In base a quanto pubblicato ieri in questo articolo, Rogue One: A Star Wars Story avrebbe dovuto avere una storia totalmente diversa.
Se non avete ancora visto il film (mi chiedo cosa stiate aspettando), non andate avanti nella lettura di questo articolo.
Si è parlato molto, in questi mesi, di questo reshoot, invasivo quasi come un’operazione chirurgica, che ha fatto in modo che il 90% delle scene presentate nei trailer non fossero presenti nel film.
A parlare è proprio Gareth Edwards in un’intervista rilasciata a Empire Magazine (che riapparirà online sul link precedente il 26 Dicembre – podcast cancellato per problemi di spoiler), dove dichiara che (dopo aver letto la sua sceneggiatura) la produzione in realtà aveva già in mente una sola fine per Jyn e la squadra di Ribelli.
“Tutti lo lessero, e la sensazione che rimaneva prima di arrivare al finale era:
– ‘Devono morire giusto?”
Edwards in realtà pensava di creare un finale, un po’ più leggereo e molto meno dark, ma in realtà si tratta solo di un fraintendimento tra il regista e lo studio.
Edwards afferma che nello script originale i protagonisti non sarebbero dovuti morire, sopravvivendo quindi alla battaglia di Scarif, non perchè pensava di tenerli in vita dall’inizio, ma semplicemente perchè era convinto che la Disney non glie avrebbe concesso il finale attuale.
“Pensavamo di non essere autorizzati (a uccidere tutti), ma Kathy [Kathleen Kennedy, Presidente della Lucasfilm] e tutti gli altri alla Disney dicevano:
– ‘Si, ha senso. Devono sparire, del resto in Una Nuova Speranza non ci sono.’ ”
Da questo momento in poi Edwards ottenne, dalla Disney, la licenza di uccidere e il finale alternativo non venne mai girato.
“Ho continuato ad aspettare che qualcuno di mi dicesse:
– ‘Sai una cosa? Potremmo filmare solo una scena in più, in cui vediamo Jyn e Cassian, che stanno bene e sono su un altro pianeta!’. Non è mai accaduto. Nessuno mi ha mai dato questo suggerimento, così non ho avuto motivo di girare un finale alternativo.”
Si potrebbe dire che gli il sistema degli studi di Hollywood sia quello di non lasciar spazio ai registi, invece Edwards è proprio l’esempio del regista che lavora a modo suo nei termini consentiti dallo studio di produzione: piuttosto che un cambiamento in peggio, la modifica dello script in realtà ha portato Rogue One più vicino alla visione originale Edwards.
Il risultato è un pugno nello stomaco che assume la forma di un finale potente ed entusiasmante, un qualcosa che nella pop-culture odierna manca da diverso tempo.
Fonte: TheVerge.com