Dopo la morte di Han Solo, la principessa Leia continua a comandare la lotta della Resistenza contro l’Impero e la giovane Rey vola sull’isola ove Luke Skywalker si è rifugiato in totale isolamento. Nel frattempo Kylo Ren – Ben Solo mostra i suoi sentimenti contraddittori verso la Forza Oscura e quella Buona verso le quali è incoraggiato rispettivamente dal grande imperatore e dal proprio DNA, quello appunto di Leia e di Han Solo. Sul fronte dei ribelli, infine, Finn e Rose Tico (nuovo personaggio) vanno alla ricerca di “apricodici” nell’attesa di uno scontro finale ove tutti i personaggi si incontreranno in uno scenario esplosivamente epico.
Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi), noto anche come Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, è uscito nelle sale solo il 15 dicembre 2017, siretto e diretto da Rian Johnson, il film è prodotto da Kathleen Kennedy e Ram Bergman, mentre J.J. Abrams, Jason McGatlin e Tom Karnowski sono i produttori esecutivi.
In Star Wars: Gli Ultimi Jedi,il pubblico ha potuto ritrovare sul grande schermo Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis. A questi si aggiunge il premio Oscar Benicio Del Toro, la candidata all’Academy Award Laura Dern e la talentuosa Kelly Marie Tran.La squadra creativa include alcuni dei più grandi talenti dell’industria cinematografica, tra cui Steve Yedlin (Direttore della fotografia), Bob Ducsay (Montatore), Rick Heinrichs (Scenografo), Peter Swords King (Hair e Make-Up Designer) e Mary Vernieu (Direttore del casting negli Stati Uniti). Inoltre, Pippa Anderson (Co-produttrice, vicepresidentessa della post-produzione), Neal Scanlan (Supervisore creativo delle creature e dei droidi), Michael Kaplan (Costume designer), Jamie Wilkinson (Responsabile degli oggetti di scena), Chris Corbould (Supervisore degli effetti speciali), Rob Inch (Stunt coordinator), Ben Morris (Supervisore degli effetti visivi) e Nina Gold (Direttrice del casting nel Regno Unito) torneranno a far parte del team.
The Last Jedi è un film che rappresenta totalmente ed anche in modo superbo quello che è il modo di fare cinema di oggi: in poche parole si tratta di un’opera al passo con i tempi che corrono, veloce e spettacolare negli effetti speciali ed allo stesso tempo superficiale e a tratti eccessiva, nonché troppo comica. Si tratta del capitolo della Saga che più di tutti si discosta dalla Trilogia Originale e lo fa in modo sfacciato, come a dire “Ho comprato la Lucasfilm ed ora faccio come voglio io!” Ci sta, è apprezzabile, ma quando ci si scontra con dei mostri sacri forse l’esagerazione non è la via giusta.
In generale è un film piacevole sotto molti punti di vista e che, seppur lungo (dura più di due ore e mezza), riesce a catturare l’attenzione e a tenere lo spettatore incollato alla sedia fino all’ultima scena.
L’ottavo capitolo si collega al settimo in un modo nuovo per la Saga: ossia si riparte lì dove avevamo lasciato i protagonisti, con Rey che finalmente riesce a trovare Luke. Dopo un opening crawl più soddisfacente di Episodio VII e le classiche inquadrature delle navicelle nello spazio, The Last Jedi FINALMENTE ci mostra Luke Skywalker. Per due anni tutti ci siamo chiesti quali sarebbero state le sue prime parole: che cosa dirà Luke? Avrà sentito arrivare Rey? Quale sarà la sua reazione alla vista della spada laser di suo padre? Noi non vi daremo le risposte, ma anzi vi daremo un consiglio: se pensate di ritrovare il Luke di Ep. VI, scordatevelo!
Rian Johnson mette in scena qualcosa di nuovo e decisamente meno profondo rispetto a ciò che siamo abituati: con la sfrontatezza di chi vuole tagliare con la tradizione e la freschezza propria di un produzione moderna, il regista porta sul grande schermo un eroe decaduto, oscuro, che ha perso la speranza e l’obiettivo della sua esistenza. Il risultato, almeno per noi, è deludente sia per le aspettative che inesorabilmente tutti noi avevamo (ricordiamo che l’ultima volta che abbiamo visto Luke Skywalker in azione sul grande scherzo era il lontano 1983) sia per la nuova strada che si è voluto far intraprendere al concetto di Forza.
La filosofia che ci ha accompagnato per tutta la vita ha oggi un nuovo sapore, probabilmente più fresco ma allo stesso tempo privo di magia, quella stessa che con quel “La Forza sarà con te, sempre..” pronunciato da un magistrale Obi-Wan Kenobi, ci ha fatto innamorare della Saga. The Last Jedi fa totalmente a pezzi il mito e con lui un’intera generazione di Jedi e Sith.
Se Il Risveglio della Forza era stato criticato perché troppo simile a Guerre Stellari e privo di un certo coraggio da parte del suo regista, questo nuovo capitolo si piazza al polo opposto: sfacciato, eccessivo e a tratti sconveniente, Gli Ultimi Jedi sembra voler prendersi gioco del fandom, ridicolizzando tutto ciò che per i veri appassionati è sacro ed intoccabile. Ci verrebbe quasi da riprendere le parole di Han Solo “I Jedi, i Sith.. è tutto vero!” Sì, è vero fino a quando non si va a vedere Ep. VIII. Incidendo una bella X sopra l’intera Trilogia Originale e, secondo noi, anche sull’Universo di Star Wars, The Last Jedi si eleva con superbia imponendo allo spettatore di andare oltre, di voltare pagina, di lasciare il passato alle spalle e guardare senza speranza al futuro.
Potrebbe sembrare un manifesto per le nuove generazioni e forse è proprio di questo che si tratta. Spieghiamoci meglio. In questa recensione non punteremo il dito verso la Disney o verso la Lucasfilm, sia chiaro. Nessuno più di noi apprezza il lavoro che dagli anni ’30 questa compagnia sta portando avanti, accompagnandoci mano nella mano lungo il percorso della nostra vita: classici d’animazione, saghe cinematografiche, merchandising e comics fanno della Disney una delle più grandi e migliori case di produzione della storia.
Se The Last Jedi è un film che non risulta in linea con i precedenti ma soprattutto con ciò che il fandom(quello vero, conservatore, quello che ancora si emoziona e piange davanti ai film della Saga) vuole vedere, non è un problema della Disney. O meglio, non è una questione legata ai mezzi, ai registi o agli sceneggiatori della Disney. Si tratta di scelte, ed in questo caso, di scelte ben precise ed ovvie. I nuovi capitoli della Saga nascono per le nuove generazioni, per far continuare il mito e, perché no, per vendere merchandising (cosa che si è sempre fatta, fin dagli anni ’80 essendo Lucas l’inventore del cosiddettomerchandising).
Il problema di fondo è che nel cercare di proporre qualcosa di nuovo, di giovane e fresco, si è perso di vista l’insieme di cose che hanno reso grande la Saga: il tempo, il silenzio, il percorso, la saggezza, l’amicizia, l’amore… la famiglia. I nuovi capitoli sono svuotati dei valori principali, dei capisaldi senza i quali nel lontano 1977 Guerre Stellari non sarebbe diventato ciò che è oggi. E non vogliamo parlare di blockbuster, vogliamo parlare di una Saga che è in grado di emozionare, di unire le persone di tutto il mondo, di farle sognare: la storia di un percorso, della lotta tra bene e male, di rabbia, gioia, perdono.. di redenzione.
Ep. VII ed VIII non sono brutti film ma mancano di emozione ed è per questo che un vero fan non può immedesimarsi in essi: non bastano le battaglie, non bastano gli effetti speciali e non basta sguainare una spada per fare un film di Star Wars. Ci vuole saggezza e maestria nello scegliere i tempi, i dialoghi, le musiche ed in generale la storia.
I nuovi capitoli hanno fallito e continueranno a fallire perché non sono in grado di dare al pubblico qualcuno o qualcosa nei quali immedesimarsi. Non c’è la speranza della Ribellione, l’oppressione dell’Impero, non c’è il percorso dell’eroe e, infine, non c’è l’amore.
In generale perciò si può affermare che a mancare è proprio la storia che, ancora una volta, risulta essere stata cambiata in corsa tra un episodio e l’altro. Vi ricordate il primo trailer de Il Risveglio della Forza e le parole dette da un Luke che poi non abbiamo visto?
“La Forza scorre potente nella mia famiglia. In mio padre, in mia sorella, in me. E anche tu hai questi poteri.”
Una frase esplicita che ci ha suggerito quello che stavamo aspettando: il ritorno di Luke, del maestro, dell’eroe, dell’ultimo Jedi. Poi sappiamo che le cose sono andate diversamente ma questo ci fa capire che non esiste una linea nella trama e che anzi si tratta di prodotti lanciati sul mercato per cercare di arrivare ad un pubblico sempre più ampio. Quello che il fandom ha aspettato per lungo tempo non è arrivato e non crediamo arriverà mai a questo punto.
Lasciando da parte la filosofia per un attimo, torniamo a parlare concretamente del film. Gli effetti speciali sono eccezionali e le scene di battaglia nello spazio sono in linea con i film precedenti (anche se comunque meno avvincenti), il montaggio è davvero notevole e la fotografia in alcuni punti superba. Purtroppo il film non si scrolla di dosso una comicità scadente e inutile ai fini della storia: ancora una volta le battutine fanno da padrone e rovinano l’essenza di un film che in realtà risulta essere più cupo dei precedenti.
La caratterizzazione dei personaggi è pressoché assente così come una ricerca stilistica in termini di linguaggio e di movimenti. I protagonisti sono buttati qua e là senza un motivo valido giusto per creare confusione e cercare di dare alla trama un minimo di spina dorsale. Solo Rey e Kylo Ren sono maturati e più profondi ma questo non basta per non rendere molte dello loro scene ridicole e forzate. Le seconde file sono ricche di nuovi personaggi, alcuni inutili ed alcuni lasciati ai margini della storia perché già inutili in Ep. VI.
Ancora una volta TLJ manca di colonna sonora nei momenti critici: non si tratta di un problema legato al grande John Williams, bensì di scelte. E su un film che vuole rompere con il passato, ci sta anche la musica non ricopra più il ruolo principale che aveva prima.
In poche parole Gli Ultimi Jedi è un film nuovo che non aggiunge niente di nuovo alla Saga e men che meno alla storia (forse più confusa di prima). Un film che agli appassionati farà perdere qualche anno di vita ma che a tutti gli altri piacerà ed anche parecchio.
In finale, vogliamo aggiungere anche un piccola nota riguardante molti dei commenti che abbiamo letto in giro, ossia “Star Wars ha fatto bene a cambiare, si è evoluto, guarda ad una nuova generazione”. Non scherziamo amici, si tratta della Saga più famosa del cinema, con il fandom più grande a livello planetario, unisce molteplici generazioni sotto un’unica grande bandiera, un faro nella notte per grandi e piccini… Non ha bisogno di essere sorpassata. Se la Disney vuole puntare ad un pubblico giovane sfornando film con trame imbarazzanti, non vuol dire che gli adulti di domani devono per forza crescere con questa nuova trilogia.
No! The Last Jedi non è un film per i bambini di oggi, è solamente un film per i tempi di oggi. E vi spieghiamo il perché. Ad oggi ci sono bimbi/e che vanno dai 4 ai 12 anni che già sono appassionati della Saga e della Trilogia Originale e si vestono da Vader e da Principessa Leia: ebbene si, personaggi di 40 anni fa, personaggi che ancora oggi riescono ad appassionare nonostante siano cambiati i tempi. Secondo noi non c’è bisogno di strizzare l’occhio ad un pubblico che fino ad oggi non si è appassionato solo per vantarsi di arrivare lì dove non si era riusciti in passato, perché si tratta di un target che anche solo leggendo la scritta Star Wars non andrà a vedere il film. Star Wars è nato 40 anni fa e chi si appassiona oggi non può prescindere dalla Trilogia Originale e dai prequel.
Chi non ti ha voluto nel corso di questi 40 anni, non ti vorrà nemmeno ora, ma soprattutto non ti merita. Il fandom, così come i film, è sacro e va rispettato anche se ancora attaccato a “vecchie religioni”: non è necessario per forza stravolgere, cancellare, massacrare o stuprare tutto ciò che ci ha emozionato in quella galassia lontana lontana. Le nuove generazioni, se propense a questa grande Saga, la ameranno già dalla prima visione di Star Wars Una Nuova Speranza.
Durante le fasi di produzione del film, a proposito del proprio personaggio Luke Skywalker, Mark Hamill, è stato protagonista di uno scambio di critiche verso la sceneggiatura scritta da Rian Johnson. In un articolo di Vanity Fair dedicato a Star Wars, egli avrebbe dichiarato
“… sono sostanzialmente contrario a praticamente tutto quello che Rian Johnson deciso per il mio personaggio” “Detto questo, dopo aver tirato fuori dal petto quello che sentivo, il mio lavoro era quello di prendere quello che Johnson aveva creato e fare del mio meglio per realizzare quello che ha in mente”. Questa analisi molto negativa è stata però corretta dallo stesso attore sul red carpet dei Tony Awards con una dichiarazione molto chiara e “politicamente corretta”: “Non ho ancora visto tutto il nuovo Star Wars, solo dei pezzi per le varie sessioni di doppiaggio … Rian Johnson è un filmmaker straordinario … Ho avuto un po’ di problemi… perché tutti hanno citato solo la parte in cui dicevo di non trovarmi in accordo con Rian circa le sue scelte per il personaggio di Luke Skywalker. La questione è che sono rimasto sorpreso da come lui ha “letto”Luke. E mi ci è voluto un po’ per abituarmi al suo modo di pensare…”
Il regista Rian Johnson, in un’intervista con Collider, ha descritto le sue fonti di ispirazione, in particolare citando tre film che sono stati per lui molto importanti per scrivere e girare le scene del nuovo episodio della saga creata da George Lucas.
Uno dei tre film citati nell’intervista è Caccia al ladro (To Catch a Thief), un film del 1955 diretto da Alfred Hitchcock. La storia narra del riscatto del protagonista Cary Grant dopo aver passato la vita come ladro di preziosi: in particolare in una scena l’attore ferma un suo “ex collega” cercando di spiegargli l’importanza di vivere in maniera socialmente accettabile. Ovviamente è diretto il confronto con il personaggio di Finn che deve ancora dimostrare di aver abbandonato per sempre il suo retaggio da soldato d’assalto del Primo Ordine: per farlo si metterà alla caccia di un super villain interpretato da Benicio del Toro.
Cielo di fuoco (Twelve O’Clock High) è un film con Gregory Peck del 1949 diretto da Henry King, basato su un romanzo di Beirne Lay Jr. e Sy Bartlett. Una pellicola che aveva già influenzato il maestro George Lucas per le scene di combattimento aereo di Star Wars: Una Nuova Speranza, in particolare per la missione finale suicida che accomuna i due film. A quanto pare il Generale Leia Organa invierà Poe Dameron e il vice ammiraglio Holdo ad abbattere un gigantesco Star Destroyer, probabilmente quello in cui risiede il Leader Supremo Snoke. A quanto pare però, ma mettiamo mani, zampe e proboscidi davanti, la missione sarà fallimentare!
Tre samurai fuorilegge (Sanbiki no samurai) è un film giapponese del 1964 di di Hideo Gosha. La pellicola è incentrata sulla figura di un Ronin, un Samurai che non risponde ad alcun padrone. Costretto alla fuga e ricercato, trova rifugio in una stalla nella quale tre uomini umili origini hanno rapito la figlia del malvagio feudatario del villaggio:un atto di ribellione morale contro lo sfruttamento della povera gente da parte dei signori feudatari. Secondo Nerdist, del film di Gosha sono state prese come riferimento le crude scene di duello con le katane / spade laser.
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