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SOLO – Il successo di un flop

31 ottobre 2012, Lucasfilm viene venduta a Disney. Viene annunciata una nuova trilogia di Star Wars dedicata agli Skywalker in uscita nel 2015, 2017 e 2019 e con essa viene presentato il progetto Star Wars “Anthology”, ovvero una serie di film stand alone dedicati a personaggi e storie secondarie staccate e legate alla Saga principale e più pompata degli Skywalker.

SOLO – Il successo di un flop

I primi rumor parlano di un anthology su Kenobi, su Yoda, su Solo e su Boba Fett; quest’ultimo con tanto di regista al seguito che, risponderà poi, al nome di Josh Trank.

Ma si sa, le cose in casa Lucasfilm non sono mai ciò che sembrano, la carte in tavola cambiano in fretta e la definizione “anthology” si evolve e cambia in “…a Star Wars story“.

Dopo diverso tempo ecco gli annunci, e i primi due “a Star Wars Story” sono Rogue One (2016) e Solo (2018). Il primo avrebbe raccontato le gesta della squadra “Rogue One” intenta a rubare e consegnare i piani della prima Morte Nera all’Alleanza Ribelle e il secondo sarebbe stato una origin story del contrabbandiere corelliano più conosciuto della galassia: Han Solo.

Forse per il flop del secondo o forse per l’arrivo di Disney+, nessun altro progetto ASWS vedrà la luce, anche se la sensazione è quella di un altro cambio di rotta con la “re-impaginazione” dei film convertiti in serie TV.
Obi-Wan Kenobi, The Book of Boba Fett e The Mandalorian (il film su Yoda potrebbe aver spostato l’attenzione sul nuovo personaggio di Grogu) sono progetti molto affini ai rumor precedenti e sono tutte serie TV originals oggi disponibili su Disney+.

Rogue One fa il suo debutto nel dicembre del 2016 ed è subito evidente la sua natura di film “Frankenstein”. I rumor già lo avevano anticipato e il trailer (che raccontava un’altra storia) ne era una conferma.
Questo ri-montaggio e la ri-scrittura massiva sembra avergli fatto bene però, e Rogue One conquista il pubblico e la critica. Supera il miliardo di dollari al botteghino, nonostante la scarsa campagna marketing (se paragonata al faraonico battage pubblicitario de Il Risveglio della Forza) e diventa un vero proprio cult. Un film di guerra amatissimo che ad oggi vanta pure un prequel televisivo di grande qualità suddiviso in due stagioni, Andor.

Dalle stelle alle stalle

A dicembre 2017 esce l’ottavo film della saga, Gli Ultimi Jedi e da lì in poi il fandom non sarà più lo stesso. Si crea una spaccatura importante nel pubblico e tra gli appassionati che porta ad una sorta di sciopero tra i delusi che manifestano il proprio disappunto in tutti i modi possibili. Il più plateale è quello del boicottare la sala per il successivo e vicinissimo (temporalmente parlando) film di Star Wars al cinema.

Non era mai successo nulla di simile nella storia Star Wars. Moltissimi fan si sono rifiutati di andare al cinema per una serie di motivi che vanno dalla fiducia persa dopo la delusione de Gli Ultimi Jedi, alla scelta sbagliata del casting del giovane Han Solo – che per molti risulta inaccettabile -, all’uscita temporale totalmente sbagliata: troppo fresca la delusione natalizia e troppi filmoni in uscita in contemporanea a SOLO. Mettiamoci poi la nuova ri-scrittura e sistemazione di tutto il film, che ha visto Ron Howard subentrare alla coppia Miller e Lord, allontanata dal set a causa della troppa comicità presente nel primo montato. O almeno così dicevano i rumor.

Ron Howard si trova con una bella gatta da pelare ma, con la sua enorme esperienza e classe nel dirigere un film, riesce comunque in un miracolo importante, confezionando un film che ha molto poco da recriminare a se stesso.
Ron Howard non è un novellino e con il suo timbro registico molto distante da quello dei due precedenti registi permette al film di raccontarci quella galassia con grande rispetto, coerenza e la giusta drammaticità, ma soprattutto, ci mostra un giovane Han Solo interpretato da un Alden Ehrenreich capace di incarnare molto bene la fisicità e la spocchia del contrabbandiere corelliano in erba.

La nascita di una canaglia

Certo è un Han giovane che non riconosciamo del tutto, ma riesce comunque a farci vedere tra le righe il personaggio che sarà in futuro.
Gli manca “qualcosa” però. Quel “qualcosa” gli viene dato da Tobias Beckett (Woody Harrelson) che ci mostra quella parte di Han Solo che a fine film sancirà la sua crescita definitiva.

Beckett è ruvido, sleale, furbo, determinato ed è il mentore perfetto per il giovane Han ma gli manca il cuore, gli manca quell’essere un bravo ragazzo come Han.
Qi’Ra è un’altra parte fondamentale della sua crescita, soprattutto per la parte sentimentale. Da lì in poi la sua fiducia per le donne non sarà più la stessa e lo testimonierà la sua vita difficile passata con Leia.

Ogni secondo conta

Questo film che continuo a trovare eccessivamente sottovalutato ha un unico grande difetto che è quello della fretta. Racconta un evoluzione del personaggio in modo compresso, sensato e coerente si, ma comunque molto compresso. Soprattutto per la valenza del personaggio. Per fare un esempio: il James Bond di Daniel Craig ci mette diversi film per diventare lo 007 presente nel nostro immaginario e credo che anche Han Solo meritasse una sviluppo più lento e cesellato. Ma è pur sempre Star Wars, “la saga per i ragazzini di 13 anni”.

Solo è un ottimo film di Star Wars, soprattutto oggi, dopo aver visto decine di ore di storie parallele dedicate a personaggi nuovi e personaggi vecchi. C’è una grande avventura che ha molto da condividere con i classici Western. C’è una bellissima e originale storia d’amore che contribuisce molto bene allo sviluppo del personaggio. Ci sono una quantità importante di connessioni e easter egg che ci permettono di vivere coerentemente quella galassia. C’è una linea comica molto ben sviluppata e bilanciata con Han, Lando e L3 come mattatori. Ci sono diversi momenti memorabili che ci raccontano molto bene lo sviluppo del personaggio. C’è un design generale riuscitissimo e uno sviluppo dell’Impero tanto marginale quanto importante, vedi l’attacco inutile e sacrificale su Mimban. C’è l’inseguimento all’interno del Maelstrom con un Falcon che, piano piano, prende vita come ammasso di ferraglia. C’è quel momento in cui Chewie si siede al posto del copilota e il tema classico di Star Wars riecheggia nella colonna sonora con quel sorriso di Han che racconta l’intera trilogia classica in un secondo. C’è Han Solo che spara per primo in un plot twist da manuale. Ci sono le battute tra Han e Lando che ci raccontano molto bene il loro rapporto e poi c’è Alden Ehrenreich che ha fatto un lavoro incredibile per riportare un giovane Han in vita. Guardatelo bene in ogni inquadratura. Guardategli le mani, la postura, la
posizione del corpo, le espressioni…
E per finire c’è il ritorno di un bellissimo Darth Maul che, per chi segue ogni prodotto targato Star Wars, ha avuto un senso logico preciso, dando loro la speranza di poter rivedere su grande schermo uno dei villain più amati e riusciti dell’intera saga.

L’amaro in bocca di un addio

Purtroppo però, oltre ad un flebile rumor sull’arrivo di un film su Lando (precedentemente lanciato come serie TV), non esistono ne progetti e ne voci su un eventuale Solo 2, e credo sia un grande spreco in senso narrativo per questa galassia fin troppo sottovalutata… In senso qualitativo.

Solo è stato un grande flop, il più grande flop della storia Star Wars ma i demeriti non vanno certamente lasciati al film.
Le colpe sono da trovare in una serie di nefaste coincidenze che hanno fatto leva sulle pulsioni degli scontenti e sulla preventiva convinzione che fosse un film che non doveva esistere. Peccato, veramente.

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