Skeleton Crew prosegue con la seconda parte della stagione: di seguito le impressioni della redazione sul quinto episodio, e attenzione agli spoiler!
Skeleton Crew: 46 minuti di puro godimento narrativo! – Roby
Ho rivisto più di una volta l’ultima puntata di Skeleton Crew, e anche questa settimana si conferma un ottimo prodotto. Ancora una volta mi sazia e mi stupisce. Mi colpisce e mi convince. Mi esalta e mi trascina dentro gli eventi di questa avventura entusiasmante vissuta dai piccoli di At Attin.
Il mistero comincia a dipanarsi e le maschere cadono. La voglia di scherzare rimane una semplice caratteristica di questi quattro “normalissimi” ragazzini che però, inconsciamente, non si accorgono del grave rischio che stanno correndo. Il mondo attorno a loro è fuori controllo e senza regole. Le datarie della Repubblica sono tutto ciò che conta per sopravvivere in un mare siderale senza regole.
Questo punto di vista della galassia di Star Wars è sempre molto distante dall’immaginario a cui siamo abituati ma allo stesso tempo è perfettamente riconoscibile e coerente. Il rispetto per il “codice Star Wars” in Skeleton Crew è totale ma chi decide nella stanza dei bottoni non vuole esserne schiavo ed è evidente in ogni sua inquadratura.
Si parla di Clan Bancario, ergo dei Munn e infatti, li troviamo immersi nel fango termale con tanto di asciugamano in testa; ma sono solo ospiti che vediamo da lontano, nessun fan service forzato ma senso e coerenza dell’insieme. Vedi anche la presenza di un Hutt nel fango o il design in stile drago / kraken / Bor Gullet del gigante buono Cthallops.
In questo episodio di Skeleton Crew rimaniamo in silenzio e con i brividi lungo la schiena nell’ascoltare le storie della misteriosa Onix Cinder e del suo spietato e temutissimo capitano Tak Rennod (che, letto al contrario si legge Donner, come Richard Donner, regista di The Goonies!), oppure veniamo invasi da continue adventure vibes che ci arrivano da citazioni elegantissime che derivano, ancora una volta, dai classici di avventura che hanno formato tutti noi. Goonies e Indiana Jones sono evidenti sì, ma non gratuiti. Tutto serve, niente si butta, nemmeno nel finale strepitoso di questa puntata che sancisce, ancora una volta, la maestria e la classe nel raccontare Star Wars come merita, finalmente!
Skeleton Crew regala una puntata strepitosa per queste feste natalizie – Kiurlo di Mare
La miglior puntata finora, questo quinto episodio di Skeleton Crew mi ha letteralmente conquistato.
Non mi aspettavo minimamente che la storia prendesse questa piega, in quanto alla fine della puntata precedente, ero più convinto che i nostri sarebbero finiti su uno dei pianeti gemelli di At Attin. E invece eccoci su Lanupa, il pianeta-covo del pirata Rennod, che nel corso degli anni è diventato un centro termale super chic per i ricconi della galassia.
Esilarante! I quattro ragazzini protagonisti sono sempre più affiatati, i loro personaggi sono scritti in maniera eccellente e si percepisce una chimica fantastica tra loro come attori. Sono sicuro che si devono essere divertiti come matti a girare questa serie. La regia di Jake Schreier è davvero azzeccata: riesce a bilanciare alla grande i momenti divertenti e spensierati con quelli più intensi e avventurosi. E il ritmo? Non c’è un attimo di pausa, incolla allo schermo dall’inizio alla fine.
Ecco, si è parlato ormai allo sfinimento di quella atmosfera anni ’80 che si respira in Skeleton Crew ed in questo episodio i richiami a I Goonies, Indiana Jones e a L’Isola del Tesoro sono più evidenti che mai. Attenzione però, perché nonostante questi omaggi, si respira sempre l’anima di Star Wars in ogni scena, senza mai tradire l’universo che conosciamo e amiamo.
E SM-33? Ormai è diventato uno dei miei personaggi preferiti. Si rivela ad ogni puntata sempre più essenziale per il gruppo e continua a farmi sbellicare dalle risate. Finalmente poi scopriamo (o forse no?) il famoso tesoro di At Attin. Ok, lo ammetto, l’idea della zecca della Vecchia Repubblica era abbastanza telefonata, ma tutto sommato ci sta. Dopotutto, è una serie pensata anche per un pubblico giovane, quindi va bene così. Quello che invece mi ha colto alla sprovvista è stato il tradimento finale di Jod. Non me lo aspettavo, e ora non vedo l’ora di scoprire come andrà avanti!
Insomma, che dire? Questa puntata è stata una vera goduria. La serie continua a migliorare, e riesce a mescolare avventura, divertimento e emozione in modo incredibile, senza mai perdere di vista lo spirito di Star Wars. Sempre più difficile aspettare una settimana per il prossimo episodio!
Una nuova tappa del viaggio verso casa dei nostri avventurieri – Cristiano
Quanto è bello il Natale quando puoi gustarti un po’ di Star Wars di qualità? Quanto è ancora migliore se, dentro Star Wars, ci viene presentata una bella storia piratesca? Perché, come dice il titolo di questo quinto episodio di Skeleton Crew: “Avete molto da imparare sui pirati!”
Alla regia della puntata natalizia troviamo Jake Schreier che ci porta, finalmente con un minutaggio più generoso, a conoscere una nuova fondamentale tappa del viaggio verso casa dei nostri giovani avventurieri. Una casa, At Attin, dove di certo non stanno con le mani in mano i genitori dei bambini scomparsi. Molto efficace questa sequenza nel mostrare il senso di apprensione dei poveri genitori, ma anche l’inquietudine e l’oppressione di un sistema burocratico che sembra non fare nulla per aiutarli.
Torniamo poi nello spazio dove, grazie ad SM-33 più disposto a collaborare e ricordare si comincia a fare luce sul mistero della Onyx Cinder. Il droide per la prima volta fa il nome del vecchio capitano, il famigerato Tak Rennod, e sul motivo dello schianto della nave sul pianeta: come nelle migliori storie dei pirati (le analogie con L’Isola del Tesoro sono molte) l’avidità della ciurma genera un ammutinamento che divampa fino a far schiantare la nave su At Attin, sede del più grande tesoro ambito da Rennod. Figura interessante e ben caratterizzata quella del capitano grazie all’efficace racconto di Jod. Ed è proprio Jod a costituire una delle figure più interessanti di questo episodio.
La sua caratterizzazione continua ad essere ricca ed impeccabile con sempre nuovi elementi ad accrescere il mistero intorno al personaggio. In questo episodio Jod mostra una personalità controversa, che oltre ad avere molti nomi (alla lista si aggiungono Jodwick Zank e Dash Zentin), ha molte facce. Da una affabile pronta a confortare (a suo modo) il piccolo Wim, ad una sfacciata e furbesca quando ha a che fare con le autorità di Lanupa e la cacciatrice di taglie Pokkit, ad una decisamente più oscura nel finale, da vero pirata pronto a tutto. Del resto tutti, ma proprio tutti, non fanno altro che ripetere di non fidarci di Dash… Crimson Jack… Jod… insomma ci siamo capiti.
In conclusione, se da un lato il mistero di At Attin e del suo tesoro senza tempo sembra risolversi in modo un po’ scontato, dall’altro questa puntata è ricca di contenuto, azione e avventura omaggiando elegantemente quel patrimonio cinematografico a cui Skeleton Crew si ispira, ancora una volta da I Goonies ad Indiana Jones. Puntata ricca, divertente, con anche quel pizzico di tensione e drammaticità che rendono il tono generale vario e mai piatto. Un ottimo lavoro che, come la “potente immaginazione” di Wim continua a far vivere grandi avventure nella Galassia.
“Ricorda – dice Jod a Wim – dalla tua concentrazione viene la tua realtà. Hai una visione, seguila.”, sembra che in Skeleton Crew la Visione di Lucasfilm sia finalmente chiara e concentrata sulla qualità del prodotto. Non ci resta che festeggiare il nuovo anno con il prossimo episodio!
Un probabile cambio di registro che rende la storia ancora più interessante – Marco
Giro di boa per Skeleton Crew che, di episodio in episodio, mi convince sempre di più. Questa volta però assistiamo a un probabile cambio di registro che rende la storia ancora più interessante. Fino a questo momento la narrazione è stata sempre in equilibrio tra la leggerezza di una fiaba per bambini e un dramma, che ha per protagonisti sempre dei bambini. Ora il netto cambio di atteggiamento del pirata Jod Na Nawood complica la situazione e la bilancia comincia a pendere più verso il dramma.
I nostri protagonisti si trovano, in pochi istanti, a perdere l’unico personaggio a essere in grado di aiutarli per tornare a casa, il comando di SM-33 e della Onyx Cinder, a rimanere bloccati su un pianeta che non è assolutamente adatto a quattro bambini, ma soprattutto Wim sembra perdere l’entusiasmo e la fiducia nei Jedi che lo accompagnavano fin dall’inizio della storia. Certo, Jod non era proprio il tipo di Jedi narrato nelle leggende, ma era quanto di più vicino a un mito per il nostro piccolo Wim e vederlo comportarsi in quella maniera deve essere stato un duro colpo da incassare.
Il succo di questo quinto episodio di Skeleton Crew è un po’ questo, un cambio di narrazione che apre la strada per i tre capitoli finali, mantenendo ancora aperti tanti misteri da svelare: la vera identità del supervisore di At Attin, il ruolo del capitano Tak Rennod, le motivazioni dietro al segreto che avvolge il pianeta di provenienza dei nostri piccoli eroi, chi si nasconde realmente dietro a Jod Na Nawood (sempre che questo sia il suo vero nome) e poi quella spada laser, che appare all’improvviso e diventa subito protagonista.
Per il resto la puntata rispetta la cura nei dettagli e nella pulizia della narrazione rispetto a quelle precedenti, aggiungendo tante piccole e grandi citazioni che vengono introdotte con discrezione, mai particolarmente evidenti, ma un piacere per gli occhi dei tanti appassionati di questa meravigliosa saga.
Ora ci aspetterà un sesto episodio diretto da Bryce Dallas Howard che ci riporta subito ad atmosfere di mandaloriana memoria, e chissà se questo significherà l’arrivo di una nostra vecchia conoscenza. Non se ne sentirebbe assolutamente il bisogno, la serie sta già procedendo su binari solidi, ma potrebbe essere una bella sorpresa che farebbe falici molti piccoli fan.
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