Star Wars Visions 2 è approdato su Disney Plus: ecco alcune impressioni dalla nostra redazione!
Star Wars Visions 2, le nostre recensioni
Francesca Tulli
Star Wars Visions é come la scatola di cioccolatini di Forrest Gump. La brevità degli episodi ne permette la fruibilità ma ‘non puoi sapere mai cosa otterrai’. Come nello scontro tra luce e oscurità, lato oscuro e lato chiaro (al centro delle vicende) la sua forza è la sua stessa debolezza, proprio per la sua varietà di proposte sotto lo stesso ‘titolo’.
Ogni episodio preso singolarmente può essere apprezzato e (potenzialmente) quello successivo no. Non ha uno schema né una direzione, è semplicemente una ‘Visione” (come suggerisce dal titolo) personale della Galassia di Star Wars da parte degli ideatori.
La prima stagione sanciva una collaborazione con il Giappone, il gusto e la varietà degli episodi era veicolata dallo stesso bisogno creativo di “restituire” l’ispirazione che Lucas stesso aveva setacciato dal cinema e dalla cultura del Sol Levante e questo per gli appassionati del genere (e non) ne faceva da filo conduttore. In Visions 2 al contrario sono stati partecipi studi di animazione provenienti da tutto il mondo e per forza di cose, le proposte sono state differenti.
Star Wars possiede dei temi universali ed è (una mia supposizione, n.d.r.) sulla base di quello che ho elaborato assistendo alla conferenza stampa ufficiale tenutasi a Londra, che siano state date delle linee guida “comuni”. In ogni episodio sono presenti questi temi: il distacco dalla famiglia per scegliere la propria strada, il rapporto madre-figlia (più in generale genitori-figli, fratelli e sorelle), la “magia” nello specifico rappresentata dai cristalli Kyber, la guerra come ideologica e spietata.
Questi temi sono stati affrontati con leggerezza e delicatezza (I Am Your Mother/Aardman, Auu’s Song/Triggerfish) e con durezza (The Spy Dancer/La Cachette, Schreecher’s Reach/Cartoon Saloon) secondo una personalissima elaborazione dei concetti. Gli episodi sono una commistione du culture e Star Wars, (così che un Asura indiano diventi un Sith – The Bandits of Golak/88 Pictures) come se oltre a “restituire”, la Saga possa ancora “dare”.
Rebecca Sergi
Una boccata d’aria fresca a ricordarci che non esiste solo la dicotomia Canon/Legends! Ecco come descriverei in poche, semplici parole, Visions 2, che personalmente ritengo addirittura nettamente superiore alla prima stagione.
Un’impressione confermata e partita già dall’anteprima svoltasi durante la Star Wars Celebration, dove mi sono indecentemente commossa per I Am Your Mother – tra l’altro frutto di una delle mie case di animazione preferite, che ha sfornato i classici senza tempo di Wallace & Gromit!
Questo perché, mentre la prima stagione permette di esplorare il genere nipponico, in maniera altamente specifica ma con il grosso rischio di risultare polarizzante, Visions 2 dà ampio spazio a più case di produzione provenienti da tutto il mondo.
Un’esperienza assolutamente arricchente, che pur non portando valore aggiunto alla Saga degli Skywalker, permette di avvicinarsi a culture diverse, a stili di produzione altrimenti non scontatamente consumabili da una larga fetta di pubblico – me compresa – e che in alcuni casi permettono anche di immaginare come sarebbe “vivere” la Galassia lontana, lontana molto più vicino di quello che si possa pensare.
Come per la scorsa stagione – dove il mio episodio preferito fu T0-B1 – ammetto che anche stavolta con Visions 2 hanno fatto breccia nel mio cuore l’innocenza e la purezza dei bambini, per cui non posso che fare un grande applauso ad Auu’s Song dal Sudafrica, e ad uno stile di animazione molto particolare che unisce elementi più “infantili” a significati digeribili anche da un pubblico più adulto.
Mi auguro davvero che possa arrivare una terza stagione, e perché no, vedere anche la nostra Italia brillare nella lista di Paesi che impreziosiranno la cornice Star Wars.
E voi, cosa ne pensate di Visions 2? Quale stagione avete preferito? Fatecelo sapere nei commenti!
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