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[Recensione] The Mandalorian 3 – Chapter 20: The Foundling

Ecco la nostra recensione per il ventesimo capitolo della serie The Mandalorian, The Foundling.

The Mandalorian 3 Chapter 12: The Foundling, ecco la recensione dei redattori Empira

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!

Fabio Pupin

Siamo al Rifugio dei Mandaloriani, e ci immergiamo nella loro quotidianità, che vuole dire un perpetuo allenamento marziale che spartani scansatevi. Din decide che questo è il momento per Grogu di mettersi alla prova insieme agli altri trovatelli. Lo sfidante è Ragnar, il giovane mandaloriano a cui abbiamo visto recitare il Credo nel capitolo 17. Di fronte alle orecchie tutte da mordicchiare di Grogu, Ragnar si dimostra eccessivamente confidente e la sfida sarà una lezione anche per lui: non si parla senza sapere. Neanche il tempo di elaborare la sconfitta contro Grogu che Ragnar viene catturato da un volosauro spaziale e portato via. Solo Bo-Katan a bordo del Gauntlet riesce a stargli dietro, per tornare al rifugio con un piano di salvataggio.

Nel frattempo il piccolo Grogu prosegue il suo addestramento con l’Armaiola, che lo istruisce sulla centralità della Forgia nella cultura mandaloriana e sull’importanza di dedicarsi ai trovatelli. L’Armaiola non si limita a una lezione di teoria, ma gli forgia un nuovo pezzo di armatura.

I colpi del maglio che calano sul beskar fanno riaffiorare nella mente di Grogu i drammatici momenti in cui il Tempio Jedi venne assaltato dai Cloni. Scopriamo di più sul suo salvataggio e soprattutto sul suo salvatore, uno Jedi di nome Kelleran Beq, che riesce a scampare alla strage a bordo di una nave di Naboo. Li lasciamo con la curiosità di sapere chi abbia messo a disposizione la nave, tra i vari politici legati a Naboo presenti in quel momento su Coruscant…

Di nuovo al Rifugio vediamo Bo-Katan prendere in mano la situazione: sarà lei a guidare il team di salvataggio alla rupe dove ha il nido il volosauro spaziale. Ovviamente il tentativo di intrufolarsi nel nido senza allarmare mamma volosauro fallisce e i Mandaloriani sono costretti a regalarci un bello scontro aereo. Sarà Din a salvare Ragnar, che scopriamo essere il figlio di Paz Vizsla – il gesto colpisce chiaramente Paz, questi due si danno testate e si tendono la mano fin dalla stagione 1, perché this is the way-.

Il team torna vittorioso al Rifugio, portando con loro anche i cuccioli di volosauro spaziale rimasti orfani. Bo-Katan ha guidato il salvataggio di un trovatello e viene degnamente celebrata. L’Armaiola, notando che la sua armatura necessita di riparazioni dopo lo scontro, le dona un nuovo spallaccio. Dietro richiesta di Bo-Katan il nuovo pezzo porterà l’insegna del Mythosauro. Bo-Katan si spinge oltre nel mostrarci quanto la visione che ha avuto nelle Acque Viventi l’abbia toccata, confidando esplicitamente all’Armaiola l’esistenza della leggendaria creatura.

Sintetizzato così, il capitolo 20 è un altro ottimo episodio: Grogu prosegue il percorso di formazione, le dinamiche tra i Mandaloriani entrano sempre più nel vivo, i flashback ci aiutano non solo a saziare la sete di lore ma anche a collegare sempre più saldamente la serie con il resto delle vicende. Seppure non sia un episodio che porta chissà quanto avanti la cosiddetta trama orizzontale, aiuta a rafforzarla.

Purtroppo però è un episodio raccontato veramente a cazzo di cane. Il nonsense si spinge oltre il sopportabile. L’allenamento dei Mandaloriani è semplicemente ridicolo, tirano calci a sagome di gommapiuma e sparano blasterate nell’acqua. La sfida tra Ragnar e Grogu è una partita di paintball al meglio dei tre colpi da due metri di distanza – giuro, non me lo sto inventando-. Il Rifugio (che ricordiamolo, è una caverna che si affaccia su una spiaggia larga tre metri affacciata su un lago infestato dai mostri, perché evidentemente era l’unico posto disponibile su un intero pianeta disabitato) è ripetutamente attaccato anche dai volosauri spaziali, che si erano portati via già un po’ di trovatelli, il bene più prezioso dopo il beskar. Così prezioso che nessuno ha pensato di mettere qualcuno di guardia alla spiaggia, o di allenarsi nelle grotte.

Scopriamo anche che le mamme di volosauro spaziale portano al nido le loro prede senza però darle ai loro piccoli, ma di solito le rigurgitano dopo qualche tempo, completamente asciutte e preferibilmente se in quel momento il nido è minacciato. Tutto l’episodio è costellato di momenti cheap e tirati via, dal trauma di Grogu che riaffiora in un momento del tutto a caso alla pessima messa in scena del salvataggio da parte di Kelleran (riguardatevi il suo scontro con i Cloni uscito dall’ascensore: è così che si gira male una scena di azione, con un montaggio serrato che cerca di nascondere l’assenza di coreografia). Perfino “this is the way” ripetuto alla fine di ogni frase si svuota: mi passi il sale? This is the way.

Ok battersene del realismo, ok gli espedienti per necessità puramente narrative ma quello che ne esce è un episodio che funziona solo sulla carta. Va bene così eh, per me è perfino un sollievo trovare finalmente qualche minchiata che superi i miei limiti di sopportazione ma durante la visione mi sono più che altro perso a immaginare le decine di modi in cui queste minchiate avrebbero potuto essere evitate. I feels erano da The Book of Boba Fett e Kenobi.

Ovviamente c’è ben altro da commentare ed è il ritorno sul palcoscenico di Star Wars di Ahmed Best. Kelleran Beq è lui. Forse qualcuno lo ha anche già visto in questi panni, nello show per ragazzini Jedi Temple Challange (scherzo, nessuno ne aveva mai sentito parlare finora), ma ecco, non era esattamente un main stage. Questo sì: Ahmed Best interpreta il Jedi che ha salvato Grogu nella serie live-action di punta del franchise. In your fucking face, a tutti i maledetti infami tossici che da sempre cercano di rendere il fandom un posto veramente di merda. Uno che ha ricevuto minacce di morte – questo sì che dovrebbe essere ridicolo, se non fosse agghiacciante, altro che le partite di paintball mandaloriane -. Minacce di morte solo per aver interpretato un personaggio scritto male (e inutile fingere, non lo ha aiutato essere diversamente ariano, d’altra parte il mondo è pieno di non sono razzista ma…). Allora gli episodi malriusciti – ammesso che non lo siano solo per me -, così come i personaggi malriusciti – anche quando lo sono praticamente all’unanimità come Jar Jar – passano in secondo piano. Quelli, qualunque sia la loro presunta gravità, sono comunque un gran chissenefrega, o al più un’occasione per riderci sopra. Se invece è il momento di essere seri: benvenuto Kelleran, bentornato Ahmed.

Marco Puglia

Mi succede, a volte, che alcune sbavature nella scrittura di un prodotto cine-televisivo mi disturbino più del normale. Forse il problema è legato al montaggio, oppure alla regia, non ho ancora focalizzato bene, ma ogni tanto mi risultano più evidenti e mi fanno storcere un po’ il naso.

Ecco, questo episodio mi ha creato questo piccolo disagio (ed è strano, perché dietro alla scrittura c’è nientepopodimenoche la premiata coppia Jon Favreau e Dave Filoni) ma, nell’economia della puntata, posso considerarlo abbastanza trascurabile perché non cambia il parere estremamente positivo su questa terza stagione. Non mi soffermerò quindi sulle situazioni specifiche, mi limiterò a osservare che l’unico effetto è quello di aggiungere un segno meno al voto complessivo di questo capitolo 20.

Vorrei, invece, concentrarmi su quanto di positivo c’è in questo episodio, e non è poco, nonostante la trama torni a essere verticale, con una missione che coinvolge il gruppo di mandaloriani rifugiati in un pianeta non proprio tranquillo (scusate, questo dovevo sottolinearlo).

L’obiettivo è salvare un trovatello catturato da una bestia volante che lo vuole dare in pasto ai propri pulcini. Una situazione non originalissima, ma che ci permette di approfondire alcuni personaggi e la lore di Star Wars.

Troviamo, infatti, il piccolo Grogu che si sta preparando per un futuro tra i mandaloriani con l’apprendimento, non solo, delle tecniche di combattimento, ma anche della filosofia legata al credo. Molto interessante il dialogo con la fabbra che forgia per lui un primo pezzo di armatura, facendogli compiere un piccolo, ma importante, passo verso quello che lo aspetta.

Per il piccolo neo-trovatello, questo momento è molto intenso anche per via dei ricordi che gli riporta alla mente. Scopriamo come è riuscito a scampare all’ordine 66 e chi si è preso l’incarico di portarlo in salvo. Un altro tassello nel canone di Guerre Stellari che molti fan aspettavano da tempo.

In questa sequenza facciamo la conoscenza di Kelleran Beq, un Jedi che avevamo già avuto modo di incontrare in un prodotto per bambini andato in onda sul canale youtube nel 2020. Si tratta di una graditissima sorpresa perché l’attore che lo impersona è lo stesso che aveva prestato le movenze e la voce a Jar Jar Binks e che era stato inondato di critiche e insulti da quel fandom tossico che purtroppo ben conosciamo. Un bel riscatto per questo attore.

L’altro personaggio centrale in questo episodio è Bo Katan, che vediamo avvicinarsi sempre più ai Figli della Ronda e al credo mandaloriano da cui si era distaccata molti anni prima.

Il rispetto che gli altri compagni le tributano e l’incontro con il mitosauro, una creatura mitica che, ricordiamo, riveste un ruolo molto importante nella loro cultura, sembrano fare breccia nella sua mente e indirizzarla su quella che potrebbe essere una guida per un popolo ritrovato.

Dopo la seconda stagione e i primi episodio di questa terza, sinceramente avrei immaginato un destino diverso: la sua appartenenza alla Ronda della Morta sembrava solida e impossibile da mettere in dubbio, ma forse ci aspettano ancora delle sorprese.

Il nostro Din Djarin, seppur protagonista del salvataggio di cui sopra, rimane un po’ in secondo piano e sembra quasi avere la funzione di accompagnare gli altri personaggi nel loro cammino, fino a trovare il proprio posto nell’universo.

Per concludere, diventa sempre più difficile immaginare quello che accadrà nell’episodio successivo, ma allo stesso tempo si aprono tante possibili strade, anche se quella legata alla clonazione sembra la più plausibile. Vedremo il ritorno di Snoke? Un collegamento con la sequel trilogy? L’ipotesi sembra affascinante, siete d’accordo?

Rebecca Micol Sergi

Ridendo e scherzando siamo arrivati già a metà di questa terza stagione di The Mandalorian – ed era vero, Rosario Dawson ci ha trollati tutti. Ma non tutto il male viene per nuocere!

La puntata si muove su due fronti paralleli che la rendono godibile a tutto tondo.

Da un lato un Classic Mando che riprende i fasti della 1×03, dove mandaloriani col jetpack si muovono in missione di salvataggio contro il dinosauro della settimana di dimensioni bibliche. Tutto regolare.

Come nella seconda stagione, possiamo notare la differenza di addestramento e skill tra Bo-Katan e un gruppo di mandaloriani esiliati e senza uno scopo, ed è palese come si stia facendo strada per ingraziarsi i loro favori alla riconquista di un trono. Particolare è la relazione di fiducia che si è instaurata con Paz Viszla: non è un caso che il rivale principale di Bo-Katan sia stato proprio un membro di questa casata, che probabilmente è ancora vivo su Mandalore…

Dall’altro lato il flashback più gradito dalla storia della prequel trilogy, con un Ahmed Best in gran forma, pronto a riprendersi il suo spazio nel franchise, e un addestramento che farebbe impallidire anche i Generali Skywalker e Kenobi! Per non parlare del lavoro di dettaglio assurdo effettuato sul volto di Grogu, per accentuare il suo stato d’animo appesantito e rattristato!

Che questo non sia che l’inizio del tanto atteso flashback su Grogu? Che quella nave noobiana non sia proprio il preludio di un MAINDBLOUIN gigantesco dove Ahmed si riconcilierà proprio con il personaggio che tanto gli ha dato, ma che allo stesso tempo altrettanto stava per strappargli? A buon intenditor…

Claudio Rossetti

Il Trovatello, un episodio con un sacco di premesse e di aspettative. Diretto da Carl Wathers e scritto da Dave Filoni il capitolo 20 di The Mandalorian è sicuramente un episodio che si fa amare.

Da fan della trilogia prequel ho apprezzato (e soprattutto atteso) il momento flashback dove finalmente viene svelato il salvatore di Grogu. Dopo aver fantasticato su migliaia di Jedi o personaggi che potevano palesarsi ecco arrivare il Jedi Kelleran Beq.

Non è tanto il personaggio a lasciarmi di stucco quanto il suo interprete, Ahmed Best. Per quelli che non lo sanno, l’interprete di Jar Jar Binks!!

Queste sono le cose che mi fanno volare letteralmente!

Protagonista di una scena di inseguimento dopo e di combattimento con tanto di due spade laser prima, risulta essere davvero un personaggio fichissimo.

Ah scusate sono partito in quarta senza parlare di dove sono i nostri protagonisti.

Din Djarin, Gorgu e Bo-Katan sono ancora nel pianeta che fa da nascondiglio ai mandaloriani. Il piccolo Grogu sta cercando a piccoli passi di diventare un mandaloriano e abbracciare il credo. Ed è proprio mentre l’armaiola gli fabbrica la sua “corazza” mandaloriana che il piccolo si lascia andare ai ricordi.

Nel frattempo Bo-Katan, Din Djarin e un’altra manciata di mandaloriani sono andati a recuperare un trovatello (che poi scopriremo essere il figlio di Paz Vizla) rapito da un sauro alato enorme qualche scena prima.

Che dire un’episodio sicuramente ricco, dove troviamo un sacco di azione e di rimandi (non mi dite che non avete pensato a una famosa scena di Jurassic World a un certo punto) e che ho trovato davvero soddisfacente per quello che è il mio gusto ma secondo me ha un grosso punto debole: la durata.

33 minuti sono davvero pochi secondo me per quello che questa serie e i personaggi al suo interno hanno da dire.

Mi ha davvero disturbato questa cosa devo essere onesto. Per quanto abbia amato questo episodio questo fatto di durare cosi poco mi turba.

Voglio dare infine un nota di merito per come stanno strutturando il personaggio di Bo-Katan che sembra esser diventata un personaggio principale. Davvero ben costruito il suo arco narrativo fino ad ora, soprattutto perché non mi stanno lasciando intuire quale è il suo scopo e se ne ha uno veramente. Questo rende la sua storia inedita.

Concludo tirando dunque le somme, non posso non dare un 8 a questa puntata ma ne voglio di più!

Manuel Bettuzzi

Continua Mando e continua il mio sentirmi scemo. Confrontandomi con diverse persone, ho ricevuto critiche alla serie a questa puntata. Vuoi per la scrittura, vuoi per alcune sviste, vuoi per… quello che volete, ma di fatto continuo a ricevere lamentale.

Per me criticare un prodotto come The Mandalorian 3 è pura follia. Se vogliamo confrontalo con prodotti non Star Wars posso anche essere d’accordo su alcune critiche mosse all’episodio, ma se rimaniamo in ambito Star Wars mi spiace, ma non riesco proprio ad essere d’accordo.

Non solo abbiamo tutto quello che è Star Wars: mostri, combattimenti, lore, Mandaloriani, Jedi, cloni, navi… ma lo abbiamo in 30 minuti e con una regia assolutamente da non sottovalutare. Ho amato il ritorno di Ahmed Best, che apre un progetto di gate-keeping come non se ne erano mai avuti nella nostra saga.

È come se ora tutti i prodotti iniziassero ad essere collegati. Tutto ha un senso, tutti hanno un ruolo nella stessa grande galassia. Cosa desiderare di più? Volete realissimo? Volete scritture degne di un oscar? Temo abbiate sbagliato serie e abbiate comunque sbagliato saga. Ma questa è un’altra storia.

Per la prima volta dopo tanti anni guardo al futuro di Star Wars con fiducia, col sorriso, pronto a godere di quello che arriverà nei prossimi mesi. Avanti tutta.

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