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The Bad Batch 3 – La recensione degli episodi 6 e 7

The Bad Batch 3, la nostra recensione degli episodi 6 e 7

Prima di lasciarvi alle recensioni di questi due nuovi episodi di The Bad Batch, vi ricordiamo che possono contenere spoiler! All’interno dell’articolo troverete anche delle clip ufficiali tratte da questi episodi.

Fabio Pupin

Gli episodi 6 e 7, “Infiltrati” ed “Estrazione”, continuano ad alzare l’asticella di quella che fino ad ora si conferma la stagione più solida di The Bad Batch.

Azione e tensione. I nostri sono convocati da Rex, qui alla sua prima apparizione nel corso della stagione. Sventato il tentativo di eliminare i senatori Singh e Chuchi e catturato il misterioso clone assassino, Rex non riesce a estorcere alcuna informazione al prigioniero se non la lista dei suoi obiettivi. Tra questi compare Omega. È tempo di scoprire chi siano questi cloni e di chi siano le pedine.

La Bad Batch giunge alla corte di Rex. Crosshair avrà anche ritrovato la sua famiglia, ma deve ancora dimostrare al resto dei suoi fratelli che non è un traditore e la tensione con Howzer è palpabile. Quando Crosshair realizza che sono stati convocati nello stesso luogo dove è tenuto prigioniero il clone assassino è troppo tardi. Ciascuno di questi cloni è infatti dotato di un localizzatore e un altro assassino è già sulle sue tracce per terminarlo. E come se non bastasse, Omega è sulla scena, perciò una squadra di cloni viene attivata per catturarla. A guidarla c’è una nostra vecchia conoscenza: Wolffe.

Tallonati da Wolffe e dal clone assassino, la Bad Batch, Rex e ciò che rimane dei suoi cloni devono raggiungere il punto di estrazione dove attendere Echo. Crosshair copre la fuga e si scontra con il clone assassino, rischiando di non farcela. Sarà proprio Howzer a tendergli la mano all’ultimo, con tutto il significato che ha il gesto.

Raggiunti dai cloni imperiali, e con le spalle ormai al muro, i nostri riusciranno a fuggire solo per concessione di Wolffe: sono cloni, è sempre famiglia, glielo deve.

Combo di episodi eccellenti insomma, che continua a soddisfare, questa volta con tutti i pew pew che ci piacciono tanto, e che ci lascia insieme ai protagonisti con il medesimo interrogativo: chi sono questi cloni assassini? Chi è, in particolare, il clone che li ha inseguiti per due episodi e che da solo è riuscito a tener testa a Rex e Bad Batch insieme (e che scopriamo essere sopravvissuto allo scontro con Crosshair)? Di lui è stato rivelato solo il nome, CX-2, e le teorie sulla sua identità abbondano già.

Rex convoca la Bad Batch – Episodio 6 – Infiltrati

Alessandro Nunziata

Questa volta abbiamo due episodi di cui parlare, due episodi che formano un blocco narrativo unico.

L’episodio 6 “L’infilitrato” diretto da Steward Lee e scritto da Brad Rau e l’episodio 7 “Estrazione” diretto da Saul Ruiz e scritto da Jennifer Corbett e Matt Michnovetz vanno a porre ancora l’accento su Crosshair e il suo ritorno tra i ranghi ribelli, affrontando ancora una volta il tema delle redenzione.

Questa volta però al centro della storia non abbiamo le diatribe interne al nostro gruppo di protagonisti che qui fungono quasi da comprimari, ma tutto il punto di vista della puntata è quella di Rex e del suo gruppo di cloni.

Rex coordina un incontro segreto tra il senatore Pantoran Riyo Chuchi e il senatore Avi Singh, tutto va per il peggio in quanto l’incontro, nonostante la segretezza, viene interrotto da un attentato perpetrato da un’assassino imperiale. Qui parte l’episodio, che sin dal titolo appare chiarissimo.

“Infiltration” vede il ritorno di Howzer, apparso nell’arco narrativo di Ryloth della prima stagione di The Bad Batch. Ed è proprio quest’ultimo a mettere la pulce nell’orecchio a Rex sulla presunta lealtà di Crosshair. Il gruppo tallonato da un secondo assassino dovrà cercare di fuggire dal pianeta in cui sono nascosti prima che l’impero arrivi.

La lotta interna al gruppo superata nell’episodio precedente si spande tra le file dei cloni ribelli, questa tensione sarà protagonista di entrambi gli episodi dove ancora una volta le dinamiche interne al gruppo, le reazioni interpersonali sono messe in grande risalto e sia la regia che la scrittura usano l’azione come mezzo fine a sé stesso per far proseguire la storia, in quanto gli scontri a fuoco sono tutti filtrati dalla tensione costruita dalle scene parlate che vengono sottolineate con una regia molto attenta.

Questa tensione ce la porteremo dietro per entrambe le puntate e andrà a culminare nello scontro tra Crosshair e l’assassino.

Uno scontro che non è solo un’azione coraggiosa per proteggere i propri fratelli, ma uno scontro con ciò che Crosshair è stato, con ciò che quel gruppo di assassini rappresenta. La scelta di far compiere tale scontro tra le rocce di una cascata, ci porta alla mente lo scontro finale tra Sherlock Holmes e Moriarty. Come nel libro di Arthur Conan Doyle anche qui abbiamo una lotta tra opposti, ma al tempo stesso incredibilmente simili. Uno scontro pari che non si concluderà qui in questo episodio, ma che pone le basi per un’arco narrativo importante che è tutt’altro che chiuso.

Il tema della redenzione sembra il tema portante della stagione fino ad ora. Dopotutto il ritorno di Crosshair era il momento che tutti aspettavamo sin dalla prima stagione e che in questa puntata sembra essere ad una sorta di conclusione momentanea. Da parte mia sento il bisogno di esplorare anche nuove dinamiche di questo gruppo. Quale strade prenderanno gli sceneggiatori non possiamo saperlo, certo che il discorso che a fine puntata Rex dice ad Hunter, il quale mette l’accento sulla necessità di intervenire direttamente contro l’impero, sul suo carattere interventista, ci lascia una traccia sulle possibili svolte della storia.

Wolffe e CX-2 – Episodio 7 – L’Estrazione

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