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E.T. l’Extra-Terrestre

Creato dal genio di Steven Spielberg, il film E.T. l’Extra-Terrestre, uscì negli Stati Uniti l’11 giugno 1982. La storia del dolce alieno abbandonato sulla terra e il suo commovente rapporto con il bambino, Elliott, appassiona da subito gli spettatori. Per il regista, E.T. aprì la strada a un nuovo genere di film: pellicole più personali, incentrate sulle emozioni e sulle condizioni umane dei protagonisti, come Il colore viola, Schindler’s List e Amistad. E.T., distribuito dalla Universal Pictures, raccoglie un grande successo al botteghino, superando il record allora detenuto da Guerre Stellari (del 1977) come film che incassò di più nella storia del cinema. Nel 1994 fu scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’inserì al venticinquesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, salì al ventiquattresimo posto.

“Credo di avere avuto interesse per strane cose che sfrecciano nella notte sin da quando ero bambino in Arizona. Là l’atmosfera era chiara. Avevamo tante notti stellate. Ricordo che mio padre una notte mi svegliò verso le tre e mi portò su una collina. Stese una coperta e ci sedemmo là a guardare una favolosa pioggia di meteore. Fu straordinario! Volevo sapere che cosa aveva messo lassù quei puntini di luce. Sin d’allora ho avuto la testa nelle nuvole. Fui colpito dalle stelle. E ancora lo sono”.

Steven Spielberg

Un alieno dimenticato sulla Terra viene ritrovato da un bambino, Elliot, che se lo porta a casa. Con la complicità  del fratello più  grande e della sorellina Gertie, Elliot riesce a tenere nascosto agli adulti E.T. e, a poco a poco, tra i due sboccia una tenera amicizia che culmina nella costruzione di un marchingegno per lanciare un S.O.S. spaziale ai compagni affinché lo vengano a riprendere. Alla fine, dopo una lunga serie di peripezie che vedono la morte e la resurrezione dell’alieno, un lungo inseguimento culminante in un volo di biciclette, Elliot e i suoi amici riusciranno a portare E.T. all’appuntamento con l’astronave che lo riporterà  a casa.

” È un film che ci chiede di rinunciare alle nostre consapevolezze adulte, per abbracciare appieno, con sguardo senza cinismi, questa grande storia di solidarietà, dove il sentimento della comunione può completarsi solo se ci abbandoniamo con totale fiducia alla necessità della comunicazione. “Ancora una volta, ed anzi sempre di più, Spielberg aveva sviluppato la sua vecchia (e nuova) concezione del cinema come apparato concepito per il sogno e per lo stupore, per la fiaba e per la meraviglia, comprendendo bene che tutto ciò non era tanto questione di denaro quanto di inventività, fantasia, ardimento”.

Franco La Polla

In una delle tante interviste rilasciate dopo l’uscita della pellicola il regista Steven Spielberg dichiarò:

“Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano in una tuta”.

Alla notte degli Oscar del 1983, la pellicola di Spielberg vince quattro statuette, tra cui quella per i migliori effetti speciali, grazie al pupazzo creato dall’artista italiano e già premio Oscar Carlo Rambaldi. ”Ho sempre visto il piccolo alieno come una figura paterna, un saggio, un uomo-bambino, un vecchio-bambino”, ha detto il regista di recente. E così saggio e fragile lo vediamo nel film.

Il film di Steven Spielberg nasce infatti da diversi spunti “italiani”. Per la creazione dell’alieno protagonista, Spielberg diede diverse istruzioni agli artisti concettuali: E.T. avrebbe dovuto essere alto soltanto un metro, con un collo telescopico e piccoli piedi grassocci. Per la costruzione pratica della creatura, come abbiamo accenato,  si rivolse a Carlo Rambaldi, che aveva già collaborato con il regista in Incontri ravvicinati del terzo tipo. Rambaldi ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali per ben tre volte: il primo arriva con King Kong di John Guillermin del 1976, per il quale crea un pupazzo di 12 metri; successivamente nel 1979 per Alien di Ridley Scott contribuisce, insieme a Hans Ruedi Giger, all’ideazione della creatura aliena divenuta poi celebre; infine, ovviamente, nel 1982 crea il suo capolavoro, commuovendo il mondo intero con il protagonista di E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg. Sembra che per la creazione dell’alieno E.T. prese spunto da un fantastico incrocio tra la solarità di Madre Teresa di Calcutta, gli occhi di Carl Sandburg, Albert Einstein ed Ernest Hemingway, l’intelligenza di Albert Einstein …. e la dolcezza dei grandi occhi azzurri del suo amorevole gatto Himalaiano. Inoltre, citiamo l’iconica scena del “volo con la bicicletta”, classificata da “Empire” come la scena più magica mai realizzata nella storia del cinema: è un omaggio del a Vittorio De Sica  e al film  Miracolo a Milano (1951): il regista ne rimase folgorato, soprattutto per la scena finale del film, in cui si vedono i protagonisti volare sulle loro scope magiche mentre si lasciano alle spalle piazza del Duomo. Spielberg rimase talmente colpito dall’originalità della pellicola italiana che anni dopo la omaggiò con la scena più iconica di E. T. l’extra-terrestre.

 

La colonna sonora del film è stata composta da John Williams: per il musicista scrivere la musica della pellicola fu difficile, in quanto dovette comporre commenti musicali per scene che non poteva vedere, o di cui visionava la versione provvisoria, senza effetti speciali o suoni. Inoltre dovette creare una composizione che rendesse simpatico un essere all’apparenza “brutto” come E.T.. Williams ebbe diverse difficoltà nel far aderire la musica alla lunga sequenza finale. Spielberg permise al compositore di scriverla come meglio credeva. In seguito rimontò le scene, in modo che combaciassero con la musica. Come Rambaldi, per il suo lavoro su E.T. l’extra-terrestre, Williams vinse il suo terzo Oscar.

Nel 2002, in occasione del ventesimo anniversario della pellicola, Spielberg decise di ridistribuire E.T., per una nuova generazione, con effetti speciali migliorati, pulizia dei negativi e rimasterizzazione della colonna sonora. La nuova versione, uscita il 22 marzo 2002 negli Stati Uniti e il 29 marzo in Italia, ha ricevuto una tiepida accoglienza, simile a quella ottenuta dalle edizione speciali di Guerre stellari: le modifiche sono state viste come un tentativo di rendere il film politicamente corretto. Peter Travers su Rolling Stone ha commentato

“Ricordate le armi che brandivano i federali? Grazie ai miracoli del digitale, ora brandiscono dei walkie-talkie… È questo che due decenni hanno fatto alla libertà di parola?”

 

Inoltre E.T. è protagonista di una “reciproca citazione” tra i due amici Steven Spielberg e George Lucas. Nel film, Quando E.T. va in giro ad Halloween con gli altri bambini chiedendo “dolcetto o scherzetto” vede un ragazzino mascherato da Yoda e inizia a seguirlo dicendo “Casa … casa …” (momento enfatizzato dal compositore John Williams, autore anche della musica di Star Wars, che ha incluso un frammento del suo “Yoda Theme” da The Empire Strikes Back per accompagnare questa scena): questa affezione di E.T. per il personaggio potrebbe far pensare che l’alieno ha “finalmente” trovato qualcosa di familiare anche sul Pianeta Terra. Di rimando George Lucas si è “sdebitato” portando la specie di E.T., gli Asogiani, nel film del 1999 Star Wars : Episode I The Phantom Menace, nella scena del Senato Galattico. Nella saga “espansa” gli Asogiani sono alieni senzienti originari Brodo Asogi. Durante gli ultimi decenni della Repubblica Galattica, gli Asogiani erano rappresentati nel Senato Galattico dal Senatore Grebleips ma quando la Repubblica divenne l’Impero Galattico, il senatore fu accusato di tradimento e il pianeta natale degli Asogiani divenne parte del nuovo governo autocratico. Più di venti anni più tardi, durante la Guerra Civile Galattica che ha opposto l’Impero contro l’Allenza Ribelle, un informatore Asogiano di nome Braxas operava sul pianeta Orlo Esterno di Solay .

Infine esisterebbero diversi progetti di sequel dell’iconico film. Nel luglio del 1982, poco dopo l’uscita sl cinema, Spielberg e Mathison scrissero una relazione per un possibile seguito, intitolato E.T. II: Nocturnal Fears: la storia vedeva Elliott e i suoi amici, catturati da malvagi alieni, tentare di contattare E.T. per chiedergli aiuto. Spielberg cambiò rapidamente idea e soppresse il sequel, dicendo che avrebbe strappato al film la sua innocenza. In ogni caso un libro che fa da sequel è stato scritto da William Kotzwinkle, intitolato E.T.: The Book of the Green Planet. Il romanzo, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer come E.T. Il libro del pianeta verde, narra il ritorno di E.T. sul suo pianeta. Una volta a casa l’alieno scopre che la sua dimora è stata demolita e tenterà di tornare sulla Terra.

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