Ritorna la nostra approfondita disamina settimanale degli episodi di questa seconda stagione di The Mandalorian. Oggi tocca al 16° e ultimo capitolo.
Ricordatevi che ci serve sempre il vostro aiuto! Per cui, se trovate curiosità o easter egg che ci sono sfuggite, non esitate a segnalarcele e provvederemo ad aggiornare costantemente questo approfondimento.
The Mandalorian 2 Chapter 16: The Rescue
Ultima puntata in cui le suggestioni ci portano in casa: da Rogue One a Il Ritorno dello Jedi, fino ad arrivare più volte nella saga di Terminator, come già era successo in alcune parti nel finale della prima stagione.
Si inizia subito con un dog-fight nello spazio. I due veicoli sono entrambi iconici e riconoscibili immediatamente.
La Slave I di Boba Fett insegue un Shuttle T-4a di classe Lambda del Remnant Empire.
Lo abbiamo visto più volte nella saga. E’ il trasporto che porta Darth Vader e l’Imperatore a bordo della seconda Morte Nera. Ma è anche la Tydirium, il veicolo rubato dall’Alleanza Ribelle successivamente utilizzato per passare il blocco imperiale nell’orbita della Luna di Endor.
Alla guida ci sono due piloti in divisa. Li vediamo, per la prima volta, in un prodotto live action, con dei copricapo inediti, una sorta di cappucci sotto casco dotati di cuffie protettive.
Questo tipo di copricapo lo abbiamo già visto indossare dai piloti imperiali nella serie animata Star Wars: Rebels.
La Slave I colpisce lo shuttle con i canoni ionici, bloccando totalmente i comandi della nave.
Una di queste armi la vediamo in dotazione all’alleanza ribelle durante la Battaglia di Hoth. E’ un cannone ionico molto potente con cui l’allaenza è riuscita a colpire e bloccare uno Star Destroyer, garantendo loro la fuga attraverso il blocco.
Il pilota imperiale senza scrupoli tenta di ricattare Mando e Cara Dune spiegando loro l’importanza del passeggero, il Dr. Pershing.
Non contento si prende gioco dell’incursore Dune parlandole di Alderaan e della sua terribile distruzione.
Cara subisce il colpo e il pilota incalza; sa della sua appartenenza. Ha notato la “lacrima” tatuata sulla guancia.
E’ così che capiamo il significato di quel piccolo simbolo ribelle che caratterizza Cara Dune fin dalla prima stagione.
E’ in pratica un tatuaggio commemorativo che viene portato dagli alderaniani sopravvisuti alla distruzione del loro pianeta.
In questo passaggio assistiamo ad un’evoluzione di quello che ci hanno trasmesso nel capitolo precedente con Mayfeld e il salvataggio dei due da parte dell’Impero.
La serie punta a mostrarci più volte il punto di vista imperiale ed è una delle tante e interessanti scoperte della serie stessa.
Il Pilota racconta di essere stato sulla morte nera e sembra visibilmente contrariato a causa dei festeggiamenti da parte dei simpatizzanti dell’Alleanza, che lui stesso definisce come terroristi.
Sai quanti milioni di persone sono morte su quelle basi?
Nonostante la drammaticità del contenuto, non può fare altro che strapparci una risata.
Negli anni abbiamo assistito a diversi meme e dialoghi in merito, per non parlare delle molteplici discussioni da bar tra amici, scherzando sulle disgrazie dell’Impero Galattico e sull’effettiva similitudine tra l’Alleanza Ribelle e un movimento terroristico estremista.
Vi riportiamo il bellissimo ed iconico dialogo tra Randal e Dante, nel film Clerks.
Randal: – E tu sai che mi sono appena visto?
Dante: – Io che tiravo via una scatola dalla mano di un deficiente?
Randal: “Il ritorno dello Jedi” […] Tu cosa preferisci, lo “Jedi” o “L’Impero Colpisce ancora”?
Dante: L’Impero.
Randal: Bestemmia!
Dante: L’Impero ha un finale migliore. Intendo: a Luke viene amputata la mano, lui scopre che Lord Fener è suo padre, Han viene ibernato e portato via da Bobba Fett… Un finale che t’ammazza. Insomma, questo è la vita: una serie di finali duri uno appresso all’altro. Invece lo Jedi è solo una massa di pupazzi!
Randal: No, nello Jedi c’è in ballo qualcos’altro, non me n’ero mai accorto prima d’oggi… loro costruiscono una nuova Morte Nera, giusto? Ora, l’altra era pronta e del tutto funzionante prima che i ribelli la distruggessero…
Dante: Luke l’aveva fatta saltare, tutto merito suo!
Randal: …e la seconda quando è stata fatta esplodere era in costruzione…
Dante: Già, e a farlo è stato Lando Calrissian.
Randal: C’è sempre stato qualcosa che non mi tornava nella seconda esplosione, qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco e che proprio non mi andava giù.
Dante: E ora ci sei riuscito?
Randal: La prima era presidiata dalle armate imperiali… le sole persone a bordo erano le truppe d’assalto e in più diciamo i vari dignitari.
Dante: Sostanzialmente.
Randal: Ragion per cui quando quando salta i conti tornano: il male è punito.
Dante: Mentre la seconda volta?
Randal: La seconda invece non avevano ancora finito di lavorare, erano ancora in fase di costruzione.
Dante: Allora?
Randal: Allora un’impresa di quella portata richiede un sacco di manodopera in più rispetto al semplice esercito imperiale, scommetto che c’erano di mezzo un mucchio di appaltatori esterni, idraulici, metalmeccanici, muratori…
Dante: Cioè non solo imperiali, è questo che vuoi dire.
Randal: Esattamente, specialisti di ogni tipo per finirla alla svelta e di nascosto, figurati se le truppe d’assalto saprebbero installare un gabinetto, loro tutto quello che sanno si limita alle armi e alle divise!
Dante: D’accordo, coinvolgono degli appaltatori esterni, ma che cos’è che ti disturba tanto quando viene distrutta?
Randal: Che saltano per aria quei poveri lavoratori in proprio che erano lì per costruire, vittime di una guerra che non li riguardava affatto. Allora, senti, tu hai un’impresa, lo stato ti offre un bell’appalto su un piatto d’argento, hai moglie e figli a carico, un villino di due piani in periferia, si tratta di un appalto governativo e quindi ci sono un fottio di vantaggi, poi arrivano i militanti di sinistra e distruggono tutto quello che c’è nel raggio di sei chilometri con i laser, tu non c’entri niente, non hai una posizione politica, tu cerchi solo di far quadre i conti.
Un Cliente: – Scusate, non volevo interrompere, ma di che cosa state parlando?
Randal: Del finale di “Il Ritorno dello Jedi”.
La Slave I sta entrando nell’oribita di un pianeta con due lune. Non ci viene detto il nome del pianeta.
Ci sono grandi fabbriche sulla superficie che svettano sulla superficie.
Una di queste fabriche sembra avere un’insegna che porta il logo gigante della Repubblica Galattica, o almeno quello sembra.
La nave di Boba atterra vicino a quello che sembra un piccolo centro abitato e capiamo subito chi stanno per incontrare: Bo-Katan e il suo gruppo di guarrieri Mando.
Quello che salta subito all’occhio, oltre ad un veicolo riconoscibile (di cui vi parliamo dopo), è quella navetta a sinistra. Nulla di importante ma è comunque uno dei tanti ri-usi, anche se digitale, che abbiamo già visto nel primo capitolo della serie. Era parcheggiata su Nevarro, poco lontano dalla ormai scomparsa Razor Crest.
Il veicolo riconoscibile di cui vi parlavamo è il Gauntlet, il caccia stellare di classe Kom’rk in dotazione al popolo Mandaloriano. Questo che vediamo in particolare, appartiene al leader del clan Kryze, Bo-Katan.
Anche Darth Maul, nel periodo in cui è stato al comando di Mandalore, possedeva un Gauntlet che portava i suoi colori.
La Gauntlet di Darh Maul
Come in ogni pianeta, o luogo della Galassia in cui andiamo, anche qui troviamo una locanda. Come da tradizione, cominciamo la caccia ai cameo e agli easter egg.
Partiamo dagli Aqualish, ce ne sono diversi e sono gli stessi che Cara Dune prende a mazzate su Nevarro, nel prologo del capitolo 12.
Successivamente vediamo un Caskadag, una razza di alieni vista per la prima volta ne Il Risveglio della Forza e ne Gli Ultimi Jedi.
Con lui troviamo anche un rodiano di colore giallastro arancione. Siamo abbastanza sicuri che siano le stesse identiche maschere utilizzate per ogni apparizione su schermo.
Il rodiano arancione lo abbiamo visto tra i membri della banda di Enfys Nest, si chiama Chussido.
La sua maschera è stata utilizzata anche per uno dei clienti nella Cantina di Nevarro nel capitolo 1, mentre il Caskadag, oltre ad essere un membro della Resistenza è anche uno dei giocatori d’azzardo che popola il Casinò di Canto Bight.
Vediamo per un secondo apparire un avventore con questo strano copricapo che ricorda moltissimo il casco dei Rebel Fleet Trooper. Probabilmente è una sua variante, in quuanto ci porta tra le fila dell’Alleanza Ribelle. Questo particolare elmetto lo abbiamo visto, colorato diversamente, indossato dal Caporale Eskro Casrich, durante la Battaglia di Scarif nel film Rogue One.
Non potevamo esimerci dal tradurre tutto il menù della locanda che vediamo dietro il tavolo delle due mandaloriane, no non potevamo.
Non siamo riusciti a decifrare i prezzi, per quello dovrete recarvi sul posto, nel caso capiate dov’è.
Alcuni di questi piatti sono realmente esistenti e li potrete trovare al Docking Bay 7 Food and Cargo, la locanda che si trova nel Black Spire Outpost, sul pianeta Batuu.
Vi dicono nulla questi nomi?
Non sono altro che i nomi fittizi che nascondono l’identità terrestre di alcuni piatti che potrete assaggiare nei due Galaxy’s Edge di Anaheim e di Orlando, la due aree tematiche gemelle legate alla saga di Star Wars.
I piatti del Docking Bay 7 Food and Cargo.
YOBSHRIMPCostine di KAADUTYP-YIP ENDORIANO
Le porzioni di cibo che Hunkar Plutt scambia con i pezzi recuperati da Rey.
VEG-MEATPOLYSTARCH
Il piatto preferito da Jabba The Hutt durante le sue serate danzanti o le gare di Pod Racer.
Le preferisce vive a dirla tutta.
L’arrosto di NUNA
La carne di Shaak, il mammifero che vive sul pianeta Naboo simpaticamente chiamato “zecca pelosa” che viene cavalcate da un giovane e innamorato Anakin Skywalker ne L’Attacco dei Cloni.
Kebab con carne di Shaak.
A noi è venuta l’acquolina in bocca, comunque.
CUSHNIP con FRALYOBSHRIMPVEG-MEATTOPATOSPACE WAFFLESZUCCA SIDI arrostitaKebab con carne di SHAAKArrosto di NUNAPOLYSTARCHMEILOORUNCostine di KAADUJOGANPane HAROUN con LAMTA e AHRISACarne di GorntSemi di GALLA
TYP-YIP ENDORIANO
Torniamo seri e pronti all’azione. Il colloquio nella locanda si fa teso, mentre l’identità di Boba Fett crea qualche tensione tra le parti. Nonostante ci abbia mostrato il codice a catena dell’armatura appartenuta a sua padre Jango, Boba non sembra così convinto di ritenersi Mandaloriano, così come Bo-Katan.
Aggiungerei anche noi come pubblico al gruppo degli indecisi. Quindi? Sei un trovatello mandaloriano o no?
L’aria si fa sempre più calda e cominciano a volare gli insulti, anzi, i modi di dire.
Speravamo ci raccontassero aneddoti, curiosità e super easter egg dietro questa metafora ma no… Niente di già conosciuto. Sia i Quacta che gli Stifling sono nomi nuovi che non ci dicono ancora nulla.
Prima di passare alle mani in faccia, Koska minaccia Boba di spedirlo in una vasca di bacta.
Abbiamo visto sia Luke che Vader immersi nella vasca di bacta e nel capitolo finale della prima stagione abbiamo visto lo stesso Din Djarin guarire da una ferita molto grave con l’aiuto dello stesso medicinale somministrato da IG-11.
Il BACTA è una sostanza chimica organica composta da Alazhi rosso gelatinoso e particelle batteriche Kavam mescolate all’interno di un fluido viscoso e incolore noto come ambori. Quando un paziente viene esposto al Bacta, le particelle batteriche all’interno cercano le ferite e provocano una rigenerazione dei tessuti prevenendo la comparsa di tessuto cicatriziale. Il Bacta è spesso considerato un “fluido miracoloso” e sembra essere efficace contro quasi ogni tipo di ferita e disturbo. Ha effetto su moltissime specie diverse nella Galassia.
Luke nella vasca di BACTADarth Vader nella vasca di BACTA
Din Djarin che viene curato con il BACTA spray da IG-11
Quando Boba Fett parla risulta riconoscibile per alcuni, tra questi c’è Bo-Katan che ha già combatutto, e probabilmente affrontato, i cloni della Repubblica Galattica.
Non sembra prendere bene questa scoperta e se prima la tensione era alta ora non sembra più controllabile.
Koska Reeves attacca Boba Fett e durante questa breve azzuffata vediamo l’abilita della Mandaloriana. Abilità che corrisponde a quella della interprete Mercedes Varnado in arte Sasha Banks, wrestler professionista.
Finita la rissa i quattro trovano un accordo e partono finalmente per la missione.
Un inquadratura ci mostra i tre iconici veicoli e notiamo che forse questa inquadratura è li per un motivo.
Il Gauntled rappresenta le due serie animate The Clone Wars e Rebels, la Slave I rappresenta Jango Fett e la Prequel Trilogy e il Lambda rappresenta la trilogia classica…
Naaaa forse è solo un nostro delirio, ma questa bellissima inquadratura sembra volerci dire qualcosa.
Torniamo sulla Slave I e troviamo il Dr. Pershing con tanto di orecchio bucato dallo sparo precedente di Cara Dune.
Come detto dal pilota ad inizio puntata, il Dr. Pershing è un Ingegnere Clonatore e, finalmente, il logo sulla divisa ha la sua conferma.
Il gruppo, composto da Bo-Katan, Koska Reeves, Cara Dune, Fennec Shand e Din Djarin, si prepara ad infiltrarsi sull’incrociatore leggero di Gideon ma non hanno considerato la minaccia che li aspetta. Il Dr. Phershing il avverte della presenza di un plotone di Soldati Oscuri di Terza generazione.
Din è convinto si tratti di una squadra speciale di soldati addestrati ma il dottore spiega non sono più essere umani ma droidi. Gli uomini erano l’unico problema all’evoluzione di quell’arma.
Da segnalare che nell’universo Legends avevamo già visto i Dark Trooper Phase Zero che erano infatti, dei vecchi cloni modificati geneticamente con l’innesto di parti meccaniche.
Le truppe oscure di fase zero, erano il risultato del Progetto Fase Zero dei Soldati Oscuri dell’Impero Galattico. Erano i predecessori delle truppe Oscure Imperiali. A differenza di questi ultimi non erano completamente droidi, ma in realtà vecchi clone trooper, trasformati in cyborg.
Bo-Katan vuole la Dark Saber e non ha interesse a trattenere Gideon. Per Cara e la Nuova Repubblica invece è una taglia molto importante, in quanto è un ex membro della ISB, i servizi segreti imperiali. Possiede diverse informazioni importanti sull’Impero e il nuovo ordine di cui si parla durante la stagione.
Dopo una finta battaglia aerea tra la Slave e lo shuttle rubato, Gideon ordina ai caccia Tie di decollare dagli hangar. Assistiamo alla preparazione e al lancio dei Caccia imperiali attraverso un canale di lancio molto stretto.
Secondo alcuni ricorda il decollo dei Viper di Battlestar Galactica, ed essendoci Kate Sachoff a bordo la suggestione è anche più forte.
Riescono ad atterrare all’interno dell’incrociatore, non senza difficoltà.
Si abbassa il portellone di scarico in mezzo al fumo e il deja vù è molto forte: stessa nave, fumo, architettura imperiale attorno, mica vorrà scendere il redivivo Imperatore?
Le quattro combattenti si fanno strada stendendo assaltatore come se fossero di cartone, nel mentre il Mandaloriano si dirige verso la cella. Sa che deve passare davanti al vano di carico dove sono stoccati i temibili Dark Trooper.
La suggestione ci porta nella saga di Terminator e lo farà per ogni loro apparizione. Sono implacabili, potenti e sono comunque macchine. La produzione lo sa e ci gioca, inevitabilmente, più volte.
Il plotone si schiera minaccioso mentre termina la ricarica e in sottofondo sentiamo l’ormai consueto allarme imperiale.
Din si fa strada tra i corridoi e incontra un droide protocollare RA-7. (Sappiamno dal suo profilo Instagram che ad indossare il cosrtume c’è sempre il solito Chris Bartlett).
Un particolare molto interessate riuguarda le gambe del droide in questione.
C-3PO era tutto dorato con una caviglia argentata, questa unità RA-7 è il contrario, è tutto argentato con una caviglia dorata. Che si siano scambiati il pezzo?
Mando corre a chiudere le porte con il cilindro gerarchico di Pershing ma il primo Soldato Oscuro riesce ad infilare le mani tra le due porte.
Ancora Terminator, qui è il T1000 a venire citato.
Le due potentissime mani aprono con estrema facilità il portone antiblaster e da dietro appare il volto aggressivo e vaderiano di un Dark Trooper. Forse l’abbiamo pensato solo noi ma la sensazione che si volesse citare la follia di Jack Torrance in Shining è veramente molto forte.
Guardate l’inclinazione della testa e l’effetto “sorriso” che assume il volto spigoloso del Soldato Oscuro.
Bad to the Bone non è ancora partita ma il Mando le sta prendendo di santa ragione e il Soldato Oscuro lo prende per un polso, esattamente come il T-800 attacca il motociclista per rubargli il completo di pelle.
Din si difende con il lancia fiamme ma il Soldato Oscuro non scossa, gira la testa avvolta tra le fiamme e fissa il Mando senza espressione. Se non è un Terminator qui, non so quando lo sia.
Diciamo ciao al nostro ultimo Dank Farrik! Si congeda venendo esclamato per l’ultima volta da Cara Dune che impreca a causa del malfunzionamento del suo Heavy Blaster.
Puntata degli insulti inventati. Adesso tocca ad un Grufafango, di cui però, non sappiamo nulla.
Din arriva da Grogu ma si trova davanti ad una brutta sorpresa, Moff Gideon è già li ad aspettarlo e sa tutto, ogni cosa.
Spiega al Mando parte della storia della Dark Saber e spiega il legame che Bo-Katan ha con essa, ma non spiega tutto.
Mando non vuole problemi, vuole solo salvare il bambino e propone uno scambio. Lui prende Grogu e gli lascia la Dark Saber.
Gideon accetta e nel farlo spiega al Mandaloriano che il bambino non gli serve più. Aveva solo bisogno del sangue per poter far tornare l’Ordine nella Galassia.
Ancora una volta si parla di “ORDINE” ancora una volta colleghiamo il tutto al Primo Ordine e mai come adesso, colleghiamo il piccolo Grogu ad un esperimento utile a far rinascere l’Imperatore Palpatine, come abbiamo visto ne L’Ascesa di Skywalker.
Raggiunto un accordo con il Moff, Din si avvicina per prendere il piccolo ma l’imperiale lo colpisce a tradimento con la spada. Il Mando riesce a proteggersi con l’aiuto dell’armatura in Beskar, prende la picca e comincia il duello con il Moff senza esclusioe di colpi.
Quando si incrociano le due armi è bellissimo e come un fiume in piena arriva la conferma che Star Wars è ancora vivo e da venerdì 18 dicembre potra vantarsi di avere un altro bellissimo combattimento con una lightsaber.
Sconfitto Gideon, Din recupera la Spada Oscura e si reca in plancia con il prigioniero e la Dark Saber sguainata ma Bo-Katan rimane negativamente sorpresa.
Stando alle parole di Gideon, per reclamare il trono di Mandalore bisogna vincere la spada a duello.
Din l’ha vinta da Gideon per cui, per tradizione, il Mandaloriano puà reclamare il trono di Mandalore.
Nonostante le parole di Gideon, Mando porge la spada a Bo-Katan ma lei da ragione al Moff, non può accettarla, la deve vincere in battaglia.
Ci troviamo davanti ad un incongruenza, un apparente errore di continuità se vogliamo. Chi conosce le dinamiche e la storia della Spada Oscura storce inevitabilmente il naso.
Nella serie Star Wars: Rebels succede la stessa identica con Sabine che dona la Dark Saber alla stessa Bo-Katan. UN quel caso però, non si fa problemi ad accettare in dono la spada.
Non abbiamo tempo di scoprire come si risolverà il tutto, il gruppo viene distratto da un allarme improvviso: I Dark Trooper stanno tornado dallo spazio pronti a salvare Moff Gideon e il bambino.
Il gruppo si barrica in plancia chiudendo le porte anti-blaster. Stessa cosa la vediamo all’inizio de La Minaccia Fantasma, quando i Neimodiani chiudono le porte nella speranza di tenere fuori i due Jedi.
Bellissimo reprise di un inquadratura iniziale. Prima vediamo il mando e Boba su due livelli, adesso invece vediamo due Dark Trooper nella stessa posizione.
I soldati oscuri stanno per entrare in plancia e si prospetta un massacro. Gideon ride, il gruppo si prepara al combattimento impari quando suona un allarme di prossimità, sta arrivando un X-Wing…
Cara Dune abituana ai piloti della Nuova Repubblica crede che sia un aiuto di poco conto, sminuendo l’arrivo dell’apparente e insignificante aiuto.
Alcuni ci hanno visto un doppio significato in questa battuta e troviamo sia piuttosto interessante e sensato.
Dave Filoni ha interpretato Trapper Wolf, pilota della Nuova Repubblica ed è colui, insieme a Jon Favreau, a cui molti sono grati per questa rinascita del franchise, per cui si, se letta in questo modo, siamo effettivamente salvi.
Il piccolo Grogu sembra percepire qualcosa, a bordo dell’Ala-X potrebbe esserci lo Jedi che ha percepito attraverso la forza durante la mistica connessione di Tython.
Tra i corridoi della nave si scorge una figura incappucciata. E’ il pilota dell’Ala-X appena atterrato sull’incrociatore.
I Dark Trooper cadono come mosche e non ci sono più dubbi. La figura incappucciata è un Jedi e si sta facendo strada con l’aiuto di una spada laser.
Forse uno dei momenti più belli della puntata. Gideon sente dalle parole di Bo-Katan che l’incappucciato è un Jedi e la paura si impossessa del suo sguardo.
Il singolo X-Wing non lasciava molto spazio all’immaginazione, il mantello scuro, il cappuccio, il guanto nero nella mano destra… Non può essere nessun’altro se non lui, ed infatti, ecco il momento che molti aspettavano. La spada è verde e, ad un occhio più attento, lo si capisce anche dall’elsa, signore e signori, Luke Skywalker, il ritorno dello Jedi.
Poco dopo ci accorgiamo tutti che quello che vediamo è similissimo e speculare al finale di Rogue One.
Dove Vader faceva a pezzi decine di soldati ribelli, Luke, il figlio, fa a pezzi decine di soldati oscuri.
Finalmente lo vediamo in volto e la sorpresa è enorme. Non c’è Sebastian Stan e non è Mark Hamill ringiovanito ma hanno fatto quello che avevano fatto con Carrie Fisher in Rogue One, alzando però l’asticella.
L’interprete del giovane Luke Skywalker è l’inglese Max Lloyd-Jones, di 29 anni, su cui hanno applicato digitalmente il volto di un giovane Mark Hamill. Il risultato è stupefacente; non è perfetto e in alcuni momenti è evidentemente posticcio, ma non per questo risulta così negativo.
C’è da dire che la somiglianza con Hamill è notevole, veramente notevole.
E’ il momento degli addii. Din prende in braccio Grogu per un ultimo saluto. Il piccolo allunga una mano per toccargli il viso ma trova solo il freddo Beskar del casco.
Stavolta il credo non basta, è un momento troppo importante per Din, per noi, per il pubblico e per la storia dello stesso franchise. Diffcilmente dimenticheremo un momento così triste e straziante come questo nell’intera saga.
Il rapporto di questi due personaggi è andato oltre lo schermo, rappresenta il senso stesso di Star Wars.
Un padre, un figlio, una famiglia che si divide con un solo “ci rivedremo” che mira a rasserenare noi, il pubblico.
La suggestione più forte di tutte, che non aiuta a stare meglio, arriva con l’addio di Han Solo ne Il Risveglio della Forza. Han che accarezza suo figlio Ben prima di cadere nella voragine.
La scena è pressoche identica, da una parte il colore rosso che domina, dall’altra il verde.
Da una parte abbiamo Ben, KyloRen, il figlio che guarda il padre con uno sguardo impenetrabile, dall’altra Din, un padre commosso con gli occhi chiusi.
Da una parte abbiamo il padre morente che accarezza il figlio per l’ultima volta, dall’altra il figlio che accarezza il padre per la prima volta…
L’arrivo di R2-D2 è la chiave per separare i due. La finzione che diventa realtà, il droide più amato dai bamibini che convince il bambino. Uno dei simboli della saga, una delle chiavi che unisce generazioni di persone sotto la stessa storia dona la sicurezza e la fiducia necessaria al piccolo per seguire le vie della forza.
R2 che si inchina a Grogu. Star Wars che da il benvenuto al piccolo Grogu in un mondo più vasto.
Che la forza sia con te.
Buio… Buio…. Buio?? Ma dove sono gli Artwork? Dove?… Aspettiamo qualche minuto quando… SBAAAAM!
Appaiono a sorpresa i due soli e siamo di nuovo su Tatooine.
Cambia inquadratura ed ecco che vediamo il Palazzo di Jabba!
CHE COSA DIAVOLO SUCCEDE?!
The Mandalorian – scena post credit
Il Ritorno dello Jedi
Siamo dentro il Palazzo di… Boh? Jabba è morto da tempo e non sappiamo chi sia il nuovo signore del crimine. Vediamo due guardie Gamorreane e la sala è la stessa.
Le guardie sono più magre e con un design un pelo diverso ma per il resto, è lo stesso palazzo di Jabba che abbiamo lasciato ne Il Ritorno dello Jedi.
Ah, giusto, ora è il Palazzo di Bib Fortuna, il viscido Twi-Lek che faceva da braccio destro di Jabba.
Vediamo dei Weequay, un Nikto, un Quarren, un Gran e una schiava Twi-Lek dalla pelle azzurra.
Si beve Spotchka, si ascolta musica e poco altro, non sembra essere cambiata molto l’aria.
Passato l’entusiasmo esplosivo per la scoperta di questa scena post-credit, ci accorgiamo di qualche dettaglio in più. Il trono ha due bellissime teste di Rancor a capo dei due braccioli mentre un imbolsito Bib Fortuna tiene tra le mani un asta; uno scettro identico a quello che aveva in dotazione la sua action figure del 1983.
Poco dopo sentiamo degli spari di blaster e vediamo arrivare Fennec Shand e Boba Fett. Dopo aver sterminato tutti i presenti e aver liberato la schiava Twi-Lek, Boba Fett uccide senza alcuna pietà Bib Fortuna, scaraventa il corpo a terra e rivendica il trono come nuovo signore del palazzo.
Boba Fett come Conan il Barbaro e finiamo questa stagione con una nuova suggestione… Ma non è ancora finita.
Non è ancora finita, questa scena post-credit sembra volerci dire qualcosa, e infatti, poco dopo, ecco la ulteriore bomba che ha portato questo 16° capitolo dritto dritto nella storia delle televisione moderna.
THE BOOK OF BOBA FETT arriva a dicembre del 2021!
Che cosa è esattamente, ancora non ci è dato saperlo. Si pensa possa essere una nuova serie TV.
Grazie a tutti per aver seguito questi 16 approfondimentoni! Sono stati faticosi ma estremamente divertenti da realizzare.
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