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Guerre fra galassie, la risposta nipponica a Star Wars

Ripensando alle vecchie serie di fantascienza passate, me ne vengono in mente moltissime, e alcune di esse a volte sono similari a famose saghe sia cinematografiche che editoriali, ma molto spesso queste similitudini sono casuali, in quanto alcune idee si somigliano ad altre, il tutto dipende anche da come vengono sviluppate. Per esempio vi è una serie televisiva che guardavo da bambino, che da un certo punto di vista ha molte somiglianze con “Star Wars”, infatti il protagonista oltre a essere il discendente di un’antica setta di guerrieri utilizza una sorta di spada allungabile, che anche se non è laser una certa analogia ce l’ha. L’astronave dei buoni somiglia per certi versi al Millennium Falcon e a bordo vi è un droide e una sorta di uomo scimmia, che ricordano Chewbacca e C3PO. I “cattivi” invece sono una sorta di Impero oscuro e malvagio. Le somiglianze però si fermano qui, come detto in precedenza, magari si son solo ispirati, oppure han preso spunto da queste idee per poi svilupparle in modo completamente differente, però se ci pensate, se dovessimo analizzare ogni film o serie uscite negli ultimi decenni, vedremmo che un buon 80% più o meno si somigliano.

Dopo questa premessa, la serie di cui voglio parlare è “Uchu Kara no messeji: Ginga taisen”, conosciuto in Italia con il titolo di “Guerre fra Galassie”, uscito in Giappone tra il 1978 e il 1979, come seguito del precedente lungometraggio del 1978; e successivamente trasmesso nel resto del mondo a partire dai primi anni ’80. La serie è composta da una sola stagione per un totale di 27 episodi, in Italia è stata trasmessa sulle reti locali e successivamente venne raccolta in DVD a opera della Yamato Video. Il bello di questa serie televisiva, come tutte quelle del genere di origine Nipponica, è il largo utilizzo di modellini per le battaglie che si svolgono sia nei cieli che nello spazio, oltre agli emozionanti scontri a colpi di arti marziali tra i vari protagonisti di ogni episodio.

Trama

I popoli Terra dopo aver sviluppato la tecnologia per i viaggi nello spazio, hanno cominciato a colonizzare il resto della galassia, trovando via via nuovi pianeti, per espandere la razza umana. Siamo nell’anno 70 dell’era spaziale e la vita scorre tranquilla nei tre pianeti che compongono il 15° Sistema Solare. Un giorno giunge un’immensa flotta da battaglia, che, dopo aver sbaragliato e completamente distrutto le forze di difesa dei pianeti Belda, Ahalis e Sheita, prende possesso dell’intero sistema e ne assume il comando con pugno di ferro. Questi invasori si autoproclamano col nome di Impero Gavaniano, agli ordini di Roxeya XIII, il loro misterioso e malefico Leader. Nonostante i Gavaniani abbiano soggiogato la popolazione, un gruppo di ragazzi, si ribella al loro strapotere organizzando sacche di resistenza per combattere il nemico.

Questi ragazzi sono  Ayato, ultimo discendente di una famiglia di guerrieri, che in epoche passate hanno già sconfitto il discendente di Roxeya. Ryo, un pilota spaziale che grazie alla sua abilità è capace di dare filo da torcere alle armate Gavaniane, e infine il loro fedele amico Baru, un ragazzo membro della tribù degli uomini scimmia, che con la sua prodigiosa forza aiuterà i suoi amici affinché la sua tribù e tutti gli abitanti del 15° Sistema Solare ritrovino la libertà. Ad accompagnare il singolare il trio vi è Tonto un Droide che affiancherà il gruppo nella lotta al malvagio impero. In loro aiuto, quando la minaccia è troppo grande, oppure sembra che le situazioni siano senza via di uscita, giunge a bordo di un misterioso vascello spaziale Sophia, una misteriosa ragazza, che li aiuterà nella lotta contro il male.

Durante i vari scontri, Ayato e Ryo affrontano i Gavaniani sotto le mentite spoglie di Moroboshi, il Fantasma e Meteora Rossa, due eroi mascherati armati di spada che a colpi di arti marziali pian piano riescono a sgretolare la superiorità dell’Impero Gavaniano. Dopo varie vicissitudini e avventure, si arriva allo scontro finale, e qui il gruppo ha un’amara sorpresa: vengono a scoprire, infatti, che la loro amica e alleata Sophia è la sorella gemella di Roxeya XIII, il malvagio Imperatore dei Gavaniani. Dopo un primo smarrimento a causa della rivelazione, l’attacco finale ha comunque luogo, e durante la battaglia Sophia è costretta a sacrificarsi, in quanto è l’unica soluzione per poter distruggere definitivamente la malvagia sorella. L’Impero Gavaniano è stato sconfitto, gli abitanti dei pianeti del sistema sono finalmente liberi dalla schiavitù e finalmente nel 15° Sistema Solare regna finalmente la pace.

Come la maggior parte delle serie di fantascienza giapponesi, la trama a volte sembra ripetitiva o scontata, ma ogni episodio è arricchito da un abbondante utilizzo di effetti speciali per quanto concerne le battaglie spaziali e in altri casi da robottoni, il tutto condito da ricchi combattimenti con largo uso di arti marziali ed evoluzioni spettacolari. Possiamo dire, in conclusione, che questa serie è senza lode né frode, non è niente male e si lascia guardare  molto volentieri.

Curiosità

Hiroyuki Sanada che interpreta il ruolo del protagonista Ayato, compare nel film l’Utimo Samurai ed è il samurai che insegna l’arte della spada a Tom Cruise. La sigla italiana della serie è stata realizzata nel 1979 da Douglas Meakin, Giancarlo Giomarelli e da Dave Summer, distribuita in vinile a 45 giri dalla RCA come lato B della sigla del cartone animato Ken Falco.

 

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