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The Mandalorian 2 Chapter 11: the Heiress – Tutti i riferimenti e gli easter egg della puntata (IN AGGIORNAMENTO)

Eccoci di nuovo qua per il nuovo esplosivo 11° capitolo di The Mandalorian.
Ricordatevi che ci serve sempre il vostro aiuto! Per cui, se trovate curiosità o easter egg che ci sono sfuggite, non esitate a segnalarcele e provvederemo ad aggiornare costantemente questo approfondimento.

The Mandalorian 2 Chapter 11: The Heiress

Partiamo con i “feels”, ovvero le suggestioni e i riferimenti principali che ci sono saltati subito agli occhi. In generale la sensazione è quella di vedere un piccolo film di pirati ma con qualcosa che ci ha riportato alla mente un classico del cinema.

DANK FARRIK!

Anche Star Wars ha la sua esclamazione di disappunto.
Un’espressione esclamativa, forse un’imprecazione, usata per esprimere rabbia o frustrazione, dice Wookiepedia.

A dirla tutta dovevamo inserirla nell’approfondimento del capitolo 9, in quanto lo ri-sentiamo lì, per la prima volta nella seconda stagione.
Il primo a pronunciarla è stato il mythrol dopo l’attacco del ravinak, nel capitolo 1. Poi il Mando nel capitolo 9 durante la battaglia finale con il drago krayt, di nuovo il Mando ad inizio capitolo 11, quando capisce che l’atterraggio sulla luna marina di Trask non sarà una passeggiata, ed infine, lo sentiamo pronunciare da Bo-Katan sulla chiatta, dopo aver scoperto l’appartenenza al culto della Ronda di Din Djarin.

DI PADRE IN FIGLIA

Proseguiamo con una citazione notevole che arriva subito ad inizio puntata e che, durante i titoli di coda ci apparirà molto più sensata e apprezzata.

La fase di rientro nell’atmosfera iniziale della Razor Crest ci riporta alla mente la scena del rientro della capsula di comando Odissey della missione Apollo 13. Il film del 1995 è diretto da Ron Howard (regista del film Solo: a Star Wars story) e padre di Bryce Dallas Howard.

Alla fine dell’episodio scopriamo che è la stessa Bryce Dallas Howard (regista anche del capitolo 4) ad aver diretto questo capitolo.
Questa sequenza è realmente un omaggio alla scena girata dal padre per il film Apollo 13. Lo ha confermato lei stessa sul suo profilo Twitter.

In lingua originale la voce del del controllore di volo è della regista Bryce Dallas Howard.

CHI SI RIVEDE?

E per la nostra consueta rubrica ecco il primo volto alieno ritrovato in questo capitolo.
Ad aspettare l’attracco della Razor Crest sul pontile troviamo il primo di tantissimi mon calamari.
In quanti di voi avranno sospirato sttovoce “è una trappola!”? Siate onesti eh!
L’aspetto dei personaggi e le proporzioni delle maschere sembrano avere fatto un balzo indietro di 37 anni, sono infatti molto più simili ai primi mon calamari (Return of the Jedi) che a quelli visti negli ultimi film dell’era Disney. Raddus, Shollan (Rogue One) e un rinnovato Ackbar su tutti (The Force awakens e The last Jedi).
Non è una critica ma un’altra dimostrazione di quanto vogliano tornare indietro con quel tipo di effetti pratici.

Ma chi ha dato vita a quel preciso Mon Calamari con il maglione di lana? Due persone ci sono volute per animarlo.
Frank Ippolito, che oltre ad aver interpretato il personaggio ha anche realizzato le maschera prostetica e animatronica e Janina Gavankar, che ha dato vita alle “narici” del personaggio.

Ma chi sono queste due persone?
Frank Ippolito è un affermato artista degli effetti speciali che ha già lavorato per The Force awakens, nonché uno dei partecipanti della prima stagione del reality show americano Face Off.
Janina Gavankar invece, è l’attrice che ha vestito in panni in motion capture di Iden Versio, protagonista del videogioco Star Wars: Battlefront II.
Essendo un’amica di Ippolito lo ha accompagnato come secondo puppeteer addetto al movimento delle narici del mon calamari.

Appena cambiamo inquadratura possiamo vedere finalmente questo porto della luna marina di Trask. Vediamo i mon calamari e i quarren (entrambe specie acquatiche che vivono su Mon Cala) lavorare e vivere il porto in armonia. Ma quello che ci ha fatto sorridere, e che non crediamo sia un vero e proprio easter egg, è l’aver dotato alcuni quarren della classica berretta di lana da pescatore che, per noi italiani di qualche anno, non può fare altro che portare alla mente il marinaio di Tonno Insuperabile.
Se guardate bene la puntata noterete altri quarren con altri tipi di cappelli tipicamente marinareschi.

Non potevamo non segnalarvi questo inconsapevole easter egg nostrano.

Il quarren, una razza acquatica che è sempre stata poco incline alle buone maniere. Ne abbiamo visto uno aggredire Din Djarin nel capitolo 1 e finire decapitato dallo stesso mandaloriano e ne abbiamo visto uno, per la prima volta nella saga, all’interno del palazzo di Jabba, durante gli eventi di Return of the Jedi.
Era Tessek, il contabile dello stesso Jabba the Hutt.

Solitamente, per colpa probabilmente della sua prima appartenenza narrativa al clan dei gangster Hutt, i quarren vengono spesso raccontati come una razza di poco di buono e infatti, in questo capitolo, non sono da meno.

Vederli lavorare, mangiare e convivere con i mon calamari non è così scontato. Nella serie animata The Clone Wars (Stagione 4 puntata 1), li abbiamo visti combattere violentemente tra di loro per il dominio di Mon Cala.

UN ALTRO AMMASSO DI FERRAGLIA

Nel momento in cui la Razor Crest sta per cadere in acquala sentiamo emettere un suono familiare, una sorta di “spegnimento”. Ascoltando meglio si può notare che è lo stesso identico suono, lo stesso file sonoro, utilizzato per il Millennium Falcon (The Empire strikes back). Han Solo cerca inutilmente di attivare l’accensione per l’iperspazio ma senza successo.

Lo stesso file audio viene utilizzato anche per il biplano tedesco che Indiana Jones e il padre rubano nel film Indiana Jones and the last crusade.

Per recuperare la Razor Crest dalla baia viene usato un OI-CT, una gru camminatrice di un modello inedito, molto diversa, da quelle che abbiamo visto di sfuggita nel film Solo.
Gli OI-CT utilizzano la stessa tecnologia in dotazione a tutti i camminatori della Repubblica prima e dell’Impero poi, AT-AT compresi.
Anche in questo caso, hanno utilizzato il medesimo file audio utilizzato per il movimento delle gambe degli AT-AT.

LA LOCANDA

Din Djarin entra nella locanda di pescatori per avere informazioni sui mandaloriani che vivono su Trask. Nel frattempo si siede ad un tavolo con l’intento di sfamare il bambino.
Din offre tre tondini calamariani all’inserviente in cambio di informazioni. Sembrano gli stessi Tondini che ha incassato con le taglie da Grief Carga nel capitolo 1.
Per essere precisi Grief gli da 4 tondini, mentre il mandaloriano ne usa solo 3.
Rivedremo forse dei mon calamari o dei quarren? Oppure è solo un caso?

Questo non lo definirei un easter egg ma è un particolare dettaglio che abbiamo apprezzato tantissimo.
Quando l’inserviente versa la zuppa con sorpresa al quarren prima e al bambino poi, notiamo un grumo passare dalla bocca del dispenser. La regia ci mostra quel dettaglio veloce per prepararci alla scena successiva.

Ecco a cosa ci stava preparando la regia. Un’altra piccola e divertente citazione al Facehugger di Alien.

IN VIAGGIO CON I QUARREN

Din Djarin e il bambino si imbarcano su un peschereccio quarren. Durante il viaggio i due vengono invitati dal capitano ad osservare un gigantesco Mamacore mentre che si nutre.
Questa scena mi è stata segnalata dalla redazione ma non ho trovato altri riscontri.
Nel film King Kong del 1976, possiamo vedere una scena molto simile, in cui l’equipaggio nutre il gorilla gigante da una grata molto simile.

Poco dopo scopriamo quello che molti di noi temevano, “era una trappola!”.
A quanto pare i quarren non avevano intenzione di portare Din e il bambino dagli altri mandaloriani ma erano interessati soltanto al prezioso beskar dell’armatura.

Con un colpo di arpione, il capitano quarren, spinge il bambino, culla compresa, dentro al pozzo dove hanno rinchiuso il mamacore, una creatura marina (inedita) dall’aspetto vagamente familiare. L’anatomia della sua bocca è infatti in linea con quella di diverse creature già viste anche nei capitoli precedenti e nel canone della saga.
Sarlacc, rathtar, ragni bitorzoluti in primis, ma anche il Kraken che abbiamo visto in Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest, il secondo capitolo della saga di Jack Sparrow, con cui condivide una dentatura simile ma altrettanto spaventosa.

La cosa che ci ha colpito di più è la sottilissima metafora che si cela in questa scena.
Nel capitolo 10 in molti sono rimasti “disturbati” dal bambino che si nutre delle uova “non fecondate” di Lady Frog, scelta probabilmente voluta proprio per poterla rivalutare in questo preciso momento. Il bambino (dentro il suo uovo) viene inghiottito dal mamacore esattamente come lui inghiottiva le uova di Lady Frog.

IL CLAN

Din Djarin si butta nel pozzo per salvare il piccolo ma le cose si mettono male.
Mentre Din sta per soccombere all’attacco dei quarren ecco che vediamo arrivare dal cielo 3 mandaloriani con i loro Jetpack.

Parleremo dopo di chi sono i tre Mando, qui volevamo soffermarci su questa bellissima autocitazione che profuma di metafora.
La leader del gruppo porge la mano al Mandaloriano per aiutarlo ad uscire dal pozzo del Mamacore. Una scena simile l’abbiamo già vista quando il membro della Ronda aiuta il piccolo Din ad uscire dalla botola durante il flash back che vediamo nel capitolo 8.

Da una parte abbiamo il suo salvatore che sappiamo essere un membro della Ronda conservatrice ed estremista che si occuperà della crescita di Din. Dall’altra invece abbiamo il nuovo corso Mandaloriano, più pacifista e dedito all’unione rappresentato dal clan Kryze. Da segnalare anche che, la stessa Bo-Katan ha fatto parte della Death Watch.

Da li a poco scopriremo infatti che questa separazione tra i popoli in due fazioni è il motivo per cui Din Djarin non si toglie mai l’elmo. Lui è un “Figlio della Ronda”, meglio conosciuta come “Ronda della Morte” o “Death Watch”. Come vi abbiamo anticipato prima, un gruppo di conservatori ed estremisti che credono nell’antica via di Mandalore.

Siamo la Death Watch, discendenti della vera fede guerriera che tutti i Mandaloriani conoscevano un tempo. Ora il mio popolo vive in esilio perché non vogliamo abbandonare la nostra tradizione. Il nostro era un popolo di forti e temuti guerrieri! Ora invece, è governato dai “nuovi Mandaloriani” che pensano che la pace sia la via da seguire. Hanno abbandonato il nostro onore e la tradizione per la pace. La duchessa Satine e la sua leadership corrotta sta schiacciando le nostre anime, distruggendo la nostra identità. Questa è la nostra lotta“.

Queste sono le parole di Pre-Vislza, il leader della Ronda della Morte.

Curiosità che accompagna il Mandaloriano dall’inizio è il dettaglio dei suoi paramani contrassegnati da un triangolo, o una freccia di colore blu.
Anche questo dettaglio non è li a caso ma è un omaggio al tatuaggio a forma di freccia blu che porta il personaggio di Aang della serie animata Avatar: the last Airbender in cui Dave Filoni ha lavorato agli inizi della sua carriera.

I tre Mandaloriani che incontriamo sulla chiatta Quarren appartengono al clan Kryze. Koska Reeves e Axe Woves sono due personaggi nuovi mentre Bo-Katan è l’erede, come lo stesso titolo annuncia, al trono di Mandalore.

Koska Reeves è interpretata dalla wrestler Sasha Banks, ovvero Mercedes Kaestner-Varnado cugina di Snoop Dogg e no, alla fine non era la Sabine che tutti pensavamo una volta vista nel trailer.

Nei panni di Axe Womes c’è Simon Mario Kassianides, mentre in quelli di Bo-Katan ritroviamo Kate Sachoff, solo che invece che limitarsi alla voce (VO), come aveva già fatto nelle sue versioni animate viste in The Clone Wars e Rebels stavolta l’ha anche interpretata fisicamente.

L’effetto per un fan delle serie animate è stato notevole anche perché la trasposizione in live action dell’armatura è veramente molto accurata e fedele alle versioni animate.

Se notiamo gli spallacci delle armature delle due mandaloriane, possiamo notare dei simboli particolari rappresentanti un gufo. Stessa cosa per quello che riguarda l’elmo della leader Bo-Katan, in cui vediamo chiaramente quello un muso stilizzato sempre di un gufo. Prima che lo chiediate si, i gufi, così come li conosciamo, abitano la Luna boscosa di Endor (Caravan of courage an Ewok adventures) ma no, purtroppo li abbiamo visti solo nell’universo Legends e non ancora nel canone ufficiale, ma evidente ci sono anche li.

Il significato del gufo fa riferimento al nome delle Nite-Owls, un unità mandaloriana d’elite composta solo da donne che, in passato, ha fatto parte della Ronda della Morte. Axe, essendo un uomo, non indossa infatti quei simboli.

da Wookiepedia:

Le Nite-Owls erano un’unità mandaloriana d’élite
composta da donne guerriere guidate da Bo-Katan Kryze. Quando la stessa Bo-Katan si è unita alla Ronda della Morte, le Nite Owls si sono schierate con il gruppo di estremisti e con il suo leader, Pre Vizsla.

Divaghiamo un attimo per una teoria che, seppur già accennata durante l’uscita della prima stagione, con questi nuovi arrivi, scoperte e l’uscita della settima stagione di The Clone Wars e soprattutto con le nuove informazioni ricevute sul credo di Din, il tutto torna a farsi molto interessante.

Le Nite-Owls si allontanarono dalla Ronda della Morte a causa della loro crescente fedeltà a Darth Maul. Bo-Katan non riconosceva Maul come leader in quanto non mandaloriano.
In questo periodo si crea anche un gruppo chiamato Mandalorian Super Commando composto da combattenti estremisti al servizio dell’ex Sith e del suo Collettivo Ombra. Durante la Guerra Civile di Mandalore, i Super Commando, modificarono le loro armature con i colori del proprio leader, il rosso, il nero e il giallo.

Gar Saxon, il comandante dei Super Commando Mandaloriani, non solo indossava i colori di Maul, ma aveva modificato l’elmo dotandolo di corna metalliche, come gli Zabrak, la razza di Maul.

Anche l’elmo dell’Armaiola ha una serie di corna che continuano a farci pensare. Del resto i mandaloriani di cui si prendeva cura erano probabilmente tutti figli della Ronda.

ARMI, TANTE ARMI pt. 1

Din Djarin torna al porto con il bambino e lo vediamo circondato da un gruppo di Quarren che vogliono vendicarsi per la morte del fratello di uno di loro, il pescatore che aveva tradito i due.

Uno degli scagnozzi estrae un DH-17, il blaster in dotazione alle truppe ribelli. Li abbiamo visti all’opera durante l’abbordaggio dell’Impero ai danni della Tantive IV all’inizio del film A new hope.

PER MANDALOR

Dopo aver salvato una seconda volta il Mando, Bo-Katan, Koska e Axe chiedono a Din di sedersi ad un tavolo nella speranza di convincerlo ad aiutarli.

Nessun easter egg in particolare ma è una scena molto importante in quanto veniamo aggiornati sulla situazione attuale di Mandalor.
Eravamo rimasti con Bo-Katan che tornava ad essere la leader del pianeta e in possesso della sua Darksaber, (Rebels S4 Ep.2). Aveva la fiducia del Clan Vizsla, del Clan Rook, gli Eldar, i Kryze, dei Protettori e, logicamente del Clan Wren.

“Io accetto questa spada per mia sorella, per il mio clan e per tutto Mandalore!”

Poco prima della sua nuova nomina da leader però, ci dice qualcosa su quello che accadrà di li a poco e di cui non esiste ancora nessun racconto ufficiale se non qualche dettaglio svelato in The Mandalorian.

“Questo non è che l’inizio. L’impero invierà tutto quello che ha per schiacciare Mandalore”

Durante la cena Din dice a Bo-Katan di non sapere nulla di Jedi. In effetti è stata l’Armaiola ha metterlo a conoscenza del nome e del fatto che fossero stregoni dopo le sue domande sulla “magia” del bambino a cui aveva assistito, per cui, questa sua nuova ammissione, unita al fatto che è stato cresciuto da i Mandaloriani conservatori ed estremisti della Ronda della Morte ci dice qualcosina in più sul personaggio.

ALL’ARREMBAGGIO!

Finalmente trovano un accordo e Din accetta di aiutare i tre in cambio di informazioni su un Jedi con cui Bo-Katan è in contatto.
La missione è recuperare armi del loro popolo trafugate dall’Impero. Il porto di Trask è uno snodo importante per il mercato nero dove l’impero compra e vende la merce razziata da Mandalore.

I 4 si danno appuntamento all’alba dove è attraccata la Razor Crest per gli ultimi dettagli e i tre del Clan Kryze gli mostrano un mercantile Imperiale di classe Gozanti che dovranno assaltare da li a poco.

Questo mercantile nasce per molteplici usi ed è in produzione da diversi anni. Serve anche da incrociatore e da trasporto per caccia Tie, AT-DP, AT-AT e truppe d’assalto. Lo abbiamo visto svariate volte durante gli anni e in molteplici prodotti Star Wars, sia Legends che Canon ma li ricordiamo principalmente per la serie Rebels in cui li abbiamo visti trasportare i mezzi d’assalto imperiali di cui sopra.
In Rebels era quasi una presenza fissa tanto che ne hanno fatto anche bellissimo set LEGO, il 75106 Imperial Assault Carrier.

Una delle prime apparizioni riguarda The phantom menace dove l’abbiamo vista passare sopra la spazio porto di Mos Espa. Non è proprio lo stesso identico modello ma le linee sono le stesse, così come la classe.

The Mandalorian non smette mai di ricordarci quanto gli assaltatori imperiali non siano proprio i migliori tiratori della Galassia. In questo caso non sono due imperiali a mancare un barattolo a terra ma è il mandaloriano Axe Woves a dirci che non riescono a colpire nemmeno un Bantha.

Il Bantha è quella sorta di pachiderma peloso e molto lento che viene allevato e montato generalmente dal popolo Tusken.

Comincia l’azione e la camera si sposta all’interno del mercantile imperiale dove sentiamo il tradizionale allarme, uno dei tanti fiel sonori ormai diventati segni distintivi della saga.
Lo sentiamo spesso all’interno delle strutture imperiali come all’interno della morte nera e degli imponenti Star Destroyer.

Appena il Capitano Imperiale si gira scopriamo che è Titus Welliver, noto attore conosciuto per aver interpretato diversi cattivi nel mondo della TV e del cinema. Uno dei più conosciuti è l’Uomo in Nero, o meglio l’incarnazione umana del indimenticabile Fumo Nero di Lost.
Lo troviamo anche in Agent of SHIELD e Deadwood, la serie Western con Timoty Olyphant (Cobb Vanth) e W. Earl Borwn (Weequay) di cui vi abbiamo gia parlato nell’approfondimento del capitolo 9.

Non tutti sanno però che Welliver è anche un grande collezionista di Statue e Action Figure della Sideshow, in pratica è uno di noi.

La voce italiana dell’ufficiale imperiale è di Antonio Sanna, così come quella del Gran Moff Tarkin in Rogue One e del Generale Pryde in The rise of Skywalker.

I Mando riescono ad aprire il portellone esterno con l’aiuto di una classica chiave a cilindro come quelle spesso utilizzate e in dotazione ad R2-D2.
Una delle tante scene in cui l’astromech droid riesce a forzare una porta o un comando è quella in Revenge of the Sith, dove deve aiutare Obi-Wan e Anakin ad attivare un ascensore sulla Invisible Hand, la nave del Generale Grievous dove è tenuto in ostaggio il Cancelliere Palpatine.

Altro piccolo cameo nostrano che riguarda Fabio Rovazzi. La voce dello Stormtrooper che sentite dall’interfono e che dice: “Non saprei, almeno 10, forse di più” prima e dopo “un attimo sono Mandaloriani. Abbiamo…” è la sua.
Non è la prima volta che si cimenta in questo tipo di doppiaggi, lo abbiamo sentito anche in The rise of Skywalker, sempre nei panni di uno Stormtrooper.

L’arrembaggio continua e vediamo i Mando farsi strada con l’aiuto di fumogeni e blasterate. Per vedere attraverso il fumo sfruttano la tecnologia dei loro iconici elmi riuscendo ad individuare i nemici con l’aiuto della visione termica integrata.
Predator usava la stessa tecnologia termica per andare a caccia.

Sia l’ufficiale di coperta che Bo-Katan utilizzano un comlink per comunicare con il ponte. Anche per un occhio inesperto è difficile perdersi questo dettaglio.
La prima volta che lo abbiamo visto, ne aveva uni identico C-3PO, ed eravamo sulla prima Morte Nera durante la missione di salvataggio della principessa Leia.

ARMI, TANTE ARMI pt. 2

Nelle casse sequestrate agli imperiali vediamo sia degli E-11, i blaster di ordinanza in dotazione agli assaltatori che abbiamo visto usare a Luke, Han e la Principessa Leia durante la loro fuga dalla prima Morte Nera…

ARMI, TANTE ARMI pt. 3

che dei massicci E-22. Blaster usati dagli Shoretrooper durante la Battaglia di Scarif (Rogue One) e dai Mudtrooper durante l’assedio su Mimban (Solo).

Dopo i finocchi, le pere, i ricci di mare e il fertilizzante sparso da un aereoplano ecco che abbiamo anche il Té.

Nel momento in cui Din scopre che i tre vogliono prendere anche la nave si avvicina a Bo-Katan e dopo uno scambio di battute e compreso che la Mando non le rivelerà come trovare il Jedi senza il suo aiuto le dice:
“Stai cambiando i termini del nostro accordo”, il deja vù è immediato, e torniamo a The Empire strikes back nel momento in cui Lando discute con Vader sul destino riservato a Leia e Chewbe, ma le battute non sono proprio le stesse, anche se in italiano si assomigliano molto ma non in lingua inglese.
Lando dice a Vader: “Non era previsto dal nostro accordo”.

Bo-Katan chiude il discorso con un sarcastico “Questa è la via” ma ripeterà poi l’importante frase alla fine dell’episodio in un tono completamente diverso, comprensivo e di unione.

Gli imperiali stanno per essere raggiunti sul ponte dai Mando, quando ricevono un messaggio olografico da Moff Gideon. Sia per la posizione del capitano al centro dietro ai piloti, sia per la postazione dell’emettitore dell’ologramma questa scena ricorda molto l’abitacolo dell’AT-AT durante l’attacco alla base ribelle Echo su Hoth. Al posto del capitano e dei due piloti della Gozanti abbiamo, due piloti AT-AT e il Generale Maggiore Veers che riceve un ologramma di Darth Vader.

Per concludere la comunicazione Moff Gideon esclama una inedita frase evocativa “Lunga vita all’Impero” che ci porta subito a pensare ad una sorta di principio di transizione tra l’ex Impero Galattico e il futuro Primo Ordine.
E’ infatti il Generale Hux a citare di nuovo questa frase sostituendo la parola Impero con Supremo Leader, riferendosi a Kylo Ren nel momento della sua ascesa.
Stando a diverse dichiarazioni infatti, la serie dovrebbe portarci a scoprire la nascita del Primo Ordine.

ARMI, TANTE ARMI pt. 4

La sparatoria continua e il ponte e sempre più vicino. Tra gli assaltatori vediamo uno di loro che imbraccia un potente blaster DLT-19 con cui cerca di stendere il Mando, ma senza successo, il Beskar è molto più resistente, anche di un DLT-19.
Lo abbiamo visto durante gli eventi di A new hope, sempre in dotazione ad alcuni assaltatori imperiali, sia su Tatooine (Sandtrooper) durante la ricerca dei fuggitivi, che sulla Morte Nera durante l’ispezione del Falcon (Stormtrooper).

Hanno fatto breccia sul ponte e Bo-Katan, dopo aver preso con la forza il Capitano, non perde tempo e chiede dove si trova la Darksaber, anche se conosce già la risposta.

Il Capitano non ha intenzione di farsi catturare e schiacciando una capsula nascosta tra i denti fa scattare una sorta di scossa elettrica mortale che si palesa mostrando il suo cranio che si illumina sotto la pelle. Credo sia abbastanza evidente la citazione a quel tipo di effetto.

La missione è terminata e Bo-Katan sta per rivelare a Din Djarin dove potrà trovare il Jedi che sta cercando. Mantre si toglie l’elmo sentiamo nuovamente un suono familiare. Quel suono è lo stesso che sentiamo quando Darth Vader si fa togliere l’elmo dal figlio Luke, chiedendo di per poterlo vedere con i propri occhi, per la prima e ultima volta (Return of the Jedi).

Lo stesso suono lo sentiamo anche durante il loro primo incontro sul peschereccio ma si sentiva molto meno.

“Porta il trovatello nella città di Calodan sul pianeta boscoso di Corvus. Lì troverai Ahsoka Tano, dille che ti manda Bo-Katan e grazie. Non dimenticheremo il tuo coraggio. Questa è la via.”

Al di là della rivelazione che conferma la presenza nella serie della Togruta ed ex Padawan di Anakin Skywalker durante la Guerra dei Cloni, ci sono due nuovi ed inediti luoghi: la città di Calodan e il Pianeta Boscoso Corvus che ha in comune il nome con “la Corvus”, una corvetta imperiale usata dalla squadra Inferno durante la campagna di Star Wars Battlefront II il video game.

MISSIONE COMPIUTA

Dopo il saluto di rito, “questa è la via”, il Mando si lancia dal mercantile in volo libero, esattamente come fa Anakin Skywalker giù dallo speeder durante l’inseguimento ai danni della cacciatrice di taglie Zam Wesell.

Din e il bambino stanno per ripartire con la Razor Crest riparata alla meno peggio con oggetti di riuso da pescatori. Reti, funi e stelle marine carnivore che cercano di mangiarsi il bambino.
Mentre questa sinistra creatura si dirige verso il piccolo ci viene mostrato il suo punto di vista con una sorta di multivisione da insetto, anzi da mosca. E’ infatti nel film di Vincent Price del 1958 che ricordavo una scena simile.
Citazione? Standard? Coincidenza? Ma sopratutto…

Quella stella marina è un cucciolo di mamacore?

Ed anche per questo fantastico capitolo 11 abbiamo terminato l’analisi degli easter egg e dei riferimenti, non ci resta che attendere il prossimo e attesissimo capitolo. Ne avete notati altri? Fatecelo sapere!

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