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The Mandalorian 2 Chapter 9: The Marshal – Tutti i riferimenti e gli easter egg della puntata

Abbiamo smontato il nono capitolo fotogramma per fotogramma. Abbiamo poi analizzato la puntata cercando di scovare e carpire tutte le citazioni, le curiosità e gli easter egg nascosti nella prima puntata di questa seconda stagione.
Un lavoro che ha richiesto oltre 20 ore vi lavoro, ma di cui siamo particolarmente orgogliosi.

The Mandalorian 2 Chapter 9: The Marshal

Eccovi una lista, completa di immagini e descrizioni, di tutto quello che “non ci è scappato” e non “vi è scappato”. Si perché questo articolo è in continuo aggiornamento anche e sopratutto con il vostro aiuto.
Inviateci pure quello che a noi è sfuggito e provvederemo ad inserirlo in questa lunga lista.

Prima di cominciare è importante precisare che alcuni dettagli sono stati omessi, proprio perché già noti e scoperti nella prima stagione.
Ma è giusto specificare che in alcuni casi, invece, abbiamo ripetuto alcune curiosità già note dalla prima stagione.

Ora non perdiamo tempo e andiamo ad analizzare tutto quello che abbiamo scoperto.

FEELS

Inutile dire che The Mandalorian si conferma come vera e propria serie TV western.
Lo vediamo chiaramente con le immagini e con le sequenze rubate a piene mani da tutto il genere, ma soprattutto lo sentiamo dalle musiche di Ludwig Göransson che per quanto siano lontane dallo stile classico di John Williams e di Ennio Morricone riescono comunque a trasportarci in quelle distese desolate, calde e ricolme di insidie, come se fossimo realmente nel vecchio West.
Ci piace pensare che il nostro Sergio Leone sia uno dei più influenti ispiratori per la serie, ma di questo ne parleremo successivamente.
The Mandalorian però, non ci rapisce solo con il suo lazo ma lo fa anche con suggestioni molto diverse, riconoscibili per merito di una filmografia molto più vicina, se vogliamo, alla saga stessa di Star Wars.
Dune, Tremors ma soprattutto Lo squalo di Steven Spielberg, che in questa puntata avrà modo di mostrarsi in tutte le sue forme, o quasi.

IL DROIDE GOTRA

Ad inizio puntata siamo in un pianeta ancora sconosciuto ma, stando agli indizi scovati, potremmo aver visto per la prima volta i sobborghi malfamati di Coruscant.
Certo, il pianeta capitale lo abbiamo sempre visto come una grande ed unica metropoli futuristica disposta su più livelli, dove il sottosuolo risulta essere il vero habitat per la malavita, ma non escluderei un leggero cambio di rotta da parte della produzione rinnovando, molto poco, l’immagine di Coruscant. Senza considerare che quello che vediamo e poco, ed è comunque fitto di strutture e palazzi, mentre quello che non vediamo è celato nel buio.

Assistiamo ad una carrellata di graffiti e tag di ogni tipo e non sono una novità nel canone.
Li abbiamo già visti nella serie Rebels.
Tra i vari simboli e disegni notiamo che i caschi degli stormtrooper e i simboli della ribellione sono stati deturpati con delle X o con degli scarabocchi irregolari, come per volerli cancellare.
Non sono state toccate invece, le immagini raffiguranti i droidi: quella gialla di un droide protocollare (C-3PO???) e quella di un droide generico con gli occhi rossi sono state lasciate pulite.
Se consideriamo poi la strana affermazione di Gor Koresh durante l’interrogatorio del Mando, “Lo giuro su Gotra” potremmo pensare ad una sorta di quartiere sotto il controllo del Droide Gotra.

Per spiegarvi il perché della nostra supposizione su Coruscant vi lascio direttamente alla descrizione di Wookiepedia:

Il DroidE Gotra era un gruppo di droidi che sOSTENEVA E CREDEVA NEi diritti dei droidi. Comprendeva una banda di letali droidi da battaglia UNITI contro l’ Impero Galattico. IN QUANTO abbandonati dopo AVER PRESTATO servizio durante lA Guerre dei Cloni. Il gruppo è stato confinato in un complesso industriale nelle viscere del pianeta Coruscant. LOTTAVANO per l’ emancipazione dei droidi e servivano come muscoli per il sindacato Crymorah.

ALIENI GIA’ VISTI

Di seguito vi proponiamo una lista di facce conosciute che abbiamo ritrovato durante la scena dell’incontro ad inizio puntata.
A pensarci bene non sono facce così conosciute ma non sono comunque alla loro prima apparizione. Questi alieni che vi presentiamo fanno già parte da tempo della foltissima schiera di creature presenti in tutta la saga di Star Wars.

Il primo personaggio che incontriamo durante il combattimento di Vibro Asce è appunto Gor Koresh che scopriamo essere un Abyssin, una razza contraddistinta da un singolo occhio con la pupilla felina.
Questo ciclopico personaggio è interpretato da John Leguizamo.
Ricordate “Luigi” nel film di Super Mario Bros anni 90? Ecco, proprio lui.

Se vi ricordate avevamo visto un suo simile nella Cantina di Mos Eisley (A new hope), subito dopo l’uccisione di Greedo da parte di Han Solo. Il suo nome è Myo.

Per merito di una foto condivisa quasi un anno fa da Jon Favreau (vedi sotto), sapevamo che avremmo rivisto i Gamorreani, ma non sapevamo ne come, ne in quale contesto, almeno fino al trailer.
Nella puntata, scopriamo che i due lottatori Gamorreani sono lottatori che si affrontano a colpi di Vibro Lama dentro un ring, davanti ad un foltissimo pubblico di tifosi decisamente assortiti.
Se notate il dettaglio del corno sx della maquette, scopriamo che, il personaggio rappresentato, corrisponde perfettamente ad uno dei due lottatori. (nella foto sopra e il primo a sx)

Quello che vediamo in questa foto è molto probabilmente il costume di Regineer Teed, uno dei personaggi visti nel finale di Solo. Uno dei membri del gruppo di ribelli con a capo Enfys Nest.
Questo riuso di materiale, oltre ad essere un grande risparmio per la produzione è perfetto per dare continuità e completezza alla Galassia di Star Wars.
Se vi ricordate anche le scene all’interno degli X-Wing della prima stagione, sono state girate dentro il cockpit dell’X-Wing della resistenza presente al Galaxy’s Edge californiano.

Altro personaggio rubato ma da Rogue One. Lui è Mennis Durren, personaggio visto di sfuggita nel mercato dell’Anello di Kafrene.
Questo personaggio è un omaggio a Dennis Murren, uno degli artisti visivi più importanti e influenti della storia di Lucasfilm, ci assomiglia pure.

Un’altro alieno proveniente dal canone Star Wars. Stavolta andiamo avanti nel tempo e lo ritroviamo in una foto del cast alieno presente nel Castello di Maz Kanata in The Force Awakens.

Viene chiamato semplicemente Bug Eyes.

Ci spostiamo su Canto Bight, il casinò visto in The Last Jedi. Questa razza non sembra avere ancora un nome ma sembra decisamente la stessa in entrambe le immagini. Tranne il colorito della pelle forse, ma direi che fanno parte della stessa identica razza.
Anche qui la foto riguarda un immagine fuori scena di un gruppo di alieni in abito da sera.

Si lo sappiamo, lo sappiamo, questo Kyuzo non è una novità, abbiamo già visto un suo simile nella cantina di Nevarro della prima stagione, ma per completezza lo volevamo inserire in questa lista.

I kyuzo sono la razza del Connestable Zuvio, personaggio tagliato da The Force Awakens.

Stessa cosa per un paio di nuovi Zabrak, visti e rivisti già nella prima stagione.

CAPITOLO 9

Conferma molto apprezzata quella di un rumor che parlava di una continuazione della numerazione dei capitoli dopo l’ottavo capitolo conclusivo della prima stagione. La scelta di continuare con il numero dei capitoli, aiuta a rendere il tutto come un’unica grande storia.

La prima puntata della seconda stagione è di fatto il capitolo 9 di The Mandalorian

TURBINE

Se ci avete fatto caso, Lucasfilm inserisce spesso queste turbine (stile Pod Racer) scenografiche sui set, come sfondo. Ne abbiamo identificati di due tipi diversi e li rivediamo spesso, molto spesso e anche in CGI nello schema di Yavin 4 in Battlefront II.

R5-D4

Altra non novità, spoilerata però nella docuserie Disney Gallery e già vista nella prima stagione riguarda il ritorno in scena dell’astrodroide R5-D4, lo stesso acquistato da Owen e Luke poco prima che si guastasse il suo motivatore.
Da notare lo stesso “spicchio rosso” sulla testa, precedentemente esploso, con ancora i residui di olio fuoriusciti dal danneggiamento.

Citazione molto elegante che vediamo nel momento in cui Mando dice di non trovare Mos Pelgo nella mappa di Tatooine mostrata da R5 di proprietà dell’amica Peli Motto.

La piccola Mos Pelgo sembra essere stata spazzata via da banditi e per questo nessuno ha più registrato il piccolo villaggio.

Il parallelismo con Attack of the Clones è evidente, ricordate? Quando Yoda insieme ai piccoli Padawan mostrano ad Obi Wan lo spazio lasciato da un pianeta che è stato misteriosamente cancellato, Kamino.

C’ERA UNA VOLTA IL WEST

Il Mando parte per Mos Pelgo e durante la sua bellissima “cavalcata” attraverso le lande desolate desertiche incontra uno scheletro dei Bantha che ci ricordano, anche qui, le carcasse e i teschi del bestiame, simbolo dei più classici film western.

Il Mando entra nel piccolo villaggio di Mos Pelgo e anche qui le citazioni si sprecano.
Abbiamo preso Sergio Leone tra tutti ma sappiamo che questo tipo di sequenze sono sempre presenti in quel genere di film.

ERRORI Pt. 1

Se notate nella prima immagine sotto il Bambino parte che è a DX, posto in una sacca nel retro della speeder bike, mentre quando arrivano la stessa sacca è legata nella parte SX.
Giusto chiarire che nel mezzo del viaggio c’è stata una sosta con i Tusken, ma senza spiegare il perché di questo cambio posizione. Immaginiamo sia stata necessità registica. Se avessero lasciato il bambino a SX non lo avremmo visto una volta arrivati al Saloon.

WEEQUAY!

Mando entra nel Saloon di Mos Pelgo e ad attenderlo c’è il proprietario, chiamato Weequay, o meglio, con il nome della sua razza. 

Prima di lui, i Weequay,  si sono visti spesso in giro per la galassia ma la loro prima apparizione risale a Return of the Jedi, presenti come scagnozzi della banda di Jabba the Hutt. 

Non dimentichiamo poi il più conosciuto dei Weequay, il pirata Hondo Onaka che con la sua presenza in The Clone Wars e Rebels si è fatto conoscere molto bene.
Potete trovare anche una sua versione animatronica al parco Star Wars: Galaxy’s Edge.

COBB VANTH

La presentazione di Cobb Vanth è decisamente da mancamento. Si presenta al “saloon” con tanto di armatura mandaloriana comprata dai Jawas e appartenuta a Boba Fett.
L’armor è molto vecchia, usurata e scolorita ma è ancora molto resistente.

I produttori di The Mandalorian devono essere degli appassionati di Deadwood, la serie TV western del 2004.
Non sembra infatti una coincidenza quella di ritrovare Timothy Olyphant nei panni di uno sheriffo e W. Earl Brown in quelli di un barman, di nuovo insieme, in due personaggi che hanno lo stesso incarico e in un contesto così western?

Cobb Vanth non è un personaggio inedito ma è già stato presentato nella serie di libri Aftermath e in modo leggermente diverso da come lo abbiamo visto nella puntata.
Non è la prima volta che lo stesso canone viene leggermente modificato risultando incongruente.

Sempre da Wookiepedia:

Cobb Vanth , noto anche come il maresciallo , era un maschio umano che visse durante la Guerra Civile Galattica e la successiva Era della Nuova Repubblica . Una volta schiavo , è diventato uno sceriffo di Mos Pelgo sul pianeta Tatooine . Disprezzava i Red Key Raiders , un sindacato che cercava di stabilirsi sul pianeta. Immediatamente dopo la battaglia di Endor , Vanth fuggì nel deserto in seguito all’acquisizione di Mos Pelgo da parte del Collettivo minerario , incontrò alcuni Jawa e scambiò un camtono di cristalli di ossalato di silicex per un set di armature mandaloriane . Proprio in quel momento, il dipendente di Red Key Adwin Charu si è avvicinato al sandcrawler . Vanth ha conversato con Charu e ha aiutato l’uomo a trovare attrezzature di valore sul veicolo. Quando Charu ha trovato l’armatura e ha voluto prenderla per sé, Vanth ferì Charu, lasciandolo vivo per inviare un messaggio al suo capo Lorgan Movellan . Vanth tornò in città e da solo scacciò il Collettivo, assumendo il ruolo di sindaco e protettore di Mos Pelgo.

Star Wars che cita il western e non Star Wars che cita Star Wars, ecco la formula vincente di Favreau e Filoni.

Con la più classica delle citazioni stiamo per assistere ad un duello vero e proprio, le inquadrature non mentono e i primi piani si avvicinano. Anche in Revenge of the Sith abbiamo visto una scena molto simile, ricordate Obi-Wan con il Generale Grievous? Ma qualcosa impedirà che il duello abbia fine, nel momento in cui i primi piani degli occhi si fanno più importanti, qual cosa cambia e torna ad essere Star Wars.
Qualcosa di molto grosso sta arrivando.

STA ARRIVANDO QUALCOSA DI GROSSO

Arriva una potente minaccia da sotto la sabbia. Conoscendo Star Wars sappiamo che sarà un leviatano gigante, ma non sappiamo ancora di cosa si tratterà, ma poi ecco il “ruggito”, un urlo singolare che sentiremo meglio più avanti nella puntata. Quell’ “urlo” altro non è che quello stesso ruggito di un Drago Krayt che Obi Wan Kenobi replica con la sua voce per impaurire i predoni Tusken prestando soccorso al giovane Luke. Questo accade in A new hope, se non è poesia questa, non so cosa lo sia.

Ecco che si comincia con le sensazioni spielberghiane de Lo Squalo. Qualcosa di grosso sta arrivando e diverse “pinne” escono dalla sabbia portandoci alla mente inevitabilmente quelle due note terrificanti create da John Williams… No, purtroppo nessuna citazione sonora familiare ma la sensazione è quella.

IL SALDATORE

Questa è estremamente sottile ma la lunghezza dell’inquadratura ci ha invitato a capire meglio dove voleva portarci. Il saldatore che usa la ragazza aveva qualcosa di familiare, era esattamente lo stesso che usava Chewbacca per riparare il Millennium Falcon durante la sosta all’interno della base di Hoth. Succede in The Empire Strikes Back.

IL DRAGO KRAYT

Non sarà l’unica volta che parliamo di quello scheletro, più avanti daremo altro spazio a questo bellissimo easter egg.

E’ qui che abbiamo la conferma di cosa ha invaso il villaggio di Mos Pelgo divorando un povero Bantha assetato, il mastodontico e terrificante Drago Krayt. Non lo avevamo mai visto in questo canone prima d’ora se non in versione scheletro.
Si esatto, quei resti che vediamo alle spalle di C-3PO disperso nel mare delle dune (A new hope) sono di un Drago Krayt.

Da notare che nell’universo Legends i Krayt hanno sempre avuto le gambe, come se fossero dei giganti lucertoloni cornuti nonostante non ci fosse traccia di quelle stesse gambe in quello stesso vecchio scheletro. 

Favreau e Filoni sono tornati ancora una volta alla fonte originale per prendere ispirazione ed ecco che il Drago torna ad essere un enorme e dentatissimo “serpente”.

COBB VANTH SPEEDER

Mando e Vanth partono per andare a cacciare il Drago e li vediamo con le loro speeder bike attraversare ancora una volta l’arido e infinito deserto. Quando entra in scena Vanth con il suo speeder tutti avrete esclamato la stessa identica cosa: “ma è uno dei motori del Pod Racer di Anakin visto in Episodio 1!?”
Ecco, anche qui abbiamo cercato di analizzare il meglio possibile ma ci sono diverse cose che non tornano, come i due “aerofreni” anteriori gialli che sono molto più corti di quello di Ani e privi degli iconici stemmi blu.
Immagino sia una bellissima citazione ma immagino anche che siano due motori generici prodotti dalla stessa azienda che, 35 anni prima, produsse i motori che poi il piccolo Ani installò nel suo Pod Racer autocostruito.

ERRORI Pt. 2

La seconda immagine dedicata agli errori non lascia margine al dubbio, è sicuramente un errore. Il viaggio è uno e non si fermano tra un’inquadratura e l’altra. I tubi prima sono a DX e poi vanno a SX.

La mia sensazione è che tutta l’inquadratura sia specchiata (riquadro sotto), anzi ne sono quasi certo.
Con il mezzo busto di Vanth hanno cercato di nascondere la posizione del motore ma senza successo.
Sempre nel riquadro inferiore, notate la parte di motore sfocato sulla sinistra in basso? Ecco quello è l’alettone (si vede aperto verso l’alto nella foto in alto alla sx di Vanth).
Seguendo la prospettiva non doveva vedersi perché, in teoria doveva essere a destra di Vanth, non a sx.
La sfocatura di quella sezione aiuta a far credere a chi guarda che quella parte di motore sia alle spalle, ma alle spalle e in quella posizione non c’è nulla, anzi, non ci dovrebbe essere nulla. 

DEATH STAR II

Con un flashback di Cobb Vanth scopriamo qualcosa di più del suo passato, anzi approfondiamo quello che già avevamo letto sempre sulle pagine di Aftermath.
Il Flashback inizia dal saloon di Mos Pelgo mentre sono tutti intenti ad osservare, festeggiando, l’esplosione della seconda Morte Nera durante la Battaglia di Endor.
Nonostante ci sia sempre un’estrema attenzione nei dettagli qualcosa viene sempre lasciata al caso e non capisco il perché ma è pur sempre una goccia nel mare.

Se notate le due Death Star, nonostante siano narrativamente le stesse, sono molto diverse tra loro.
Notate il disco principale che nella versione vista in Mando è decisamente più grande.

Poco dopo assistiamo ad un replay dell’esplosione e notiamo che nell’ologramma sotto la Morte Nera, appaiono quelle che sembrano le descrizioni dell’evento (immaginiamo) in caratteri Aurebesh.

Qualche fan americano dice di averla tradotta e di aver notato che corrisponde esattamente alla parte centrale del Crawler iniziale del film Return of the Jedi.
Ci sembrava stupido e scorretto non verificarlo e abbiamo tradotto tutto il visibile ed effettivamente sembra corrispondere lettera per lettera a quella parte.

IL BIONDO

Si continua con il flashback e con i western feels con la fuga di Cobb Vanth.
Fuggendo dal Collettivo Minerario dopo aver rubato un loro Camtono contenente dei cristalli di Silcax (anche questi cristalli sono già conosciuti attraverso lo stesso personaggio nei libri di Aftermath) si trova disperso nel caldissimo deserto, come accadeva al Biondo di Clint Eastwood.

C-Z3

Vanth privo di ogni forza e assetato sviene a terra per poi essere soccorso dai Jawas, un po’ come era successo a C-3PO in A new hope.
Con i cristalli di Silicax contratta e riesce ad acquistare l’armatura mandaloriana di Boba Fett.
Subito prima di vedere l’armatura i Jawas gli offrono un fucile, un’unità R2 e per finire una testa di un droide di colore bianco. Quella testa del droide C-Z3 non l’abbiamo vista soltanto all’interno del Sandcrawler in A new hope ma è , in pratica, una versione preliminare riutilizzata, del prototipo di quello che poi è diventato l’iconico elmo di Darth Vader.
Se guardate bene si nota una certa somiglianza con le linee della versione definitiva dell’elmo.

MOS PELGO vs GULMIRA

Continua il flashback di Cobb Vanth e lo vediamo finalmente con l’armatura mandaloriana intento a cacciare e distruggere ciò che resta del perfido Collettivo minerario.

Quella posizione assunta da Cobb Vanth per sparare il missile non ci sembrava del tutto nuova ma non ci tornava con lo sparo di Jango Fett ai danni di Obi-Wan su Kamino (Attack of the Clones) per cui è rimasta li in sospeso nell’attesa che qualcuno o qualcosa ci potesse rinfrescare la memoria.
Ecco che ci pensa Martino Marchetti a farlo con questa citazione al limite della miticità.
Sarà vero? Bhè, conoscendo il modus operandi di Favreau e Filoni non ci sembra così assurda.

Cobb Vanth non ci pensa due volte ad utilizzare a pieno la sua nuova armatura, così come Boba e Jango prima di lui.
Lo vediamo più volte usare il Range Finder come mirino per distruggere lo speeder degli ultimi fuggitivi sopravvissuti o per distrarre poi il Drago Krayt.
Essendo Favreau alla regia non possiamo notare una certa somiglianza con il suo Iron Man del 2008. Durante la prima missione in armatura, Tony Stark decide di salvare e proteggere la piccola comunita di Gulmira… Inutile specificare che è la stessa identica missione dello Sceriffo Cobb Vanth, coincidenza?

Ultimo dettaglio importante riguarda la toppa riparatrice in metallo applicata sulla schiena del Jetpack, là dove Han Solo aveva colpito involontariamente il malcapitato Boba Fett causando l’esplosione e la perdita del controllo dello stesso Jetpack.

SABBIPODI

Terminato il flashback si torna in viaggio e i due si trovano nel bel mezzo di un’imboscata.
All’interno di una gola incontrano prima degli spaventosi mastini rettiloidi, che si scoprono poi appartenere alla tribù dei Tusken Raider.
Con le capacità di comunicazione del Mando scopriranno che entrambe le parti vogliono uccidere il Drago Krayt e così decideranno di unire le loro forze.
Quei mastini rettiloidi si chiamano Massiff e li abbiamo incontrati più volte anche in altri prodotti Star Wars.

Attack of the Clones è sicuramente il più importante ed è anche il primo, è proprio li che scopriamo la loro appartenenza al popolo dei Tusken anche se la loro storia, successivamente diventerà un pelo più complessa.

Sempre da Wookiepedia:

Molti massiff furono addomesticati e addestrati per il servizio di sentinella e guardia. I predoni Tusken, i pirati Weequay e persino i clone trooper della Grande Armata della Repubblica utilizzavano i massiff come bestie da guardia. Durante le Guerre dei Cloni , i soldati dell’ARF addestrarono i massiff come inseguitori. Almeno uno, chiamato Grizzer , è stato utilizzato dal sergente clone trooper soprannominato di conseguenza ” Hound “. Grizzer è stato utilizzato per rintracciare Jedi Ahsoka Tano su Coruscant dopo la sua fuga dalla base militare della Repubblica.

Siamo nell’accampamento dei Tusken Raider.
Abbiamo già visto in Attack of the Clones uno dei loro villaggi ma non ci sentivamo così curiosi e piacevolmente ben voluti.
La prima immagine che vediamo è un Tusken intento a pulire i denti di uno dei loro Bantha. Per farlo usa un Gaffi Stick o meglio un Gaderfii, un’arma da mischia contundente con due parti utilizzabili resa famosa nel film A new hope quando viene utilizzata per aggredire il giovane Luke Skywalker.
Ecco, la parte che dovrebbe usata a percussione scopriamo essere utilizzata anche per la pulizia dei loro corpulenti animali da soma e da trasporto, i Bantha.

La cosa divertente nel notare l’utilizzo improprio dell’arma come attrezzo dentale, non riguarda solo lo stesso utilizzo ma la divertente citazione da cui, probabilmente, aggiungo molto probabilmente, deriva l’idea generale.
Dal 1978 i Tusken Raider usano i Gaffi Stick come grandi stimolatori per le gengive dei Bantha.

Grazie a Piero Bockos per averci condiviso l’immagine.

Altra costante della saga è quella di inserire alcuni particolari appartenenti alla nostra reale cultura terrestre.
Ci ricordiamo i finocchi di zia Beru e le Pere che taglia Anakin e che fa fluttuare verso l’amata Padme, ecco, anche The Mandalorian ha il suo oggetto terrestre, un Riccio di Mare, o meglio, il guscio di un riccio di mare morto utilizzato come pianta o come animale, non ci è dato saperlo, al cui interno si cela un succo dal sapore, o odore, non proprio dei migliori. Lo assaggerà Cobb Vanth non senza difficoltà ma poi, per dimostrare questa sentita collaborazione, lo vediamo sorseggiare quel contenuto come se nulla fosse, poco prima della grande battaglia contro il Drago Krayt.

tornando al “western” è importante notare quanto il popolo dei Tusken sia una evidente metafora del popolo indiano, cos’ come lo abbiamo visti attraverso i vecchi film western.

“I Sabbipodi viaggiano sempre in fila indiana per non rivelare quanti sono” dice Obi Wan Kenobi al giovane Luke durante il ritrovamento dei Javas uccisi dalle truppe imperiali. (A new hope)

Nel capitolo 9, poco prima di giungere alla tana del Drago, e successivamente quando si riuniscono con gli abitanti di Mos Pelgo ne abbiamo la conferma.
Ringraziamo Star Wars Doctrine per questo bellissimo approfondimento.

MACROBINOCOLO

Il Macrobinocolo nero che il Mando chiede in prestito al predone Tusken, durante il primo appostamento alla tana del Drago Krayt, è lo stesso che Toro Calican dona ai due sabbipodi durante il loro incontro visto nel capitolo 5, durante la prima stagione della serie.
Grazie a Simone Manenti per averci fatto notare questo bellissimo collegamento.

Il Macrobinocolo è un punto fermo per la saga dal suo inizio, ma è sempre suggestivo ed evocativo vederlo usare.

SARLACC

Per sottolineare la potenza spaventosa del Drago, il Mando fa capire a Vanth che un Sarlacc è stato letteralmente divorato dal Drago stesso impossessandosi del suo pozzo ormai svuotoato.

Il Sarlacc è una bestia enorme, un’enorme pianta carnivora, che si cela nella quasi totalità della sua massa all’interno di questi pozzi. Nell’età adulta raggiunge anche i 100 mt di lunghezza ed è dotata di diversi stomaci filtrati da denti e lame affilatissime.
In superficie vediamo solo la “bocca“ con cui si nutre di tutto quello che gli capita.

IL DRAGO KRAYT

Ecco che finalmente vediamo meglio il Drago Krayt e la nostra sensazione sulla somiglianza con il famigerato Squalo Bruce non era affatto campata in aria, le similitudini sono parecchie.

Una delle prime cose che ho notato del Drago è il mantenere quelle corna che lo hanno sempre contraddistinto nell’universo Legends. Quelle corna, sia sulla testa che su tutto il corpo, sono fondamentali per la connessione con un personaggio molto importante nello stesso universo Legends, ovvero Darth Krayt.
Il Sith, nato su Tatooine e con un passato legato strettamente alla popolazione dei Tusken, prende il nome proprio da quella creatura, possente e spietato predatore adorato come un dio dai sabbipodi.
L’armatura di Darth Krayt aveva infatti un elmo e un’armatura che riprendeva quelle simboliche corna per onorarlo e per incutere quella stessa paura.

Osservando la forma e il posizionamento di quelle corna nel drago (anche nelle foto successive) ho notato una certa continuità che credo non sia proprio casuale.

Wookiepedia su Darth Krayt:

Prese il nome di Darth Krayt, dal nome del temibile drago krayt del suo pianeta natale,  e ristabilì il culto sotto la sua guida, impegnandosi a riunificare la galassia secondo la volontà dei Sith. A differenza della precedente incarnazione, tuttavia, Krayt abolì la Regola del Due, l’antico diktat di Darth Bane che diceva che potevano esserci solo due Sith contemporaneamente: un Maestro e un apprendista. Invece, ci sarebbe la Regola dell’Uno, che è lo stesso Ordine Sith, in base al quale ci sarebbero molti servi.

Compresa la difficoltà nell’affrontare un mostro simile, il gruppo torna indietro per rivedere il piano con l’ausilio di un modellino in scala da utilizzare per decidere la tattica da usare.

Quel modellino ci mostra uno scheletro molto simile a quello di cui parlavamo precedentemente e che abbiamo visto in A new hope, ed è difficile, anche qui, non pensare ad una citazione voluta.

Una curiosità bellissima di quel vecchio scheletro, inteso come oggetto di scena, è che fu acquistato, nel 1976,  dalla Lucasfilm alla Disney per poterlo usare come sfondo della scena nel deserto.
La Disney accettò senza problemi anche perché dopo aver usato quello scheletro di Brontosauro per il film One of our Dinosaurs is missing non sapeva più che farsene. Se guardate la locandina del film noterete che è esattamente lui.
Non tutti sanno che gran parte di quelle vertebre sono state lasciate a morire in quelle dune tunisine per poi essere recuperate da alcuni fortunati collezionisti.

Questo tipo di suggestione potrebbe essere forse un po’ al limite ma ci potrebbe stare. Il senso della frase è un pelo diverso, così come il motivo dello stupore dei relativi personaggi, ma è difficile non pensare ci sia comunque un riferimento all’iconica scena del modellino “approssimativo” rappresentante Hill Valley di Doc Brown in Ritorno al Futuro.
Ammettete di averci pensato a quella scena, così come ha fatto Pino Nista, che ringraziamo per questo suo papabile easter egg.

Le citazioni a Lo squalo continuano senza tregua e questa è una delle più difficili da scovare.
Durante il carico degli esplosivi a cavallo dei Bantha, uno dei Tusken si lascia cadere una delle cariche cilindriche a terra facendo innervosire uno degli abitanti più in vista di Mos Pelgo.
Stessa cosa succede ne Lo squalo. Brody fa cadere la gabbia sulle bombole ad aria compressa facendo innervosire Hooper che gli dice una battuta quasi identica a quella del suo corrispettivo di Mos Pelgo.
Hooper: “hei ma che fai Mike? Questa è aria compressa!”
Villager: “hei che stai facendo? Questo è esplosivo!”

Volevo sottolineare anche il design di quella che dovrebbe essere un entrata della miniera di Mos Pelgo, o un avamposto di stoccaggio, che sembra in tutto e per tutto un molo dove si attraccano le barche.

Questa curiosità ha colpito parecchio gli amanti del cinema più tecnico a dirla tutta ma è molto difficile se non impossibile non apprezzarla anche da chi, inconsapevolmente, non se n’è accorto.
Nel momento stesso in cui inizia la battaglia con il Krayt l’inquadratura cambia in modo fluido passando da 21:9 a 16:9 dando più respiro alle immagini aumentandone la visuale e permettendo al pubblico di “vedere meglio” l’azione.
Ricordo diversi casi simili (Chirstopher Nolan in primis) ma non ricordavo quella fluidità nel cambiare in corsa i due formati.

Altra curiosità tecnica che non può fare altro che citare nuovamente Lo squalo di Steven Spielberg.

Durante il primo attacco del Krayt vediamo un cambio di profondità nell’inquadratura di Cobb Vanth.
Quella tecnica si chiama Vertigo ed è stata resa famosa dalla scena del primo attacco de Lo squalo ai bagnanti al largo delle spiagge di Amity.
Questa particolare tecnica consiste nel vedere il viso del protagonista avvicinarsi alla camera mentre il panorama nello sfondo si allontana trasmettendo tensione, una sorta di “vertigine” ecco perché “vertigo”.

Da adesso in poi le somiglianze con lo squalo si sprecano. In questa immagine, tra l’altro, si notano molto bene le corna di cui vi parlavo (Darth Krayt) ma si nota ancora di più la linea della testa del Drago, con quelle gengive prominenti che portano alla mente l’iconica e terrificante mascella degli squali bianchi.

Da notare che nel Lo squalo abbiamo i barili gialli arpionati con le corde, mentre nel capitolo 9 abbiamo direttamente i Tusken Raider che contano esattamente come i barili, niente.

JETPACK ESPLOSIVI

Si torna a citare Return of the Jedi, ma forse involontariamente… forse.

Qui Mando colpisce volutamente il Jetpack di Vanth per allontanarlo dall’azione e per permettergli di salvarsi dal suo apparente sacrificio.

Vedere Vanth volare via senza controllo ha portato alla mente di tutti l’immagine di Boba Fett mentre colpisce il vascello di Jabba per poi finire nelle fauci del Sarlacc.

MORTI ESPLOSIVE

Questa forse è un po’ al limite ma sono talmente tanti i punti in comune che non ne sono poi così tanto sicuro.

Il Mando sembra volersi sacrificare facendosi ingoiare dal Drago insieme ad un Bantha rivestito di esplosivo.
Mi ha fatto venire in mente l’uccisione di Quint e il successivo inghiottire la bombola da Sub, ma per mano di Brody, molto diverso in effetti ma anche evocativo e simile per certi versi.

Ecco, qui invece tornano di nuovo a toccarsi i due plot con la morte di entrambi i mostri a causa di un’esplosione interna.

LA PERLA KRAYT

Stiamo arrivando alla fine ed è proprio in queste fasi che assistiamo ad uno degli easter egg più apprezzati e ricercati che riguarda la Perla Krayt. Dopo aver sventrato il Drago con l’esplosione, i predoni Tusken cominciano a sezionare ciò che rimane del Drago fino ad arrivare all’ultima parte dello stomaco in cui trovano la tanto agognata Perla Krayt elevata al cielo come un vero e proprio trofeo.

La Perla è un oggetto di enorme valore sia per i Tusken che per i force user perchè di fatto è ciò che rimane di pietre e cristalli levigati dal tempo che il Drago ingoia per aiutare la proprio digestione. Tra quei cristalli è molto facile trovare anche i cristalli Kyber con cui si alimentano lightsaber e armi molto potenti.
Darth Revan alimentava la sua lightsaber con una Perla Krayt.

Da Wookiepedia:

Le perle dei draghi Krayt erano pietre lucenti e colorate trovate nell’ultima camera dello stomaco dei draghi Krayt . Le pietre erano usate per aiutare a schiacciare il cibo da loro mangiato e nel tempo sono diventate arrotondate a causa di quanto si muovevano. Potrebbero essere trovati in colori come blu, verde, rosso, bianco e nero. A causa di una qualità di rifrazione peculiare della perla, potevano essere utilizzate in una spada laser se adeguatamente pulite, preparate e installate, sebbene fosse un compito difficile. Le perle erano viste come eccezionalmente preziose dal pubblico (valevano facilmente più di centomila crediti ciascuna), così come la prova che una persona aveva ucciso un drago krayt (per Tusken Raiders , un segno di coraggio).

BINARY SUNSET

Poteva mancare l’iconico binary sunset su Tatooine? Direi proprio di no. 

Certo la posizione dei Soli non torna, sono invertiti da come li abbiamo sempre visti, ma non sappiamo come sono esattamente i cicli e le orbite dei due soli del sistema di Tatoo.

BOBA FETT

E infine il vero “WOW effect” che tanto aspettavamo, Boba Fett è vivo e vegeto ed è anche la prima volta che lo vediamo in carne ed ossa e con le sembianze di Temuera Morrison.

Il suo volto è rovinato e pieno di cicatrici, probabilmente provato dalla fuga e dagli acidi tossici degli stomaci del Sarlacc. E’ glabro e dotato di un fucile e un bastone Gaffi di appartenenza Tusken.
Non sembra contento di vedere la sua armatura nelle mani di un vero mandaloriano.

Fateci sapere cosa ne pensate, se ne avete trovati altri e se manca qualcosa! Se questa disamina vi è piaciuta condividetela coi vostri amici e l’appuntamento è alla prossima puntata!

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