scritta, creata e diretta da Dave Filoni con protagonista Rosario Dawson ha ottenuto 5 candidature agli “Oscar” della TV

Ahsoka Tano (Rosario Dawson) in Lucasfilm’s STAR WARS: AHSOKA, exclusively on Disney+. ©2023 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

5 nomination agli Emmy Awards per Ahsoka

La serie Star Wars “Ahsoka” ha ottenuto 5 nomination agli Emmy Awards 2024. La creatura di Dave Filoni, nominato nuovo capo creativo di Lucasfilm, creatore delle serie animate The Clone Wars, Rebels e Resistance e sceneggiatore di The Mandalorian e The Book Of Boba Fett, è stata nominata in 5 categorie:

Outstanding Fantasy/Sci-Fi Costumes

Outstanding Period and/or Fantasy/Sci-Fi Hairstyling

Outstanding Prosthetic Makeup

Outstanding Special Visual Effects

Outstanding Sound Editing

Ahsoka, la recensione degli episodi a cura della redazione di EmpiRa

Episodi 1/5

Rebecca Micol Sergi

Le ultime settimane hanno regalato a molti fan di Star Wars un dono incommensurabile, sorprendente, raro perfino: motivi per ricominciare ad amare la Saga degli Skywalker.

Ovviamente non sarà il nostro caso, ma sappiamo bene quanto il fandom possa essere esigente… e l’unico modo per raggiungere queste aspettative è che le incontri un fan altrettanto esigente.

Dave Filoni ha preso in mano una penna e ha regalato in live action quella magia, ma anche quel duro schiaffo in faccia di vita, guerra, morte e tradimenti, che per anni è stato solo apprezzato da una nicchia grazie alle serie animate.

C’è la novità ma c’è anche la magia che è tanto mancata. Perché The Mandalorian e Andor sono un pezzo del puzzle non solo di qualità, ma assolutamente necessario a completare il sottobosco di una galassia tanto vasta, ma spade laser, un’intera flotta della Repubblica, la Forza, le Guerre dei Cloni… fanno un altro effetto, vero?

Come fa effetto vedere in live action delle vite spezzate, dei bambini gettati senza remore tra gli orrori della guerra, e il Prescelto che compie infine il suo destino.

Non si tratta solo di riportare l’equilibrio nella Forza, ma di mantenerlo. E Anakin questo l’ha imparato, in quanto “tu sei molto di più, perché io sono molto di più di questo”, perché bisogna andare oltre il singolo avvenimento e guardare al quadro più completo.

Come lui non è stato solo Darth Vader, Ahsoka non dovrà rincorrere guerra e vendetta per tutta la sua vita, né tantomeno inseguire fantasmi. La speranza divampa(!) ed è arrivato il momento non soltanto di riprendersi il proprio posto nell’eterna lotta tra il bene, abbracciando il lascito dei propri maestri, ma anche riscoprire un senso di meraviglia e bontà tra nuove galassie e nuovi scenari.

I prossimi passi? Solo altre gioie per i fan della Saga, dove i vari media stanno finalmente raggiungendo una nuova vetta di uniformità senza precedenti.

Che la Forza sia con te, Dave!

Claudio Rossetti

Parlare della serie Ahsoka è davvero molto complesso, esprimere un giudizio o un parere su quello che è questa serie senza farsi prendere dall’emozione è davvero complicato per me.

Con un inizio davvero intrigante che ricorda vagamente una delle avventure di Indiana Jones, mi ha subito conquistato.

Ahsoka è una serie che punta dritto al cuore dei fan di tutti i tipi, da quelli che sono cresciuti con la vecchia trilogia, a quelli che hanno amato Clone Wars, a quelli che adorano la prequel e a i potenziali nuovi fan. Ed è incredibile il rispetto che sta dimostrando per i prodotti del passato, Filoni ha senza dubbio un amore immenso per questa sega, si è dimostrato il degno erede di Lucas.

La storia di Ahsoka riprende un po’ da dove l’avevamo lasciata nella seconda stagione di Mando, alla ricerca del grande ammiraglio Thrawn per evitare che l’ormai distrutto Impero risorga. Ma a ostacolarla troviamo Morgan Elsbeth, la Sorella della Notte, che abbiamo visto sempre insieme ad Ahsoka nella seconda stagione di Mando. Non solo, dovrà scontrarsi con due Jedi caduti (almeno è quello che sappiamo fino ad ora) assoldati da Morgan, Baylan Skoll e Shin Hati.

Tuttavia, Ahsoka non affronterà queste minacce da sola, ritroviamo infatti Sabine Wren e Hera Sybdulla, direttamente da Star Wars: Rebels.

Baylan Skoll è sicuramente il personaggio che mi ha colpito di più, la sua storia tristemente cupa e intrigante mi ha davvero conquistato, personaggio davvero pazzesco e interpretato magistralmente dal compianto Ray Stevenson, scomparso lo scorso 21 Maggio. Sicuramente il personaggio troverà la fine del suo percorso in questa serie, ma spero che abbia una degna conclusione della sua storia e soprattutto mi auguro di vedere qualcosa di più del suo passato e della sua padawan Shin Hati.

Gli episodi usciti fino ad ora sono 5, ma sinceramente non riesco a pensare ad altro che all’ultimo episodio uscito mercoledì scorso. Troppo potente, troppo emotivamente d’impatto per essere messo da parte. Ha totalmente oscurato tutto il resto, almeno dal mio punto di vista, fissando un tassello fondamentale, non solo pe rAhsoka, ma anche per il Jedi Caduto più famoso di tutti, Anakin Skywalker.

Nell’episodio sopracitato vediamo finalmente, la forma finale di Anakin, non è ben chiaro cosa sia stato quel “momento nel tempo”, se il famose Mondo tra i mondi o una qualche dimensione della Forza, ma secondo alcune teorie lette sul web, Anakin, che si presume sia la versione deopo ep. VI, si sarebbe manifestato ad Ahsoka come Forza pura, ovvero come ciò che era destinato ad essere, l’equilibrio fatto persona, in grado di padroneggiare sia il lato oscuro che quello chiaro. Non so se questa sia una teoria accreditata o meno, ma sicuramente è quella a cui voglio credere, il prescelto ha finalmente compiuto il suo destino.

Filoni ha messo in questo episodio, tutta la passione possibile. Personalmente credo che abbia fatto un lavoro pazzesco. Premettendo che non sono un critico cinematografico, giudico solo per quello che mi piace e riesce a colpirmi in tutti i sensi, mi sento di dire che in questo episodio era tutto perfetto, musiche, scenografie, dialoghi, ambientazioni. Per quanto mi riguarda mi è entrato davvero dentro.

In definitiva mi sento di affermare che la serie Ahsoka è probabilmente, la serie che tutti noi stavamo aspettando, incarna Star Wars secondo me al meglio, rievocando lo spirito delle vecchie Guerre Stellari, insieme a The Mandalorian, si sta mettendo sulle spalle la rinascita di Star Wars in tutta la sua bellezza. Presenta, sicuramente, anche qualche difetto ma onestamente sono quelle cose che si perdono un po’ quando si ha un prodotto come Ahsoka.

Mi scuso se ho detto poco e nulla dei precedenti episodi, ma onestamente non ho un pensiero lucido, riesco solo a focalizzarmi su quello che ho visto nell’ultima puntata. Credo che questa sia anche po’ la forza di una serie fatta bene, colpirti talmente tanto da non riuscire a farti pensare ad altro. Di Fatto sono fermo a quella frase che Anakin dice ad Ahsoka prima di lasciarla: “Hai ancora speranza.”

Una frase che racchiude un po’ lo stato d’animo di tutti noi fan per questa saga, la speranza.

Nicola Cancellara

Star Wars: Ahsoka è una serie incredibile. Lo è in senso letterale: nessuno di noi infatti si aspettava di vedere ciò che abbiamo visto negli episodi usciti finora, senza contare che ne mancano ancora ben tre al termine della prima stagione. Con questo prodotto Dave Filoni sta indelebilmente marchiando il suo nome sul franchise, ancor più che in passato, portando in live action situazioni e personaggi nati nelle serie animate o nel Legends e che qui, vista la natura della serie, sono più incisivi che mai. Sia chiaro, non è una serie perfetta: le sbavature ci sono, prima tra tutte la caratterizzazione di una Nuova Repubblica che sì, certamente è fallimentare come la storia ci insegna, ma che qui è oggettivamente dipinta come un insieme di politicanti ciechi senza consapevolezza del passato ribelle. Letteralmente, sembra stia facendo di tutto per collassare su se stessa: ignorare l’evidenza dei fatti, dei pericoli imminenti, è sì funzionale all’incedere degli eventi dei protagonisti, ma il modo in cui ciò è mostrato a schermo fa crollare la sospensione dell’incredulità, che invece è condizione necessaria e sufficiente alla coerenza narrativa di un prodotto, sia questo un romanzo, una serie tv, un film o un videogame. Se non altro, ciò esaurisce gli aspetti che non mi convincono: per il resto so di aver davanti un prodotto scritto con il cuore, con una cura e un rispetto per i personaggi che ho visto troppo poco nel passato di Star Wars, fatta eccezione per le dette serie animate, per Andor, e per la seconda stagione di Mando. Mi rende felice sapere di non essere l’unico a pensarla così: Ahsoka ha riacceso l’interesse dei fan per il franchise, ci sta tenendo svegli a notte fonda a fare refresh sul browser per vedere ciascun episodio appena uscito, ci sta facendo porre domande, avanzare teorie sul futuro, chiacchierandone tutti insieme, cosa che (personalmente) non mi accadeva dai tempi di Mando 2. E ciò mi da “speranza”, perché questo brand, a differenza di quanto molti pensano, è vivo e vegeto e ha ancora moltissimo da raccontare. Non dimentichiamo che proprio questi primi cinque episodi ci stanno portando a un punto di svolta epocale nell’intera storia di Star Wars: la scoperta di una nuova galassia, dove potenzialmente c’è carta bianca per tutto, per nuovi personaggi, nuovi modi di interpretare la Forza, magari persino i tanto attesi collegamenti al Legends che, mi rendo conto, sarebbero stati “ingombranti” in altri contesti. Insomma, non ho bisogno di attendere la fine della serie per affermare con certezza che Dave Filoni si è (ancora una volta) guadagnato la mia fiducia da fan, e fosse per me affiderei a lui praticamente ogni prodotto ambientato nella galassia (o dovremmo dire galassie?) lontana lontana. Ahsoka Tano, poi, è in assoluto il mio personaggio preferito di Star Wars da prima che diventasse mainstream, e ho temuto che venisse rovinato, in qualche modo trattato male, paura più che lecita nel momento in cui si tiene concretamente a qualcosa. Ad oggi affermo con orgoglio che questo rischio non c’è, per cui avanti tutta verso un finale di stagione che dovrà dare ancor più di quello che la serie ha dato finora. Ne riparleremo! 

Fabio Pupin

Dave Filoni è l’Erede. Il Padawan diventato Maestro.

Lo sapevamo già, ma serviva ribadirlo per chi è salito solo con “Ahsoka” sul treno dei vincitori. Filoni sa, Filoni capisce, Filoni è uno di noi.

Dopo cinque episodi della serie dedicata alla nostra Togruta preferita, non so voi, ma io sono finalmente tranquillo, rassicurato dall’evidenza che Dave si sta prendendo cura di Ahsoka con l’amore che merita. Ce la ricordiamo alle sue prime apparizioni come Snips, ma ogni tanto dimentichiamo che si è trovata coinvolta in tutte le guerre della galassia fin da bambina, che tutti i suoi amici sono morti o l’hanno abbandonata o sono stati abbandonati. Un personaggio in qualche modo perso, che vaga senza pace. E ora sappiamo che l’idea mai nascosta di Dave di tramutare Ahsoka in un Gandalf starwarsiano – ne ha più volte apertamente parlato – si sta concretizzando.

Grazie Dave, sappiamo che la tratterai bene.

Come sta trattando bene l’intera saga. La riempie di citazionismo cinematografico e c’è spazio per tutto e tutti, da Star Trek all’immancabile Kurosawa. C’è ovviamente una continua rima con la saga stessa. “Ovviamente” non perché succeda sempre, ma perché succede sempre se c’è Dave. C’è tutto il tempo che serve per le vecchie conoscenze, tutte, senza alcuna eccezione, splendide, a cominciare da una Sabine che regala e continuerà a regalare. Ci sono i nuovi personaggi, che come tutti i nuovi personaggi starwarsiani quando sono scritti bene c’è Dave, ti fanno venire un’irresistibile voglia di saperne di più. Il duo Baylan e Shin su tutti, due figure dal fascino potentissimo, ma non dimentichiamo Jacen, in quella perla di scena sulla scogliera.

C’è però un problema ancora irrisolto, manco a dirlo, che purtroppo non può che preoccuparmi: se Dave è l’Erede di George, non è e non sarà mai l’Erede dell’Impero. George Lucas, nel bene e nel male, era a capo del suo impero. Dave no. E di mezzo, in questo momento, rischia di finirci Thrawn. Il rischio è che un personaggio come Thrawn, con all’orizzonte il muro a cazzo di cane della trilogia sequel, si riduca a parentesi tra Palpatine e “somehow Palpatine returned”. La sequel è lì e ci rimarrà. I tentativi di farcela digerire avvicinandola pian piano, seppure lodevoli, semplicemente non stanno funzionando. Non sono nemmeno del tutto sicuro che Filoni abbia colto tutto il potenziale che Thrawn può offrire, perché a onor del vero il suo Thrawn in Rebels era poco più di un sofisticato villain, una semplificazione del personaggio letterario di Timothy Zahn. Thrawn, con tutta la lore extragalattica di Ascendenza e Grysk che si porta dietro, sminuito a nemesi secondaria da liquidare in una serie TV, sarebbe l’ennesima ferita che dovremo subire per colpa della sequel. Chiaro, Filoni sa, Filoni capisce, Filoni è uno di noi e quindi confidiamo nel miracolo che solo lui può regalarci negli ultimi episodi di questa prima stagione.

Manuel Bettuzzi

Come se mancassero conferme, Dave Filoni si dimostra ancora una volta il VERO CREATORE delle VERE GUERRE STELLARI. Avrei voluto scrivere NUOVE GUERRE STELLARI, ma in realtà Dave ci regala emozioni, storie e personaggi incredibili da lunghi anni. 

Sono estremamente felice che i fan, internet e tutto il mondo stia conoscendo l’uomo che ha reso grande questa saga quanto il suo creato, George Lucas. 

Ahsoka è un prodotto davvero ben fatto. Sicuramente non privo di difetti, ma sicuramente si possono contare sulle dita di una mano. Ci tengo a specificare che quando parlo di difetti, ai miei occhi sono piccolezze o necessità di narrazione, che non hanno minimamente influito sulla visione e il completo godimento di questa serie incredibile. 

Con Ahsoka abbiamo una serie pienamente orizzontale, una trama e una storia che si sviluppano con i loro tempi lungo le puntate, passando per gli innumerevoli personaggi incredibili della serie; alcuni nuovi, altri invece già conosciuti. 

La cura, la grazia, l’eleganza con cui Dave crea storie e personaggi è inimitabile, ogni singolo personaggio ha uno scopo e un ruolo nella storia. La caratterizzazione è unica e la scelta degli attori magistrale. Ci troviamo davanti ad un’epica rara, che fa impallidire moltissimi prodotti del grande schermo e moltissimi degli altri prodotti usciti in questi anni (non solo Star Wars). 

Il tutto viene contornato da un comportando tecnico INCREDIBILE, con effetti visivi, costumi e coreografie degne di un Blockbuster a tripla A. Navi spaziali, combattimenti, spade laser e tutto quello che abbiamo sempre amato sono in armonia completa con la storia e il loro realismo e credibilità non è mai stata così alta. Insomma, un vero orgasmo visivo. 

Come non citare le musiche… WOW. Tutte uniche, inimitabili e gestite a regola d’arte. Pelle d’oca garantita a ogni scena importante. Insomma Ahsoka si potrebbe definire un’orchestra, diretta da un grande Direttore, che fa suonare tutti i comparti con un’armonia unica e inimitabile che solo chi ha potuto godere di The Clone Wars e Rebels può comprendere. 

Le cose da dire su queste cinque puntata di Ahsoka sono tantissime, ma credo che cadrò nello scontato e mi concentrerò a parlare DELLA PUNTATA. 

La quinta puntata di questa serie non è semplice fan service, non è scontata, non è Anakin Skywalker… è Star Wars. Star Wars visto dagli occhi di chi lo conosce davvero, di conosce i fan e sa che meritano puntate come questa. Per noi fan queste puntate sono rare, inutile nasconderlo e forse è meglio così. Fanno parte di una cerchia ristretta di prodotti che sono un sogno per tutti quelli che hanno seguito Star Wars da sempre, quelle scene con credevi non sarebbero mai arrivate. 

Si può lodare ogni singolo frame, nota, frase, movimento e costume di questo episodio. È incredibilmente tutto al suo posto, tutto funziona insieme e ci regala un’emozione indimenticabile. 

Nessuno fermi mai l’uomo col Cappello, vai avanti tutta Dave, alza il tuo cappello e portaci lontano a volare tra le stelle con te. Le stelle delle VERE GUERRE STELLARI.

Episodi 6/8

Domenico Rizzo

Ho sentito molte persone dire che “Ahsoka” ha fatto riassaporare ai fans il gusto delle
“vere guerre stellari”; non sono d’accordo su questo concetto in quanto, a mio avviso,
Star Wars non è solo spade laser, jedi, morte nere etc… questi sono elementi fondamentali,
affascinanti e suggestivi della saga ma non ne rappresentano l’essenza.

Per come la vedo io, l’essenza di Star Wars, almeno nella trilogia originale di George Lucas,
è la ricerca di una metafora della vita, espressa tramite l’approfondimento di valori, principi
e ideali che muovono i protagonisti all’interno di una galassia utopica e suggestiva; negli
ultimi anni, io personalmente, la rappresentazione di questi valori l’ ho ritrovata soprattutto
(o forse unicamente) in “Andor”.

Giudicando quindi “Ahsoka” con un po piu’ di distacco e limitandomi ad annoverarla unicamente come un prodotto della Lucasfilm inserito nella saga di Star Wars, penso sia una serie ben fatta in cui Filoni non ha voluto rischiare nulla, allineando principalmente il suo lavoro ai desideri dei fans, ma non riuscendo a chiudere il cerchio nell’ultima puntata
A molte domande ha dato ottime risposte: Quanti di noi desideravano vedere Thrawn in live action?

Quanti di noi volevano conoscere il destino dei protagonsiti di Rebels? Quanti di noi erano
intrigati da un Ahsoka protagonista di una serie tutta sua, dopo essere sempre stata una spalla di altri protagonisti in tutte le sue apparizioni?
Filoni ci ha dato tutto questo, creando un filone narrativo che sembra essere in tutto e per
tutto una sorta di quinta stagione di Rebels, e che risponde ai tanti quesiti che i fans si
ponevano.

Qualcuno ha obiettato che questa serie presenta qualche difficoltà di comprensione a coloro che non hanno mai visto “Clone Wars” e “Rebels”… io dico “chissene”…. A me interessa la saga, la continuità e l’omogeneità della stessa (a volte in passato mal curata)… chi vuole approcciarsi ora a SW non può pretendere che ogni prodotto contenga un bignami dell’intera saga.

Passando agli interpreti, trovo che la scelta degli attori (dal punto di vista fisico) e il
successivo lavoro di makeup sia stata azzeccato per tutti tranne per Lars Mikkelsen, che a me non ha trasmesso il cinismo e la glacialità del Thrawn di Rebels, mentre sulle caricaturizzazioni degli altri personaggi ho trovato qualche falla; In Rebels la figura di Sabine poneva su due caratteristiche che la identificavano: la bravura con gli esplosivi e la passione per i graffiti (il casco cambiava disegno ogni volta). In questa serie non si fa accenno a niente di tutto questo. Un po come dire…se al posto di Sabine mettevano Hera alla ricerca di Ezra sarebbe stata praticamente la stessa cosa
Non mi è piaciuta nemmeno la remissione che contraddistingue Mon Mothma… dai… è stata la leader dell’alleanza ribelle, ha sconfitto l’impero e per farlo ha sacrificato tutto e ora è in
soggezione davanti a 4 senatori ignoranti?

Ovviamente gli aspetti positivi della serie ci sono e sono tanti; gli effetti speciali e la
colonna sonora sono fantastici, I Purrgil in live action meravigliosi, lo spezzone di Anakin e
Ahsoka nel mondo dei mondi e poi durante la guerra dei cloni è spettacolo puro, i nuovi personaggi di Baylan Skoll e Shin Hati sono suggestivi e affascinanti… tante cose, vecchie e nuove, che ci sono e vanno sottolineate e che rendono merito a Dave Filoni, che si è dimostrato, per l’ennesima volta, uno dei pochi della Lucasfilm in grado di capire cosa emoziona il pubblico piu’ affezionato di SW.

Peccato che nel giudizio finale non si possa non considerare l’inconsistenza dell’ultima puntata. Non basta un duello tra Ahsoka e Morgan Elsbeth a concludere un arco narrativo che di fatto non si conclude (per scelta).
Con un po di buona volontà, un fans come me può anche accettare un finale aperto per futuri prodotti, ma non posso non sottolineare come alcuni aspetti, tra l’altro molto suggestivi della serie, vengano chiusi frettolosamente o addirittura non vengano proprio chiusi.

Cosa mi rappresenta l’ultima scena con Baylan Skoll? Ha trovato ciò che stava cercando?
E se l’ha trovato cos’era? E se non l’ha trovato cosa sta facendo? Che peccato non dare un senso finale a un personaggio cosi’ bello.
E ancora…. Ezra non ha un minimo di dispiacere per aver abbandonato Ahsoka e Sabine?
La trasformazione di Morgan Elsbeth in strega che rituale è? Se Ahsoka è arrivata su quel
pianeta con i Purrgil perchè non può riutilizzarli per tornare indietro? Perchè decide
(per l’ennesima volta in tutta la saga) di fermarsi e di tirarsi fuori dalla imminente guerra?
No! La puntata finale è stata una delusione grossa che ha, purtroppo, inquinato il giudizio su
tutta la serie

Voto finale ad Ahsoka: 6 (fino alla settima puntata voto 7)

Davide Triglia

La scorsa settimana, si è conclusa Ahsoka, questa serie tv ha rappresentato una boccata d’aria fresca per l’universo di Star Wars e per l’ondata di prodotti targati Disney plus.

Ahsoka è la prova definitiva che Lucasfilm ha tutte le carte in regola per sfornare prodotti televisivi di qualità sotto ogni aspetto. Infatti quest’ultima serie non pecca sotto nessun aspetto, la colonna sonora è azzeccata in ogni momento, la messa in scena risalta perfettamente il mood e le vibe che deve trasmettere e più importante di tutti la scrittura dei personaggi rende ancor più iconici elementi già conosciuti senza però oscurare i nuovi. Una pecca che ho percepito e purtroppo mi è dispiaciuto è senza ombra di dubbio la durata, tipico problema di queste serie, il formato da 6-8 episodi e da 35/40 minuti a capitolo, rende il tutto più frettoloso non prendendosi i giusti tempi. La cosa che più ho gradito è sicuramente il finale, apertissimo, palesemente in vista di una seconda stagione che ci porterà a una conclusione in sala! In tutti questi anni di serie tv ci hanno preparato a ciò che deve venire, ora vogliamo che tutte le pedine si muovino verso il capitolo finale per completare l’opera che filoni ha iniziato con The Mandalorian. Sperando di non rimanere delusi, poiché ormai l’asticella ha raggiunto un punto molto alto e l’hype è da tanto che non era a questi livelli.

Luca Fracchia

Alcuni giorni fa, cominciando a scrivere questa breve recensione ho esordito così: Com’è “Ahsoka”? Assolutamente straordinaria! Un’avventura epica che mi rimarrà impressa a lungo. Dopo aver visto l’episodio finale direi lo stesso? Tutto sommato sì, anche se forse con qualche riserva in più. 

Partiamo dicendo che dopo i recenti alti e bassi a cui ci ha abituati la Lucasfilm, in Ahsoka sono ritornato a respirare le Vere Guerre Stellari. Fin dal primo episodio, Filoni ci prende per mano presentandoci personaggi ed elementi classici della saga, per condurci a bordo di balene spaziali verso una via del tutto nuova di cui avevamo tremendamente bisogno. Il tocco fantasy presente in ogni frame restituisce quel ‘sense of wonder’ che mi ha fatto innamorare di quella galassia lontana lontana. 

Menzioni speciali per produzione, di ottimo livello e musiche, sempre sul pezzo e che mi hanno emozionato in più di un’occasione. Se prima dell’ultimo episodio ero pronto a salpare ad occhi chiusi a bordo di un Purgill sventolando il mio cappello da cowboy, diciamo che ora Filoni deve ancora conquistarsi la mia completa fiducia. Sono sicuro che lo farà con la seconda stagione. 

Che dite? Non l’hanno ancora annunciata???

Fabio Pupin

Do. Or do not. There is no try.

Ecco. Come spesso capita non sempre è possibile applicare la lezione di Yoda. Così, finita questa prima stagione di Ahsoka, ci ritroviamo con un prodotto che rasenta la perfezione – intesa come perfezione in Star Wars, cioè con tutta una serie di dimenticabili cazzatine –, che si impegna fino in fondo, ma che sul finale si scontra con la dura realtà. Ora, io non so se la produzione sia stata complicata dallo sciopero degli scrittori, dall’idea di creare un Mandoverse con filmone finale – idea che mi getta nella mestizia fin dal nome -, dalla morte di Ray Stevenson o da chissà quale altra necessità, dictat o cambio di programma in casa Lucasfilm. Ho però la sensazione che il finale di stagione non sia quello che avremmo potuto vedere. Qualcosa è stato tagliato, qualcosa rimontato e, chissà, forse un giorno scopriremo che qualcosa è stato pure rigirato. E non sto parlando delle nostre aspettative. Sto parlando della sensazione che “avrebbero potuto raccontarlo meglio” e del sospetto che qualcosa glielo abbia impedito all’ultimo. Oltre non mi spingo perché sarebbe ridicolo.

Fatta questa premessa, si chiudono i cerchi che si devono chiudere, tutto sommato. Thrawn, dato per morto o almeno sconfitto alla fine di Rebels, riesce a tornare nella galassia, si rintana su Dathomir e proseguirà con il suo misterioso piano. Non raggiunge le vette letterarie e resta un semplice villain, per quanto brillante, ma forse ha anche senso che sia così. Forse sarebbe stato troppo. Ci sarà tempo per Chiss, Ascendenza e Grysk. Ezra, che lo aveva trascinato con sé nella galassia di Peridea, torna a casa nascosto a bordo della Chimaera. Resteranno avversari e ci divertiremo.

Ahsoka  e Sabine rimangono su Peridea, finalmente unite. Finalmente Maestra e Padawan, senza abbandonarsi (tra di loro, alla Forza sì). Mi è piaciuto che Sabine sia una force-user? No. Riesco a sopportarlo, curioso di come andrà? Si, molto. Mi è piaciuto che su tutto l’evolvere di Ahsoka, e dunque anche sul suo rapporto con Sabine, vegli la figura di Anakin? Tantissimo e grazie Andrea Lemmi per averlo sintetizzato in un commento della live: prima attraverso il ricordo [o visione], poi con una registrazione, infine nel presente.

Necessariamente Baylan e Shin nell’ultimo episodio sono sacrificati. Mi sembra talmente palese che commentarne l’epilogo sarebbe un esercizio inutile. Hanno avuto uno splendido senso finché c’è stato modo. 

Insomma. Mi sono divertito, tanto. Ho sognato, tanto. In diverse occasioni qualcosa mi si è infilato negli occhi. Sul finale sono rimasto un po’ confuso da un episodio che resta un po’ troppo vago, ma lo giustifico con la spiacevole sensazione fatta in premessa. Non me la sento di misurare l’intera stagione su quello, credo che sarebbe davvero ingiusto. Mi resta la più bella serie live-action vista fino ad oggi e la speranza che possa aprire davvero nuove strade, al prossimo tentativo.

Rebecca Micol Sergi

Sono una fan di Star Wars semplice: inizio una serie e partono già le aspettative e le mille teorie che, il più delle volte, non saranno riscontrabili nella realtà dei fatti.

Questo finalmente non si può dire per Ahsoka, che al netto delle teorie troppo elaborate e che forse avranno bisogno di più tempo per vedere la luce, finalmente – ancora una volta – denota la costruzione di una storia pensata per i fan di Star Wars.

Perché? Perché scritta da un altro fan che sa benissimo cosa si aspetta il pubblico, quali teorie sono fattivamente plausibili e che si dà il tempo, sempre, di costruire una storia che raggiunga il culmine quando il pubblico si è dato il tempo e il modo di scandagliare tutti i dettagli ed affezionarsi ai personaggi.

Le storie di Filoni non sono mai usa e getta, mai veloce o super pompate per incontrare rapidamente le aspettative di un pubblico generalista. Il Maestro Dave sa perfettamente quante storie si intersecano nella Galassia e quanti dettagli non aspettano altro che emergere, e di non rimanere confinati sotto la superficie per cercare invece di accontentare un pubblico quanto più vasto possibile.

Un errore che ha rischiato di spersonalizzare Star Wars – e che lui di certo non ha voluto lasciar passare in Ahsoka – ma finalmente stiamo percorrendo la strada giusta.

E ora? Questo desiderio di ulteriori spade laser non si colmerà da solo. Quanti giorni mancano per Acolyte?

Cristiano Fusetti

Una serie per cercarli,

una serie per trovarli,

una serie per ghermirli e 

alle Vere Guerre Stellari incatenarli!

Là nella galassia lontana lontana, dove la

magia mai si spegne…

La serie è Ahsoka e le sue “vittime” compiaciute siamo noi fans delle Vere Guerre Stellari appunto.

Nella mia personalissima classifica delle serie TV, ambientate nella galassia lontana lontana, mi sento di collocare Ahsoka ai primissimi posti; solo Andor la supera (con distacco) e Mando 2 direi che la eguaglia.

A mio avviso una serie solida, con volti noti ai fan di Rebels, portati ottimamente in live action e nuovi personaggi altrettanto interessanti: che bellezza conoscere Baylan Skoll e la sua giovane apprendista Shin, destinati ad entrare nel cuore degli appassionati! Inoltre la messa in scena visiva è di altissimo livello e le immagini sono accompagnate da una colonna sonora sempre presente ed efficace.

Ahoska regala momenti di pura meraviglia visiva! Pensate alla scena, per me quasi commovente, del volo dei purgill: sfiorano le navi della Nuova Repubblica, così maestosi e placidi che gli equipaggi degli incrociatori non possono che guardarli ammirati e stupefatti; e noi con loro, spettatori al di qua dello schermo. Magico.

Gli episodi da 1 a 7 vanno avanti con il giusto ritmo, raccontano, spiegano, snocciolano lore, ci portano in pianeti mai visti e alla fine ci fanno saltare addirittura in una galassia del tutto nuova. Qui si aprono praterie di possibilità per la saga, poteri misteriosi giacciono nascosti in attesa di essere riscoperti, i destini di molti si compiranno in questo nuovo angolo di universo. Brividi e meraviglia. Non sono esenti da piccole sbavature in termini di scrittura, ma la narrazione e quindi l’apprezzamento della storia non ne sono penalizzati. Bra-vi!!

Se un difetto devo trovare è che le puntate sono corte e di lunghezze differenti, capisco il discorso economico, ma vorrei sempre episodi di 60 minuti. 

Il season finale è l’episodio più debole e resta il mio unico cruccio su questa serie. L’episodio, infatti, mi sembra significativamente diverso dai precedenti per come è realizzato e raccontato; la regia sembra più superficiale, meno ispirata, certe scelte narrative mi sono sembrate troppo veloci e forzate,  buttate li senza cognizione particolare di cosa si stesse facendo. Resta un episodio discreto che fa il suo lavoro di portare a termine questa stagione, stendendo un tappeto rosso all’inizio dei lavori sulla prossima, che spero che venga annunciata al più presto!

Ahsoka si merita dunque un bell’8 e mezzo e una pacca sulla spalla al buon Filoni e ad suo team: bella Dave! mi ha ricaricato di entusiasmo e di voglia di vederne e saperne di più!

Intanto stiamo qui, quieti quieti, aspettando notizie e la prossima serie che verrà, sempre “incatenati” alle Vere Guerre Stellari.

Franco Stringat

Cosa dire della serie Disney Plus Ahsoka, ovvero la quinta stagione live action di Rebels? Ottima serie tra le ultime prodotte di Star Wars, con un’introduzione di nuovi personaggi tra cui spunta per la sua grande prova attoriale il compianto Ray Stevenson nel ruolo di Baylan e di Ivanna Sakhno nel ruolo di Shin; la prima volta in di Sabine, Hera, Chopper, e del stupendo Huyang! Bellissimo personaggio mai fuori posto nelle vicende e dall’umorismo mai eccessivo. E che dire di  Thrawn? non reso esteticamente nel migliore dei modi, ma ad alcuni tratti la sua mente militare visti in altri medi a è ben presente.

Puntata migliore a mio gusto la quinta, quando Ahsoka nel mondo tra i mondi ha la sua visione di lei insieme al suo maestro Anakin nelle Guerre dei Cloni! Sperando in un futuro prossimo a una serie di The Clone Wars.

Finale di serie bello ma frettoloso andava allungato in più puntate 

Alla fine Ahsoka si può definire VGS e aspettiamo una eventuale seconda stagione o la continuazione degli archi narrativi lasciati in sospeso, come fatto con il personaggio di Baylan.

Lorenzo Tattoli

Non voglio dilungarmi con premesse sul mondo Star Wars, su informazioni soggettive o difetti che ormai tutti non vedono l’ora di enunciare.

Certo la sospensione della credulità è importante, ma personalmente ritengo la prima stagione della serie Ahsoka un bellissimo modo per immergermi in un mondo di fantasia e fantascienza, due elementi che più di tutti mi piacciono nei programmi televisivi.

Il fascino dei Jedi e delle spade laser, è molto presente, facendomi brillare gli occhi e palpitare il cuore.

Personaggi affascinanti e misteriosi, per i quali trovare empatia, a volte repulsione e perché no anche immedesimazione.

La storia che ci viene presentata è intrigante, per cui si aspetta con trepidazione l’episodio successivo.

Purtroppo questa stagione finisce con tante questioni in sospeso e dovremo aspettare prima di vedere il seguito.

In conclusione ho molto apprezzato questa serie e non di meno le chiacchiere con gli amici sulla stessa.

Nicolò Rigobello

Finalmente Ahsoka mi ha ridato le Guerre Stellari che ho imparato ad amare. Quelle fatte di avventura, spazio misterioso e fantasy. Tanto fantasy. Si, perchè se c’è una cosa in cui Ahsoka è riuscita benissimo, è l’aver rimesso Star Wars sui binari del fantasy che tanto gli spettano. Troviamo cavalieri, cavalieri a cavallo, streghe, non-morti, creature e ambientazioni epiche.

Facendo la somma di queste 8 puntate mi sbilancerei dicendo che, per me, è la miglior serie di Star Wars vista fino ad ora.

Avevo veramente bisogno di rivedere l’avventura, ma soprattutto di rivederla in questo modo: una storia raccontata con orizzontalità che mi ha esaltato in tanti momenti, mi ha messo tanta curiosità di proseguire e mi ha fatto viaggiare con la fantasia facendomi pensare alle teorie più assurde. A questo si aggiunge un’estetica a metà tra il fantasy e il Giappone feudale che è una gioia per gli occhi e delle musiche che elevano tutte le scene più epiche.

Per quanto riguarda i personaggi, invece, ho alcune perplessità.

Ho trovato i due protagonisti più importanti della serie un po’ sottotono: Ahsoka, interpretata benissimo da Rosario Dawson, mi è sembrata quasi un personaggio secondario. Non è mai stata centrale nei momenti chiave della serie, se non nella prima dove ha trovato la mappa e nell’ultima dove ha sconfitto Morgan Elsbeth. In tutti gli altri momenti invece l’ho trovata assente o di supporto agli altri personaggi. Questo mi ha fatto storcere il naso.

L’altro protagonista che mi ha deluso è stato Thrawn. Tante frasi e tante scelte strategiche che me l’hanno fatto passare come un imperiale qualsiasi ma soprattutto non l’ho mai avvertito come minaccia. Perchè dovrebbe fare paura un grand’ammiraglio con una sola nave, rattoppata qua e là? Quando dall’altra parte c’è una nuova Repubblica con flotte e Jedi dalla loro parte? Certamente il fatto che arrivano su Dathomir all’ultima puntata mi fa pensare che c’è qualcosa sotto che ancora non sappiamo e di sicuro la magia delle streghe avrà un qualche ruolo sulla potenza che sprigionerà l’armata di Thrawn. Ma ciò non è abbastanza, riferito a quello che abbiamo visto, per farmi avvertire la stessa paura che provano ad esempio Mon Mothma o Hera.

L’ultimo punto negativo l’ho trovato nella coppia Ahsoka-Sabine. Per me una coppia che non funziona, senza alcuna alchimia. Da una parte una maestra che dava l’impressione di non aver voglia di addestrare, dall’altra un’apprendista che aveva la testa da tutt’altra parte. Non c’è stato, per me, un solo momento che mi ha convinto del fatto che fossero una coppia di maestro e apprendista in sintonia. La coppia Baylan-Shin invece mi ha convinto da subito e in ogni momento in cui sono stati presenti. Loro avevano un’alchimia fantastica che non ho ritrovato in Ahsoka e Sabine. Penso, inoltre, che per far incastrare il personaggio di Sabine dentro la “casella” apprendista, le abbiano fatto fare diversi passi indietro. La ricordo da Rebels come una ragazza sicura e abile. Invece in Ahsoka l’ho trovata immatura e insicura.

Tutto ciò però non ha influito sulla visione della serie. Le cose belle hanno superato di gran lunga i piccoli lati negativi, soprattutto nell’ultima puntata. Baylan e Shin fantastici, ad esempio. Dei villain non ben definiti, misteriosi e interpretati benissimo, mi hanno convinto fin da subito. Huyang l’ennesimo droide perfetto, battute divertenti e sempre nei momenti giusti. Hera “2% club” Syndulla super convincente. Ezra entrato nel personaggio come Cannavaro sugli attaccanti del mondiale 2006.

E poi Hayden. E’ stato forse l’Anakin più Anakin che abbiamo mai visto. Convincente, terrificante quando doveva esserlo e paterno quando Ahsoka ne aveva bisogno.

I nuovi trooper esteticamente molto belli e interessanti. Per non parlare poi di una cgi sublime e un comparto tecnico veramente favoloso.

Insomma, Ahsoka promossa a pieni voti perchè ha dimostrato che si possono ancora raccontare storie sui Jedi con originalità. Ha dimostrato che Star Wars ha ancora tanto da dire.

Marco Puglia

Al netto dei passi falsi di Boba Fett e Obi Wan (che in ogni caso contenevano alcuni elementi interessanti), The Mandalorian prima e Andor poi hanno regalato ai fan di Guerre Stellari delle storie narrate come si deve, con la giusta attenzione ai particolari e una certa coerenza generale. Di conseguenza c’era molta aspettativa nei confronti di questa nuova serie, perché molti fan pensavano e speravano che Disney/Lucasfilm avesse finalmente trovato la strada giusta per raccontare Star Wars. 

Faccio un inciso, per chiarire a chi sta leggendo il mio punto di vista: stiamo parlando di storie fantastiche, di qualcosa che non esiste, di mondi inventati, di tecnologie che non sono reali ed esistono solamente nell’immaginazione degli sceneggiatori, non mi aspetto la perfezione, accetto anche qualche licenza e qualche libertà narrativa, ma l’importante, per me, è che quanto viene messo in scena sia coinvolgente per gli spettatori al punto di farli sentire parte di quella storia, dove i vari pezzi vengono messi insieme per creare un quadro godibile e che tutto abbia un senso.

Con questo dovuta premessa, partiamo da una delle grosse difficoltà affrontate da Ahsoka: quella di portare in live-action una storia che avevamo conosciuto e apprezzato nelle serie animate Clone Wars e Rebels. Gli spettatori a digiuno di questi antefatti, avrebbero potuto non apprezzare a pieno i personaggi, perché mancanti del background e dei legami che li univano e, in effetti, questa è stata una delle critiche mosse alla serie durante i primi episodi che, però, personalmente condivido solo parzialmente. Nonostante tutto ci sono elementi disseminati nei vari episodi (sguardi, dialoghi, azioni) che ci raccontano parte di quello che è stato, senza necessariamente essere vincolati ad altri prodotti.

Dave Filoni, sceneggiatore di tutta la stagione, ha cercato di darci tutte le informazioni necessarie per capire i personaggi, introducendone di nuovi e parlandoci dei loro rapporti ed in questo aspetto che possiamo apprezzare alcune delle cose migliori di questa serie.

L’arrivo di Baylan Skoll e Shin Hati, sono una ventata di aria nel panorama di Star Wars. Non si conderano Jedi, ma l’apprendista porta il codino simbolo dei padawan, non appartengono ai Sith, ma usano spade laser di colore rosso e si contrappongono alla nuova repubblica. Baylan in particolare è alla ricerca di qualcosa e accetta di aiutare i veri villain della storia, solamente per raggiungere il proprio obiettivo. Non sappiamo di cosa si tratta e al termine della stagione non ci viene spiegato, se non offrendoci qualche riferimento agli Dei di Mortis che potrebbero portarlo all’origine stessa della forza.

Ancora più oscuro invece è il destino della sua apprendista Shin Hati. Rimasta orfana del proprio maestro, si trova persa e combattuta tra le parole di Baylan, che le dice di trovare il posto nell’impero e i dubbi che la portano invece a unirsi a una tribù nomade su Peridea.

Un altro personaggio, già visto nei fumetti, nei libri e nelle serie animate, che finalmente giunge in live-action è una figura che ha guadagnato, nel tempo, il rispetto e l’amore di tantissimi fan in tutto il mondo e la sua apparizione è stata accolta con grande entusiasmo: il grande ammiraglio Thrawn.

Si tratta di un cattivo anomalo, principalmente uno stratega devoto all’impero che però ha una sua personale idea di guida della galassia. Nella serie vive un po’ a corrente alternata, in certi momenti emerge il suo essere calcolatore e l’avere tutto sotto controllo, in altri invece si dimostra ingenuo, prevedibile e si comporta come un classico ufficiale dell’impero.

Non posso dire che mi abbia deluso, ma forse è rimasto un po’ sotto le aspettative che erano maturate dopo quanto raccontato nei libri di Timothy Zahn, il creatore del personaggio.

La serie attinge a tutto l’immaginario creato da Dave Filoni, rappresentando, in qualche modo, la consacrazione della propria visione dell’universo di Star Wars. Ne sono la prova anche la presenza delle sorelle della notte, una setta delle Streghe di Dathomir, che scelsero di abbracciare il lato oscuro della forza e che sembrano al servizio di Thrwan, ma, grazie all’aiuto di Morgan Elsbeth, riescono a raggiungere la galassia lontana lontana per portare avanti un proprio piano.

Quello che mi ha appassionato di più è proprio il racconto dei personaggi e dei legami tra di loro. La stessa Ahsoka, protagonista della serie, è rappresentata in maniera sfaccettata, combattuta, incompleta, che cerca un proprio posto nell’universo. Anche lei non si considera un Jedi, ma si comporta come tale fino ad accettare di riprendere con sé la sua ex-padwan Sabine.

Uno dei momenti migliori è il suo passaggio nel mondo tra i mondi dove incontra il suo vecchio maestro Anakin Skywalker. Una serie di flashback ci parla di lei e del suo passato, con lo scopo di darle consapevolezza e farle completare quell’addestramento che nel passato era stato interrotto. Ed è proprio nella scena finale, con gli occhi che si tingono per un momento di rosso, che viene compiuta la scelta e rinasce finalmente come Jedi.

Molto interessanti sono anche i rapporti con Sabine, Ezra ed Hera, parte del gruppo che ha caratterizzato la serie Rebels e che presi singolarmente forse non sono riusciti a sfondare lo schermo. In particolare non mi ha convinto la rappresentazione di Ezra con un atteggiamento incostante e poco coerente con quello che gli stava succedendo attorno.

Meglio Sabine, un personaggio a tratti odioso, ma assolutamente in parte e coerente con la sua scrittura, ed Hera che ho apprezzato particolarmente, per il suo carattere deciso e ribelle.

Su tutti però si eleva una presenza che, e qui mi spingo davvero oltre, potrebbe prendere il posto di C3-PO nella classifica dei droidi più interessanti, divertenti e simpatici di tutta la saga: Huyang. A mio parere è stato scritto in maniera divina, con i giusti momenti comici e una capacità di incidere nella storia, davvero rara. Ho amato tutti i suoi dialoghi e lo ritengo uno dei protagonisti indiscussi della serie.

Ma arriviamo alla nota dolente, l’ultimo episodio…

La trama delle prime sette parti, i personaggi, le storie, la messa in scena, mi hanno esaltato, incuriosito, appassionato e mi aspettavano un finale degno di quanto visto fino a quel momento. Anche l’idea degli stormtrooper zombie non mi è dispiaciuta, avevo già letto qualcosa in un libro uscito qualche anno fa e la mia passione per i non morti sicuramente me li ha fatti apprezzare. Immaginavo anche (forse lo speravo) che non si sarebbe concluso tutto e che ci sarebbe stata una seconda stagione che avrebbe proseguito quanto iniziato, ma il racconto dell’ottava parte, soprattutto dal momento in qui Ezra decide di rimanere sulla Chimaera, mi ha completamente buttato fuori dalla storia.

Diversi archi narrativi sono stati apparentemente troncati se una spiegazione valida, situazioni ridicole che mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia, una su tutte l’inutilità di Ezra che scende sulla nave della repubblica con l’armatura completa da Night Storm (mi chiedo ancora perché) e il suo sorrisetto, poco prima, quando decide di lasciare Sabine e Ahsoka per seguire Thrawn (a meno che non ci sia un doppio fine, ma… va beh…).

Anche per Baylan e Shin avrei voluto un epilogo un po’ più di spessore, troppo poco tempo per raccontarli nel finale, ma quello che mi ha dato più fastidio è stata la gestione della forza nel personaggio di Sabine. Fino a quel momento ci era stato raccontato quanto per lei fosse difficile usarla, abile con la spada, ma non un force user a livello della propria maestra e ci eravamo illusi che alla fine avrebbe accettato questa sua condizione. Invece no, riesce a passare da 0 a 100 in pochi secondi, per poi nella scena successiva tornare a 0 e poco dopo la vediamo di nuovo usare la forza come se niente fosse.

Una gestione schizzofrenica, assolutamente inspiegabile con l’unico obiettivo di dare spettacolo. Inaccettabile!

Nonostante questo, però, la serie rimane assolutamente valida e molto godibile. Non è perfetta e, andando a scavare, si possono trovate tante piccole imperfezioni (sfido chiunque a trovare una serie che non abbiamo sbavature), ma la considero al pari di The Mandalorian, lasciando solo Andor sulla vetta delle mie serie preferite di Star Wars.

Vorrei, infine, dedicare le ultime parole a Ray Stevenson che ha dato voce e corpo al personaggio di Baylan Skoll in maniera così perfetta e incisiva. Sono molto triste pensando al fatto che non potremo più vederlo in scena (è scomparso lo scorso 21 maggio), ma spero che qualcuno possa prendere il suo posto e onorarlo portando avanti quello che ha iniziato.

Voto: 7,5 (fino al settimo episodio era un 8)

Roby Rani

Nonostante qualche scivolone finale di natura tecnico-narrativa (troppo evidente se paragonato alla qualità narrativa delle 7 puntate precedenti) posso ritenermi soddisfatto e ben sperante. 

Tengo comunque  a pensare (sperare) che gli scivoloni finali siano dovuti ad una sorta di rimontaggio frettoloso a causa della dipartita prematura di Ray Stevenson (l’ottimo Baylan Skoll). 

Detto questo, non mi sembra corretto e sensato “buttare” una serie per una puntata sola, ma il fatto che proprio la season finale sia la più debole e “sbagliata” rischia, o rischiava (visto la grande accoglienza generale) di compromettere tutto il bello che c’è stato prima, e non è poco.

Per 7 puntate non si è mai persa in inutili perdite di tempo, anzi, si è concentrata nel raccontarci tutto con il giusto bilanciamento tra emozioni, racconto e gestione dei personaggi. Ed è proprio tra le fila di quei personaggi che si fa notare la serie, in primis con la coppia dei “non” Jedi, Baylan Skoll e Shin Hati, due personaggi ottimamente sviluppati dalle poche parole ma dalla grande presenza scenica. Nota di merito per il Jedi caduto Baylan Skoll che si è conquistato l’affetto di tutto il pubblico appassionato e, credo, anche di quello casual. Semplice, diretto e pratico, e se scrivi un personaggio coerente e chiaro come lui non può che funzionare. 

Sono già partite le illazioni sul triste ma necessario re-casting. Credo che Stevenson si meriti un’eredità sul piccolo (e grande?) schermo, anche per onorare il suo ottimo lavoro svolto. 

È giusto dire che, durante le prime puntate, ho notato che, nella mia bolla, una parte di pubblico ha abbandonato la visione. Parte del pubblico casual, cresciuto con The Mandalorian.

I collegamenti con la serie animata Rebels e The Clone Wars sono massicci e radicati e questo ha portato a una grande incomprensione. Questa cosa è evidente, sono d’accordo, ma lo è anche il coraggio e la dichiarazione di intenti chiara dello showrunner e, padre del personaggio di Ahsoka, Dave Filoni. Trovo che questo rischio sia stato molto importante per il futuro dello Star Wars entertainment. 

Avanti così!

Luca Mantovani

Ahsoka

La quinta serie tv live action della nostra Saga. La terza ambientata nell’Era della Nuova Repubblica dopo The Mandalorian e The Book Of Boba Fett, con i quali va a comporre il cosiddetto Mandoverse. E’ la prima recensione che scrivo in vita mia e ho talmente tante cose per la testa che non so da dove cominciare. Sicuramente dimenticherò qualcosa.

L’idea di Lucasfilm di raccontarci, attraverso le serie, storie che vanno a riempire il tempo che trascorre tra gli episodi mi sta piacendo un mondo. Ed è qui che vorrei concentrarmi in questa recensione, non tanto sull’aspetto tecnico di cui sono veramente poco pratico.

Mi sono appassionato al personaggio di Ahsoka piano piano, nel tempo. Non è stato amore a prima vista. Il suo percorso in The Clone Wars, durato anni, e nel romanzo a lei dedicato mi hanno fatto affezionare e l’aura che si è venuta a creare come “leggendaria allieva di Anakin Skywalker” mi ha messo l’hype giusto per non vedere l’ora di vederla in live action. La prima comparsata nel capitolo 13 di The Mandalorian, con la chicca finale di “dov’è il Grand’Ammiraglio Thrawn”, hanno aumentato il senso di attesa. Il panel alla Celebration di Londra e il primo trailer sono stati la botta finale dell’entusiasmo. L’idea di riproporre “L’Erede Dell’Impero”, che tutto il Mandoverse stesse prendendo senso, per me è un grossissimo regalo che Lucasfilm ci sta facendo.

Dopo questa lunga introduzione veniamo a noi. Ahsoka, la serie. Mi ha preso da subito. Punto. Carica di lore, di connessioni con la Saga, di personaggi, di ambientazione fantastiche, di magia, di fantasy (forse anche un pelo troppo, la tecnologia è anche troppo poca), di mistero, caratteristiche mi hanno direttamente catapultato nella Galassia Lontana Lontana in un attimo. La sintesi definitiva è che ci vedo possibili introduzioni, collegamenti, spunti con tutti i progetti futuri annunciati:

1) Il film di Filoni. Il collegamento più ovvio; Ahsoka porta avanti gli avvenimenti dell’Era della Nuova Repubblica, prende la storia introdotta da The Mandalorian e The Book Of Boba Fett e la amplia, le vicende stanno diventando più importanti, su scala galattica. Tutto spero si chiuda al cinema, un’aspettativa che mi crea un hype esagerato.

2) Il film di Mangold. La presenza in Ahsoka del droide Huyang, vecchio quanto l’Ordine Jedi, e la ricerca “dell’origine” da parte di Baylan potrebbero essere i primi semi della storia che ci verrà raccontata nell’Era de L’Alba Dei Jedi.

3) Il film di Obaid-Chinoy. “Per l’Impero, per la sicurezza della nostra Galassia”, queste sono le parole di Thrawn nell’ottava parte della serie, LA JEDI, LA STREGA E IL SIGNORE DELLA GUERRA. Cosa minaccia la Galassia che richiede sicurezza? E se questa minaccia dovesse palesarsi dopo la caduta definitiva del Primo Ordine e dell’Ordine Finale di Palpatine? Potrebbe essere compito del Nuovo Ordine Jedi fronteggiarla. E se la ricerca di Baylan portasse a scoprire un Forza Oscura che solo un Nuovo Ordine Jedi potrebbe contrastare? La risposta al tempo.

I personaggi: tutti coinvolgenti, con i quali si empatizza, e dallo sviluppo narrativo a mio avviso soddisfacente. Mi soffermo su alcuni di loro:

– Ahsoka: il ciclo di “morte e rinascita” del personaggio è stupendo. Il ritorno di “Ahsoka la Bianca”, la sua investitura a Cavaliere Jedi dopo l’ultima lezione del Maestro Anakin è pura poesia epica. Impossibile non innamorarsi dell’interpretazione di Rosario Dawson.

– Sabine: ho tifato per lei dalla prima scena. Rimasta sola, abbandonata anche dalla sua Maestra, poco talentuosa, mai arrendevole però, pronta combattere per le ingiustizie e sempre con un barlume di speranza. Incarna lo spirito di un vero Jedi (cit. Snoke Episodio VIII). Natasha Liu Bordizzo la incarna alla perfezione.

– Thrawn: vederlo in live action è una gioia per gli occhi. Calcolatore, da subito percepisci che ci sia del non detto in lui, nel suo scopo. Anche con lo spettatore è sempre un passo avanti. La voce “aliena” di Lars Mikkelsen è maestosa. 

– Ezra: forse avrei voluto vederlo un po’ più “evoluto” rispetto a Rebels; è invece il solito Ezra pronto a cavarsela con l’astuzia in qualsiasi situazione. Eman Esfandi è Ezra strappato al cartone animato e portato in live action.

– Huyang: la sorpresa della serie. Ironico ma saggio, uno degli ultimi custodi di tutto il sapere dei Jedi. Credo ci divertiremo ancora molto con lui in futuro. 

Molte porte sono state aperte in questa prima stagione di Ahsoka. Le linee narrative sono molteplici. Molto c’è ancora da raccontare, molti i collegamenti da completare per chiudere l’Era della Nuova Repubblica. Attendiamo frementi la seconda stagione, a mio avviso necessaria prima di arrivare al cinema. 

Che la Forza sia con noi.

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