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The Bad Batch 1×01 ‘Aftermath’ – recensione e analisi dell’episodio

Il 4 maggio, in occasione dello Star Wars Day, su Disney+ è stato rilasciato il primo episodio della serie animata The Bad Batch, intitolato Aftermath. Ecco la nostra analisi e recensione.

The Bad Batch – la recensione e l’analisi dell’episodio

L’episodio, della particolare durata di 70 minuti, costituisce un’ottima introduzione all’intera serie, rendendo godibile la fruizione sia ai fan più esperti con riferimenti ed easter egg, sia ai neofiti o a chi ha visto solo i film, grazie ad una breve ma efficace reintroduzione dei personaggi principali e ad una contestualizzazione dell’ambientazione e della situazione socio-politica della galassia lontana lontana in quel particolare momento della sua storia. Non solo, alcuni spunti e situazioni che erano state già approfonditi nella serie The Clone Wars, vengono qui ripresi e spiegati in modo semplice a chi si era perso la precedente serie animata di Dave Filoni.

L’intento di The Bad Batch, ribadito dai creatori e produttori nelle varie interviste e chiarito anche a livello visivo e narrativo all’interno di questo episodio di lancio, è chiaro: portare al pubblico un prodotto fruibile da tutti e ampliare la mitologia del mondo di Star Wars approfondendo allo stesso tempo i personaggi da un punto di vista psicologico. Proprio i protagonisti costituiscono i mezzi con cui rivolgersi al pubblico: Tech ha il compito spiegare e contestualizzare i vari eventi, Wrecker di distendere il clima e smorzare i toni quando serve, Hunter di stimolare lo spettatore e incitarlo a mettere in dubbio gli eventi.

Lo stile di animazione riprende lo stesso utilizzato per la prima serie realizzata da Filoni, ma sono stati apportati miglioramenti notevoli rispetto alla settima stagione di The Clone Wars, uscita solo l’anno scorso. Il fatto che sia una serie animata quasi non si nota in certi frangenti, e addirittura in alcuni momenti sembra di assistere ad una serie live action, a dimostrazione degli enormi sforzi produttivi profusi nella realizzazione della serie, con l’intento di alzare l’asticella e allo stesso tempo allargare il proprio target. Infatti il tipo di pubblico a cui si rivolge questa serie abbraccia più fasce d’età, contenendo sia momenti divertenti e rilassati, ma anche un approfondimento psicologico e toni cupi, che è raro trovare nel mondo dell’animazione.

Questo episodio riese a stupire lo spettatore fin dall’inizio mostrando la fine delle Guerre dei Cloni e l’emanazione dell’Ordine 66, momento cardine della lore di Star Wars, tramite il punto di vista dei 5 protagonisti. Lo status quo è cambiato, l’Impero è nato sulle ceneri dell’ormai decaduta Repubblica, e i membri della Bad Batch si ritrovano nell’insolita situazione di dover scegliere da che parte stare. Questa dinamica è molto interessante, e regala l’opportunità di esplorare il rapporto tra i 5 componenti della Clone Force 99. Inoltre, compaiono alcuni personaggi molto conosciuti dai fan, e ne vengono introdotti di nuovi. In particolare, l’incontro della Bad Batch con un certo personaggio costituisce un turning point narrativo molto importante che verrà sicuramente sviluppato nelle prossime puntate.

Dopo questa breve recensione, è arrivato il momento di analizzare nel dettaglio l’episodio, quindi avvisiamo chi non l’ha ancora visto che di seguito ci saranno numerosi SPOILER.

Da The Clone Wars a The Bad Batch

La puntata si apre con il logo di The Clone Wars che si dissolve in fiamme e viene sostituito da quello di The Bad Batch, a ribadire che questa serie è collegata alla precedente e che le basi poste verranno riprese ed ampliate in queste nuove avventure. Infatti subito dopo parte una delle tipiche introduzioni riassuntive con il voice over del narratore che abbiamo imparato a conoscere nelle sette stagioni di The Clone Wars. Vengono riassunti gli eventi principali di Episodio III per poi focalizzarsi sul pianeta Kaller, sul quale la Generale Depa Billaba sta guidando un attacco contro le forze Separatiste. Proprio qui su Kaller comincia l’avventura dei nostri protagonisti…

Missione su Kaller e l’Ordine 66

I fan più attenti a questo punto avevano già fatto due più due e capito che era solo questione di tempo prima che sarebbe apparso anche l’allievo di Depa Billaba. A dir la verità, è stata una questione di secondi, poiché subito dopo vediamo arrivare proprio Caleb Dume, il Padawan che sappiamo già sfuggirà all’Ordine 66 e cambierà identità assumendo il nome di Kanan Jarrus, doppiato anche in qeusta serie da Freddie Pinze Jr. che gli ha prestato la voce anche in Rebels, in cui Kanan è proprio uno dei protagonisti. Caleb dichiara di aver portato i rinforzi, ovvero i nostri 5 protagonisti della Bad Batch e vediamo Hunter, Tech, Wrecker, Crosshair ed Echo sbarazzarsi facilmente del plotone di droidi.

Giusto il tempo di una breve presentazione che arriva la comunicazione che Obi-Wan ha sconfitto Grievous e le Guerre dei Cloni sono agli sgoccioli. Ma è un’illusione perché vediamo il Capitano dei Cloni, Grey, ricevere a sua volta il messaggio di Palpatine per eseguire l’Ordine 66. Depa Billaba cade sotto il fuoco incrociato dei cloni ormai compromessi, mentre Caleb riesce a fuggire inseguito dalla Bad Batch. Qui viene data la risposta ad una delle domande che i fan si facevano da tempo: i 5 protagonisti non subiscono l’attivazione del chip (inserito in tutti i cloni in vista dell’ordine di Palpatine), a causa delle mutazioni genetiche indotte (questo punto verrà spiegato meglio da Tech successivamente).

La Bad Batch quindi comincia ad inseguire il giovane Padawan non per ucciderlo ma per capire cosa sta succedendo. Tuttavia, viene inserito il primo indizio di quello ormai era il segreto di pulcinella: ovvero il futuro tradimento di Crosshair. Infatti, il cecchino infallibile del gruppo è l’unico che non mette in discussione questo ordine emanato a tutti i cloni e che cerca di eseguirlo a tutti i costi per una semplice questione di completa fedeltà ai propri superiori. Nonostante ciò, Caleb riesce a fuggire e cominciano i primi dissapori all’interno del gruppo.

La frase pronunciata da Crosshair, in originale “Good soldiers follow orders” è un riferimento all’episodio 6×01 di The Clone Wars (intitolato ‘L’Ignoto‘), in cui Tup pronunciava le stesse esatte parole in seguito all’attivazione prematura del suo chip inibitore.

In rete sono spuntate alcune polemiche per il fatto che questo evento è narrato in maniera diversa rispetto alla sua versione fumettistica mostrata in Kanan #1, in cui il Jedi racconta gli eventi che hanno portato alla caduta della Repubblica, in particolare proprio questo episodio in cui i cloni si ribellano e uccidono la sua Maestra Depa Billaba. Non pensiamo questa sia la sede per commentare le scelte narrative, dopotutto il canone di Star Wars è sempre stato caratterizzato da alcune incongruenze tra prodotti di diversa natura. In questo caso il senso generale della scena e il punto a cui si voleva arrivare rimangono invariati rispetto alla versione fumettistica, ma per completezza vi riportiamo le differenze di alcuni dettagli:

Il clone Grey ha un grado diverso tra la serie e il fumetto: nella prima è un Capitano, mentre nel secondo era un ComandanteNel fumetto di Kanan, l’attacco ai due Jedi avveniva in modo leggermente diverso, poiché la scena si svolgeva di notte con e inoltre i 5 cloni della Bad Batch non erano presenti; una cosa che è rimasta invariata è il fatto che Deba Billaba urli a Caleb di scappare e trovare rifugioLa spada laser di Deba Billaba, verde nel fumetto, viene invece rappresentata in blu in questa puntata (ma c’è da dire che questa differenza è presente anche ne La Guida alle Spade Laser)Nel fumetto, il Padawan viene inseguito dalla Rostu Squad, mentre in questo episodio viene inseguito dalla Bad BatchNel fumetto, Caleb utilizza il mantello Jedi per nascondersi mentre nella serie perde il mantello durante l’inseguimentoL’introduzione dell’episodio fa intendere che la conquista di Kaller avvenga subito dopo la battaglia di Coruscant, mentre nel fumetto accadeva immediatamente prima

Ritorno a casa

La Bad Batch, a bordo della sua atronave Havoc Marauder si reca su Kamino, la “casa” dei cloni. Il gruppo, eccetto Crosshair, è contento di aver portato a termine la missione, ma ormai il dubbio si è insinuato nelle loro menti: cosa sta succedendo nella galassia e perché improvvisamente i Jedi vengono accusati di tradimento ed uccisi? Infatti appena arrivati, notano alcuni Shocktroopers (i cloni con la divisa bianca e rossa facenti parte della Guardia Speciale di Coruscant) che trasportano una barella coperta da un telo bianco da cui si intravede un braccio di colore verde/grigiastro e da cui cade una spada laser: il copro è quello di uno Jedi morto (la sua identità non viene rivelata).

Giusto il tempo per un breve riposo, in cui Tech ne approfitta per spiegare e contestualizzare meglio il fatto che loro hanno sì il chip installato ma è stato inibito dalle mutazioni genetiche che gli hanno indotto (mentre su Echo non ha effetto per via delle sperimentazioni subite dai Separatisti), subito dopo il gruppo viene convocato per un discorso importante che Palpatine sta tenendo al Senato di Coruscant (proprio il discorso diventato ormai iconico). La Bad Batch assiste assieme a tutti gli altri cloni all’ufficializzazione della nascita dell’Impero.

Il primo incontro con Omega

Durante il discorso di Palpatine, Hunter nota una ragazzina affianco a Nala Se (la consigliera di Lama Su, il primo ministro kaminoano, e comparsa per la prima volta nell’episodio 1×03 di The Clone Wars intitolato ‘L’Ombra della Malevolence‘). Questa ragazzina è Omega, che successivamente si ripresenta al gruppo e dimostra fin da subito un’elevata conoscenza dei 5 cloni e una particolare vivacità. La Bad Batch, poco abituata ad interagire con dei bambini, rimane inizialmente interdetta e sospettosa, ma piano piano (soprattutto grazie ad Hunter) si crea un certo affiatamento tra di loro.

La Bad Batch messa alla prova

Su Kamino si presenta niente meno che Tarkin in persona, che curiosamente è notevolmente invecchiato nonostante sia passato un solo anno rispetto alla sua apparizione in The Cloe Wars (ringraziamo Giovanni di Star Wars Libri & Comics, il quale ha redatto una dettagliata timeline degli eventi canonici). L’Ammiraglio dell’Impero è lì in veste ufficiale per testare le truppe di cloni e per avvisare i kaminoani che presto le truppe verranno dismesse e la produzione interrotta per arruolare soldati semplici addestrati, per una questione puramente economica.

Echo conosce bene colui che diventerà Grand Moff, visto che Tarkin aveva fatto parte della missione su Lola Sayu nell’episodio 3×19 di The Clone Wars (dal titolo ‘Contrattacco‘) in cui Echo subiva numerose ferite e veniva creduto morto prima di essere recuperato dai Separatisti.

Anche la Bad Batch viene messa alla prova da Tarkin che gli sottopone un test nella famosa Cittadella di allenamento già vista nell’episodio 3×01 ‘Clone Cadets’ di The Clone Wars. Il gruppo si sbarazza facilmente dei droidi di allenamento, allora Tarkin decide di metterli alle strette sfoderando altri droidi particolarmente temibili (molto simile nel design ai Dark Troopers visti in The Mandalorian, potrebbero essere un primo prototipo di quelli poi utilizzati da Moff Gideon). Nonostante alcune difficoltà, grazie ad una strategia ben pianificata e alla sinergia tra i componenti del gruppo, la Bad Batch riesce a sbarazzarsi dei “nemici”.

Il test fisico è superato, ma ora un’altra prova ben più complicata attende la Bad Batch: una prova per determinare la loro fedeltà all’Impero. Infatti Tarkin, dopo aver chiesto informazioni ai Kaminoani sulla vera natura di questi cloni particolari e aver letto il rapporto di Crosshair sulla missione di Kaller, in cui dichiara che i suoi colleghi hanno fatto fuggire il Padawan Caleb Dume di proposito, decide di testare la loro lealtà. C’è da notare, che durante il discorso con i Kaminoani, Nala Se dichiara che sono rimasti 5 cloni mutati geneticamente, ma sappiamo che Echo, nonostante faccia parte della Bad Batch, non è un clone mutato, quindi la domanda sorge spontanea: chi è il tassello mancante?

La risposta, abbastanza intuibile, ci verrà chiarita definitivamente nelle scene successive, quindi torneremo sicuramente su questo punto. Tornando a Tarkin, vediamo che l’Ammiraglio invia la squadra sul pianeta Onderon con l’obiettivo di eliminare una cellula Separatista. Chi ha la memoria di ferro ricorderà sicuramente quale personaggio vive e opera in questo pianeta ai tempi delle Guerre dei Cloni e della nascita dell’Impero.

La Bad Batch si reca su Onderon ma scopre che sul pianeta non si trova alcuna cellula Separatista, ma soltanto quelli che sembrano civili e soldati dell’ormai ex-Repubblica che si nascondono dalle grinfie dell’Impero. Crosshair è pronto ad azionare il suo fucile per eliminare “i dissidenti” e portare a termine la missione, ma Hunter capisce che Tarkin li ha manipolati e decide di non eseguire gli ordini assegnatigli.

La squadra viene catturata e si scopre che questo gruppo di civili e soldati sono capitanati da Saw Gerrera, personaggio comparso nelle altre due serie animate The Clone Wars e Rebels ma anche nel film Rogue One – A Star Wars Story (intepretato da Forest Whitaker), che decide di non ubbidire al’Impero ma di combatterlo, anche se spesso utilizzerà delle strategie discutibili e verrà etichettato come terrorista pure dalla Ribellione stessa. Come nelle altre due serie animate, Saw Gerrera viene anche qui doppiato da Andrew Kishino.

Dopo un dialogo tra Saw Gerrera e la Bad Batch, quest’ultima decide di risparmiarli e i due gruppi si separano. Hunter si rende conto che Omega aveva provato ad avvertirli riguardo alle vere intenzioni di Tarkin quindi decide, con una certa riluttanza da parte di Crosshair, di tornare su Kamino per salvare la ragazzina. Intanto Tech si introfula nei database dei kaminoani e scopre che è proprio Omega la quinta clone mutata geneticamente, motivo che spinge ancora di più il gruppo a portare in salvo la bambina.

Ritorno a Kamino e il tradimento di Crosshair

La Bad Batch ritorna sul pianeta Kamino ma quella che gli riservano Tarkin e i cloni non è proprio una calda accoglienza: infatti la squadra viene circondata e imprigionata. Nella cella, i 5 protagonisti trovano anche Omega (che era stata scoperta mentre si intrufolava nelle camere della Bad Batch insieme al droide AZI). L’Ammiraglio Tarkin, il quale ha capito che può far leva su Crosshair per mettere in difficoltà il gruppo, preleva proprio quest’ultimo dalla cella e lo sottopone ad un trattamento che bypassa l’inibizione del chip e lo rende completamente fedele all’Impero.

Il resto della Bad Batch, insieme ad Omega, riesce a liberarsi e a fuggire verso la Havoc Marauder ma vengono ostacolati proporio da Crosshair, ormai sotto il pieno controllo dell’Impero, e da alcuni cloni. Dopo una scena di battaglia molto concitata (con tanto di suggestive inquadrature alla western sulle pistole e sui volti in tensione di Hunter e Crosshair), in cui scopriamo per la prima volta la particolare mira di Omega (dopotutto lo ricordiamo lei è una clone modificata geneticamente e ha sviluppato abilità peculiari), il gruppo riesce a fuggire da Kamino.

Verso nuove avventure

Dopo essersi allontanati da Kamino (e dopo aver restituito a Wrecker il suo fidato pupazzo Lula), la Bad Batch si organizza sul da farsi: Hunter rivela agli altri che ora in avanti saranno sempre inseguiti da Crosshair e l’Impero, e che lui ha un contatto che potrebbe aiutarli nel settore J-19. Quest’ultima è la dicitura del settore di Suolriep, in cui si trova il sistema di Saleucami (in cui abbiamo incontrato, durante The Clone Wars, un clone disertore che si è ritirato). Potrebbe essere proprio questo clone, che ha assunto l’identità di Cut LAwquane, il contatto di Hunter, oppure un altro personaggio sconosciuto. Lo scopriremo domani in occasione della seconda puntata.

L’episodio si conclude con la Havoc Marauder che si lancia nell’iperspazio e con Omega che osserva affascinata lo spazio aperto, pronta a per una nuova avventura.

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