Il concetto matematico di iperspazio è stato introdotto da Arthur Cayley nel lontano 1867 e si riferisce a uno spazio con un numero di dimensioni geometriche superiore alle consuete tre dimensioni dello spazio fisico. In sostanza, l’iperspazio è un concetto astratto che va al di là della nostra concezione standard di spazio.
Nella narrativa di fantascienza, l’iperspazio viene spesso utilizzato come artificio per consentire ai personaggi di aggirare i limiti imposti dalla velocità della luce nello spazio tridimensionale e così effettuare viaggi interstellari più rapidi. Questa idea diventò particolarmente popolare dopo la pubblicazione della formula della relatività di Einstein, che stabiliva un limite alla velocità in circa 300.000 chilometri al secondo.
Il viaggio nell’iperspazio è un tema comune in molte storie di fantascienza popolari, come Guerre stellari e il ciclo della Fondazione di Isaac Asimov. Questo ipotetico spazio oltre le nostre tre dimensioni convenzionali permette alle astronavi di viaggiare a velocità superiori a quella della luce e raggiungere luoghi distanti in tempi relativamente brevi.
La fantascienza ha sfruttato l’idea di un iperspazio a quattro dimensioni per creare mondi fantastici e avventure entusiasmanti dove le leggi della fisica non valgono più. Tuttavia, va sottolineato che dal punto di vista scientifico non esistono prove concrete dell’esistenza di spazi diversi da quello che conosciamo, e il concetto di iperspazio rimane per lo più un’elaborazione teorica.
In conclusione, l’iperspazio rappresenta una interessante spinta creativa per scrittori, registi e appassionati di fantascienza che cercano di esplorare concetti al di là delle nostre normali percezioni spaziali e temporali. Anche se non si tratta di una realtà comprovata, l’iperspazio rimane un affascinante argomento di discussione e speculazione.
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