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EmpiRacconta – Mauro e la sua prima volta con Guerre Stellari

Con questo racconto si apre la rubrica EmpiRacconta, dove i membri di Empira racconteranno le loro storie personali legate alla saga. Mauro è un membro di Empira da anni e oggi vuole raccontarci il suo approccio alla saga di Guerre Stellari, riportandoci indietro, nel 1977.

EmpiRacconta, Mauro e le sue Guerre Stellari

Immaginate di essere nella periferia di Napoli in un pomeriggio del 1977. Siete in giro con gli amici e decidete di andare al cinema. Quel cinema che avete sempre preferito rispetto agli altri e che quel giorno vi cambierà per sempre, facendovi cambiare completamente la visione che avete per i film e il fantastico.

Era un giorno non specificato (solo perché non me lo ricordo) del mese di novembre del 77 quando, nella periferia di Napoli, un gruppo di amici dai 16 ai 18 anni, come faceva spesso, decideva di andare al cinema.
Visto che per prima scelta, data l’età di alcuni di noi, e la presenza anche di molte amiche non era possibile andare a vedere il nuovo film della saga di “Emanuelle Nera”.

Diciamo che il problema, erano più che altro le amiche, visto che spesso e volentieri le maschere dei cinema chiudevano un occhio facendoci entrare, consapevoli del fatto che oltre a certe pellicole, per noi adolescenti dell’epoca, di erotico c’era solo qualche fumetto e la sezione dell’intimo del catalogo di Postal Market. Si optò quindi per andare a vedere quel film di cui tutti stavano parlando. Sì, perché il film era uscito da almeno 15 giorni.

Dove abitavo io c’era un cinema speciale, si chiamava il Vittoria. Aveva la volta apribile, in pratica quando faceva buio il tetto aveva un sistema di scorrimento che lo faceva aprire quasi totalmente dandoti l’impressione di essere in un drive in. Ogni volta che decidevamo di andare al cinema, spesso e volentieri, prima ancora di decidere il film guardavamo la programmazione del Vittoria. Era veramente fantastico mentre guardavi il film sollevare lo sguardo e guardare le stelle. Non avete idea di che gioia quando scoprimmo che, Guerre Stellari, lo davano proprio al Vittoria.

Quando arrivammo al cinema. restammo stupiti nello scoprire che c’era una fila esagerata di persone in attesa di entrare a vedere il film, malgrado fossero già passati diversi giorni dal suo arrivo nelle sale. All’epoca questa affluenza si aveva nei primi due o tre giorni, ma solo quando usciva qualche pellicola molto attesa, una cosa del genere per un film all’epoca sconosciuto (in Italia) non si era mai vista. Ed era solo l’inizio.

Se inizialmente eravamo solo tentati dal “sentito dire”, adesso anche tra di noi si faceva strada la curiosità e fremevamo per entrare. Questa smania di sapere nasceva anche dal fatto che accanto a noi, in fila, c’erano persone che attendevano per andarlo a vedere nuovamente, malgrado magari, lo avessero visto 3 volte nella stessa serata o nei giorni prima. Sì perché, per chi non lo sapesse, all’epoca con un unico biglietto una volta che entravi potevi restare a vederti anche le proiezioni successive. In più non c’erano posti assegnati, le persone entravano fino a stipare il cinema. Infatti noi, quando riuscimmo ad entrare, la prima visione fu in piedi.

Ed eccoci finalmente al film. Ad ogni scena corrispondeva una reazione spontanea, e così sembrava essere per tutto il pubblico presente. Per la prima volta ebbi l’impressione di essere allo stadio e non al cinema.

Dalla reazione di stupore per cose mai viste, alle risate per i movimenti goffi di C-3PO o per Alieni che a nostro modo di vedere facevano sorridere fino ad arrivare vere e proprie esultanze quando c’erano le scene del Falcon o dei ribelli. Ebbene sì, più volte e sempre senza coordinazione, tutta la sala sembrava schierata per la “feccia ribelle”.
Ai nostri giorni è molto diffusa la cosa, vedere persone che esultano in una cinema per una scena o che applaudono alla fine di un film, ma per l’epoca no. Fu veramente una bellissima novità.

Alla fine della prima visione si scatenò la fantasia dei nomi per i personaggi che non si conoscevano o che non si erano memorizzati. Commentammo quanto avevamo ed ecco che uscivano i primi nomignoli: “i Munacielli” erano i Jawa, le “facce da mucca” i predoni Tusken, il “fustino con le gambe” R2 che ricoradava i fustini del dertisivo dell’epoca, il “coso dorato” C-3PO, i “soldati bianchi” gli Stormtrooper, il “bar dei mostri” la Cantina e “l’asmatico” Fener e per diretta conseguenza, a Chewbacca, venne abbinato il nome di “king kong” d’ufficio.

Per ore ed ore parlare della Morte Nera, di quanto facesse schifo l’Impero, dei mostri, del fatto che il napoletanizzato “Bobby Uà Kenobi“ riuscisse a far fare agli altri quello che voleva, delle spade laser, di quanto fosse bona e sfaccimma (leggasi cazzuta) la Principessa e delle migliaia di cose mai viste fino a quel momento.

Eravamo tutti estasiati, nessuno escluso, al punto che alla seconda visione durante la battaglia di Yavin alzammo gli occhi verso la volta aperta per vedere se anche da lì passasse un’Ala-X. Per giorni non facevamo altro che parlare di Guerre stellari ci sentivamo come… avete presente quando vi presentano nuovi amici dai quali restate folgorati? Ecco è come se qualcuno ci avesse detto “piacere, io sono Guerre stellari” e da lì partì una grandissima amicizia, sempre più forte e radicata, e malgrado siano passati più di 40 anni, quest’amicizia è più viva che mai.

Con due di quegli amici storici ci sentiamo ancora e tutt’oggi parliamo e commentiamo Star Wars. Che sia chiara una cosa però! Per noi alcuni personaggi di Guerre stellari continueranno sempre a chiamasi Ian, Leila Fener e C1p8. Non ci avrete mai!

Che la forza sia con voi!

Mauro Terrone

L’appuntamento è con il prossimo racconto di EmpiRacconta, lo spazio dedicato ai membri di Empira per raccontare la loro passione per la saga.

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