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Thrawn – Recensione del primo libro canonico di Timothy Zahn

Frutto del genio creativo di Timothy Zahn, Thrawn è da tutti conosciuto grazie alla serie animata Rebels e all’episodio ‘The Jedi’ in The Mandalorian in cui viene, però, solamente nominato. A lui, sono stati dedicati anche alcuni libri canonici, tra cui appunto Thrawn, il primo di una trilogia che è approdata nel nostro Paese all’inizio del 2019. Oggi, grazie alla frase pronunciata da Ahsoka in Capitolo 13 di The Mandalorian ”Ora dimmi: dov’è il tuo padrone? Dov’è il grand’ammiraglio Thrawn?”, i suoi libri vanno letteralmente a ruba, tanto che è difficile trovarli persino in inglese!

Nell’immagine, Thrawn, il primo libro della trilogia canonica di Timothy Zahn; l’Atlante Galattico e The Best Art of Star Wars Rebels

La storia editoriale di Thrawn

Thrawn fece il suo debutto nell’universo di Star Wars nel libro L’Erede dell’Impero pubblicato da Bantam Books nel 1991. Secondo il progetto ambizioso della Lucasfilm, la trilogia di Thrawn avrebbe dovuto riportare l’attenzione dei fan sulla saga, terminata ormai da otto anni. Inutile dire che fu un successo enorme: le librerie vendevano copie su copie dell’Erede e Bantam si affrettò a stamparne altre pur di soddisfare la richiesta sempre più crescente dei fan. Il libro arrivò inoltre primo nella classifica del New York Times, un traguardo che Zahn non si aspettava certo di raggiungere.

Con l’acquisizione, però, della Lucasfilm da parte di Disney nell’ottobre del 2012, la trilogia di Thrawn e gli altri libri scritti a posteriori furono etichettati come Legends e vennero pian piano sostituiti dalle storie canoniche che tutti noi conosciamo.

Gli appassionati di Star Wars, tuttavia, continuavano ad amare Thrawn, quell’alieno dalla pelle bluastra e gli occhi fiammeggianti, con delle capacità straordinarie e senza dubbio, incantevoli. Fu così che il suo personaggio venne reintrodotto nella serie animata Rebels e nel 2017, la Del Rey pubblicò il primo libro della trilogia canonica a lui dedicata, scritto da altri se non Timothy Zahn.

A tutti coloro che hanno voluto altre storie del grand’ammiraglio Thrawn.
E a tutti coloro che lo hanno reso possibile alla Lucasfilm e alla Del Rey.
Grazie.
Timothy Zahn

Vi siete mai chiesti come abbia fatto Thrawn a diventare il grand’ammiraglio che tutti noi conosciamo? Qual è stato il percorso che ha dovuto intraprendere? In quali difficoltà si è imbattuto? È proprio intorno a questo che verte la trama di Thrawn, dalla scoperta del chiss su un pianeta anonimo da parte dell’equipaggio dello Star Destroyer Strikefast alla sua ultima promozione come grand’ammiraglio della Marina.

Thrawn attira subito l’attenzione dell’Impero (e anche quella del lettore) grazie al suo ingegno tattico che, già dal primo capitolo, si rivela essere molto acuto, e al fatto che la sua specie sia praticamente sconosciuta. Gli stessi abitanti dello Spazio Selvaggio, da cui proviene anche Eli Vanto, uno dei protagonisti di questo romanzo, credono che i chiss appartengano alle leggende. Vi lascio quindi ben immaginare quale possa essere l’impatto che suscita Thrawn negli abitanti dei pianeti del Nucleo e degli Orli più esterni.

Thrawn, inoltre, è un alieno e ciò non viene visto di buon occhio da alcuni ufficiali e governatori che vorrebbero vedere la sua carriera inabissarsi. Da ciò, si evince quanti pregiudizi vengano fatti all’interno dell’Impero Galattico – di cui purtroppo sono vittima anche gli umani provenienti dai pianeti fuori dal Nucleo e dallo Spazio Selvaggio.

Thrawn, disegno di Luke Ross. Edito in Italia da Panini Comics, novembre 2018

Mentre Eli e Thrawn si laureano all’Accademia Reale Imperiale e vengono assegnati al loro primo incrociatore, nella Galassia comincia a crescere il malcontento dei popoli oppressi e dei cittadini che soffrono del dominio sempre più crescente dell’Impero. È il caso, ad esempio, di Cigno Notturno, un uomo astuto che coopera con i primi gruppi ribelli. Ed è proprio di lui che Thrawn s’interessa, diventandone quasi ossessionato.

Il filo conduttore che sembra unire questi tre personaggi in tutto il libro è la misteriosa e improvvisa estrazione massiccia dei metalli pesanti da parte dell’Impero (tra cui soprattutto il doonium, utilizzato per la costruzione degli scafi delle navi da guerra). È qui che si collega anche il personaggio di Arihnda Pryce, la figlia dei proprietari della Pryce Mining su Lothal. Guarda caso, all’inizio del libro, l’azienda di famiglia di Arihnda scopre un giacimento di doonium e l’Impero brama a metterci le mani…

Un brivido percorse la schiena di Eli, mentre i fantasmi delle vecchie storie gli sussurravano nella testa. I chiss non facevano promesse vuote né parlavano a vanvera. E una volta che si mettevano in testa una cosa, la facevano a costo di morire nel tentativo. Forse pensava davvero di poter diventare ammiraglio, un giorno.

Nonostante sia il primo libro di una trilogia, credo che Thrawn possa essere letto anche come romanzo autoconclusivo, se si vuole sapere di più sulla storia di uno degli ufficiali, a mio parere, più affascinanti dell’Impero.

Inoltre, viene ben approfondito anche il background di Arihnda Pryce e viene raccontato ciò che l’ha portata a diventare la governatrice di Lothal. Se avete, quindi, amato il suo personaggio in Rebels, non potete lasciarvi sfuggire la lettura di questo libro. Personalmente, io l’ho trovata antipatica e anche un pochino egoista, ma capisco cosa l’ha spinta ad agire in determinati modi. Arihnda è una donna che ha dovuto affrontare numerose difficoltà e, alla fine, ne è uscita vincitrice a dispetto di tutto.

Arihnda Pryce nel fumetto Thrawn. Edito in Italia da Panini Comics, novembre 2018.

Timothy Zahn, comunque, è una garanzia per quanto riguarda i romanzi di Star Wars. Il mio consiglio, quindi, è quello di non recuperare solo i suoi libri canonici, ma anche quelli ormai Legends, perché sono tanti i personaggi da lui creati che meritano di essere scoperti. Oltre a ciò, il suo stile è molto semplice e scorrevole e i capitoli non eccessivamente lunghi facilitano sicuramente la lettura. Credetemi se vi dico che, nonostante questo libro abbia quasi cinquecento pagine, vi ritroverete alla fine senza nemmeno accorgervene!

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