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[Recensione] The Book of Boba Fett – Chapter 1: STRANGER IN A STRANGE LAND

Ecco la nostra recensione per il primo capitolo della serie The Book of Boba Fett: Stranger in a Strange Land.

The Book of Boba Fett – Chapter 1: STRANGER IN A STRANGE LAND, ecco le recensioni di Empira

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!

Manuel Bettuzzi

This is not the way. Con questo pilot The Book of Boba Fett siamo purtroppo lontani parecchi anni luce dalle aperture mozzafiato di The Mandalorian.
L’episodio parte bene con l’effetto nostalgia che piace tanto a noi fan di Star Wars ma cade vittima quasi subito di uno dei – tanti – problemi di questo episodio: la mancanza di epicità. Vediamo finalmente come Boba Fett riesce a scampare al Sarlacc e come i Jawa si siano impossessati dell’armatura che poi verrà barattata con Cobb Vanth. La scena mostra letteralmente il ritorno dal mondo dei morti del personaggio che sembra però non essere più quello che conoscevamo. La prima cosa che salta all’occhio è sicuramente il cambio netto nei comportamenti “classici” del personaggio, che non risultano essere in linea con nessun prodotto canonico o Legends che lo vede al suo interno. Un Boba morbido, quasi forzatamente edulcorato dal suo essere freddo e senza pietà. La narrazione e la scrittura sono di bassa qualità, non riescono mai a trasmettere le reali intenzioni del pilot e della serie stessa. Dialoghi striminziti, al limite dell’imbarazzante in alcuni momenti, circondati da combattimenti coreografati da circensi di bassa lega. Purtroppo sono tante, forse troppe, le cose sbagliate di questo episodio, sicuramente la scrittura e il cambio totale del personaggio fanno da padroni su tutti gli altri. In questo coacervo di problemi, comunque, ci sono diversi spunti interessanti che speriamo possano riportare la serie agli altissimi livelli di The Mandalorian.
Molto bene invece la parte musicale, che ci regala temi epici a non finire; Ludwig Göransson si riconferma un vero e proprio fenomeno. I costumi sono bellissimi, curati in ogni dettaglio e sono veramente un grande tocco di classe, uniamoci poi le ambientazioni molto belle di Mos Espa, una “Cantina” in grande stile e sicuramente ogni fan, almeno in piccola parte, può sentirsi a casa in questo episodio.

Un unizio davvero pessimo e immeritato per Boba Fett, spero vivamente che questo sia solo un piccolo passo falso e che i restanti sei episodi possano regalarci le emozioni a cui, ormai, eravamo felicemente abituati.

Voto: 5.5/10

Roby Rani

Dopo un paio di giorni meditativi e dopo un inizio di puntata (primi minuti) di immensa esaltazione, sono arrivato alla mia conclusione.
Premettendo che la stagione si giudicherà, giustamente alla fine della 7ª puntata, non posso però nascondere la mia grande delusione nel assistere ad un inizio così “sbagliato”.

Non parlo di aspettative non rispettate, o di necessità personali, parlo di una PUNTATA PILOTA di una serie targata Star Wars dedicata ad un personaggio resuscitato brillantemente poco più di un anno fa. Un qualcosa che dovrebbe e doveva stupire e portare lo spettatore al capitolo successiva con voglia ed entusiasmo… E in questo fallisce totalmente.

Nonostante tutto però, ci sono diverse cose interessanti, molto interessanti ma non basta a nascondere un’evidentemente svogliatezza e una serie di errori inconcepibili su tutti i fronti, dalla scrittura alla messa in scena.

Nel 2021 e con una concorrenza spietata (e gli ammarigani vivono per la competizione) non riesco a spiegarmi come possano essere partiti così male. Manca tutto. Obiettivi, intenzioni, coerenza con le regole stabilite da loro stessi un anno fa, convinzione, ritmo… È tutto incredibilmente sbagliato. Vedo una impressionante svogliatezza in tutti i reparti. Sembra che nessuno sappia dove vuole arrivare, in senso tecnico e narrativo.
Certo non si può giudicare il monaco dall’abito, ma la prima sensazione è importante quanto l’ultima, soprattutto per un prodotto che deve mostrarsi e intrattenere.
Con tutti i difetti del caso, Mando 1 e Mando 2 iniziavano in modo chiaro e coinvolgente, mentre qui, solo enormi dubbi.

Sono molto deluso e arrabbiato, ma trovo comunque l’idea di base molto interessante ma anche molto difficile da portare avanti.

Parere personale e discutibile, ma se queste sono le premesse e le durate, il rilascio settimanale potrebbe rivelarsi un grosso errore.

Sono fermamente convinto che Star Wars si meriti ben altro che sta robetta appena sufficiente.

Marco Puglia

Recensire il primo episodio di The Book of Boba Fett non è affatto facile, si tratta di una serie molto attesa da tutti i fan di Star Wars e dopo il successo di The Mandalorian le aspettative erano davvero molto alte.

Le prime scene sembravano dare ragione all’hype che nei giorni precedenti era cresciuto a dismisura, poi piano piano l’entusiasmo scende fino a trasformarsi in delusione. Intendiamoci, non lo ritengo un episodio completamente da buttare, nel suo complesso, ma i difetti sono davvero tanti.

Il problema più grande secondo me è la scrittura, assolutamente non ispirata, svogliata e molto superficiale. La sceneggiatura contiene tantissimi errori, sia a livello di narrazione, sia a livello di attenzione ai particolari. Non starò qui a elencarli tutti, ma sono rimasto davvero colpito da questo mediocre risultato, tenendo conto del fatto che parliamo di Jon Favreau e Robert Rodriguez, non proprio gli ultimi arrivati.

È davvero inconcepibile come un colosso come Disney (nel particolare la sussidiaria Lucasfilm) con a disposizione autori del calibro di Dave Filoni e lo stesso Jon Favreau, solo per citare quelli più in vista, non sia stato capace di produrre con più attenzione l’episodio pilota di una delle serie più attese degli ultimi anni.

Come dicevo però, l’episodio non è da buttare, perché ci sono spunti interessanti, tracce di trama che potrebbero avere degli sviluppi inaspettati, a partire da un personaggio, Boba Fett, che risulta sensibilmente diverso da come l’abbiamo visto negli episodi di The Mandalorian. A tratti sembra smarrito, come se l’esperienza del Sarlacc e gli anni successivi l’avessero segnato non solo nel fisico, ma anche nella mente e il suo frequente ritorno nella vasca di bacta potrebbe essere un indizio di questo suo lento recupero. Una rappresentazione che può destabilizzare, ma che potrebbe avere delle ragioni.

Anche il racconto, presente nei flashback, del suo rapporto con i tusken è molto interessante e ci permette di approfondire gli usi e i costumi di un popolo affascinante e misterioso.

Infine, quella che dai trailer era sembrata la trama principale di questa serie, la conquista del potere all’interno della sfaccettata criminalità di Tatooine sembra voler essere raccontata in modo un po’ diverso, con un taglio netto di quello che è stato il passato (vedi l’uccisione a sangue freddo di Bib Fortuna) e il tentativo di imporre un nuovo sistema basato sul rispetto. Ma fino a quando questo “esperimento” di Boba Fett potrà continuare?

Ancora non sappiamo quale direzione prenderà la serie, ho provato a fare delle ipotesi che spero possano diventare realtà, perché sicuramente la narrazione mediocre di questo primo episodio non aiuta e anzi, getta nella confusione più totale lo spettatore. Sicuramente ci troviamo davanti a una strada in salita e speriamo già nel secondo episodio di raggiungere la vetta e ammirare il quadro completo.

Voto finale: 6.5

Claudio Rossetti

Finalmente ci siamo! Dopo essere stata annunciata nella scena post credit dell’ultima puntata della seconda stagione di Mando, è approdata su Disney+ la prima attesissima puntata (almeno da parte mia) di The Book of Boba Fett.

Ma avrà rispettato le mie aspettative? Ne parliamo subito.

Sarò duro, sincero e breve: per me questa prima puntata è un NO, probabilmente mi aspettavo qualcosa che esisteva solo nella mia testa ma questi 35 minuti di puntata (escludendo i titoli di coda) non mi hanno convinto; ma andiamo per ordine.

La puntata ha un inizio niente male, troviamo subito il protagonista in una vasca di Bacta che, dopo aver visto Kamino e rivissuto la morte del padre, ripercorre la sua fuga dallo stomaco del temibile Sarlacc. Era la cosa che più volevo vedere, capire come aveva fatto a sopravvivere. Il tutto viene spiegato in una manciata di minuti e in maniera forse troppo veloce e superficiale, nonostante tutto comunque passabile.

Riesce a sfuggire e si ritrova sfinito nel deserto di Tatooine e al calar della notte arrivano dei simpaticissimi Jawa che gli prendono l’armatura e lo lasciano li, in pigiama, in balia del suo destino che molto presto si incrocerà con quello di una banda di Tusken. Questo è grosso modo la parte iniziale del sogno che Boba fa durante il suo bagno rigenerativo, ma una volta svegliato è il momento di fare il proprio dovere da Signore del Crimine. Momento di vera estasi la sua vestizione, quando indossa l’armatura è vera poesia, poi si siede nel suo trono, alla sua destra troviamo la cacciatrice di taglie Fennec Shand. Penso: “Bene ora vediamo che uccide qualcuno giusto per dimostrare che lui è il nuovo Boss e deve essere rispettato” e boom, ecco l’occasione perfetta! Un emissario del Sindaco che esige da lui un contributo. Mamma mia penso, ora lo farà fuori con qualche colpo di blaster ed una frase ad effetto fichissima e invece… la delusione. Decide di risparmialo nonostante Fennec sembri già pronta all’omicidio del povero malcapitato. A quel punto il mio cervello si ferma e inizia a pensare. Ma come? Boba Fett il più spietato cacciatore di taglie di tutta la galassia, sopravvissuto al Sarlacc nonché colui che ha sbaragliato quasi a mani nude (e con l’aiuto della sua armatura) un plotone di soldati imperiali nel capitolo 14 di The Mandalorian risparmia un emissario del sindaco che è entrato nel suo palazzo pretendendo un tributo? WTF?!

Ok mi calmo e cerco di proseguire l’episodio anche se ho la vista annebbiata da questa cosa. Andiamo avanti e dopo poco arriva una frase che già avevamo sentito nel trailer: “Jabba governava con la paura, io intendo governare con rispetto”

Effettivamente, avendola già sentita in praticamente tutti gli spot, si doveva forse un po’ intuire il mood di questa serie, ovvero l’intenzione di raccontarci un Boba totalmente diverso dall’imaginario che, credo, ogni fan si è costruito su questo personaggio. Ma è veramente quello di cui abbiamo bisogno? Stravolgere del tutto un personaggio come Boba Fett? Non bastava averlo già fatto con gli Skywalker nella trilogia sequel?

Probabilmente è ancora troppo presto per dare un giudizio poiché si tratta solo del primo episodio, che per giunta dura solo 35 minuti, ma se il buongiorno i vede dal mattino direi che secondo me hanno veramente osato un po’ troppo con il povero Boba. Vedremo cosa ci aspetta in futuro, spero di ricredermi e di poter scrivere a fine stagione che questa serie è uno dei migliori prodotti di Star Wars, anche se battere Mando sarà sfida non facile.

Non è tutto da buttar via, trovo molto interessanti i sogni di Boba, mi incuriosiscono molto anche se sembra chiaro che si unirà ai predoni Tusken che lo hanno trovato e fatto prigioniero, soprattutto dopo aver salvato un giovane da un temibile mostro.

In conclusione episodio un po’ fiacco, sicuramente c’è ancora tanto da raccontare ma a mio avviso ci fa porre troppe volte la domanda: ma Boba Fett di preciso dov’è?

Francesca Tulli

Stretto nella morsa del Sarlacc, intrappolato nel ventre del mostro, Boba Fett ruba l’aria ad uno sfortunato Stormtrooper e scavando con le braccia e con il fuoco emerge dalla sabbia, liberandosi da solo dalla lenta e dolorosa morte a caro prezzo. Stordito al punto di farsi rubare l’armatura dagli Jawas, trascinato in catene da una ronda di Tusken Raider diviene loro schiavo. Da cacciatore a preda. Nel rigenerarsi, attraverso la vasca curativa di Bacta rivive questi momenti durante un lungo e delirante sogno, dove è uno “Straniero in terra straniera” (questo il titolo della puntata) le sue suggestioni lo riportano alla pioggia incessante di Kamino dove è nato poi a specchiarsi nel casco di suo padre, nella arena di Geonosis, per tornare bruscamente alla sabbia cocente di Tatooine. Fett vive nel passato, al suo risveglio sullo stesso pianeta desertico, lo attendono cerimonie, onori e gloria. Siede fiero sul trono, usurpato dall’ultimo occupante con la violenza. A lui si approcciano “amici” “protettori della città” “sindaci”. Il potere è frammentato. Vige una struttura feudale tutti fanno capo ad un “Daimyo” ma nonostante Fett si sia guadagnato questo titolo, mille occhi vogliono rubargli la carica, si auto-definisce “signore del crimine” ma non è un nobile ha la stoffa del boss, non quella del politicante “cammina sui suoi piedi” ed è stato durante il suo insediamento, ben attento a dove li ha messi da risultare forse troppo “magnanimo”. Più diretta è la sua consigliera la maestra assassina Fennec Shand. Di lei si è guadagnato il rispetto e cerca lo stesso approccio verso ogni potere forte, ogni possibile alleato, così si conquista la fiducia di due guardie Gamorreane risparmiandogli la vita, ma continua a restare vigile, totalmente privo di educazione al comando. Sullo sfondo sentiamo le note di “Cantina Band” (c’è un Ortolan alla consolle!) mettiamo i piedi nell’angolo di paradiso della Twi’Lek Garsa Swip, elegante è ricchissima nel suo sfarzo. Cominciano i guai quando Boba e Fennec vengono accerchiati dalla prima ondata di nemici. La puntata semina indizi sulle possibili minacce. Boba sembra come lo spettatore, ignaro di cosa lo attende, impreparato, ancora stordito dal sogno che continua a tornare ad ogni sessione di Bacta. Là si scontra con un mostro emerso dalla sabbia (una creatura uscita dai laboratori di Harryhausen) e si guadagna il rispetto della tribù di predoni schiavisti, il vecchio cinema che diventa nuovo, la tecnica tradizionale che vincente, incontra la modernità, ancora. Sogniamo con il protagonista sulle note del compositore Ludwig Göransson fiduciosi che questo episodio, respingente su tutti i punti di vista, assolutamente fuori dalle logiche commerciali, porti lustro alla leggenda.

Fabio De Bortoli

Il carisma e il potenziale di un personaggio iconico come Boba Fett vengono ridimensionati nella prima puntata di The Book of Boba Fett, in quella che è letteralmente un’occasione sprecata. L’episodio, per quanto godibile, non riesce ad essere impattante e memorabile come gli esordi delle due stagioni di The Mandalorian, con la prima che ci aveva lasciati col fiato sospeso grazie ad un plot twist efficacissimo e la seconda che ci aveva estasiati a livello visivo e con la conferma del ritorno proprio di Boba Fett.

L’escamotage di dividere la narrazione in due linee temporali è alla base una buona idea, ma nessuna delle due storyline riesce ad essere epica e memorabile come avrei voluto, e anche la tanto attesa scena del Sarlacc viene liquidata in pochi secondi. Robert Rodriguez cade in alcuni errori di regia e sceneggiatura a cui non è nuovo (vedasi la questione del jetpack nel sesto episodio della seconda stagione di The Mandalorian), e la caratterizzazione di quello che è uno dei personaggi più amati dai fan contraddice in parte quello che abbiamo visto sia in The Mandalorian stagione 2 sia nella serie a fumetti War of the Bounty Hunters di recente uscita. Volendo essere speranzosi e ottimisti, si potrebbe dire che le azioni del protagonista in questa puntata abbiano alla base delle motivazioni che ci verranno mostrate e spiegate in seguito. La speranza è l’ultima a morire.

Di certo non è tutto da buttare: il comparto tecnico, dai costumi agli effetti visivi e le musiche soprattutto, sono come sempre eccelsi e raggiungono quel livello che abbiamo imparato ad apprezzare e ad amare con le serie Disney+. Il tema principale, scritto da Ludwig Göransson, è già memorabile e riconoscibile dalle prime note, mentre la colonna sonora di Joseph Shirley accompagna bene le varie scene dandogli un senso di epicità che la sceneggiatura non riesce a conferire.

Nel complesso la puntata è godibile, ma rimane un senso di amaro in bocca dovuto sia alla relativa breve durata (39 minuti, che diventano 35 una volta tolti l’introduzione e i titoli di coda) sia alla poca efficacia della trama. Manca un forte gancio che porti anche il pubblico più generalista ad andare avanti con la serie, ma lo spazio e il tempo per migliorare e correggere il tiro ci sono. Per ora The Book of Boba Fett è rimandato, ma gli lascio il beneficio del dubbio e pongo le mie speranze nel prosieguo della serie.

Queste sono le nostre opinione sul primo capitolo. Quali sono le vostre? Fatecelo sapere nei commenti.

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